Calciatori e società di
calcio impegnate in gare di corsa e staffette. È accaduto
nell'estate del 1910 quando, grazie al patrocinio de La Gazzetta
dello Sport, calcio e atletica si sono unite in una competizione
certo bizzarra ma anche interessante. Che poi protagoniste di questa
sfida siano state Pro Vercelli e Internazionale a pochissimi mesi di
distanza dai “fatti” successivi alla gara di spareggio del
campionato di calcio, rende l'evento ancora più gustoso.
Il football in Italia si
praticava da pochi anni e pochi erano ancora gli appassionati e anche
gli “addetti ai lavori”, tanto che gli studi e le analisi sul
valore e sull'importanza della fisicità dei calciatori era proprio
agli esordi. Le gare organizzate nell'estate del 1910 mettono in
mostra un elemento che sino a quel momento non era stato ancora
debitamente studiato e analizzato nella sua unicità: l'atletismo e
la velocità del calciatore.
Il
17 luglio 1910 al Velodromo di Milano si svolge, tra le altre, il
“Criterium di velocità tra i footballers”, con gare podistiche
sulle distanze dei 250 metri e dei 1.000 metri. I nomi dei calciatori
che partecipano sono di quelli importanti, alcuni di loro sono tra i
migliori calciatori italiani del periodo.
“(...)
Immaginatevi il Marassi, la poderosa ala destra del Genoa alle prese
coll'altrettanto rapido Binaschi della Pro Vercelli. Immaginatevi
Varisco, uno dei più veloci footballers alle prese coi velocissimi
Sala e Boffi.”
Così La Gazzetta
dello Sport presenta l'avvenimento. L'interesse è senz'altro
rilevante. I nomi, come detto, sono importanti. Ci sono i vercellesi
Leone, Binaschi, Milano I e Fresia; i freschi campioni d'Italia
dell'Internazionale Campelli, Boffi, Fossati e Peyer; Bojocchi, De
Simoni e Varisco dell'U.S.M e tanti altri.
Cinque le società
impegnate: Ausonia Football Club, Internazionale Football Club, Pro
Vercelli, Associazione Calcio Vicenza e Unione Sportiva Milanese.
Manca l'Andrea Doria perché i suoi migliori calciatori erano già
impegnati con la squadra ginnastica al concorso di Bruxelles.
Ovviamente non mancano i
premi. Gerolamo Radice, inventore dell'omonima “Scarpa Radice”,
per l'occasione dona “una elegantissima coppa” destinata
alla società che risulterà avere la migliore classifica complessiva
nelle gare dei 250 e 1.000 metri. Non solo. Il presidente della
FI.G.C. Bosisio dona a sua volta una targa destinata alla Società
vincitrice della gara di staffetta.
Stando al resoconto de La
Gazzetta dello Sport la manifestazione si rivela essere molto
interessante, mettendo in luce la più che buona condizione fisica ed
atletica dei calciatori italiani. Non solo:
(…) La
vittoria di Vercelli ha confermate le opinioni degli intenditori sul
valore assoluto degli uomini di quella squadra gloriosa: perché le
stesse qualità di velocità e resistenza esperite sui campi di
football furono affermate nella riunione del Velodromo. (…)”
In particolare si mette in luce il capitano della Pro Vercelli Milano
I, il quale nelle gare disputate mette in luce tutte quelle doti di
eccellente corridore che già sui campi da football lo avevano fatto
diventare uno dei migliori calciatori della sua epoca, vincendo la
finale dei 1.000 metri in 2'57”. Le sue straordinarie prestazioni
si sono rivelate determinanti per la conquista della coppa da parte
della Pro Vercelli.
“(...)
Esteticamente è il tipo del corridore perfetto sulla media distanza,
ed infatti quelle stesse qualità che ne hanno fatto fino ad oggi un
elemento prezioso ed indispensabile nella prima squadra italiana, lo
hanno condotto alla vittoria in una prova di 1.000 metri (…).
Insomma, la Pro Vercelli
in quegli anni non vinceva soltanto campionati di calcio, ma i suoi
calciatori le permettevano di primeggiare anche in altre discipline
sportive. Eppure, come sappiamo, il
dominio delle “Bianche Casacche” proprio nel 1910 viene spezzato
da un club giovane ma ben attrezzato: l'Internazionale di Milano.
Giusto in aprile i milanesi vincono il campionato nel famoso e
chiacchierato spareggio proprio contro i vercellesi, spareggio che
porta con sé una lunga scia di veleni e polemiche.
Nel Criterium del Velodromo se la Pro Vercelli vince la coppa grazie
a Milano I, l'Internazionale si aggiudica la gara di staffetta grazie
alla squadra formata da Fossati, Corinaldesi, De Magistris e Boffi. A
volte il destino si diverte, ma in alcune circostanze l'uomo gli dà
una mano. Come detto Pro Vercelli e Internazionale si divido
equamente i premi, ma alcuni giorni dopo proprio La Gazzetta dello
Sport nel suo resoconto si rammarica del fatto che la Pro
Vercelli non abbia potuto avere al meglio proprio Milano I nella gara
di staffetta, “velando” in qualche modo la vittoria nerazzurra.
La replica della società milanese non si fa attendere e il 28 luglio
l'Internazionale lancia una nuova sfida alla Pro Vercelli:
“(...)
Nel mentre vi facciamo notare che l'Internazionale non aveva in campo
i suoi migliori uomini, esclusi dalla gara per virtù del vostro
regolamento, mentre ciò non succedeva per la nostra consorella della
quale noi non abbiamo mai messo in dubbio il valore, ci dichiariamo
sempre a vostra disposizione per qualunque gara e qualunque epoca e
con tutti i nostri soci per soddisfare l'opinione pubblica la quale
certamente vede in modo falso il nostro valore e il nostro buon nome
per le dichiarazioni che appaiono sul vostro giornale. (...)”
La sfida, dunque, è
lanciata. E prontamente la stessa sfida viene raccolta dalla Pro
Vercelli che propone gare individuali sulle distanze dei 250 e 1.000
metri e gare di staffetta per quattro corridori su percorso
olimpionico.
Nel frattempo, sempre La
Gazzetta dello Sport organizza un convegno aperto ai
rappresentanti delle società calcistiche per un chiarimento in vista
dalla successiva assemblea federale. Questo convegno viene fissato a
Milano per il giorno 8 settembre, data scelta per la sfida podistica
tra Pro Vercelli e Internazionale.
In mattinata il convegno e nel pomeriggio, con inizio alle 15.30,
l'attesa riunione podistica tra le due società la cui direzione è
affidata ad una giuria composta dall'Avv. Bozino per la Pro Vercelli,
a Gama direttore sportivo dell'Internazionale e al presidente della
Federazione Podistica Italiana dott. Dal Bo.
Si può anche dire che la
lunga battaglia tra le due società iniziata nell'ottobre del 1909
con l'avvio del campionato, culminata con lo spareggio-farsa del 24
aprile e continuata con polemiche anche forti sui giornali e in
FI.G.C., l'8 settembre abbia trovato finalmente una conclusione, non
in un campo da football bensì su una pista d'atletica.
L'esito finale è a
favore dei vercellesi. Binda dell'Internazionale vince la gara dei
250 metri, Milano I della Pro Vercelli quella dei 1.000 metri. La
staffetta, dunque, decreterà la vincitrice. La Pro Vercelli schiera
Binaschi, Cottino, Bacolla e Milano I; l'Internazionale Gama, Binda,
Bazzaro e Fossati. Le prime due frazioni sono nettamente a vantaggio
dei milanesi, poi nella terza Bacolla recupera molto dello svantaggio
tanto che nell'ultima frazione, quella da 800 metri, i due capitani
Milano I e Fossati sono quasi appaiati. Così La Gazzetta dello Sport
racconta l'ultima frazione:
“(...)
La gara si trasforma in una corsa d'attesa: infatti i due campioni
procedono insieme per lungo tratto, Milano però attende
evidentemente d'impegnarsi in ultimo, mentre l'angoscia stringe tutti
i presenti. Suona la campana dell'ultimo giro: Fossati è il primo ad
entrare decisamente in azione, ed all'esterno inizia un aumento
progressivo. Milano però resiste, ed all'entrata dell'ultima curva,
e sul rettilineo finale, con uno sforzo ammirevole sorpassa il
pericoloso avversario.”
Il curioso esperimento
piace, tanto che anche nell'estate del 1911 verrà organizzato una
gara podistica per calciatori.
Sull'argomento
ritorneremo successivamente.