BOLOGNA - TORINO 1920
Campionato Prima Categoria 1919/20
Girone C di Semifinale Interregionale Nord
Bologna - Torino 2-1 del 29 febbraio 1920
BOLOGNA - TORINO 1920
Campionato Prima Categoria 1919/20
Girone C di Semifinale Interregionale Nord
Bologna - Torino 2-1 del 29 febbraio 1920
Con la rivoluzione industriale e il progresso scientifico e tecnologico il XIX° secolo porta con sé dalle isole britanniche anche lo sport, in particolare il gioco del football, sdoganato dalla profonda tradizione popolare ed edulcorato dai tratti più brutali e violenti di quello che – in tono spregiativo – era denominato mob football.
Le classi dominanti, oltre a vedere nello sport un sano e cavalleresco modo di sfidarsi, nella compassata cornice del college, considerano l'attività sportiva anche come uno degli strumenti di disciplina per gli studenti: controllare, delimitare la violenza dello sport popolare all'interno del college può servire a dare uno sfogo disciplinato all'irruenza dei giovani1. Così public school e college favoriscono l'attività sportiva, compreso il football che proprio da quei luoghi parte alla conquista del mondo. Prima, però, ci sarebbe da decidere con quali regole giocare, uniformare perlomeno quelle esistenti, perché quasi ogni college ha norme, usi e costumi propri nel giocare a football. E se – tra mito e realtà – giusto due secoli fa – era il 1823 – lo studente William Webb Ellis ignorando le regole percorse palla in mano tutto il campo del college di Rugby facendo così nascere il rugby game (il primo a dotarsi di un regolamento organico, negli anni '40 del XIX secolo), in altri college non c'era uniformità né sul sistema dei punteggi, né sul numero dei giocatori2.
A Cambridge e a Eton vennero redatti regolamenti del gioco del football, frutto di compromessi, discussioni e accordi tra vari college, con lo scopo di poter giocare tra college diversi senza problemi. Non solo. Verso la metà del secolo il gioco del football esce dagli atenei, tanto che a Sheffield, nel 1857, non solo viene redatto un altro regolamento – le famose Sheffiled Rules – ma anche creato quello che possiamo senz'altro definire il primo club calcistico della storia, lo Sheffield Football Club3.
L'anno davvero di svolta è il 1863.
Agli inizi di ottobre un nuovo regolamento di Cambridge viene redatto da un comitato composto da ex studenti di Eton, Harrow, Rugby, Shrewsbury, Marlborugh e Westminster. A quel punto entra in scena un avvocato di Hull che propone di creare un organismo che controlli e regolamenti il gioco del football: l'avvocato in questione è Ebenezer Cobb Morley che organizza così la riunione che il 26 ottobre del 1863 mette attorno ad un tavolo alla Freemansons'Tavern di Long Acre a Covent Garden a Londra i rappresentanti di undici club calcistici londinesi.
Quelle undici società erano: No Names di Kilburn, Barnes Club, War Office Football Club, Crusaders, Forest Club di Leytonstone, Percival House of Blackheath, Crystal Palace Club, Blackheath Club, Kensington School, Surbiton Club e Blackheath Preparatory School4.
Come riporta Alcock nel suo Football – The Association Game del 1906: i rappresentanti di queste società si uniscono formalmente in un'associazione “to be called the Football Association”5.
È il primo atto ufficiale della Football Association, seguito da numerose altre riunioni che si tengono sino a dicembre 1863. Il nodo più ingarbugliato da sciogliere riguarda il gioco maschio: da una parte c'è chi vuole continuare a permettere l'uso delle mani e dell'hacking, cioè permettere cariche anche violente sul portatore di palla, dall'altra chi lo vuole vietare. La votazione finale su questo tema vede il prevalere dei secondi sui primi per 13 voti a 46, anche grazie all'attività di Morley che caldeggia l'adozione della filosofia delle regole di Cambridge. Così, dopo l'ultima riunione dell'8 dicembre 1863 viene pubblicato il primo regolamento del gioco del football7.
Il primo match giocato con questo regolamento è del 19 dicembre 1863, quando a Mortlake il Barnes (la squadra di Morley) e il Richmond pareggiano 0 a 0.
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1Antonio, Papa – Guido, Panico, "Storia sociale del calcio in Italia", Il Mulino, Bologna 2002
2https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-la-storia-del-calcio_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
3Manu, Gabriele, Scialanga, Marco, Football tra storia e leggenda – Dalle origini al calcio moderno, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012
4Bassi, Alessandro, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012
5Alcock, charles William, Football – The Association Game, George Bell & sons., London, 1906
6Hill, Tim, A photographic history of english football, Parragon Books, Bath, 2004
7Manu, Gabriele, Scialanga, Marco, Op. cit.
Genoa - Lazio 4-1 del 15 luglio 1923
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| Il Giornale di Reggio |
Con le celebrazioni del 4 novembre 1918 tornava finalmente la pace e si ricominciava a parlare di football. Sul finire del 1918 a Reggio Emilia viene ricostituita l'Unione Sportiva Edera e La Gazzetta dello Sport nel numero de 27 dicembre si chiede se la vita sportiva a Reggio Emilia sia in ripresa, così come in tutte le altre città italiane, sottolineando come “la cittadinanza, la classe commerciale specialmente, gli enti cittadini dovranno non soltanto incoraggiare teoricamente, ma aiutare finanziariamente, come del resto avviene in quasi tutte le città e cittadine d'Italia, le iniziative sportive”1.
Il 9 febbraio 1919 iniziano gli allenamenti sul campo delle Tagliate fuori Porta Santo Stefano della squadra di football dell'U.S.Edera, allenamenti che vengono diretti da Severino Taddei2. Taddei è un nome di un'importanza capitale nella storia del football della città , perché lui sarà “il papà ” della Reggiana. Nato a Reggio nel 1897 “Umberloun” – così soprannominato per il fisico possente - si appassiona da subito al nuovo gioco che pratica sul campo della palestra Camparini, parte soldato a Torino e da qui si arruola e finisce con il combattere sul Carso durante la Prima guerra mondiale3. Tornato a Reggio a guerra terminata, Taddei ha voglia di riprendere il discorso calcistico interrotto e gioca alcune partite con la squadra di football dell'Edera sino all'estate del 1919 quando il 5 giugno fonda egli stesso un club, con tanto di sottoscrizione pubblica:
“Il 5 giugno 1919 per iniziativa del sig. Severino Taddei si fondò il Reggio F.B. And Kricket Club. (…) Il campo di gioco fu segnato sul prato del Mirabello alla distanza di circa 40 metri dalla V. Emilia”4; intanto a luglio viene anche ricostituita l'Audax Football Club con sede in via Emilia Santo Stefano 265, seppur sin da subito palesi grosse difficoltà finanziarie, tanto che la Presidenza sul finire di agosto lancia una pubblica petizione con tanto di apertura di un libretto bancario presso la Cassa di Risparmio ove far fluire le donazioni6. Queste società per tutta l'estate del 1919 organizzano incontri e manifestazioni sportive, anche se la più attiva è senza dubbio l'Edera che in occasione dei festeggiamenti del XX settembre, assieme alle autorità militari e alle associazioni patriottiche, organizza una due giorni di eventi sportivi al Mirabello, con serata di gala prevista al teatro Municipale con la messa in scena della “Norma”7.
Sempre il 21 settembre il Reggio pareggia in amichevole con il Bologna allo Sterlino per 2 a 2 con doppietta di Cagnoli8, ma ormai i giochi sono fatti e il calcio cittadino sta finalmente per riunirsi sotto un'unica bandiera.
Il 25 settembre 1919 i soci del Reggio Foot-Ball Kricket Club, dell'Audax e della Juventus, “(...) desiderosi di combattere sui campi dello sport battaglie degne del bel nome sportivo della nostra città ” si riuniscono e danno vita all'Associazione Reggiana Calcio9. Appena tre giorni più tardi la squadra della Reggiana disputa la sua prima partita a Mantova: si gioca sotto una pioggia torrenziale e la vittoria arride al Mantova per 3-010. Così Il Giornale di Reggio spiega i motivi della sconfitta:
“(...) La vittoria dell'A.C.M. non può quindi stupire né demoralizzare, perchè i nostri furono fortemente danneggiati dalla pioggia, dallo stato del campo e dalla mancanza per quasi tutto il secondo tempo del centro half Vacondio, contuso (…)”11.
Sempre lo stesso giorno, a Reggio Emilia, la seconda squadra della Reggiana giocava contro i concittadini dello Sport Club Giovanile e quella partita generò più di una polemica. In verità quell'incontro non venne mai terminato per le reiterate e vibranti proteste dei giocatori dello Sport Club Giovanile che ritenevano la rete della Reggiana convalidata dall'arbitro segnata in fuorigioco. Le proteste andarono avanti per così tanto tempo che i giocatori della Reggiana abbandonarono il campo12. Il 3 ottobre nei locali del Caffè Falcelli in Piazza Grande durante l'assemblea straordinaria veniva ratificato lo statuto societario13: finiva così quel lungo processo che iniziato una decina di anni prima con i primi calci di alcuni ragazzini aveva portato alla nascita della società che da quel momento avrebbe contraddistinto la città di Reggio Emilia nel calcio italiano.
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1Cfr. La Gazzetta dello sport del 27 dicembre 1918
2Cfr. Il Giornale di Reggio del 6 febbraio 1919
3Del Bue, 2007, pagg. 27-28
4Barbieri, 1922, pag.191; Il Giornale di Reggio del 7 giugno 1919
5Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 luglio 1919; Cfr. La Gazzetta dello sport del 19 settembre 1919
6Cfr. Il Giornale di Reggio del 27 agosto 1919
7Cfr. La Gazzetta dello sport del 18-21 settembre 1919
8Cfr. La Gazzetta dello sport del 24 settembre 1919
9Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 settembre 1919
10Cfr. La Gazzetta dello sport del 30 settembre 1919
11Cfr. Il Giornale di Reggio del 2 ottobre 1919
12Cfr. Il Giornale di Reggio del 7 ottobre 1919
13Cfr. Il Giornale di Reggio del 3 ottobre 1919
Oggi inizia finalmente la Champions League.
Oltre 70 anni fa si incominciò a pensare ad un torneo continentale che riunisse le migliori squadre d'Europa per decretare chi fosse la migliore del “Vecchio continente”.
Di seguito, in sintesi, i passi fondamentali che portarono alla nascita della Coppa dei campioni, la cui prima edizione venne disputata nel 1955-56 e vinta dal Real Madrid.
Ovviamente gli inglesi c'entrano con l'inizio di questa meravigliosa storia, ma non attivamente. È in reazione ad un atteggiamento, ad una postura – forse più giornalistica che altro – di boria inglese che un giornalista francese “butta giù” un'idea intrigante. In verità si può anche affermare che la Coppa dei Campioni sia nata per mano giornalistica, anche se già negli anni precedenti tentativi di mettere uno contro l'altra le migliori formazioni d'Europa c'erano già stati. Con alterne fortune.
Negli anni'20 l'austriaco Hugo Meisl lavora alacremente sull'idea di creare tornei che possano riunire il meglio del calcio continentale dell'epoca, sia a livello di nazionali, sia di club. Ed essendo il meglio espresso dal calcio danubiano e mitteleuropeo nel 1927 vede la luce la Coppa dell'Europa Centrale, che viene giocata dalle migliori squadre di Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia1.
Con la fine della Seconda guerra mondiale, mutano un po' tutti gli scenari europei, non solo politici, sociali ed economici, ma anche calcistici. Ormai la mitteleuropa non è più espressione del meglio del calcio continentale, nuovi soggetti, nuove Nazioni, nuove idee smuovono il mondo calcistico. Tra tutti questi stravolgimenti, la voglia di misurarsi e di competere delle società resta immutata e ben presto si fa esigente la necessità di organizzare un torneo che possa mettere una di fronte all'altra le migliori squadre d'Europa. Il meglio del calcio europeo, in quei primi mesi post bellici viene individuato in Italia, Spagna, Portogallo e Francia e le Federazioni di questi quattro paesi – tutti dell'area latina – danno vita alla Coppa Latina2.
È però con il 1954 che il destino muta e modifica per sempre lo scenario delle sfide continentali.
Gli inglesi, si diceva. Beh, loro il football l'hanno fatto diventare “moderno” alla metà dell'800 e da allora per lunghi decenni si sono reputati i “maestri”, migliori quindi di tutti i “continentali”. Anche quando parte la Coppa del mondo gli inglesi non vi partecipano, ma con il passare degli anni – e con qualche sconfitta di troppo che inevitabilmente subiscono – con il secondo dopoguerra decidono di compiere il “grande passo” di mettersi in gioco. E le cose non è che vadano un gran che bene. Nel 1950 la Nazionale inglese viene eliminata dagli USA, non proprio uno squadrone, mentre nel 1954 esce ai quarti per mano dei campioni in carica dell'Uruguay.
Per quel che riguarda, invece, la storia dei club, forse anche per un intrinseco – e ben remunerato - desiderio di far conoscere il gioco ai profani, sin dalla fine del XIX secolo molte squadre – anche professionistiche – giocano partite di esibizione e tornei amichevoli in giro per l'Europa. La casistica è veramente ampia: qua mi limiterò a ricordare alcune importanti esibizioni avvenute in Italia3 e, soprattutto, il torneo di calcio dell'Esposizione universale di Parigi del 1937 quando il Bologna di Weisz in finale umiliò i “maestri” del Chelsea per 4 a 14.
Insomma, gli anni'50 del XX secolo iniziano con varie delusioni, mitigate però da un paio di vittorie del Wolverhampton Wandereres che fanno gonfiare di molto il petto al giornalismo inglese.
Tutto tra origine da alcune amichevoli che il Wolverhampton organizza in occasione dell'inaugurazione del suo nuovo stadio. Le squadre invitate sono di tutto rispetto: la grande Honvéd di Puskás, Kocsic e degli altri fuoriclasse ungheresi, e la forte squadra sovietica dello Spartak di Mosca. Le due vittorie che il Wolverhampton riesce a cogliere (soprattutto il galvanizzante 3 a 2 ottenuto in rimonta contro gli ungheresi) vengono enfatizzate dalla stampa di Sua Maestà forse con un po' troppo zelo, tanto è vero che il Daily Mail arriva a scrivere che il Wolverhampton “è la migliore squadra del mondo”, riprendendo un'espressione utilizzata proprio dal manager dei Wolves, Stan Cullis: “there they are, the champions of the world”5.
Ora, va bene che già da mezzo secolo era stata firmata l'Entente Cordiale tra Gran Bretagna e Francia, ma i rapporti tra le due Potenze erano sempre state un filo vivaci e frizzanti anche successivamente, fatto sta che in Francia la stampa quella dichiarazione non la prende tanto bene. Soprattutto questo trionfalismo non lo digerisce il francese Gabriel Hanot che quelle gare le aveva viste dal vivo, caporedattore della testata sportiva L'Équipe.
Proprio dalle pagine de L'Équipe Hanot frena subito gli entusiasmi inglesi: “(...) prima di proclamare l'invincibilità del Wolverhampton aspettiamo che replichi le sue vittorie a Budapest e a Mosca. E vediamolo di fronte al Milan e al Real Madrid”6. Non solo. Hanot poi si spinge oltre fantasticando e al tempo stesso lanciando l'idea di un torneo che metta l'una contro l'altra le migliori squadre d'Europa.
Da quel momento un po' tutto procede in discesa. Nel corso dei mesi successivi l'idea viene affinata, e se in un primo momento UEFA – nata da pochissimi mesi7 – appare piuttosto tiepida, i francesi non si danno per vinti e si rivolgono direttamente ai proprietari dei maggiori club europei, incontrando – all'opposto – molto entusiasmo.
L'inizio di aprile del 1955 è decisivo. A Parigi L'Équipe convoca una riunione con i rappresentanti dei principali club continentali trovando un solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda8. L'UEFA a quel punto nella sua riunione sempre di aprile non può far altro che “benedire” la manifestazione pretendendo solo che fossero le rispettive federazioni nazionali ad autorizzare la partecipazione alle squadre9 e che venissero riunite tutte le Nazioni europee con la presenza di squadre delle democrazie popolari, delle dittature iberiche e del blocco sovietico10.
Tutto dunque è pronto e il 4 settembre del 1955 inizia finalmente la prima edizione della Coppa dei Campioni con la partita tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado. La formula è semplice: gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Per l'Italia partecipa il Milan che esordisce a San Siro il 1° novembre, perdendo contro il Saarbrücken, campione della Saar, per 3 a 4, salvo poi vincere in trasferta al ritorno per 4 a 1.
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1https://www.calciomercato.com/news/juventus-squalificata-per-indisciplina-il-bologna-vince-in-europ-49568
2https://www.calciomercato.com/news/coppa-latina-milan-vincente-e-torino-rinato-nell-antenata-della--92296
3Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012; Alessandro Bassi, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, Independently published, 2024
4https://www.calciomercato.com/news/l-expo-di-parigi-del-1937-e-il-bologna-dominatore-del-calcio-eur-20448
5Hill. Tim, A photographic history of English Football, Parragon, Bath, 2004
6https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/
7https://storiedifootballperduto.blogspot.com/2024/06/15-giugno-1954-nasce-l-uefa.html
8Antonio, Papa – Guido, Panico, “Storia sociale del calcio in Italia”, Il Mulino, Bologna, 2002
9https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/
10https://giocopulito.it/la-nascita-della-coppa-dei-campioni/
INTERNAZIONALE - JUVENTUS, 28 NOVEMBRE 1909
Domenica 28 novembre all'Arena l'Internazionale ospita la Juventus in una giornata caratterizzata dall'intenso freddo. le due squadre si erano già affrontate due settimane prima, a Torino, quando a prevalere erano stati i bianconeri.
I pronostici della vigilia davano la Juventus favorita: i biancoeri erano reduci dalla vittoria (3-0) nel derby contro il Torino, mentre i nerazzurri venivano dalla netta sconfitta casalinga (1-4) contro la Pro Vercelli.
Tutti si aspettavano un dominio bianconero, invece a prevalere in una gara dura e violenta fu l'Internazionale che con la rete di Engler vinse 1 a 0.
(Fotografia tratta da La Stampa Sportiva)
Il 15 ottobre 1961 a Tel Aviv la nazionale italiana incontra per la prima volta nella sua storia Israele.
La partita è valida per le qualificazioni alla Coppa del mondo del 1962.
Dopo aver chiuso il primo tempo sotto per 2 a 0, l'Italia grazie al rigore trasformato da Lojacono al 53° (fotografia Stampa Sera) inizia la rimonta che la vedrà al 90° vincere per 4 a 2.
L'estate fu quella del 1925, l'estate in cui la modifica alla regola del fuorigioco cambiò nel profondo il gioco del calcio.
Il risultato? Non si segnava più, la noia diventava protagonista delle partite e il pubblico si allontanava dagli stadi. La fine del calcio? Ovviamente no, perchè l'International Board aveva pronto l'antidoto e nel 1925, modificando la regola del fuorigioco, permise un nuovo salto evolutivo al gioco del pallone.
Su proposta della Federazione scozzese, infatti, l'International Board nella riunione di Parigi del 13 giugno 1925 statuì di ridurre da tre a due il numero di difensori necessari per mettere in fuorigioco l'avversario:
“When a player plays the ball, any player of the same side who at such moment of playing is nearer to his opponents' goal-line is out of play, and may not touch the ball himself, nor in any way whatever interfere with an opponent, or with the play, until the ball has been again played, unless there are at such moment of playing at least two of his opponents nearer their own goal-line. (...)”3.
La modifica entrò in vigore con l'inizio della nuova stagione calcistica.
Gli allenatori da subito iniziarono a pensare alle nuove contromisure da adottare. In special modo un allenatore legherà indissolubilmente il proprio nome a questa novità regolamentare: Herbert Chapman4 riuscirà a trovare la risposta difensiva perfetta alla nuova regola del fuorigioco, arretrando il centromediano dandogli il compito esclusivo di marcare il centravanti avversario. il nuovo sistema di gioco – che fece vincere a Chapman tutto quello che c'era da vincere – sarebbe stato definito dalla stampa come Chapman System, meglio noto come “Sistema”5.
In Italia la modifica alla regola del fuorigioco venne recepita dalla FIGC prima dell'inizio della stagione 1925-26, con il comunicato della Commissione Tecnica Federale del 3 settembre6.
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1 Carosi, Julian, The history of offside, Kenaston.org. La regola risaliva agli anni 1865-66, quando mutò il numero di giocatori avversari richiesti per non essere in fuorigioco. Prima di tale data la regola – codificata nelle cd. Cambridge Rules – prevedeva che tra giocatore e la porta ci fossero più di tre avversari. Il tenore della regola n.9 dell'off-side del regolamento di Cambridge nel 1856 era infatti il seguente: “If the ball has passed a player and has come from the direction of his own goal, he may not touch it till the other side have kicked it, unless there are more than three of the other side before him. No player is allowed to loiter between the ball and the adversaries' goal”. Nel 1865-66 la Football Association modificava così la regola 6 relativa al fuorigioco: “When a player has kicked the ball, any one of the same side who is nearer to the opponents' goal-line is out of play and may not touch the ball himself nor in any way whatever prevent any other player from doing so until the ball has been player unless there are at least three of his opponents between him and their own goal (...)”.
2 Bassi, Alessandro, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, Independently published, 2024
3 Www.theifab.com
4 Bassi, Alessandro, Chapman, l'uomo del futuro che reinventò il calcio: il sistema, i campi illuminati, i numeri sulle maglie e..., https://www.calciomercato.com/notizie/chapman-il-genio-che-reinvento-il-calcio-il-sistema-i-campi-illu/1105881
5 Bassi, Op.cit., 2024
6 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 3 settembre 1925
GENOA - JUVENTUS 1916
La fotografia (Guarneri-Cappelli) tratta da L'Illustrazione della guerra e la Stampa Sportiva ritrae una fase di gioco della partita tra Genoa e Juventus valida per il girone finale della Coppa Federale del 1916, disputata - stando alle cronache de La Stampa - davanti ad un "fiorito di eleganze femminili e di spiccanti divise militari in tribuna".
La partita termina sul punteggio di 2 a 1 per la Juventus, ma non basterà ai bianconeri per vincere la Coppa che andrà al Milan.
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| Romano fotografato al Mirabello - foto tratta da Il Calcio |
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| Etoile des Deux Lacs |
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| Ligue Parisienne de Football |
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| Archivio biblioteca Panizzi |
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| Schieramento Svizzera-Italia gara esordio di Romano |
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| Tournée Genoa, foto di gruppo a Barcellona |
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| Romano Allenatore della Reggiana - foto Archivio Camellini |