Sin dalle sue origini il
calcio italiano si è sempre confrontato con quello estero,
organizzando amichevoli che venivano enfaticamente etichettate come
“di lusso” con squadre svizzere, francesi, tedesche e danubiane.
In particolare il fine settimana pasquale veniva sospeso il
campionato per dar modo alle società di organizzare questo tipo di
manifestazioni che tanto seguito avevano tra il pubblico e che negli
anni avevano avuto il merito di far conoscere il gioco del football
agli italiani.
Reggiana – Montreux.
Anche la Reggiana non si sottrae all'usanza e nel marzo del 1921
invita a Reggio la squadra svizzera del Montreux Sport che La
Gazzetta dello Sport del 27
marzo così presenta ai suoi lettori:
“(...)
tra le compagini elvetiche è fra quelle che propendono ad un
singolare sistema di gioco che sembra accostarsi, per la rapidità e
la leggerezza, ai teams latini: doppiamente interessante la disputa,
che promette di riuscire combattuta brillantemente e che assicura da
parte dei reggiani una difesa accanita, seguita da vivaci
contrattacchi”1.
Gazzetta dello Sport 30.03.1921 |
L'occasione
è l'inaugurazione della copertura della bella tribuna in legno
capace di circa 300 spettatori alzata un anno prima al Mirabello. La
Reggiana quel giorno si schiera con:
Agazzani;
Taddei, Crotti; Vacondio, Bottazzi, Levrini; Milano, Simonini,
Cagnoli, Lumetti, Giberti.
L'allenatore
è un austriaco, il viennese Karl Sturmer il cui arrivo a Reggio è
un colpo davvero notevole. Sturmer infatti negli anni giovanili
antecedenti la Prima guerra mondiale aveva giocato per il First
Vienna e per il Wiener Atletiksport con il quale vinse il campionato
austriaco nel 1914/15. Dopo la guerra intraprende la carriera da
allenatore e viene ingaggiato dalla Reggiana nel 1920 impostando
nuovi metodi di allenamento. Come ricorda Serra nella sua “Maglia
granata e calzoncini blu” Sturmer “se uno non sapeva
tirare di sinistro lo faceva giocare senza la scarpa destra”2.
La
Reggiana vince quell'incontro 3 a 1 con doppietta di Cagnoli e rete
di Vacondio; così La Gazzetta dello Sport
commenta l'incontro:
“(...)
La squadra reggiana, in vero continuo progresso di forma, ha giocato
oggi una delle sue più belle partite. Ha dimostrato di avere moto
appreso dagli ultimi incontri disputati con squadre di classe, e di
essere sulla via di un vero perfezionamento tecnico. (…)
Specialmente si distinsero il portiere Agazzani, il terzino Taddei,
che giocò una partita veramente magnifica spesso sorprendendo per la
sicurezza del calcio, l'esatto senso della posizione e la potenza del
rimando; il capitano Vacondio, pronto e sicuro, e l'ala destra
Milano, potente e precisa”3.
Reggiana-Montreux, fotografia tratta dal volume di M. Del Bue |
Reggiana – Gratzer.
Tre anni dopo, nell'estate del 1924 la Reggiana conquista nello
spareggio contro l'Olimpia di Fiume l'accesso alla Prima Divisione
(l'odierna Serie A) e la campagna acquisti è sontuosa: oltre a
Baviera, Vannini e Panzacchi, da Vienna arrivano gli austriaci Anton
Powolny e il diciottenne Jacob Huber. Powolny era giocatore già
affermato e in quella stagione sarà assoluto protagonista con la
maglia granata; Huber invece era un giovane di sicuro avvenire solo
che giocò pochissime partite a Reggio perché – come racconta Del
Bue – la famiglia era contraria che continuasse a giocare in Italia
tanto che dopo poche partite lo zio lo venne a prendere
costringendolo a tornare in Austria4.
Fatto è che l'inizio di quel primo campionato in massima serie per
la Reggiana è positivo e per le feste di fine anno la dirigenza
organizza un'importante amichevole internazionale, fissata per la
vigilia di Natale del 1924 quando, sempre al Mirabello, i granata
ospitano i campioni della Stiria del Gratzer Athletik Sport Club,
impegnata in una tournée in Italia. L'incontro, che porta al
Mirabello tanto pubblico, termina sul 2-2 con doppietta granata
segnata da Powolny5.
Reggiana –
Deutscher. Senza dubbio, però, l'amichevole internazionale più
prestigiosa giocata negli anni'20 dalla Reggiana è quella contro i
praghesi del Deutscher.
Il Mirabello 10.01.1926 |
Durante i primi giorni
del 1926 l'Italia calcistica incontrava i maestri danubiani di
Cecoslovacchia e Ungheria in una serie di amichevoli tra squadre di
club, mentre la Nazionale il 17 gennaio si misurava contro la
Cecoslovacchia.
Gli ungheresi del
Nemzeti, dopo aver vinto a Roma contro la Lazio (1-0), domenica 10
gennaio sono gli “sparring partner” dell'Italia in un'amichevole
in preparazione all'incontro con la Cecoslovacchia. La stessa
domenica a Reggio Emilia, allo stadio Mirabello, arriva la forte
compagine del Deutscher di Praga cioè la squadra internazionale più
forte mai ospitata sino ad allora al Mirabello.
La Reggiana anche
quell'anno è in Prima Divisione, dopo il buon ottavo posto
conquistato nel campionato precedente e si rafforza prendendo
l'ungherese Arpad Hajos e il terzino Vercelli che alcuni anni prima
aveva vinto il campionato “federale” con la Novese. Soprattutto
sono restati Powolny e Felice Romano, oltre a Sturmer come tecnico.
Il Deutscher Fussball
Club all'epoca è un'importante squadra di Praga, espressione della
comunità ebraica tedesca della città. Dopo aver vinto il campionato
della Boemia-Moravia del 1896 il Deutscher gioca anche nel torneo
tedesco sino al 1904 quando la Federazione calcistica tedesca si
affilia alla FIFA: da quel momento la squadra praghese partecipa
soltanto ai tornei austro-ungarici e dal 1918 a quello cecoslovacco,
a seguito della nascita dello stato indipendente della
Cecoslovacchia. Gli anni'20 sono anni di grandi vittorie per la
squadra, vera dominatrice del campionato dei Sudeti tedeschi e molta
è l'attesa della sua esibizione in Italia, prima con il Milan e poi
con la Reggiana. I rossoneri vengono schiantati 8 a 0 e La
Gazzetta dello Sport così la
vigilia del match contro la Reggiana presenta la gara: “(…)
La Reggiana opposta a un grande avversario dovrà difendersi per
uscire con onore dalla più difficile prova della sua carriera.6”
Vignetta Guerin Sportivo 14.01.1926 |
Sempre
il giornale milanese nel numero del 7 gennaio, commentando la
nettissima vittoria dei boemi sul Milan così descriveva le doti del
Deutscher:
“(...)
La velocità di tutti gli attaccanti, lo scatto felino per smarcarsi,
la risolutezza nel puntare sul goal, i passaggi precisi in
profondità, l'arte di bloccare il pallone e deviarlo al volo verso
il compagno già lanciato, la disinvoltura nel variare il giuoco che
è stato tenuto alto o raso a terra con assoluta padronanza, la
potenza e la decisione nel tiro in goal (...)7”.
Il
periodico e organo ufficiale del Comitato Provinciale Reggiano
dell'ULIC Il Mirabello
così invece presenta agli sportivi reggiani la prestigiosa partita
in programma:
“Domenica
10 corr. sarà ospite della Associaz. Calcio Reggiana il Deutscher
foot-ball club di Praga. I dirigentidel club granata non si sono
risparmiati sacrifici pur di accaparrarsi questi maestri del calcio,
onde il pubblico reggiano possa ammirare tutta la bellezza tecnica di
questo sport”8.
Così
il 10 gennaio il Deutscher arriva a Reggio Emilia a giocare contro la
Reggiana al Mirabello, peraltro davanti ad un pubblico non numeroso9,
non prima di essere stato
ricevuto con tutti gli onori in municipio10.
Le due squadre si schierano
con queste formazioni:
Reggiana:
Gelati; Vercelli, Ramello; Cometti, Hajos, Bezzecchi; Sereno,
Powolny, Marchi, Romano, Povero.
Deutscher:
Zsigmond; Ottoway, Weigelhofer; Mahrer, Steffel, Korpholz; Bobar,
Patek, Kanhauser, Sedlacsek, Less.
Il Mirabello 10.01.1926 |
Pronti,
via e subito Sereno si divora una buona occasione tirando alto, poi i
praghesi prendono il comando e dopo 10 minuti vanno in vantaggio con
Patek. La Reggiana cerca di scuotersi e prima con Romano e poi ancora
con Sereno manca il goal che invece non sbaglia il Deutscher che nel
giro di una decina di minuti segna a raffica ancora con Patek e poi
con Less e Sedlacsek. 4 a 0 per gli ospiti quando il pubblico
comincia a rumoreggiare. Al 27° finalmente la Reggiana riesce a
segnare: Hajos semina l'avversario, passa a Povero che allunga a
Romano che riesce a battere sotto misura il portiere boemo, quel
Zsigmond che
l'anno successivo sarebbe venuto a Reggio a difendere i colori
granata. La rete di Romano è soltanto una parentesi, la furia boema
non si è ancora placata tanto che attorno alla mezzora prima
Kanhaauser (forse con un fallo) e poi ancora Patek (tripletta per
lui) portano a sei le reti degli ospiti. Prima dell'intervallo c'è
solo il tempo per Powolny per farsi parare un rigore da Zsigmond: il
primo tempo termina 6 a 1 per il Deutscher. Nella ripresa un rigore
realizzato da Weigelhofer e la rete di Powolny fissano il risultato
finale sul 7-2 per il Deutscher, ma sono proprio le due reti che la
Reggiana è riuscita a realizzare che meritano di essere
sottolineate: “(...) i due goals sono
l'indice della difesa onorevole della squadra granata, tanto più
significati se si pensa che il Deutscher nella sua attuale tournée
in Germania, nella Svizzera e in Italia ben raramente vide la rete
inviolata”11.
Per
concludere, lasciamo le parole con le quali il redattore de Il
Mirabello ha raccontato
l'impressione che i boemi suscitarono, facendo “rimanere
ammirati e stupefatti il pubblico, l'arbitro e i nostri giocatori”12.
1Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
27 marzo 1921
2SERRA,
LUCIANO, Maglia granata e calzoncini blu”,
sta in La Reggiana News n. 2 del settembre 1989, OLMA editrice,
1989, Reggio Emilia, pag. 5
3Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
30 marzo 1921
4DEL
BUE, MAURO, Una storia Reggiana 1919-1945: Le
partite, i personaggi, le vicende dai pionieri alla liberazione,
Montecchio,
2007
5Cfr.
Il Mirabello n. 1 del 25
gennaio 1925
6Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
9 gennaio 1926
7Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
7 gennaio 1926
8Cfr.
Il Mirabello del 10 gennaio
1926
9Cfr.
Il Mirabello del 24 gennaio
1926
10Serra,
Luciano, Op. cit., pag.17
11Cfr.
La Gazzetta dello Sport del
11 gennaio 1926
12Cfr.
Il Mirabello del 24 gennaio
1926