Nato a Buenos Aires da
padre italiano e madre francese, Felix – italianizzato in Felice - Romano è stata la prima vera “stella” nella storia centenaria
della Reggiana. In Italia Romano esordisce nel primo dopoguerra con
la maglia del Torino dove gioca due stagioni nella massima divisione
nazionale prima di essere acquistato dalla Reggiana.
Romano fotografato al Mirabello - foto tratta da Il Calcio |
Migrante nella Belle
epoque. Cesare Fanti alla
vigilia dell'esordio di Felice Romano con la nazionale italiana nel
novembre 1921 dalle colonne de La
Gazzetta dello Sport domanda
alla Federazione di chiarire il dubbio se il giocatore sia o meno di
nazionalità elvetica1.
Ecco, Romano è stato un cosmopolita, figlio di emigranti e a sua
volta migrante, come spesso sono stati tantissimi calciatori
dei primi anni pionieristici.
Etoile des Deux Lacs |
Romano, che soltanto nel dicembre del
1970, pochi mesi prima di morire, prenderà la cittadinanza
italiana2,
lui, asso sudamericano del pallone e cittadino del mondo, ha giocato
in Argentina, Francia, Svizzera e Italia. Nasce a Buenos Aires nel
luglio del 1894, ben presto si trasferisce in Francia, a Parigi, dove
gioca per l'Etoile des Deux Lacs e il Levallois e dove viene
comunemente chiamato Romano II per distinguerlo dal fratello Paul
Romano, anch'egli calciatore.
Con l'Etoile des
Deux Lacs, squadra del 16° arrondissement del Bois de Boulogne,
Romano vince il Trophée de France nel 1912 avendo la meglio in
finale sulla Red Star. Passato al Levallois, nel marzo del 1914
Romano viene convocato per giocare a Saint-Ouen l'incontro
internazionale tra la Ligue Parisienne de football (LFA) e l'omologa
formazione belga3.
Ligue Parisienne de Football |
Nell'aprile del 1913
Romano fa il suo esordio ufficiale con la nazionale francese nella
partita amichevole giocata contro il Lussemburgo e vinta per 8 a 0
grazie anche ad una sua rete segnata al 78° minuto4.
Sarà la sua unica presenza con la Francia.
Esordio italiano.
Terminata la Prima guerra mondiale, periodo che Romano trascorre in
Svizzera, si trasferisce in Italia dove inizia a giocare al pallone
con i granata del Torino. Romano la sua prima rete nel massimo
campionato italiano la segna domenica 8 febbraio 1920, schierato al
centro dell'attacco del Torino. Realizza il terzo goal dei granata
contro il Novara, come accuratamente per La Gazzetta dello Sport
racconta Corradini nella sua cronaca: “(...) Boglietti
Ernesto centra, il fratello Ottavio, mezz'ala destra, raccoglie con
la testa, e passa a Romano avanzante sulla sua stessa linea. Romano,
da due passi con altro colpo di testa, infila la rete (…)”5.
Esattamente una domenica
prima aveva esordito nella gara contro l'Enotria Goliardo. In quel
suo primo campionato 1919/20 Romano gioca 7 partite e segna 5 reti,
tre delle quali nel rocambolesco incontro del 7 marzo quando il
Torino pareggia contro l'Internazionale per 6 a 66!
Se potessi avere mille
lire al mese.... Estate 1921, a Reggio Emilia si cerca di
allestire una squadra competitiva per puntare alla promozione nella
massima divisione nazionale. La città – e l'Italia intera – in
quei giorni, in quei mesi è in fibrillazione, in quel 1921 i
fascisti reggiani bruciano la tipografia de La Giustizia
il giornale socialista di Camillo Prampolini e la libertà vacilla
sempre più. In quell'estate del 1921 la Reggiana, grazie ai buoni
uffici del suo dirigente Pietro Pietranera e a Severino Taddei, tra i
fondatori della Reggiana ed ex calciatore del Torino, riesce ad
accaparrarsi Felice Romano proponendogli uno stipendio da 1.500 lire
al mese, una cifra davvero favolosa per quei tempi e soprattutto per
gli standard della Reggiana i cui giocatori ricevevano soltanto un
esiguo rimborso spese7.
Insomma, quel motivetto fox-trot che avrebbe furoreggiato negli
anni'30 – quindi una decina d'anni dopo – faceva ben comprendere
quale considerazione avessero i dirigenti granata di Romano.
Ovviamente ben riposta: Romano nella sua prima stagione in granata
segna le reti determinanti per la conquista della salvezza, ma gli
inizi non sono affatto semplici.
Archivio biblioteca Panizzi |
Un
golden gol...Felice. È
l'anno della guerra tra FIGC e CCI, con due campionati separati e due
campioni d'Italia distinti, la Reggiana resta fedele alla Federazione
e per la stagione 1921/22 è inserita nel girone B Emilia della Prima
Categoria assieme a Virtus Bolognese, Spal e Carpi. Nelle sei partite
di campionato la squadra fatica paurosamente arrivando ultima e
Romano pur giocando tutti gli incontri prevalentemente davanti alla
difesa non riesce a segnare neppure una rete, anzi spesso si ritrova
a giocare da solo, incaponendosi in dribbling che non portano a
nulla. La Reggiana per mantenere la categoria è quindi costretta a
giocare lo spareggio con la Mantovana ed è a quel punto che Romano
si accende e prende per mano la squadra. I granata vincono 3 a 2 la
gara di andata e Romano segna due reti, così come ne segna
altrettante nella debacle del ritorno, quando la Reggiana perde 9 a
2, rendendosi dunque necessario un clamoroso “spareggio dello
spareggio”. Il 5 febbraio sul campo neutro di Ferrara va in scena
una gara epica, una battaglia infinita durata la bellezza di 146
minuti, nella quale la stella di Romano brilla luminosissima. Romano
segna su punizione il momentaneo vantaggio granata, ma a dieci minuti
dalla fine la Mantovana porta il risultato sul 1 a 1, punteggio che
non cambia neppure dopo i tempi supplementari. A quel punto la
partita prosegue ad oltranza, sino a quando una delle due squadre non
riuscirà a segnare il gol decisivo. La fatica è tanta, le cronache
riportano di lamenti dei giocatori che non ne possono più, ma
finalmente, al 27° minuto successivo al termine dei tempi
supplementari, il 146° minuto complessivo, è ancora Romano a
segnare la rete decisiva, la rete che non solo regala alla Reggiana
la permanenza in categoria ma anche – forse soprattutto! - la fine
di quella interminabile sofferenza.
Dal granata
all'Azzurro. Il talento di Romano è davvero enorme per il
livello medio della Reggiana, dopo quella prima stagione diventa il
leader indiscusso della squadra, la quale viene affidata a lui anche
nella conduzione tecnica al posto del partente Sturmer che va ad
allenare il Torino. 10 le reti di Romano in 11 gare in quella
stagione e 11 la stagione successiva, quella che regalerà alla
Reggiana la sua prima, storica, promozione in massima serie dopo lo
spareggio di Padova vinto contro l'Olimpia Fiume grazie anche ad una
sua rete.
Nell'estate del 1923 la Reggiana non bada a spese ed
affianca a Romano alcuni elementi che la fanno diventare alla vigilia
del campionato une delle più accreditate pretendenti alla
promozione, obiettivo che non si lascierà sfuggire. Romano, come
detto, era il giocatore più talentuoso della Reggiana e non solo.
Poteva giocare in tutti i ruoli del centrocampo dotato com'era di un
millimetrico lancio, in quel calcio poteva giocare anche in attacco e
non disdegnava di concludere a rete. Romano è stato soprattutto
l'unico giocatore della Reggiana a vestire contemporaneamente anche
la maglia della Nazionale italiana. Con l'Italia ha giocato 5
partite, dal novembre 1921 all'aprile 1924, sempre come mediano
destro o sinistro, tranne nell'ultima partita, quella della disfatta
di Budapest quando nella ripresa venne arretrato addirittura a
terzino e additato tra i capri espiatori segnando così la fine del
suo rapporto con la Nazionale8.
L'esordio in Nazionale è del 6 novembre 1921, nell'amichevole che
l'Italia pareggia 1 a 1 contro la Svizzera, che Emilio Colombo
l'indomani così commenta per La Gazzetta dello Sport:
“(...)
Morando e Romano, nei differenti ruoli, sono due superbi campioni.
(…) Romano, che deve alla «rosea»
- diceva oggi il presidente della F.I.G.C. - la sua assunzione alla
nazionale, è apparso un grande giuocatore: duttile, prontissimo,
resistente e conoscitore perfetto, oltre che del proprio ruolo, del
football”9.
Romano
giocherà altre tre partite con la Nazionale per tutto il 1922, poi
una pausa e quindi la convocazione per la trasferta a Budapest del 6
aprile 1924 per la partita contro l'Ungheria che sarà la sua ultima
apparizione in maglia azzurra. La partita in questione viene
ricordata come quella “del gran rifiuto” di Genoa e Bologna di
concedere i propri giocatori alla Nazionale, perché impegnate
entrambe nella fasi più delicate del campionato, costringendo così
Pozzo ad arrangiarsi e a fare convocazioni “alternative”: uno di
questi giocatori è proprio Felice Romano10.
schieramento Svizzera-Italia gara esordio di Romano |
Il pesante passivo – 1 a 7 per gli ungheresi – e l'età ormai
avanzata segneranno la fine dell'esperienza con la maglia della
nazionale italiana per Romano, non certo quella con la maglia granata
perché con la Reggiana gioca sino al 1926, campionato quest'ultimo
che sancisce la retrocessione dei granata in seconda divisione.
Un
giro di tango con il Grifone.
Per la stagione 1926/27 Romano viene acquistato dal Genoa che lo paga
ben 45.000 lire alla Reggiana, somma tutt'altro che risibile per
l'epoca. A Genova Romano resterà una sola stagione poi, complice
anche un infortunio, lascia l'Italia e torna a Parigi per giocare una
stagione al Racing. Con la maglia del Genoa Romano già nell'estate
del 1923 aveva avuto modo di fare una bellissima esperienza, non solo
calcistica.
Tournée Genoa, foto di gruppo a Barcellona |
A quel tempo Romano è un giocatore della Reggiana ma in
giugno viene aggregato al Genoa che trascorre l'estate in una tournée
in Sud America. La “convocazione” di Romano è davvero molto
prestigiosa: il Genoa è quello degli imbattibili che nella stagione
appena conclusa non aveva perso neppure un incontro e assieme a
Romano vengono aggregati anche Baloncieri dal Torino, Moscardini
dalla Lucchese e Girani dal Venezia. Si imbarcano tutti il 28 luglio
1923 sul “Principessa Mafalda”, il piroscafo che li porta a
Buenos Aires, dove quasi trent'anni prima Romano era nato.
Con il Genoa Romano mette
in risalto le sue qualità. Il periodico della Reggiana Il
Mirabello riporta la traduzione
di quanto aveva scritto la stampa argentina il 10 settembre riguardo
la prestazione di Romano:
“Nella
linea mediana, emerse, come nelle partite precedenti, Romano, a cui
era stato affidato il compito di annullare l'azione del giocatore De
Miguel il migliore degli avanti argentini.
Tenace ed
efficace in ogni momento, l'«half»
italiano, non solo disimpegnò egregiamente il compito affidatogli,
ma incoraggiò continuamente i compagni di gioco, tanto che può
darsi che a lui si dovettero quasi tutti gli attacchi della squadra
italiana”11.
Reggio Emilia per
sempre. A 32 anni Felice Romano ritorna a Reggio. Lo fa
nell'autunno del 1928, quando ormai le sue condizioni fisiche non gli
permettono più di essere quel magnifico giocatore che era stato
ammirato negli anni precedenti. Si allena con la Reggiana, che nel
frattempo è tornata in Divisione Nazionale, stringe i denti e gioca
un paio di partite12,
segnando una rete, l'ultima con la maglia granata, contro la Fiumana
al Mirabello il 17 marzo 192913.
La stagione 1929/30 sarà la sua ultima da giocatore, ancora nella
Reggiana, in serie B, poi Felice Romano appende gli scarpini al
chiodo, dopo aver segnato 44 reti in 86 gare giocate con la Reggiana.
Romano Allenatore della Reggiana - foto Archivio Camellini |
Sarà allenatore dei
granata in due occasioni, nel campionato del 1931/32 e per il
campionato alta Italia del 1945/46 dove peraltro verrà esonerato dopo poche
partite. Un'ultima esperienza nel mondo del calcio Romano la farà
sulla panchina dell'Arezzo, poi il ritiro. Definitivo, senza
tentennamenti o rimpianti. Il secondo tempo della vita di quello che
nei ruggenti anni'20 era stato l'idolo del Mirabello è un
tempolento, lontano dal
clamore della folla, dagli applausi e dal brivido che elettrico ti
galvanizza nel momento in cui il pallone entra nella rete. Passeranno
60 anni prima che la sua immagine e il suo nome vengano fissati per
sempre nel murales dipinto sui muri del Mirabello, assieme agli altri
“immortali” campioni della Reggiana. Si dedica all'attività di
ebanista, attività che per diversi anni gli ha valso anche una
cattedra d'insegnante in una scuola reggiana, vivendo per tantissimi
anni in un appartamento in via Porta Brennone senza una famiglia,
soltanto con la compagnia di pochissimi amici14.
Gli anni lontano dal football sono anni fatti più di bassi che di
alti, i soldi sono sempre pochi, tanto che le spese per i funerali
vengono pagate dalla Reggiana e oggi i resti del giocatore riposano
all'ossario del cimitero “Monumentale” subuurbano di Reggio
Emilia. Nei suoi ultimi mesi di vita Romano aveva sofferto di
enfisema polmonare, i pochi amici di via Porta Brennone lo convincono
a farsi ricoverare e poco tempo dopo all'Ospedale Sanatoriale Lazzaro
Spallanzani all'una di venerdì 20 agosto 1971 Felice Romano, all'età
di 77 anni, chiude per sempre gli occhi lasciando spazio alla sua
leggenda.
1Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
5 novembre 1921
2Cfr.
Il Resto del Carlino del 21
agosto 1971
3Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
16 marzo 1914
4https://www.11v11.com/matches/france-v-luxembourg-20-april-1913-222925/
5Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
9 febbraio 1920
6Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
8 marzo 1921
7DEL
BUE, MAURO, Una storia Reggiana 1919-1945: Le
partite, i personaggi, le vicende dai pionieri alla liberazione,
Montecchio,
2007
9Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
7 novembre 1921
10https://www.calciomercato.com/news/quando-bologna-e-genoa-facevano-la-voce-grossa-e-la-nazionale-pe-16998
11Cfr.
Il Mirabello del 21 ottobre
1923
12DEL
BUE, MAURO, Op. cit.
14Cfr.
Il Resto del Carlino del 21
agosto 1971