mercoledì 13 aprile 2022

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte IV)

4. L'ultima Pasqua calcistica di pace.

 

Per la Pasqua del 1914 Milano fa le cose in grande: l'Unione Sportiva Milanese e il Milan ospitano, infatti, gli svizzeri dell'Aarau, finalisti nel campionato elvetico, e gli ungheresi universitari di Budapest in un doppio confronto all'Arena e sul campo dell'USM della Bovisa. A Torino, del resto, non stanno certo a guardare e anche per il 1914 vengono invitati gli austriaci del Wiener Amateur di Hugo Meisl, già scesi a Torino nel 1912, per due incontri con Juventus e Pro Vercelli. Mentre il Casale è impegnato nella trasferta francese di Cette, a Padova viene organizzata per la prima volta un'amichevole internazionale grazie al Petrarca che ospita per Pasquetta gli svizzeri dell'Etoile de La Chaux de Fonds, impegnati a loro volta il giorno prima a Venezia. Altre amichevoli internazionali vengono organizzate anche a Modena, Bologna, Alessandria, Udine: insomma per l'ultima Pasqua di pace in Italia il menù di calcio internazionale è davvero ghiotto e abbondante1

Senza dubbio alla vigilia l'attesa è tutta per la squadra magiara. Da Budapest arriva a Milano la squadra universitaria cittadina i cui dirigenti inviano alla stampa italiana questo comunicato:

Dunque finalmente domenica, dopo alcuni anni d'assenza, una nostra squadra scenderà ospite di due gloriosi clubs milanesi. La magnifica Arena di Milano accoglierà ancora un nostro club, il Budapesti Egyetemi Athletikai Club che raccoglie il fior fiore dei footballers ungheresi ed ha segnato varie pagine di gloria nella storia dello sport in Ungheria, contando i migliori atleti: schermidori, lottatori, giuocatori di tennis, pattinatori, nuotatori e calciatori.” Il comunicato ungherese di accompagnamento, nel proseguire ricordando il torneo di Roma del 1911 vinto dal M.T.K., fa un interessante accenno politico e storico di comunanza e “fratellanza” tra i popoli d'Italia e d'Ungheria che andando ben oltre la contingente alleanza tra il Regno d'Italia e la Duplice monarchia va dritta alla guerra austro-prussiana del 1866, che per l'Italia costituì la sua Terza guerra d'Indipendenza: “ (…) Essi scendono in Italia animati da un sincero affetto per gli altri fratelli lontani coi quali anni addietro avevano assecondato i dolori e le glorie durante l'epica lotta per il Risorgimento Italiano. (…) Che i nuovi figli d'Ungheria saluteranno l'Italia come la loro seconda patria, poiché essi soffrono delle stesse sofferenze che i latini della province irredente ancora sublimano? Noi vorremmo che ogni malinteso che può essere sorto fra le due nazionali sorelle fosse fugato da questa visita dei nostri figli nella gentile terra del dolce idioma”2.

Lo spettacolo però, leggendo le cronache dell'epoca, non è all'altezza delle aspettative. Franco Scarioni nel numero del 17 aprile de La Gazzetta dello Sport tira le somme del fine settimana pasquale, sottolineando una certa “stanchezza” nella routine degli incontri internazionali pasquali, quasi fosse ormai una consuetudine più sopportata come un dovere che non un'opportunità da cogliere per migliorare: “Il bilancio pasquale non s'è proprio chiuso con un deficit, ma neppure con un buon dividendo. Il rendiconto ha reso il prospetto d'una severa, se non proprio squallida situazione. Cosa hanno detto i matches pasquali? Che cosa hanno reso? Nulla o ben poco. Non sono giovati agli squadroni maggiori, né ai minori che tentavano le nuove vie del rinnovamento attraverso i nuovi incontri internazionali; poiché i primi li hanno affrontati per non tradire una consuetudine e senza soverchio entusiasmo e gli altri, che avevano cullato più d'un sogno sul loro reale valore attraverso le facili eliminatorie del campionato, si sono trovati delusi e scorati dopo la prova combattuta con tanto coraggio, con ogni impeto e con molte speranze”. Scarioni, quindi, nel descrivere come il pubblico abbia partecipato agli eventi spinge più in là il discorso, con la necessità ormai di alzare il livello delle sfide e quindi dell'offerta calcistica internazionale: “(...) Il pubblico non è mancato alla prova. Ama ancora le forti e le nuove competizioni. Ma s'è stizzito un po' alle consuete exibitions di squadre già fin troppo conosciute ed alle cattive prove fornite dai loro undici. (…) Così converrà che per il futuro i dirigenti le nostre società pensino a chiamare gli squadroni maggiori d'Europa e (…) formino le squadre rappresentative delle diverse città e le oppongano così salde, snelle ed impugnanti il valore di una città o di una regione, ai massicci teams del Nord. Un match Milano-Londra o Torino-Praga, ecc., possono ben chiamare il pubblico delle più grandi competizioni. (…) Ne guadagnerebbero tutti: la propaganda del foot-ball; l'interesse collettivo ed individuale delle società, il miglioramento nostro”3.

 

Come ben sappiamo, i tragici fatti dell'estate del 1914 e le conseguenti dichiarazioni di guerra investono tutti i settori della vita, anche il gioco del calcio4. Il clima a livello internazionale mutava rapidamente e per la Pasqua del 1915 le uniche squadre che oltrepassarono la nostra frontiera per venire a giocare in Italia furono, ovviamente, quelle svizzere5: la guerra già da parecchi mesi infuriava nel cuore dell'Europa e gli spazi per il football erano sempre più ristretti. Comunque, dicevamo degli svizzeri. Il F.C. Berna giocò due partite nel fine settimana pasquale: a Torino perse contro una “mista formata da giocatori del Torino e della Juventus e a Vercelli impattò 2-2 contro la Pro. Interessante per il pubblico fu il derby giocato a Milano tra l'Internazionale e il Milan, entrambe finaliste del campionato di quell'anno, incontro vinto abbastanza agevolmente dai neroazzurri per 5-2. A Genova venne disputato un torneo al quale parteciparono il Genoa, l'Andrea Doria, lo Young Boys di Berna e una Selezione veneta6. Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere un evento di sicuro richiamo per pubblico e addetti ai lavori, ma nella realtà così non fu, poiché ciò che purtroppo mancò fu lo spettacolo, le squadre si presentarono largamente rimaneggiate, come evidenzia il corrispondente de La Stampa

I quattro incontri hanno dimostrato la completa inutilità di queste esibizioni, in cui le squadre si presentano incomplete ed a cui i giocatori non si prestano con molto entusiasmo”7

Se, dunque, stava diventando sempre più complicato per gli spettatori assistere ad incontri internazionali dal vivo con squadre di spessore, curiosa e interessante è la notizia che riporta La Stampa riguardante la proiezione al cinema Royal di Torino di due filmati relativi a due incontri di calcio inglese, uno tra il New Castle United e il Bradford City e l'altro tra il Barneley e il West Bronwick8.

E la Juventus? I bianconeri trascorsero la pasquetta in un modo molto più...goliardico. Come riporta lo storico della Juventus Stefano Bedeschi nel suo libro La Juve oscura, la dirigenza bianconera organizza una Pasquetta decisamente alternativa e in controtendenza con quella che era ormai una prassi diffusa del calcio italiano. Leggiamo direttamente la circolare che Enrico Canfari, Fernando Nizza e Sandro Zanibelli inviano ai giocatori, soci e dirigenti:

Egregio Consocio, per festeggiare la tradizionale Pasquetta e corrispondere al desiderio espresso da parecchi soci, i sottoscritti si fanno organizzatori di una merenda che dovrà svolgersi il lunedì di Pasqua sul nostro campo alle ore diciassette, dopo gli immancabili due calci in famiglia. La merenda si comporrà di: salato misto – uova sode – insalate tradizionali – Roast beaf – frutta – dolce – ½ bottiglia di grignolino o di birra Boringhieri – Nebbiolo 1913. la quota individuale, comprese le spese generali (pane, coperto, mance, ecc.) è di lire 3,00 e dovrà essere versata anticipatamente a uno dei sottoscritti non oltre la sera di Pasqua, poiché per necessità di organizzazione non si accetteranno neppure eccezionalmente tardive iscrizioni”9.

Quella del 1915 sarà l'ultima Pasqua di pace in Italia. Trattative febbrili della Diplomazia italiana con quella degli alleati della Triplice Alleanza da un lato e con le Potenze dell'Intesa dall'altro, come ben sappiamo, porteranno una ventina di giorni dopo, con la stipula del Patto di Londra, all'adesione dell'Italia alla Triplice Intesa e quindi, successivamente nel turbinoso maggio “radioso” italiano, alla denuncia del Trattato della Triplice Alleanza e, il 23 maggio 1915, alla dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria10.

Il calcio ufficiale e quello goliardico della Belle epoque si ferma, ma non tutto il calcio: come bene sappiamo per tutta la durata del conflitto si giocheranno partite, tornei e amichevoli, ciò che mancherà sarà la spensieratezza e la leggerezza di un'età irrimediabilmente perduta11

Al prossimo anno, intanto buona Santa Pasqua a tutti! 



1Cfr. La Gazzetta dello sport del 8 aprile 1914

2Cfr. La Gazzetta dello sport del 10 aprile 1914

3Cfr. La Gazzetta dello sport del 17 aprile 1914

4ALESSANDRO, BASSI, 1915. Dal football alle trincee, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2015

5Cfr. La Gazzetta dello sport del 2 aprile 1915

6Cfr. La Gazzetta dello sport del 6 aprile 1915

7Cfr. La Stampa del 6 aprile 1915

8ALESSANDRO, BASSI, 1915. Op. cit., pag.83

9STEFANO, BEDESCHI, La Juve oscura, Ilmiolibro.it, Roma, 2013, pagg. 30-31

10ALESSANDRO, BASSI, 1915. Op. cit.,

11ALESSANDRO, BASSI, Il football italiano alla Grande guerra 1915 – 1918 (I quaderni di Storie di football perduto n.1), Boopen, Napoli, 2018






 

 

 

venerdì 8 aprile 2022

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte III)

3. Pasqua 1912, dagli incassi con gli inglesi erranti al “bel suol d'amore”: le prime volte del football dei pionieri.


Pasqua 1912, ovvero la Pasqua delle prime volte per il calcio italiano, si potrebbe quasi dire.

Per la Pasqua del 1912, infatti, si fecero davvero le cose in grande stile, invitando addirittura una squadra inglese: gli English Wanderers per la prima volta vennero a giocare alcune partite in Italia, dopo le precedenti tournée in Francia e Russia. Gli English Wanderers erano formati da giocatori di varie squadre che giocavano nei campionati di Inghilterra, Scozia e Irlanda e che erano soliti esibirsi in tournée molto apprezzate in giro per l'Europa. Una vera e propria attrazione!

Così La Stampa presentava l'iniziativa:

(...) Quest'anno avremo dei numeri di...assoluta novità, con la discesa fra noi della famosa squadra degli «inglesi erranti», uno dei più agguerriti team d'Inghilterra”1

A Milano, per l'occasione, il Milan ampliò il suo campo di via F.lli Bronzetti, triplicando la capienza della tribuna coperta e elevando nei posti popolari “due impalcature a forma di gradinata”2.

L'assoluta protagonista di quella Pasqua, dunque, fu la squadra degli English Wanderers che giocò – e vinse – contro Milan, Genoa, Pro Vercelli e una “mista” torinese. Contro il Milan la vittoria fu schiacciante: la squadra inglese già alla fine del primo tempo era avanti 5-0 e terminò l'incontro vincendo 8-1.

Ah, giocò anche contro la nazionale italiana una partita non ufficiale: finì 1-1 (la rete italiana la segnò De Vecchi su rigore al 90°) e di quell'incontro così ne parò La Stampa Sportiva:

(...) i nostri giocatori, già conoscendo le particolarità di ciascun avversario, avevano egregiamente provvisto a neutralizzarli. Woodward non riuscì a piazzare neppure un pallone nella nostra rete. Come nei preceenti matches disputati nella loro tournée in Italia, i Wanderers non eccelsero neppure a Genova per giuoco corretto ed elegante, ma confermarono la loro grande famigliarità col giuoco della palla al calcio e le innegabili doti di destrezza e di decisione di azione che accoppiate ad una sorprendente velocità in attacco, furono i coefficienti primi delle numerose vittorie da essi riportate.3"

Poiché stiamo raccontando di calcio pionieristico – almeno per ciò che concerne l'Italia – vediamo quanto fruttò ai professionisti inglesi la tournée di quei giorni attraverso le pagine del Guerin Sportivo:

A Milano per i due primi matches col Milan Club i Wanderers si erano assicurati l'indenizzo fisso di L.3200, indenizzo rispettabile ma che il signorile Club milanese non trovò difficoltà alcuna a pagare avendo incassato, solo nella prima giornata, circa 4000 lire. Nel successivo match a Vercelli i Wanderers giuocarono col 50% sugli incassi lordi, ed un minimum assicurato di L. 500. Si incassarono L. 1580 e gli inglesi ebbero quindi di loro parte L.790. A Torino guadagnarono L.539, cifra che rappresentò il pattuito 75% degli incassi. (…) A Genova i Wanderers incassarono circa 2500 lire (il minimum garantito loro era di L.2000). L'incasso totale fatto ma Genova fu di circa 5500 lire, di cui 500 andarono, di diritto fisso, alla Federazione ed il rimanente diviso sulla base del 50% sugli incassi lordi, metà al Genoa Club e metà alla squadra inglese. In totale quindi i wanderers incassarono nella loro tournéè in Italia più di lire 7000 (...)”.

L'articolo, quindi, si concludeva con una interessante riflessione:

Ora, l'esser riusciti con dei matches di foot-ball a cavar di tasca al pubblico italiano nel breve volgere di una settimana, circa 14 biglietti da mille, è un indice più che significativo dell'interesse e della simpatia che il giuoco del calcio ha suscitato fra noi in questi ultimi tempi.”4


A Torino, sempre nei giorni “santi” di Pasqua, si disputò un altro interessante torneo, organizzato dal Torino e dalla Juventus con il patrocinio del Guerin Sportivo, che proprio in quell'anno aveva iniziato le pubblicazioni, torneo che segnò la prima volta in Italia di una squadra austriaca, il Wiener Amateur. In Italia si canta assieme a Gea della Garisenda l'inno patriottico A Tripoli, mentre è tutto un fiorire di società sportive che prendono nomi da quella vicenda bellica, guerra certo non ben vista dall'alleato austriaco. La squadra austriaca, dicevamo, reduce dal pareggio (2-2) in campionato contro il Wiener Sport Club, era anche la detentrice della Coppa di Vienna, manifestazione alla quale partecipavano i migliori clubs viennesi5. Così La Stampa dipingeva la squadra austriaca:

(...) un'accolita di giuocatori straordinariamente cortesi, fini come tecnica, ed educatissimi come condotta di giuoco, che ci hanno insegnato una cavalleria di giuoco che non tutte le squadre estere che son scese in Italia hanno mostrato di possedere nel grado di quella viennese6

Al Torneo pasquale di Torino, oltre al Wiener Amateur e alle due società organizzatrici, prese parte anche la società svizzera del F. C. Chaux-de-Fonds, squadra di buon livello composta da ben quattro nazionali e dal forward tedesco Hiller.

07/04: CHAUX-DE-FONDS – JUVENTUS = 5-2

07/04: WIENER AMATEUR – TORINO = 5-3


08/04: CHAUX-DE-FONDS – TORINO = 0-4

08/04: WIENER AMATEUR – JUVENTUS = 2-2

Per l'occasione vengono posti in vendita anche specie di mini abbonamenti validi per tutte le partite in programma al campo del F.C. Torino:

Sono pure in vendita dei biglietti cumulativi a prezzi ridotti, valevoli pei due giorni ai prezzi:

Posti a sedere (tribune laterali) L.5 – Tribuna centrale L.8”7

 

Nel primo incontro della domenica, lo Chaux-de-Fonds dominò sulla Juventus mettendo in luce l'attaccante tedesco Hiller che segnò quattro delle cinque reti elvetiche, mentre l'incontro successivo fu sicuramente più avvincente, con continui capovolgimenti di gioco e di risultato sino all'89°minuto, quando, sul punteggio di 3-3, il Wiener riuscì a segnare due reti e chiudere così vittorioso l'incontro.

In occasione della prima partita di una squadra austriaca in Italia, la federazione di appartenenza inviò un telegramma:

Ossterreichicher Fussballverband invia cordiali ed affettuosi saluti occasione primo incontro squadre italiane austriache, augura il più bel esito e felice prosperità dell'amicizia sportiva italo-austriaca8

Ecco, se la partita tra il Wiener e la Juventus ha un interesse dal punto di vista sportivo dato dal fatto che per la prima volta un club austriaco veniva a giocare in Italia, quella partita ha risvolti anche politici. Come ben sappiamo Italia e Austria-Ungheria nel 1912 sono alleate nella Triplice9 ma i rapporti non sono certo idilliaci. L'Italia già da mesi è in guerra con la Turchia per il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, conflitto che mal viene tollerato dall'alleato austriaco, tanto che già nel settembre del 1911 il Capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico Franz Conrad così si esprimeva con l'Imperatore: “ (…) La questione di Tripoli esigeva l'esame di provvedimenti militari necessari alla Monarchia danubiana”10, riaccendendo in Italia quel sentimento antiaustriaco mai in verità sopito. Tanto è vero che nei giorni immediatamente precedenti la partita, il questore di Torino proibì l'utilizzo di una pubblicità che era stata affissa ai muri, pubblicità che presentava la partita con la dicitura “Austria contro Italia”, temendo che quell'espressione potesse accendere gli animi più incendiari e più marcatamente oppositori della Duplice monarchia. Così la Questura di Torino proibisce alle società che hanno organizzato l'incontro di utilizzare quella pubblicità, tollerando al più l'utilizzo dell'espressione “squadra viennese”11.

Tornando al calcio giocato, l'incontro che registrò l'esito più sorprendente fu quello tra la Juventus e il Wiener, incontro che la squadra italiana riuscì a chiudere in pareggio, pur venendo dominata dagli avversari nel primo tempo, chiuso sul punteggio di 2-1 per gli austriaci. Nella ripresa, al 51° la Juventus riuscì a pareggiare e da quel momento, complice anche la stanchezza, gli austriaci non riuscirono più ad essere pericolosi ma anzi, proprio sul finire dell'incontro, fu alla Juventus che capitò l'occasione migliore per portarsi a casa la vittoria, ma senza riuscirvi.

Nell'altro incontro, invece, facile vittoria del Torino sugli svizzeri per 4-0, con reti di Arioni, Mosso e doppietta di Bachmann II.

(Continua – 3)

 

1Cfr. La Stampa del 6 aprile 1912

2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 5 aprile 1912

3Cfr. La Stampa Sportiva del 21 aprile 1912

4Cfr. Guerin Sportivo del 18 aprile 1912

5Cfr. La Stampa del 7 aprile 1912

6Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

7Cfr. Guerin Sportivo del 4 aprile 1912

8Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

9ALESSANDRO, BASSI, 1915. Dal football alle trincee, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2015

10LUIGI, ALBERTINI, Le origini della guerra del 1914, Vol.I, Milano, F.lli Bocca, 1942

11Cfr. La Gazzetta dello sport del 3 aprile 1912

 

 

martedì 5 aprile 2022

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte II)

2. I tornei pasquali organizzati dai giornali sportivi

La Pasqua era l'occasione ideale per irrobustire l'offerta di calcio negli anni dei pionieri.

L'entusiasmo, a volte un po' “pompato” dai corrispondenti dei giornali dell'epoca, con il quale il pubblico seguiva il football fece sì che sempre più elevata fosse la richiesta di partite, e così vennero con gli anni organizzati sempre più incontri: campionato, targhe, trofei, challenge ed amichevoli. Il fine settimana pasquale era l'ideale per organizzare amichevoli: il campionato – esiguo nella sua composizione dei primi anni – in aprile era finito o quasi, le giornate erano più miti e quindi c'era nelle persone più voglia di stare all'aria aperta e di seguire lo sport e il calcio in particolare.

Per la Pasqua del 1907 si segnalano alcune amichevoli in programma a Milano, Torino, Genova e Vercelli.

All'ingresso del campo sportivo sventolano su di un pennone, in fraterno amplesso, due vivaci stendardi: il tricolore e la croce bianca su campo rosso della Confederazione elvetica. Due nazioni vicine, due nazioni amiche. Dentro, nel verde prato, ventidue campioni si contendono in amichevole gara.”1

Fu così che La Stampa presentò il match di Torino del 31 marzo 1907, giorno di Pasqua. La squadra svizzera era quella di Berna, lo Young Boys, impegnata in quei giorni in una doppia sfida a Torino e Genoa: vincerà entrambe le gare, 3-2 contro il Torino alla domenica e 4-2 contro il Genoa il giorno dopo, lunedì di pasquetta. E mentre a Vercelli la Pro usciva sconfitta nella partita contro il Lione Football Club, a Milano il Milan affrontò due volte un'altra squadra svizzera, il F.C. Bale di Basilea, perdendo entrambi gli incontri per 3-4, mentre la sua seconda squadra vinceva le due partite giocate contro la prima squadra del Chiasso (4-2 alla domenica e 6-1 al lunedì)2.

I prezzi a Milano erano di L.1,5 per la tribuna e L. 0,75 per il prato.3

L'anno successivo si fecero le cose in grande, e due importanti giornali organizzarono due tornei a Torino e Milano.

Camice rosse e nere di Milano! Camicie bianche di Vercelli! A voi è affidata in questa Pasqua di Risurrezione, l'onore dei colori sportivi d'Italia”.4

Così La Gazzetta dello Sport presenta la due giorni calcistica organizzata all'Arena Civica nelle giornate del 19 e 20 aprile 1908. Il “Meeting di Pasqua” venne vinto dalla squadra francese del Club Francais di Parigi:

19.04.08: MILAN – CLUB FRANCAIS PARIS = 2 – 3

19.04.08: PRO VERCELLI – OLD BOYS BASILEA = 0 – 2

20.04.08: CLUB FRANCAIS PARIS – PRO VERCELLI = 1 – 0

20.04.08: OLD BOYS BASILEA – MILAN = 2 – 1

A Torino, nei medesimi giorni di Pasqua e Pasquetta, La Stampa Sportiva organizzò il I° torneo internazionale di foot-ball “Stampa Sportiva”, con in palio una targa d'oro per il vincitore:

Svizzera e Germania interverranno con le loro migliori forze nazionali.

Il Servette F. C. di Ginevra è campione federale svizzero 1907 ed il miglior quotato pel titolo di campione anche di quest'anno. Il Freiburger Fus-Ball Club pure è campione germanico 1907.

Quattro nazioni, quindi, che si presentano come meglio non potrebbero, coi propri campioni nazionali.

Il prefetto ha concesso per le due giornate di gare le Musiche militari del 25.o e 26.o fanteria.”5

Completavano il quadro, la squadra francese del Union Sportive Parisienne e la squadra della città ospitante, il Torino che aveva eliminato nello spareggio la Juventus. Due parole brevi in merito a questo spareggio. Da subito fissato per il 5 aprile, l'incontro dovette essere sospeso a causa del brutto tempo e rinviato al 12 aprile, quando, sempre sotto una fredda pioggia, il Torino, in rimonta, vinse 2-16.

Tutta la città pare vivere il torneo come un grande evento: ci sono fanfare e sbandieratori lungo le vie del centro, migliaia di manifesti con il programma del torneo vengono distribuiti ai passanti e nei locali. Insomma, pare proprio che la Pasqua calcistica del 1908 non sia altro se non a Torino.

Domenica 19, quindi, al Campo Sportivo alle 15 davanti ad oltre duemila persone, dopo la sfilate delle quattro squadre partecipanti e dopo l'esecuzione dei quattro inni nazionali, scesero in campo il Servette e il Friburgo, incontro dal quale risultò vincitore – non senza polemiche – la squadra svizzera (5-3). Successivamente il Torino vinse facile contro i francesi del Union Sportive Parisienne (4-0) aggiudicandosi il diritto di disputare la finale; grande protagonista della partita fu Debernardi, che segnò 3 reti.

La prima giornata si concluse, alla moda dell'epoca, con un sontuoso banchetto offerto da La Stampa Sportiva presso il salone posteriore del Palazzo delle Belle Arti, al Valentino, alla presenza del direttore del giornale, Gustavo Verona, delle Autorità, dei consoli e dei dirigenti delle società impegnate nel torneo.

La lieta riunione si scioglie fra canti sportivi internazionali e fra triplici salve di hip-hip-hip-hurrà”

Il giorno dopo si svolse la seconda e conclusiva giornata di gare. Il programma doveva aprirsi con la “finale” di consolazione tra le squadre uscite sconfitte, ma il Friburgo non si presentò e pertanto l'Union Sportive Parisienne si dovette accontentare di disputare un'amichevole contro la Juventus. Amichevole che perse peraltro nettamente (0-4)

Alle 17, incominciò l'attesa finale tra il Torino e il Servette, davanti ad oltre duemila persone:

(...) Epica lotta veramente. Se nella prima ripresa furono gli svizzeri a dominare continuamente la situazione, nella seconda invece fu Torino che fece sovente l'attacco”

Alla fine fu comunque il Servette ad avere la meglio, con un netto 3-1.7

Questi due tornei pasquali sono due esempi utili a sottolineare come la stampa si stesse interessando e non poco al nuovo sport, al football: non sarà quindi una sorpresa vedere l'anno dopo il più importante giornale non sportivo italiano, il Corriere della Sera, dedicare un'intera pagina del lunedì al campionato di calcio8.

(Continua – 2)

 

1Cfr. La Stampa del 1 aprile 1907

2Cfr. La Stampa del 1 e 2 aprile 1907

3Cfr. La Gazzetta dello sport del 29 marzo 1907

4Cfr. La Gazzetta dello sport del 17 aprile 1908

5Cfr. La Stampa del 19 aprile 1908

6Cfr. La Stampa Sportiva del 12 aprile 1908

7Cfr. La Stampa Sportiva del 26 aprile 1908; Cfr. La Stampa del 21 aprile 1908

8ALESSANDRO, BASSI, Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

 

venerdì 1 aprile 2022

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte I)

 1. Le origini

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, recita un vecchio adagio. I pionieri italiani del football la pensavano così, se è vero che per i giorni di Pasqua organizzavano quasi tutti gli anni amichevoli spesso internazionali dal sicuro richiamo per il pubblico.

Prima di parlare di alcune delle più importanti amichevoli di Pasqua dei primi anni del '900, bisogna fare un passo indietro. Occorre ricordare quello che è considerato il primo incontro internazionale disputato in Italia. La data è quella del 30 aprile 1899, il luogo il Velodromo Umberto I di Torino1.

Si affrontarono due rappresentative di giocatori militanti nel campionato italiano e in quello svizzero. Il criterio di selezione era “residenziale”, infatti componevano la squadra italiana anche molti giocatori inglesi. Sarà soltanto con il 1910 che la nazionale verrà creata utilizzando solo giocatori italiani. Ma è un'altra storia2. Quel giorno del 1899, dunque, per la prima volta in Italia si disputava una partita internazionale: vinse la squadra svizzera, 2-0.

L'anno “zero” delle sfide internazionali per le squadre di club italiane è il 1903.

Guarda caso, è ancora il Genoa ad inaugurare la serie.

Ma andiamo con ordine. In marzo si giocarono le eliminatorie del campionato e la Juventus ottenne il diritto di sfidare in finale i detentori del Genoa, finale fissata per domenica 29 marzo a Genova, poi rinviata dalla F.I.F. al lunedì di Pasqua, 13 aprile3.

Domenica 1° marzo, a Ponte Carrega, per la prima volta una squadra straniera viene in Italia per giocare una partita: è la squadra francese del Football VeloClub di Nizza. Il Genoa vince facile, 6-0 (4-0 nel primo tempo), con tre reti segnate da Salvadé.

Pare interessante riportare come La Stampa lanciò la notizia sul numero 60 del 1°marzo, perchè si riallaccia a quanto detto poc'anzi4:

(...)E' questo il secondo match internazionale che si gioca in Italia. Il primo ebbe luogo a Torino, nel 1899, contro una squadra svizzera, che rimase vincitrice con 2 punti a zero.”

A fine aprile, a campi invertiti, si giocò la rivincita. Partita da ricordare, anche questa, perchè è la prima volta che una squadra italiana disputa un incontro all'estero. Cambia il campo, ma non l'esito finale: vince ancora il Genoa, questa volta 3-05.

Ma veniamo, finalmente, a parlare delle amichevoli di Pasqua.

Da Genova ci spostiamo a Torino, sul prato del Velodromo Umberto I.

Venerdì 10 aprile, Venerdì Santo, la Juventus affrontò in amichevole, perdendo 0-1, gli svizzeri del Montriond Foot-Ball Club di Losanna, rinforzati per l'occasione da alcuni giocatori del Berna FBC e dello Zurigo FBC6. É la prima volta che per le festività pasquali si organizzano partite internazionali di football. Due giorni dopo, la domenica di Pasqua, si giocò di nuovo:

Domenica 12 aprile, giorno di Pasqua, al Velodromo Umberto I di Torino la Juventus si misurò con i campioni svizzeri del Club Athletique di Ginevra. Anche se chiamare Juventus la squadra torinese non è propriamente corretto. Infatti non trovarono tutti i componenti della prima squadra della Juventus, bensì una squadra composta con diversi elementi scelti tra i campioni del Foot-Ball Club Torinese, dell'Audace e della Juventus”

Come mai non giocò la Juventus ma una “mista” torinese? Perchè la Juventus il giorno dopo, il 13 aprile, sarebbe stata impegnata a Genova per la finale del campionato (che poi perse 0-3) e quindi alcuni giocatori rimasero a riposo. Non tutti però, la maggioranza disputò entrambi gli incontri: tra gli altri, il portiere Durante, Armano I, Goccione, Malvano e Bollinger7.

Come si può facilmente intuire, una amichevole internazionale aveva, per i pionieri, se non proprio la stessa importanza del campionato, sicuramente il medesimo fascino.

Un paio d'anni più tardi, nei giorni di Pasqua e Pasquetta del 1905, a Genova il Servette di Ginevra giocò due volte contro il Genoa, sconfiggendolo in entrambi gli incontri: alla domenica 1-0 e al lunedì 3-1. A Milano, nelle giornate di sabato e domenica Milan, U.S. Milanese, San Gallo e Lugano, davanti ad un numeroso pubblico, disputarono una serie di amichevoli dalle quali risultò netto vincitore il Football Club San Gallo8:

22.04.05: MILAN – F.C. LUGANO = 3 – 0

22.04.05: U.S. MILANESE – F.C. SAN GALLO = 0 – 7


23.04.05: U.S. MILANESE – F.C. LUGANO = 4 – 4

23.04.05: F.C. SAN GALLO – MILAN = 4 – 2


In Piemonte, invece, fu la Juventus la protagonista della Pasqua torinese del 1905, fresca vincitrice del suo primo campionato. Domenica 23, infatti, al Velodromo Umberto I venne giocata Juventus – Montriond F. C.:

L'interesse sempre crescente con cui i torinesi hanno seguito le peripezie della squadra dei bianchi e neri, fino alla conquista della coppa di campionato, si concentrerà sul match di domenica”

Davanti a quasi 700 persone la Juventus dovette inchinarsi agli svizzeri (1-2), ma già era pronta la rivincita! Il giorno dopo, lunedì di Pasqua, le due squadre si affrontarono nuovamente, questa volta sul piazzale Conte di Torino a Vercelli. Molto attesa dovette essere questa partita in città poiché così il giornale presentò l'incontro:

(...) Ai graditi ospiti verranno fatte festose accoglienze. Infatti saranno ricevuti alla stazione dalla Fanfara della Pro-Vercelli e saranno accompagnati al Municipio. (…) Giungeranno a Vercelli lunedì mattina, col diretto delle 10. Alla sera, poi, grande pranzo in onore degli ospiti all'Albergo del Leon d'Oro.”9

Perchè ancora nel 1905 la cosa più importante per i pionieri del football nostrano era stare in compagnia!


(Continua – 1)

 

1Cfr. La Stampa del 2 maggio 1899

2Per quanto concerne il concetto di “nazionale” ai tempi dei pionieri, tra gli altri cfr.  http://storiedifootballperduto.blogspot.com/2018/07/il-calcio-tra-identita-nazionale-e.html

3Cfr. Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

4Cfr. La Stampa del 1 marzo 1903

5Alessandro, Bassi, Op. cit.

6Cfr. La Stampa del 9 aprile 1903

7Cfr. La Stampa del 14 aprile 1903; La Gazzetta dello Sport del 14 aprile 1903

8AA.VV., L'età dei pionieri – Football 1898-1908, Fondazione Genoa 1893, Genova, 2008

9Cfr. La Stampa del 21-22 aprile 1905; La Stampa sportiva del 15 aprile 1905