Con la rivoluzione
industriale e il progresso scientifico e tecnologico il XIX° secolo
porta con sé dalle isole britanniche anche lo sport, in particolare
il gioco del football, sdoganato dalla profonda tradizione popolare
ed edulcorato dai tratti più brutali e violenti di quello che – in
tono spregiativo – era denominato mob football.
Le classi dominanti,
oltre a vedere nello sport un sano e cavalleresco modo di sfidarsi,
nella compassata cornice del college, considerano l'attività
sportiva anche come uno degli strumenti di disciplina per gli
studenti: controllare, delimitare la violenza dello sport popolare
all'interno del college può servire a dare uno sfogo disciplinato
all'irruenza dei giovani.
Così public school e college favoriscono l'attività sportiva,
compreso il football che proprio da quei luoghi parte alla conquista
del mondo.
Prima, però, ci sarebbe da decidere con quali regole
giocare, uniformare perlomeno quelle esistenti, perché quasi ogni
college ha norme, usi e costumi propri nel giocare a football. E se –
tra mito e realtà – giusto due secoli fa – era il 1823 – lo
studente William Webb Ellis ignorando le regole percorse palla in
mano tutto il campo del college di Rugby facendo così nascere il
rugby game (il primo a dotarsi di un regolamento organico, negli anni
'40 del XIX secolo), in altri college non c'era uniformità né sul
sistema dei punteggi, né sul numero dei giocatori.
A Cambridge e a Eton
vennero redatti regolamenti del gioco del football, frutto di
compromessi, discussioni e accordi tra vari college, con lo scopo di
poter giocare tra college diversi senza problemi. Non solo. Verso la
metà del secolo il gioco del football esce dagli atenei, tanto che a
Sheffield, nel 1857, non solo viene redatto un altro regolamento –
le famose Sheffiled Rules – ma anche creato quello che possiamo
senz'altro definire il primo club calcistico della storia, lo
Sheffield Football Club.
L'anno davvero di svolta
è il 1863.
Agli inizi di ottobre un
nuovo regolamento di Cambridge viene redatto da un comitato composto
da ex studenti di Eton, Harrow, Rugby, Shrewsbury, Marlborugh e
Westminster. A quel punto entra in scena un avvocato di Hull che
propone di creare un organismo che controlli e regolamenti il gioco
del football: l'avvocato in questione è Ebenezer Cobb Morley che
organizza così la riunione che il 26 ottobre del 1863 mette attorno
ad un tavolo alla Freemansons'Tavern di Long Acre a Covent Garden a
Londra i rappresentanti di undici club calcistici londinesi.
Quelle
undici società erano: No
Names di Kilburn,
Barnes Club, War Office Football Club, Crusaders, Forest Club di
Leytonstone, Percival House of Blackheath, Crystal Palace Club,
Blackheath Club, Kensington School, Surbiton Club
e Blackheath
Preparatory School.
Come riporta Alcock nel
suo Football – The Association Game
del 1906: i rappresentanti di queste società si uniscono formalmente
in un'associazione “to be called the
Football Association”.
È il primo atto
ufficiale della Football Association, seguito da numerose altre
riunioni che si tengono sino a dicembre 1863. Il nodo più
ingarbugliato da sciogliere riguarda il gioco maschio: da una parte
c'è chi vuole continuare a permettere l'uso delle mani e
dell'hacking, cioè permettere cariche anche violente sul portatore
di palla, dall'altra chi lo vuole vietare. La votazione finale su
questo tema vede il prevalere dei secondi sui primi per 13 voti a 4,
anche grazie all'attività di Morley che caldeggia l'adozione della
filosofia delle regole di Cambridge. Così, dopo l'ultima riunione
dell'8 dicembre 1863 viene pubblicato il primo regolamento del gioco
del football.
Il primo match giocato
con questo regolamento è del 19 dicembre 1863, quando a Mortlake il
Barnes (la squadra di Morley) e il Richmond pareggiano 0 a 0.