La Coppa del mondo di calcio tornò in Europa per la prima volta dopo la fine della Seconda guerra mondiale nel 1954. Si giocò nella neutrale Svizzera, più o meno equidistante dai blocchi contrapposti che la Guerra fredda stava consolidando.
Tra le macerie lasciate dalla Seconda guerra mondiale la ricostruzione
politica, sociale, economica e culturale degli Stati passa anche
attraverso il gioco del calcio e le sue manifestazioni internazionali.
Non sorprende, dunque, l'urgenza sentita sin da subito dalla FIFA di
ripartire anche con la Coppa del mondo che per l'edizione del 1950 viene giocata in Brasile.
Tutto nel 1938 faceva pensare alla guerra. La corsa al
riarmo procedeva più spedita che mai, le sanzioni inflitte dalla Società
delle Nazioni all'Italia fascista rendevano sempre più saldo
l'abbraccio mortale tra Mussolini e Hitler, in Spagna
infuriava la guerra civile e in Italia l'antisemitismo e il razzismo
diventavano legge.
Per fortuna, però, si giocava anche al pallone e in
una Francia dilaniata dalla crisi economica venne disputata la terza
edizione della Coppa del mondo.
Il 1934 è l'anno dei Mondiali di calcio italiani. Il mondiale del Duce e dell'organizzazione fascista. È anche il mondiale che in un certo qual modo fa da apripista all'utilizzo dello sport da parte dei governi autoritari per incrementare il loro prestigio a livello internazionale e per propagandare i propri valori peculiari.
La prima edizione della Coppa del mondo di calcio si è giocata in Uruguay nel
luglio del 1930, un'edizione caratterizzata dall'assenza delle maggiori
Nazionali europee, ma anche segnata dalla costruzione di un monumentale stadio,
dalla completa copertura mediatica dell'evento e, soprattutto, dalla
partecipazione del governo e della politica nell'organizzazione e nella buona
riuscita dell'evento.
Domenica inizierà la fase finale della Coppa del mondo 2022. La scelta della F.I.F.A. di far disputare l'edizione dei mondiali in Qatar ha motivazioni che hanno a che fare con questioni politiche, economiche e geostrategiche che non sono un “unicum” nella storia della manifestazione.
Iniziamo, infatti, oggi un viaggio attraverso le prime edizioni della Coppa del Mondo
di calcio, un viaggio che affronteremo soffermandoci prevalentemente su
ciò che nelle varie edizioni si è sviluppato parallelamente alla mera
gara sportiva, in particolar modo sui legami che via via si sono fatti sempre più stretti e caratterizzanti tra il football e certi aspetti economico-politici tutt'altro che secondari.
inizia la 12° edizione della Coppa del
Mondo di calcio, la 3° denominata F.I.F.A. World Cup. Paolo Valenti,
storico ideatore e conduttore della trasmissione 90° Minuto, così
presenta la gara inaugurale Argentina - Belgio, con un interessante
accenno alla guerra delle Falklands/Malvinas che Argentina e Gran
Bretagna combattono nella primavera di quell'anno.
Mentre iniziano le ricerche del
banchiere Roberto Calvi, presidente e amministratore del Banco
Ambrosiano, che da tre giorni è irreperibile, in Spagna inizia la
Coppa del mondo di calcio.
La partita inaugurale tra la detentrice
della Coppa l'Argentina e il Belgio si gioca a Barcellona e c'è viva
attesa per la stella argentina Maradona, appena passato al Barcellona
per circa 15 miliardi di lire. La partita, trasmessa in Italia in
diretta dalla Rai su TV1 e in differita da TMC e Capodistria, regala
la prima sorpresa del torneo con la vittoria del Belgio grazie alla
rete di Vandenbergh.
Ore 20 Argentina-Belgio (TV1)
14 giugno 1982:
Il generale Menéndez dichiara la resa
di tutte le forze armate argentine nella East e nella West Falkland:
termina così la guerra tra Gran Bretagna e Argentina per il
controllo delle Isole.
Inizia, invece, oggi la “campagna”
italiana al Mondiale con l'esordio della Nazionale di Bearzot contro
la Polonia, in diretta su TV1 alle ore 17.15.
Nei giorni seguenti la gara, in casa
polacca faranno rumore la accuse di Lato rivolte a Boniek, da poco
acquistato dalla Juventus: “Boniek ha giocato una partita molto
particolare, contro giocatori particolari”.
15 giugno 1982
Mosca, per la prima volta
dall'invasione israeliana in Libano, in maniera netta e decisa alza
la voce intimando a Israele di ritirare le sue truppe in quanto gli
sviluppi del conflitto toccano gli interessi sovietici. Si alza la
tensione nel mondo, mentre in Spagna oggi è in programma la terza
giornata di gare:
ore 17.15 Perù – Camerun (TV2)
ore 21.00 Scozia – Nuova Zelanda
(TV1)
ore 23.00 Ungheria – El Salvador (TMC
– differita)
16 giugno 1982
La RAI la goleada ungherese al
malcapitato Salvador la trasmette oggi, alle ore 15 su TV3, con
telecronaca affidata a Bruno Pizzul.
A Valencia è il turno dei padroni di
casa della Spagna che però non vanno oltre un deludente 1 a 1 contro
l'Honduras del portiere Julio Arzu. Oggi si gioca anche Inghilterra –
Francia, incontro proposto su TV1 che vede la vittoria degli inglesi
per 3-1.
Il risultato davvero a sorpresa, però,
è la clamorosa sconfitta della Germania Ovest ad opera dell'Algeria
che vince grazie alle reti del futuro “tacco di Allah” Madjer e
di Belloumi.
17 giugno 1982
Arrivano anche in Italia le parole che
lo scrittore argentino Borges aveva rilasciato qualche giorno prima
al quotidiano francese Le Matin a proposito della guerra delle
Falklands: “Sono lacerato, è del tutto naturale. (…) La gente
si interessa più alla politica e allo sport...La politica e lo sport
incoraggiano il nazionalismo, che è il peggiore dei difetti.
[Entrambi] sono ugualmente frivoli, ma la politica è assai più
pericolosa”.
Mentre si fanno sempre più insistenti
le voci secondo le quali Berlusconi avrebbe strappato il “sì” a
Mike Bongiorno per un progetto nuovo a Canale 5 con un contratto di
tre anni a 2 miliardi di lire, il Mondiale in televisione prosegue
con questo programma:
In Italia esplode lo “Scandalo
Calvi”, mentre la Nazionale va incontro ad un modesto pareggio
contro il Perù in una gara dove le due squadre hanno avuto la meglio
un tempo ciascuna: al gol di Conti risponde sul finire della gara la
Diaz. L'Italia nella ripresa si dimentica negli spogliatoi, Zoff deve
fare gli straordinari e la sostituzione di Rossi con Causio non fa
altro che agevolare le polemiche.
ore 17.15 Italia – Perù (TV2)
ore 21.00 Brasile – Scozia (TV1)
ore 23.00 Argentina – Ungheria
(Capodistria)
19 giugno 1982
Le
polemiche e le perplessità non si placano attorno alla Nazionale,
nonostante lo sciopero dei giornalisti che lascia l'Italia senza
quotidiani per due giorni.
Primo imputato proprio il Commissario
Tecnico Bearzot che viene “punzecchiato” ancora una volta dal
Presidente federale Sordillo, non nuovo a frecciate velenose: “Non
sono un tecnico, ma quando si toglie una punta generalmente si è
destinati a subire”.
Nel frattempo nello stesso girone
dell'Italia anche la Polonia non riesce ad andare oltre il pari con
il Camerun, una delle sorprese del mondiale spagnolo. Dopo 4 partite
– tutti pareggi – tutte e quattro le squadre del gruppo A sono a
pari punti.
20 giugno 1982
Divampano le polemiche per la direzione
arbitrale del danese Sorensen nell'incontro tra Spagna e Jugoslavia.
Sotto 0 a 1, l'arbitro fischia un rigore a favore della Spagna per un
fallo commesso abbondantemente fuori area. Lopez Ufarte si presenta
sul dischetto, sbaglia il rigore e l'arbitro lo fa ribattere. Juanito
non sbaglia e pareggia la partita che poi le Furie Rosse riusciranno
a vincere per 2 a 1 con gli jugoslavi furibondi.
21 giugno 1982
Francia Kuwait. Forse non servirebbe
aggiungere altro tanto è diventata famosa questa partita, tanto se
ne è scritto: uno dei momenti indelebili di questo mondiale. La
Francia e il Kuwait si incontrano a Valladolid alle 17.15 con i
campioni d'Asia in carica che in classifica sopravanzano i francesi
grazie al pareggio – inaspettato – nell'esordio contro la
Cecoslovacchia. Il fatto, arcinoto, vede come protagonista assoluto
Ii capo della Federazione kuwaitiana, Fahad Al-Ahmed Al-Jaber
Al-Sabah, fratello dell'emiro del Kuwait. Questi al quarto gol della
Francia non si trattiene e inizia a scendere i gradoni della tribuna,
diretto in campo. Qua inizia a protestare in modo molto energico con
l'arbitro, asserendo che il gol francese sarebbe stato viziato da un
fischio proveniente dagli spalti. Partita sospesa, una cinquantina di
persone in campo tra giocatori, fotografi, militari e arringa del
capo della Federazione kuwaitiana. La scena sarebbe piuttosto buffa
se non fosse che l'arbitro, il russo Stupar, incredibilmente
“accoglie” la tesi dei kuwaitiani e annulla la rete francese.
La FIFA manderà a casa subito dopo
l'arbitro Stupar, mentre di Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah in
Occidente ne sentiremo parlare ancora otto anni dopo, quando verrà
ucciso dalle milizie irachene nell'agosto del 1990, durante
all'inizio dell'invasione irachena del Kuwait.
22 giugno 1982
La partita tra Polonia e Perù è la
prima gara del Gruppo A a non finire in pareggio; vince, largamente,
la Polonia con una sorta di “passaggio di consegne” tra il
fuoriclasse Lato, al suo ultimo gol “mondiale” e l'astro nascente
Boniek che realizza la sua prima rete ad un Mondiale.
ore 17.15 Polonia – Perù (TV2)
ore 21.00 Urss – Scozia (TV1)
ore 21.00 Belgio – Ungheria
(Capodistria)
23 giugno 1982
Alle 17,15 l'Italia si gioca il
passaggio alla seconda fase del Mondiale contro la rivelazione
Camerun, con il vantaggio di due risultati su tre. Basterà il
pareggio per la qualificazione, ma buona parte della stampa italiana
sommerge di critiche la Nazionale. Tre partite, tre pareggi, due reti
segnate, due subite. Tra gli altri, così si legge su La Stampa:
“ Con un estremo segno di pudore, per fortuna, nessun azzurro ha
avuto un gesto di gioia alla fine della partita”.
Partono anche le interrogazioni
parlamentari: quella del socialista Santi del 22 giugno riguarda la
notizia del premio di 60 milioni che verrebbe concesso ad ogni
Azzurro nel caso di passaggio del turno, chiedendo se sia giusto “che
il denaro pubblico, perché tali sono le entrate del Coni, possa
essere speso per una partita di calcio”.
24 giugno 1982
In Italia è il giorno dello sciopero
generale che CGIL, CISL e UIL indicono contro la disdetta unilatera
di Confindustria della scala mobile. È anche il giorno per godersi
il passaggio del turno della Nazionale e per preoccuparsi delle
avversarie che l'Italia dovrà affrontare nel gruppo di Barcellona:
l'Argentina campione del mondo in carica e il Brasile dei funamboli
fuoriclasse che hanno messo in mostra il miglior calcio della prima
fase.
Così la comitiva azzurra lascia Vigo
per trasferirsi a Barcellona, ma proprio prima di salire sulla
scaletta dell'aereo c'è il tempo per nuove polemiche. Bearzot
risponde piccato in merito alle interrogazioni parlamentari
riguardanti i premi previsti per il passaggio del turno: “(...)
Questi parlamentari farebbero bene a pensare ai loro affari. Ai loro
lauti stipendi, ad esempio, certamente maggiori dei nostri”.
Non solo. Viene anche annunciato il silenzio stampa di tutti i
giocatori dell'Italia: d'ora in poi avrebbe parlato soltanto il
capitano, Dino Zoff.
Intanto esce di scena una delle
sorprese del torneo: l'Honduras contro la Jugoslavia ha due risultati
su tre, ma all'88° minuto è il rigore di Petrovic ad estrometterla
dal Mondiale.
25 giugno 1982:
Fa molto discutere il risultato di
Germania Ovest – Austria, un 1 a 0 che permette ad entrambe di
centrare la qualificazione ai danni della grande sorpresa Algeria.
Vincono i tedeschi, passano gli austriaci e gli algerini sono
furibondi tanto che i loro supporters al termine dell'incontro
tentano anche un'invasione di campo. Fatto è che agli austriaci
andava bene anche perdere 1 a 0 e così è stato in una partita che
dopo la rete tedesca non ha più detto nulla.
Così si legge, senza giri di parole,
su La Stampa: “(...) Una della più sporche e organizzate truffe
dello sport di tutto il mondo e di tutti i tempi è stata messa in
atto, con risultato ufficiale positivo, ieri a Gijon, nelle Asturie
(...)”.
Passerà alla storia come il “Patto
di non belligeranza di Gijon” e già dall'edizione successiva del
1986 la F.I.F.A. deciderà di far giocare in contemporanea le ultime
partite dei gironi.
Primo giorno di “sosta” al
Mondiale, la Nazionale si allena lontana da occhi, orecchie e
taccuini e allora in Italia si va a caccia di pronostici e opinioni.
Ironico come sempre il cabarettista Beruschi: “Ma sì, diciamo
che è stata una bella gita, ci siamo allenati, abbiamo visto come si
fa a prendere pochi gol. Speranze per il futuro? Bè, gli azzurri
hanno la speranza di trascorrere le ferie al mare con le mogli, di
incassare lauti ingaggi l'anno prossimo...ma se sperano di non
prenderle con l'Argentina e il Brasile, allora vuol dire che credono
ancora alla Befana”. È una vera e propria “caccia”
all'opinione quella che mettono in atto i giornali italiani. Tra le
altre vengono messe in evidenza le parole del “kaiser”
Beckenbauer: “E' in un girone troppo difficile per lei . E ha
giocatori troppo antichi. (…) Germania e Inghilterra si esaltano
con le difficoltà, voi le patite troppo. E questa volta non ci
saranno, qui, per voi, tempi supplementari, come in Messico contro di
noi. Quando io giocai con il braccio al collo, e in Italia riusciste
a non accorgervene” .
27 giugno 1982:
Topolino durante
il periodo dei mondiali spagnoli esce con una storia ambientata nel
mondo del calcio. Divisa in due parti, l'avventura
poliziesco-calcistica con Topolino e Gambadilegno è presente nei
numeri 1386 e 1387 in del 20 e 27 giugno 1982, di origine francese
(titolo originale: On a volé la coupe!) su soggetto di Patrice
Valli, disegni di Claude Marin e sceneggiatura di Michel Motti.
28 giugno 1982
Prima giornata
della seconda fase del Mondiale. Delle 24 squadre di partenza
continuano il torneo in 12 – 10 europee e 2 sudamericane – divise
in 4 gironi da tre. In questa prima giornata si scatena Boniek che
grazie alla sua tripletta affonda il Belgio, mentre la Francia regala
spazzi di calcio-champagne contro l'Austria.
ore 17.15
Francia – Austria ( TV1)
ore 21.00
Polonia – Belgio ( TV2)
29 giugno 1982
Pomeriggio
azzurro. L'Italia affronta i campioni del mondo in carica: l'attesa è
finita e finalmente si gioca, tra timori e speranze. E finalmente
l'Italia vince. Tanto è lo stupore che Mario Soldati scomoda pure
Eraclito parafrasandolo nel suo diario spagnolo: “Chi
non si aspetta l'inaspettabile non lo raggiungerà mai!”
Dopo un primo tempo di leggera marca argentina, nel secondo il
contropiede italiano esalta alcune ottime parate di Zoff e le reti di
Tardelli e Cabrini. È la partita della rinascita azzurra, del
durissimo duello tra Gentile e Maradona. Dell'ottima condizione
fisica degli Azzurri e delle scelte azzeccare di Bearzot che, come
sottolinea Adalberto Bortolotti del Guerin Sportivo “infligge
una lezione tattica a Menotti”.
Si riaccende
l'entusiasmo tra i sostenitori azzurri!
ore 17.15 Italia
– Argentina ( TV2 – TV Svizzera)
ore 21.00
Germania Ovest – Inghilterra (TV1)
30 giugno 1982
Chi è stato
ragazzino tra gli anni'70 e '80 ben difficilmente non ha avuto in
casa almeno un modellino di autovetture della azienda italiana
Bburago, tra i leader a livello mondiale in questo genere di
produzione.
Per il 1982 la
Bburago replica l'iniziativa del 1978 per i precedenti Mondiali e
viene proposto un modellino su misura dedicato al mondiale spagnolo
con l'abbinamento tra la Fiat Ritmo e la mascotte di Spagna'82,
Naranjito.
1 luglio 1982
Tra le partite
più divertenti della seconda fase c'è Irlanda del Nord – Austria,
valida per il Gruppo D. Nei nord-irlandesi gioca la sua quarta gara
mondiale consecutiva il giovanissimo debuttante Norman Whiteside che
nella partita giocata il 17 giugno contro la Jugoslavia diventa, con
i suoi 17 anni e 41 giorni, il più giovane calciatore ad aver mai
partecipato alla fase finale di un Mondiale.
Ore 17.15
Austria – Irlanda del Nord (TV2)
ore 21.00 Belgio
– URSS (TV1)
2 luglio1982
Finisce il
mondiale per l'Argentina e anche per Maradona. I campioni del mondo
in carica perdono 1 a 3 contro il Brasile e salutano la compagnia: il
passaggio alle semifinali se lo giocheranno Italia e Brasile.
Spagna
– Germania nel Gruppo 2 si fa ricordare più per il gioco falloso
che altro.
Mario Soldati nel suo “Ah! Il Mundial!” così scrive a
proposito dell'utilizzo del mezzo televisivo – nello specifico del
replay che viene proposto non solo per i gol ma anche per i falli –
per il controllo della violenza, lanciandosi nel fantasticare di
quel VAR che 40 anni dopo diventerà parte integrante dello show
televisivo calcistico: “(...)
Il nastro magnetico darebbe la possibilità, a un arbitro in dubbio,
di evitare un errore. Naturalmente, non si dovrebbe abusare di questo
dispositivo antispettacolare ma quante ingiustizie di meno! E quale
freno per i giocatori stessi! (…) [pensiamo] quando gli arbitri
useranno il nastro magnetico e magari, per rapidità, avranno a
assisterli, nelle partite importanti, un terzo aiutante oltre i
guardalinee, un altro arbitro di fazione davanti al monitor dei
nastri magnetici. Così i controlli sarebbero fulminei”.
Insomma, un'idea
letteraria di VAR...
3 luglio1982
In Italia il
prezzo della “Super” sfonda il tetto delle 1.000 lire al litro:
in un anno è aumentata di circa 100 lire. Viene approvato il
provvedimento in base al quale la Guardia di Finanza può rivolgersi
alle banche per conoscere la reale situazione dei cittadini nei cui
confronti il fisco sta svolgendo accertamenti.
Seppur
tra rincari e temperature molto calde sale la febbre degli
appassionati in vista della sfida con il Brasile. Gli Azzurri vengono
raggiunti in ritiro dal Presidente del Consiglio Spadolini che
racconta ai giornalisti il curioso episodio accaduto alcuni giorni
prima a Bruxelles: “(...)
Sono stato quasi costretto a prendere a nome vostro l'impegno di
battere l'Argentina. Soprattutto il primo ministro inglese signora
Thatcher mi invitava con particolare accanimento a battere i
sudamericani”.
4 luglio1982
E'
il giorno della partita dal più spiccato sapore politico, è la
vigilia di Polonia – URSS. Già nei giorni passati un gruppo di
tifosi polacchi al seguito della loro nazionale avevano chiesto asilo
politico alle autorità spagnole e striscioni di “Solidarnośc”
sono comparsi sugli spalti ad ogni partita giocata dalla Polonia. Dal
punto di vista geopolitico si temeva a molto un incrocio tra
Inghilterra e Argentina, ma subito dopo veniva proprio questa partita
tra le più temute. Per quanto riguarda l'aspetto meramente sportivo,
entrambe le nazionali sono a 2 punti, ma i polacchi vantano 3 gol
all'attivo, contro l'unico segnato dai sovietici, quindi hanno due
risultati utili su tre.
Mario
Soldati così scrive alla vigilia dell'incontro: “(...)
Possiamo, però, se non sapere, sperare di sapere che sarà una bella
partita: una partita non tanto di uno contro l'altro, quanto di due
contro la Politica, o piuttosto una partita sportiva in favore di
un'altra Politica anche se utopica”.
Polonia
– URSS non sarà una bella partita, uno 0 a 0 giocato tra decine di
striscioni inneggianti “Solidarnośc”
che permette ai polacchi di accedere alla semifinale a distanza di
otto anni dopo Germania Ovest 1974.
Per un'altra
politica sperata da Soldati, occorrerà attendere ancora.
5 luglio1982
E ci siamo. È
il giorno più atteso, il giorno più temuto. È il giorno di Italia
– Brasile.
Si gioca allo
stadio Sarrià di Barcellona alle 17.15 e tutti, ma proprio tutti,
sappiamo bene come è andata a finire. L'arbitro dell'incontro è
l'israeliano Klein, al suo terzo mondiale, alla sua prima partita
arbitrata in questo mondiale. Poco prima dell'inizio della
manifestazione era scoppiato il conflitto in Libano tra israeliani e
palestinesi, e Klein aveva chiesto di essere escluso dalle prime
designazioni perchè in ansia per il figlio a combattere al fronte.
È la partita di
Paolo Rossi, dei suoi tre gol, della parata alla fine di Zoff, della
difesa “alla Gentile di Gentile. Della gioia irrefrenabile,
incontenibile di un popolo intero che in delirio scende nelle afose
strade e ci resta sino a notte fonda, tra clacson, abbracci e sogni
condivisi.
È Italia –
Brasile 3 a 2, la partita del trionfo di Bearzot, dei quasi 32
milioni appiccicati agli schermi televisivi, del pessimismo polemico
dei giornalisti spazzato via.
È
la vittoria della speranza, la speranza dei tifosi di alzare la Coppa
del Mondo, la speranza dei calciatori di poter essere ricordati per
sempre, la speranza della politica che le si avvinghia stretta
addosso: una vittoria che – si affretta a dire Spadolini “può
cambiare qualcosa in meglio nel Paese, rafforzare il senso di unità
nazionale”. Siamo
nei giorni della crisi di governo, e proprio quando la Nazionale
giocherà la semifinale il Governo dovrà passare per la verifica
parlamentare al Senato.
Incroci di
destini in quei giorni afosi e carichi di sogni e speranze
dell'estate 1982...
6 luglio1982
Giornate
bollenti in Italia e nell'Europa del sud. Ad Aosta si toccano i 36
gradi, a Cagliari 41°, Milano 37° e Firenze 35°. Dettagli, per il
popolo calcistico. L'Italia è tra le prime 4 al mondo, come nel
“Mundial” precedente. Adesso, ma solo adesso, c'è anche il tempo
di ragionare sul gol di Antognoni annullato per fuorigioco che da
molto dubbio mano a mano diventa inesistente: nessuna polemica, ma se
ne parla. Dettagli, appunto.
Questo il
programma delle semifinali in programma giovedì 8 luglio:
ore 17.15 Italia
– Polonia
ore 21.00
Germania Ovest – Francia.
Il caldo non dà
tregua, tanto che i croupiers del Casinò di Sanremo – complice un
guasto all'impianto di condizionamento che si presume non verrà
riparato sino ad agosto – reclamano di poter lavorare in maniche di
camicia. Per tutti gli altri, invece, nulla di meglio per
rinfrescarsi della gamma di gelati della Eldorado che proprio con i
primi anni del decennio avvia una aggressiva campagna pubblicitaria.
7 luglio1982
Il “Mundial”
spagnolo a distanza di 40 anni in queste settimane viene celebrato un
po' ovunque in Italia con eventi e mostre. Interessante è la mostra
con nuovo allestimento presso il Museo della Figurina a Modena, a
cura di Marco Ferrero e Francesca Fontana.
Inaugurata
sabato 18 giugno, la mostra rimarrà aperta sino al 18 settembre.
8 luglio1982
Alle
17.15 su TV2 viene trasmessa la semifinale tra Italia e Polonia e
tutto lo Stivale si blocca. Spadolini va a riferire in Senato il
proprio progetto di modifica della scala mobile e poi tutti davanti
ai teleschermi, ma anche in Vaticano l'attesa è alta: il Papa riceve
i vescovi polacchi per i dettagli dell'importante viaggio del
Pontefice in Polonia e poi insieme guarderanno – come assicura
monsignor Josef Glemp, primate di Polonia ed ex lanciatore del
martello in gioventù – “almeno
una parte sicuramente”
della partita. Italia – Polonia viene trasmessa in diretta dalla
RAI su TV2, ma anche dalla TV Svizzera e da Capodistria (TMC la
trasmetterà in differita alle ore 19).
Fanno
ancora discutere, e “paura”, gli striscioni di “Solidarnośc”
che appaiono ad ogni incontro della nazionale polacca. In occasione
della semifinale, infatti, in Polonia è stato imposto che la
telecronaca diretta abbia inizio con tre minuti di ritardo, così che
la televisione di Stato possa eliminare le panoramiche iniziali degli
spalti.
L'Italia si
presenta senza Gentile, che aveva annullato Maradona e Zico,
sostituito dal diciottenne Bergomi, la Polonia senza il suo nuovo
fuoriclasse Boniek. Gli Azzurri dominano la partita, dando da subito
la sensazione di essere superiori agli avversari che iniziano a
picchiare duro. Non ce né per nessuno, Rossi si traveste ancora - e
per sempre – da “Pablito” e con una doppietta di rapina manda
la Polonia ad Alicante per la finalina e regala all'Italia il
prestigioso palcoscenico di Madrid per la finalissima.
Mentre tutta
Italia è in delirio per aver raggiunto la finalissima dei Mondiali,
a Siviglia va in scena la seconda semifinale, Germania Ovest –
Francia, la classica del calcio europeo, una partita tanto drammatica
quanto splendida. Germania Ovest e Francia si giocano l'accesso alla
finale senza esclusione di colpi – alcuni dei quali anche proibiti,
o quasi. Il francese Battiston finisce in ospedale dopo essere stato
colpito violentemente alla testa dal portiere tedesco Schumacher ed
essere rimasto a terra stordito.
Anche
l'andamento del match è emozionante. I tedeschi vanno subito in
vantaggio con Littbarski, poi la Francia verso la mezzora del primo
tempo pareggia con un rigore trasformato da Platini. Nel secondo
tempo occasioni da ambo le parti, ma il pareggio regge. Tempi
supplementari. In 6 minuti Tresor e Giresse sembrano poter
indirizzare l'esito della sfida dalla parte francese, ma prima
Rumenigge e quindi una splendida rovesciata di Fischer fissano il
punteggio sul 3 a 3. I rigori regalano altre emozioni. Non fallisce
quasi nessuno, tranne Stielike e Six che sbagliano i loro tiri, tanto
che si arriva alla serie finale: Schumacher para il tiro di Bossis,
Hrubesch regala la finalissima ai tedeschi. Finisce 8 a 7 per la
Germania Ovest.
9 luglio1982
Vigilia di un
sogno.
A Torino sono
settimane che monta l'attesa per il doppio concerto dei Rolling
Stones, ma domenica 11 luglio c'è anche Italia – Germania Ovest e
quindi Jagger e compagni anticiperanno di un paio d'ore il concerto,
così che tutto sia finito per le 19.30 in tempo per poter vedere la
finalissima. Alle 15 aprirà il gruppo di supporto e alle 17 i
Rolling Stones saliranno sul palcoscenico dello Stadio Comunale.
10 luglio1982
La finale di
“consolazione” si disputa ad Alicante sabato 10 luglio tra la
Polonia e la Francia. Per i polacchi significa il raggiungimento del
traguardo che si erano posti, bissare il podio conquistano 8 anni
prima in Germania Ovest. Per i francesi è una finale che ha poco di
consolatorio e molto di deludente, consapevoli di aver perso davvero
una ghiotta occasione per poter giocare la loro prima finale
mondiale, tanto è il talento individuale.
Insomma la
Polonia ha sicuramente più stimoli alla vigilia dell'incontro, la
Francia, dal canto suo, si presenta con alcune riserve e Hidalgo
lascia in panchina, tra gli altri, la coppia delle meraviglie Platini
e Giresse.
La sera di
Alicante è il canto del cigno della Polonia e di quella splendida
generazione e allo stesso tempo è il definitivo trampolino per la
Francia che due anni più avanti diventerà campione d'Europa e
olimpica e che nel 1986 concluderà con il terzo posto mondiale il
proprio ciclo.
11 luglio 1982
È il giorno
della finalissima. Finalmente. Attesa 12 anni, dopo quella di Città
del Messico del 1970. A Torino Jagger canta, balla, salta anche con
la maglietta azzurra, i Rolling sono un po' svagati e svogliati, ma i
sessantamila del Comunale se ne fregano anche del caldo e si godono
comunque lo spettacolo. Tutti, però, stanno attendendo che si apra
il sipario al Bernabeu, a Madrid, e in televisione, in diretta sulla
Rete 2 e Capodistria.
È Italia –
Germania Ovest. Chi vince diventa campione del mondo e raggiunge il
Brasile a quota 3 successi mondiali.
35 milioni di
spettatori in Italia guardano davanti alle televisioni la partita, in
tribuna d'onore il Presidente della Repubblica Pertini assiste con
crescente partecipazione alla gara. Gara che per l'Italia pare
iniziare non bene: prima Graziani deve lasciare il campo dopo una
manciata di minuti e poi Cabrini calcia a lato il rigore, mentre la
Germania Ovest pare controllare senza troppi problemi l'andamento
della partita.
Dopo c'è il
secondo tempo. Ed è tutto Azzurro.
Al
56° Rossi – ancora lui – sblocca il punteggio con la sua sesta
rete di questo mondiale, che gli vale il titolo di capocannoniere.
Quindi Tardelli al 69° urla al mondo la gioia irrefrenabile della
rete del 2 a 0 e al 80° Altobelli porta il punteggio là, dove gli
avversari “non ci
prendono più” come
esclama Pertini in Mondovisione.
Finisce con
Breitner che fissa il punteggio sul 3 a 1, con Nando Martellini che
ripete per tre volte con emozione crescente “Campioni del Mondo”,
con gli Azzurri a fare giri e giri di campo con la Coppa i mano e
tutti gli italiani nelle strade e nelle piazze che si colorarono di
bianco, rosso e verde.
( Fonti, in ordine sparso: La Gazzetta
dello Sport, La Stampa, Mario Soldati “Ah! Il Mundial!” Rizzoli
Editore, Guerin Sportivo, Piero Trellini, La Partita. Il romanzo di
Italia-Brasile Mondadori Editore, Topolino, Stampa Sera, youtube.com,
La Repubblica, Riccardo Brizzi Nicola Sbetti “Storia della Coppa
del Mondo di calcio (1930-2018)” Le Monnier, Alfio Caruso “Un
Secolo Azzurro” Longanesi, Teche Rai, FIFA.com, Antonio Papa Guido
Panico “Storia sociale del calcio in Italia” Il Mulino, La Storia
dei Mondiali, “Espana 82 World Cup” Figurine Panini, TV Sorrisi &
Canzoni, Ennio Di Nolfo “Storia delle relazioni internazionali”
Editori Laterza, Corriere della
Sera )
IL SOGNO
Quarantanni.
Tutto attaccato, tutto d'un fiato. Come un rossitardellialtobelli in
finale. Come tutte le cose del calcio da ricordare, da portare con sé
nei sentieri della vita. Ricordo tutto del mio mundial. La sconfitta
dell'Argentina campione del mondo in carica contro il Belgio, nella
partita inaugurale. Ardiles con il numero 1. Per dire. Ricordo la mia
bicicletta, il mo album di figurine e il quaderno dove scrivevo i
tabellini di tutte le partite e dove avevo incollato i ritagli degli
stemmi delle squadre da TV Sorrisi e Canzoni. Avevo 9 anni in quella
fine primavera di quarantanni fa, e un Tango appena regalato dai miei
genitori.
Avevo
Zoff, Maradona, Dasaev, Platini, Lato, Keegan. Avevo tutto il
Brasile, quel Brasile, il “mio” Brasile. Il Brasile di tutti quei
ragazzini che hanno avuto la fortuna di innamorarsi del football in
quegli anni.
E
pomeriggi e sole. Goldrake e Rossi.
I
ricordi non sono lineari, partono da un rigore sbagliato da Cabrini
in finale, a Castelnuovo di Sotto, provincia di Reggio Emilia, Emilia
Romagna, Italia, Europa del sud, Terra, e portano dove vogliono loro.
Sanno fare molto bene il loro mestiere, i ricordi. Virano improvvisi,
saltano come una catena di bicicletta, e mi ritrovo aggrappato al
bancone di un bar, con mio padre al fianco, tra le urla di gioia per
quel brasiliano di Conti che ha appena segnato una rete al Perù. E
io là in mezzo, piccolo tra i grandi al bar. Subito rotolo con i
ricordi più in là – prima, dopo, sopra, sotto non so – quando
uno sceicco scende in campo per chiedere all'arbitro di annullare una
rete della Francia contro il suo Kuwait e io davanti alla TV, a casa
del fratello di mia nonna.
L'ho
detto. L'ho scritto. Quello è stato, è il mio mundial. Non ce ne
sono stati più di mundial così, visti sull'ottovolante dei miei 9
anni, tra una partita al pallone giocata dietro la stalla e una
guardata sotto le stelle nel giardino dei miei nonni, in un
televisore che ora andrebbe bene forse come schermo di uno
smartphone. Ma quello era il mio mundial, accidenti! C'erano le reti
di Rossi contro il Brasile, contro il “mio” Brasile e quella
semifinale infinita tra la Francia e la Germania Ovest.
Il
mattino dopo la finale, in edicola con La Gazzetta dello Sport
aperta, spalancata su un trionfo inaspettato, ma i ricordi mi
rimettono in sella alla mia bicicletta. Sono di nuovo a casa, con i
miei genitori. Reggio Emilia, Emilia Romagna, Italia, Europa del sud,
Terra. Mia madre che stira, mio padre ed io che guardiamo un servizio
sui 10 goals che l'Ungheria ha rifilato al povero El Salvador. E
allora via, ad imparare i nomi impronunciabili di quegli invincibili
magiari, che poi tanto invincibili non sono e non saranno, ahiloro.
Nylasi (che ancora dopo quarantanni non so come si scrive), l'eroe di
serata. Non c'è nulla da fare, è il mio mundial che mi accorgo solo
ora di aver vissuto da ramingo: una partita dai miei, una da un
cugino, da amici, dagli zii, al bar con mio padre, in cortile con gli
amici appesi alla radio accesa, da un vicino di casa, alla bocciofila
con mio nonno.
Il
mio mundial.
Poi
sono arrivati gli altri mondiali. Gli anni allo stadio. Altre
biciclette e altri album Panini. Un altro calcio. Ma il mio mundial
no, non è più tornato.
La sfida con l'Ungheria ci permette di fare un salto agli inizi della storia della nostra Nazionale: infatti quella di Budapest fu la prima trasferta e la seconda partita della Nazionale anche se forse sarebbe dovuta essere la prima, ma così non è stato.
Quarantanni.
Tutto attaccato, tutto d'un fiato. Come un rossitardellialtobelli in
finale. Come tutte le cose del calcio da ricordare, da portare con sé
nei sentieri della vita. Ricordo tutto del mio mundial. La sconfitta
dell'Argentina campione del mondo in carica contro il Belgio, nella
partita inaugurale. Ardiles con il numero 1. Per dire. Ricordo la mia
bicicletta, il mo album di figurine e il quaderno dove scrivevo i
tabellini di tutte le partite e dove avevo incollato i ritagli degli
stemmi delle squadre da TV Sorrisi e Canzoni. Avevo 9 anni in quella
fine primavera di quarantanni fa, e un Tango appena regalato dai miei
genitori.
Avevo
Zoff, Maradona, Dasaev, Platini, Lato, Keegan. Avevo tutto il
Brasile, quel Brasile, il “mio” Brasile. Il Brasile di tutti quei
ragazzini che hanno avuto la fortuna di innamorarsi del football in
quegli anni.
E
pomeriggi e sole. Goldrake e Rossi.
I
ricordi non sono lineari, partono da un rigore sbagliato da Cabrini
in finale, a Castelnuovo di Sotto, provincia di Reggio Emilia, Emilia
Romagna, Italia, Europa del sud, Terra, e portano dove vogliono loro.
Sanno fare molto bene il loro mestiere, i ricordi. Virano improvvisi,
saltano come una catena di bicicletta, e mi ritrovo aggrappato al
bancone di un bar, con mio padre al fianco, tra le urla di gioia per
quel brasiliano di Conti che ha appena segnato una rete al Perù. E
io là in mezzo, piccolo tra i grandi al bar. Subito rotolo con i
ricordi più in là – prima, dopo, sopra, sotto non so – quando
uno sceicco scende in campo per chiedere all'arbitro di annullare una
rete della Francia contro il suo Kuwait e io davanti alla TV, a casa
del fratello di mia nonna.
L'ho
detto. L'ho scritto. Quello è stato, è il mio mundial. Non ce ne
sono stati più di mundial così, visti sull'ottovolante dei miei 9
anni, tra una partita al pallone giocata dietro la stalla e una
guardata sotto le stelle nel giardino dei miei nonni, in un
televisore che ora andrebbe bene forse come schermo di uno
smartphone. Ma quello era il mio mundial, accidenti! C'erano le reti
di Rossi contro il Brasile, contro il “mio” Brasile e quella
semifinale infinita tra la Francia e la Germania Ovest.
Il
mattino dopo la finale, in edicola con La Gazzetta dello Sport
aperta, spalancata su un trionfo inaspettato, ma i ricordi mi
rimettono in sella alla mia bicicletta. Sono di nuovo a casa, con i
miei genitori. Reggio Emilia, Emilia Romagna, Italia, Europa del sud,
Terra. Mia madre che stira, mio padre ed io che guardiamo un servizio
sui 10 goals che l'Ungheria ha rifilato al povero El Salvador. E
allora via, ad imparare i nomi impronunciabili di quegli invincibili
magiari, che poi tanto invincibili non sono e non saranno, ahiloro.
Nylasi (che ancora dopo quarantanni non so come si scrive), l'eroe di
serata. Non c'è nulla da fare, è il mio mundial che mi accorgo solo
ora di aver vissuto da ramingo: una partita dai miei, una da un
cugino, da amici, dagli zii, al bar con mio padre, in cortile con gli
amici appesi alla radio accesa, da un vicino di casa, alla bocciofila
con mio nonno.
Il
mio mundial.
Poi
sono arrivati gli altri mondiali. Gli anni allo stadio. Altre
biciclette e altri album Panini. Un altro calcio. Ma il mio mundial
no, non è più tornato.
È il giorno
della finalissima. Finalmente. Attesa 12 anni, dopo quella di Città
del Messico del 1970. A Torino Jagger canta, balla, salta anche con
la maglietta azzurra, i Rolling sono un po' svagati e svogliati, ma i
sessantamila del Comunale se ne fregano anche del caldo e si godono
comunque lo spettacolo. Tutti, però, stanno attendendo che si apra
il sipario al Bernabeu, a Madrid, e in televisione, in diretta sulla
Rete 2 e Capodistria.
È Italia –
Germania Ovest. Chi vince diventa campione del mondo e raggiunge il
Brasile a quota 3 successi mondiali.
35 milioni di
spettatori in Italia guardano davanti alle televisioni la partita, in
tribuna d'onore il Presidente della Repubblica Pertini assiste con
crescente partecipazione alla gara. Gara che per l'Italia pare
iniziare non bene: prima Graziani deve lasciare il campo dopo una
manciata di minuti e poi Cabrini calcia a lato il rigore, mentre la
Germania Ovest pare controllare senza troppi problemi l'andamento
della partita.
Dopo c'è il
secondo tempo. Ed è tutto Azzurro.
Al 56° Rossi –
ancora lui – sblocca il punteggio con la sua sesta rete di questo
mondiale, che gli vale il titolo di capocannoniere. Quindi Tardelli
al 69° urla al mondo la gioia irrefrenabile della rete del 2 a 0 e
al 80° Altobelli porta il punteggio là, dove gli avversari “non
ci prendono più” come esclama Pertini in Mondovisione.
Finisce con
Breitner che fissa il punteggio sul 3 a 1, con Nando Martellini che
ripete per tre volte con emozione crescente “Campioni del Mondo”,
con gli Azzurri a fare giri e giri di campo con la Coppa i mano e
tutti gli italiani nelle strade e delle piazze che si colorarono di
bianco, rosso e verde.
( Fonti, in ordine sparso: La Gazzetta
dello Sport, La Stampa, Mario Soldati “Ah! Il Mundial!” Rizzoli
Editore, Guerin Sportivo, Piero Trellini, La Partita. Il romanzo di
Italia-Brasile Mondadori Editore, Topolino, Stampa Sera, youtube.com,
La Repubblica, Riccardo Brizzi Nicola Sbetti “Storia della Coppa
del Mondo di calcio (1930-2018)” Le Monnier, Alfio Caruso “Un
Secolo Azzurro” Longanesi, Teche Rai, FIFA.com, Antonio Papa Guido
Panico “Storia sociale del calcio in Italia” Il Mulino, La Storia
dei Mondiali, “Espana 82 World Cup” Figurine Panini, TV Sorrisi &
Canzoni, Ennio Di Nolfo “Storia delle relazioni internazionali”
Editori Laterza, Corriere della
Sera )
La finale di
“consolazione” si disputa ad Alicante sabato 10 luglio tra la
Polonia e la Francia. Per i polacchi significa il raggiungimento del
traguardo che si erano posti, bissare il podio conquistano 8 anni
prima in Germania Ovest. Per i francesi è una finale che ha poco di
consolatorio e molto di deludente, consapevoli di aver perso davvero
una ghiotta occasione per poter giocare la loro prima finale
mondiale, tanto è il talento individuale.
Insomma la
Polonia ha sicuramente più stimoli alla vigilia dell'incontro, la
Francia, dal canto suo, si presenta con alcune riserve e Hidalgo
lascia in panchina, tra gli altri, la coppia delle meraviglie Platini
e Giresse.
La sera di
Alicante è il canto del cigno della Polonia e di quella splendida
generazione e allo stesso tempo è il definitivo trampolino per la
Francia che due anni più avanti diventerà campione d'Europa e
olimpica e che nel 1986 concluderà con il terzo posto mondiale il
proprio ciclo.
A Torino sono
settimane che monta l'attesa per il doppio concerto dei Rolling
Stones, ma domenica 11 luglio c'è anche Italia – Germania Ovest e
quindi Jagger e compagni anticiperanno di un paio d'ore il concerto,
così che tutto sia finito per le 19.30 in tempo per poter vedere la
finalissima. Alle 15 aprirà il gruppo di supporto e alle 17 i
Rolling Stones saliranno sul palcoscenico dello Stadio Comunale.
Mentre tutta
Italia è in delirio per aver raggiunto la finalissima dei Mondiali,
a Siviglia va in scena la seconda semifinale, Germania Ovest –
Francia, la classica del calcio europeo, una partita tanto drammatica
quanto splendida. Germania Ovest e Francia si giocano l'accesso alla
finale senza esclusione di colpi – alcuni dei quali anche proibiti,
o quasi. Il francese Battiston finisce in ospedale dopo essere stato
colpito violentemente alla testa dal portiere tedesco Schumacher ed
essere rimasto a terra stordito.
Anche
l'andamento del match è emozionante. I tedeschi vanno subito in
vantaggio con Littbarski, poi la Francia verso la mezzora del primo
tempo pareggia con un rigore trasformato da Platini. Nel secondo
tempo occasioni da ambo le parti, ma il pareggio regge. Tempi
supplementari. In 6 minuti Tresor e Giresse sembrano poter
indirizzare l'esito della sfida dalla parte francese, ma prima
Rumenigge e quindi una splendida rovesciata di Fischer fissano il
punteggio sul 3 a 3. I rigori regalano altre emozioni. Non fallisce
quasi nessuno, tranne Stielike e Six che sbagliano i loro tiri, tanto
che si arriva alla serie finale: Schumacher para il tiro di Bossis,
Hrubesch regala la finalissima ai tedeschi. Finisce 8 a 7 per la
Germania Ovest.
Alle 17.15 su
TV2 viene trasmessa la semifinale tra Italia e Polonia e tutto lo
Stivale si blocca. Spadolini va a riferire in Senato il proprio
progetto di modifica della scala mobile e poi tutti davanti ai
teleschermi, ma anche in Vaticano l'attesa è alta: il Papa riceve i
vescovi polacchi per i dettagli dell'importante viaggio del Pontefice
in Polonia e poi insieme guarderanno – come assicura monsignor
Josef Glemp, primate di Polonia ed ex lanciatore del martello in
gioventù – “almeno una parte sicuramente” della
partita. Italia – Polonia viene trasmessa in diretta dalla RAI su
TV2, ma anche dalla TV Svizzera e da Capodistria (TMC la trasmetterà
in differita alle ore 19).
Fanno ancora
discutere, e “paura”, gli striscioni di “Solidarnośc”
che appaiono ad ogni incontro della nazionale polacca. In occasione
della semifinale, infatti, in Polonia è stato imposto che la
telecronaca diretta abbia inizio con tre minuti di ritardo, così
che la televisione di Stato possa eliminare le panoramiche iniziali
degli spalti.
L'Italia si
presenta senza Gentile, che aveva annullato Maradona e Zico,
sostituito dal diciottenne Bergomi, la Polonia senza il suo nuovo
fuoriclasse Boniek. Gli Azzurri dominano la partita, dando da subito
la sensazione di essere superiori agli avversari che iniziano a
picchiare duro. Non ce né per nessuno, Rossi si traveste ancora - e
per sempre – da “Pablito” e con una doppietta di rapina manda
la Polonia ad Alicante per la finalina e regala all'Italia il
prestigioso palcoscenico di Madrid per la finalissima.
Il “Mundial”
spagnolo a distanza di 40 anni in queste settimane viene celebrato un
po' ovunque in Italia con eventi e mostre. Interessante è la mostra
"Non ci prendono più. 40 anni dal Mundial'82" con nuovo allestimento presso il Museo della Figurina a Modena, a
cura di Marco Ferrero e Francesca Fontana.
Inaugurata
sabato 18 giugno, la mostra rimarrà aperta sino al 18 settembre.
Giornate
bollenti in Italia e nell'Europa del sud. Ad Aosta si toccano i 36
gradi, a Cagliari 41°, Milano 37° e Firenze 35°. Dettagli, per il
popolo calcistico. L'Italia è tra le prime 4 al mondo, come nel
“Mundial” precedente. Adesso, ma solo adesso, c'è anche il tempo
di ragionare sul gol di Antognoni annullato per fuorigioco che da
molto dubbio mano a mano diventa inesistente: nessuna polemica, ma se
ne parla. Dettagli, appunto.
Questo il
programma delle semifinali in programma giovedì 8 luglio:
ore 17.15 Italia
– Polonia
ore 21.00
Germania Ovest – Francia.
Il caldo non dà
tregua, tanto che i croupiers del Casinò di Sanremo – complice un
guasto all'impianto di condizionamento che si presume non verrà
riparato sino ad agosto – reclamano di poter lavorare in maniche di
camicia. Per tutti gli altri, invece, nulla di meglio per
rinfrescarsi della gamma di gelati della Eldorado che proprio con i
primi anni del decennio avvia una aggressiva campagna pubblicitaria.
E ci siamo. È
il giorno più atteso, il giorno più temuto. È il giorno di Italia
– Brasile.
Si gioca allo
stadio Sarrià di Barcellona alle 17.15 e tutti, ma proprio tutti,
sappiamo bene come è andata a finire. L'arbitro dell'incontro è
l'israeliano Klein, al suo terzo mondiale, alla sua prima partita
arbitrata in questo mondiale. Poco prima dell'inizio della
manifestazione era scoppiato il conflitto in Libano tra israeliani e
palestinesi, e Klein aveva chiesto di essere escluso dalle prime
designazioni perchè in ansia per il figlio a combattere al fronte.
È la partita di
Paolo Rossi, dei suoi tre gol, della parata alla fine di Zoff, della
difesa “alla Gentile di Gentile. Della gioia irrefrenabile,
incontenibile di un popolo intero che in delirio scende nelle afose
strade e ci resta sino a notte fonda, tra clacson, abbracci e sogni
condivisi.
È Italia –
Brasile 3 a 2, la partita del trionfo di Bearzot, dei quasi 32
milioni appiccicati agli schermi televisivi, del pessimismo polemico
dei giornalisti spazzato via.
È
la vittoria della speranza, la speranza dei tifosi di alzare la Coppa
del Mondo, la speranza dei calciatori di poter essere ricordati per
sempre, la speranza della politica che le si avvinghia stretta
addosso: una vittoria che – si affretta a dire Spadolini “può
cambiare qualcosa in meglio nel Paese, rafforzare il senso di unità
nazionale”. Siamo
nei giorni della crisi di governo, e proprio quando la Nazionale
giocherà la semifinale il Governo dovrà passare per la verifica
parlamentare al Senato.
Incroci di
destini in quei giorni afosi e carichi di sogni e speranze
dell'estate 1982...
E'
il giorno della partita dal più spiccato sapore politico, è la
vigilia di Polonia – URSS. Già nei giorni passati un gruppo di
tifosi polacchi al seguito della loro nazionale avevano chiesto asilo
politico alle autorità spagnole e striscioni di “Solidarnośc”
sono comparsi sugli spalti ad ogni partita giocata dalla Polonia. Dal
punto di vista geopolitico si temeva a molto un incrocio tra
Inghilterra e Argentina, ma subito dopo veniva proprio questa partita
tra le più temute. Per quanto riguarda l'aspetto meramente sportivo,
entrambe le nazionali sono a 2 punti, ma i polacchi vantano 3 gol
all'attivo, contro l'unico segnato dai sovietici, quindi hanno due
risultati utili su tre.
Mario
Soldati così scrive alla vigilia dell'incontro: “(...)
Possiamo, però, se non sapere, sperare di sapere che sarà una bella
partita: una partita non tanto di uno contro l'altro, quanto di due
contro la Politica, o piuttosto una partita sportiva in favore di
un'altra Politica anche se utopica”.
Polonia
– URSS non sarà una bella partita, uno 0 a 0 giocato tra decine di
striscioni inneggianti “Solidarnośc”
che permette ai polacchi di accedere alla semifinale a distanza di
otto anni dopo Germania Ovest 1974.
Per un'altra
politica sperata da Soldati, occorrerà attendere ancora.
In Italia il
prezzo della “Super” sfonda il tetto delle 1.000 lire al litro:
in un anno è aumentata di circa 100 lire. Viene approvato il
provvedimento in base al quale la Guardia di Finanza può rivolgersi
alle banche per conoscere la reale situazione dei cittadini nei cui
confronti il fisco sta svolgendo accertamenti.
Seppur tra
rincari e temperature molto calde sale la febbre degli appassionati
in vista della sfida con il Brasile. Gli Azzurri vengono raggiunti in
ritiro dal Presidente del Consiglio Spadolini che racconta ai
giornalisti il curioso episodio accaduto alcuni giorni prima a
Bruxelles: “(...) Sono stato quasi costretto a prendere a nome
vostro l'impegno di battere l'Argentina. Soprattutto il primo
ministro inglese signora Thatcher mi invitava con particolare
accanimento a battere i sudamericani”.