QUANDO LA COPA AMERICA NON ERA ANCORA
COPA AMERICA (Parte 2)
Arrivati
dunque tutti a Buenos Aires la competizione poteva cominciare; la
formula prevedeva un torneo all'italiana con classifica finale le cui
partite si disputarono all'Estadio Gimnasia y Esgrima tranne l'ultimo
incontro che andò in scena presso lo stadio del Racing Club.
José Piendibene |
La
gara di esordio venne giocata il 2 luglio tra l'Uruguay e il Cile e
vide la netta affermazione degli uruguyani che si imposero 4-0; la
prima, storica, rete della manifestazione fu segnata da José
Piendibene, quello che passò alla storia per il fatto di non
esultare mai dopo una marcatura per non offendere gli avversari.
Piendibene fu un'autentica bandiera del Peñarol
con la cui squadra vinse per ben 6 volte il titolo di campione
dell'Uruguay segnando, tra il 1908 e il 1928, 253 reti.
Il giorno seguente il Cile chiese formalmente che l'incontro venisse
annullato a causa del fatto – a detta dei cileni – che l'Uruguay
aveva schierato due giocatori africani. Nello specifico le accuse
cilene riguardavano i calciatori Gradin e Delgado e anche se
all'epoca nessuna squadra presentava giocatori di colore, il ricorso
non venne accolto e i due calciatori poterono continuare la
manifestazione; in particolare Gradin, nipote di schiavi africani,
risulterà capocannoniere del torneo con 3 reti.
Il
6 luglio fece l'esordio la squadra di casa, l'Argentina, che non ebbe
difficoltà a sbarazzarsi del Cile battendolo 6-1; i cileni chiusero
la loro avventura due giorni dopo riuscendo ad impattare (1-1) contro
il Brasile. Lo stesso Brasile due giorni dopo fermò i padroni di
casa sempre con il risultato di 1-1 e chiuse il proprio cammino il 12
luglio perdendo 2-1 contro l'Uruguay, segnando con uno dei calciatori
destinato a diventare tra i più famosi e forti della storia
brasiliana, Arthur Friedenreich. El
Tigre,
questo uno dei suoi soprannomi, dotato di dribbling stretto e
spiccato senso per la giocata d'effetto sarà un fromboliere di tutto
rispetto e ancora oggi non c'è certezza sul numero di reti segnate
in tutta la sua lunga carriera.
A
quel punto, quando mancava una sola gara al termine, la classifica
era comandata dall'Uruguay con un solo punto di vantaggio sui padroni
di casa e la partita mancante era proprio Argentina-Uruguay.
Il
16 luglio, data in cui era programmata la sfida che aveva assunto il
sapore di finalissima, nel piccolo stadio Gimnasya y Esgrima
entrarono migliaia e migliaia di persone, tanto che alcuni ne
arrivarono a stimare circa 70.000, molti dei quali assiepati ovunque
anche all'interno del rettangolo di gioco. Chiaro che in quelle
condizioni non si poteva giocare ed infatti dopo 5 minuti tutto
venne rinviato al giorno successivo, non più in quello stadio bensì
in quello del Racing Club. La tensione pare giocò un brutto tiro
alle due squadre che diedero vita ad un incontro privo di emozioni e
bloccato, tanto che il risultato finale non si schiodò dallo 0-0
iniziale, ma tanto bastò all'Uruguay per confermarsi in testa alla
classifica e quindi laurearsi campione del Sudamerica.
Questa la formazione della squadra vincitrice:
Saporiti; Benincasa, Foglino; Zibechi, Delgado, Varela; Somma, Tognola, Piendibene, Gradín, Marán