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martedì 22 dicembre 2020

IL FOOTBALL A FAVORE DE L'ALBERO DI NATALE DE IL SECOLO (Dicembre 1900)

 

In questi giorni di letizia è più desiderabile del solito pensare a qualche provvidenza per i poveri e i derelitti, che soffrono molto nel presente periodo.”

(C. Dickens)

Il giornale milanese Il Secolo negli anni a cavaliere tra '800 e '900 è il quotidiano più venduto. Di orientamento democratico, nasce nel maggio del 1866 per l'editore Sonzogno con primo direttore Eugenio Ferro.

Sul finire del XIX secolo indice una giornata sportiva alla quale abbina la beneficenza, giornata alla quale aderisce La Gazzetta dello Sport promuovendo le gare podistiche e la raccolta fondi, unendo così la propaganda sportiva alla beneficenza.


 Per il Natale del 1900 l'iniziativa viene replicata al Trotter nel pomeriggio del 23 dicembre. Oltre alle gare podistiche, si gioca anche una gara di football tra la Mediolanum e il Milan che vede la vittoria dei rossoneri per 4 a 0. La riunione sportiva – stando alle cronache dell'epoca – riscuote un buon successo di pubblico e di raccolta benefica, con un incasso netto di Lire 47,30.

Tanti cari auguri di sereno Natale a tutti voi!


mercoledì 16 dicembre 2020

La Medaglia del Re: 1900, polemiche arbitrali fra Juve e Milan, poi vittoria a tavolino dei rossoneri sul Genoa

 

 

Milan-Genoa è una delle partite più antiche della storia del football italiano

All'alba del XX secolo il Genoa è fortissimo, il Milan è appena nato quando riesce a spezzare l'egemonia genoana in campionato. 

Milan-Genoa ci regala anche l'opportunità di parlare di un torneo oggi dimenticato ma che agli inizi del XX secolo è stato molto importante nell'affermazione del gioco del calcio a Milano.

QUI per leggere il mio racconto per calciomercato.com

domenica 13 dicembre 2020

Album di football perduto

 

La fotografia (Guarneri-Cappelli) tratta da L'Illustrazione della guerra e la Stampa Sportiva ritrae una fase di gioco della partita tra Genoa e Juventus valida per il girone finale della Coppa Federale del 1916, disputata - stando alle cronache de La Stampa - davanti ad un "fiorito di eleganze femminili e di spiccanti divise militari in tribuna"

La partita termina sul punteggio di 2 a 1 per la Juventus, ma non basterà ai bianconeri per vincere la Coppa che andrà al Milan.

mercoledì 9 dicembre 2020

Biblioteca di football perduto

 


IL TERZO TEMPO DEL TIKRIT” di Cesidio Colantonio

TIKRIT è un personaggio di fantasia anche se esplicitamente ispirato allo scrittore Campogiovese che della fantasia e della passione ha fatto arte e mestiere. E’ una collezione di ottantasette pezzi che completa una trilogia dopo “Storie di calcio” e “Da qualche parte vicino al mare”. Questo vortice che lo trascina avanti e indietro lo porta inevitabilmente a modificare, a rivivere, a reinterpretare i suoi ricordi, i suoi pensieri, le sue idee con passione e ad inventarsi nuovi e bei finali per i suoi tanti protagonisti. La storia dice che spettacolo lo sport è sempre stato semmai sono cambiate le dosi e il modo di somministrarle. Il libro è una dichiarazione di amore al calcio sua eterna passione, alla musica, alla vita, allo sport e agli ideali di altri tempi e nello stesso lo scrittore si muove a trecentosessanta gradi, cosa che oggi avviene sempre meno. Ricerca con ostinazione talenti di calcio ma diffonde una cultura variegata e con grandi stimoli, una qualità che semina con garbo e passione. “Il parlare e molto più lo scrivere di se stesso nasce senza alcun dubbio dal molto amor di se stesso” per citare una definizione di Vittorio Alfieri il suo poeta preferito. 

 

TITOLO : IL TERZO TEMPO DEL TIKRIT

AUTORE: Cesidio Colantonio

EDITORE: Lupi Editore

ANNO PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 14,99

PAGINE : 210

 

sabato 5 dicembre 2020

La Juve dei 'puppanti' e la fusione in una squadra unica con il Torino

 Ricordate la boutade di Raiola di alcuni anni fa? Quando disse che due squadre a Milano erano troppe e che Inter e Milan - “quelle” Inter e Milan – avrebbero dovuto fondersi insieme? Bene, molti anni fa quest'idea “indecente” coinvolse le due squadre di Torino, suscitando diversi malumori sotto la Mole. 

Ne parlo oggi per calciomercato.com

Continua a leggere 

 


 

venerdì 20 novembre 2020

IL TORNEO MILITARE DELLA VITTORIA (Parte III)

 

Il 24 novembre iniziava dunque il torneo organizzato per celebrare la vittoria nella Grande guerra. Contrariamente a quanto programmato, però, ci fu un rimescolamento e davanti ad un pubblico entusiasta ma intirizzito dalla temperatura rigida, l'evento ebbe inizio con il match tra il XX Autoparco in maglia gialla e il IV Autoparco in maglia bianca. La partita non ebbe storia, i gialli riuscirono a vincere abbastanza nettamente per 3-0, complice anche il fatto che i bianchi giocarono in dieci e senza i migliori loro elementi, grazie al goal di Perin e alla successiva doppietta di Fresia. Ancor più facile la vittoria del I Autoparco sui Bombardieri di Sassuolo in un'elegante maglia nera con bordi giallo-oro, per 4-0, grazie alla tripletta di Serasso. 

I Autoparco
 

Chiudeva la prima giornata del torneo il match di esibizione tra la rappresentativa inglese di Arquata Scrivia e quella lombarda, vestita di una magnifica camicia rossa con alabarda di Trieste, fascia verde e calzoncini bianchi, che terminò sul punteggio di 0-0, con una rete inglese annullata per fuorigioco e un calcio di rigore fallito da Scarioni1.

Come sintetizzava La Domenica Sportiva:

(...) Le squadre del I e del XX Autoparco si sono nettamente imposte. Non era difficile prevedere tale risultato. I due teams sulla carta si annunciavano degni delle migliori squadre di prima categoria dell'anteguerra; sul terreno hanno confermato la bontà dei loro precedenti. (…) Relativamente facile è stato il compito del XX Autoparco, un «Modena» riveduto e corretto, con Ara, Fresia, Leone, Perin e Binaschi, di fronte alla squadra di Boldorini combattiva, tenace, ben disposta, ma non sufficientemente preparata. (…) La veronese squadra del I Autoparco comprende parecchi divi della pedata. «Il figlio di Dio» più ipotecato dal Kaiser è venuto al Velodromo milanese...a miracolo mostrare, e il forte Pirovano gli è stato degno compagno...in terra.”2

Così la finale del 1° dicembre veniva giocata tra il XX Autoparco e il I Autoparco. 

Le due squadre si schieravano con queste formazioni:

XX Autoparco (maglia gialla): Terzi; Binaschi, Busancano; Ara, Parodi, Leone; Capurro, Aebi, Frwesia, Perin, Forlivesi.

I Autoparco (maglia bianca): Pennano; De Vecchi, Pirovano; Rossi, Boglietti, Lovati; Mosso III, Raso, Sarasso, Bergamino, Ruffa.

Dopo soli 4 minuti di gioco Fresia, raccogliendo un passaggio di Forlivesi segnava il vantaggio per il XX Autoparco. Il I a quel punto si gettava all'attacco ma malgrado i 6 calci d'angolo calciati in poco meno di mezzora non riusciva a superare il portiere Terzi che anzi si metteva in mostra con alcune parate notevoli. Si arrivava così al momento forse decisivo dell'incontro: per un intervento dubbio di Leone e Parodi ai danni di Mosso III l'arbitro, il sig. Perraud, concedeva il calcio di rigore a favore del I Autoparco che però De Vecchi si faceva parare da Terzi. Sul finire del primo tempo era poi ancora il XX a segnare con Perin e ad andare all'intervallo in vantaggio per 2-0. La ripresa non mutava le sorti dell'incontro, con i gialli che dominavano gli avversari e segnavano al quarto d'ora il terzo goal con Aebi. Soltanto a risultato acquisito, sul finire della partita, i bianchi riuscirono a segnare il goal “della bandiera” con Bergamino su passaggio di Raso. 3-1 il risultato finale a favore del XX Autoparco che legittimamente con il proprio capitano Ara poteva alzare la Coppa della Vittoria3.

XX Autoparco


Tabellino finale

24.11 XX AUTOPARCO – IV AUTOPARCO 3-0

24.11 I AUTOPARCO – BOMBARDIERI 4-0

01.12 XX AUTOPARCO – I AUTOPARCO 3-1 (finale 1°-2° posto)

01.12 BOMBARDIERI – IV AUTOPARCO 2-1 dts (finale 3°-4° posto)



1 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 25 novembre 1918

2 Cfr. La Domenica Sportiva del 1° dicembre 1918

3 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 2 dicembre 1918

giovedì 19 novembre 2020

Puskas, il più forte dei forti: Ronaldo lo ha raggiunto, ma non ha mai fatto quattro gol in una finale di Champions

 

È stato il più forte giocatore di calcio della sua generazione, tra i più forti di tutti i tempi, quarto marcatore all-time, recentemente affiancato da Cristiano Ronaldo

Ferenc Puskás ha anticipato il calcio che sarebbe stato, contribuendo a far entrare la Nazionale ungherese nell'Olimpo del calcio. 

Puskás è anche tra i giocatori più forti di ogni epoca a non aver vinto il Campionato del Mondo, come accaduto a Di Stefano e Cruijff.

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martedì 10 novembre 2020

IL TORNEO MILITARE DELLA VITTORIA (Parte II)

 

IV Autoparco

La guerra per l'Italia era terminata da pochi giorni che già il mondo calcistico era al lavoro per celebrare degnamente. Su La Gazzetta dello Sport del 11 novembre si iniziava a parlare dell'organizzazione di un torneo internazionale militare indetto dall'U.S. Milanese al quale avrebbero partecipato il I Autoparco, il IV Autoparco, il XX Autoparco, i Bombardieri di Sassuolo e una rappresentativa inglese di stanza ad Arquata1. Mentre l'ing. Mauro si dimetteva da presidente ad interim della F.I.G.C., il 18 novembre veniva ufficialmente presentato sugli organi di stampa il Torneo militare internazionale benefico pro Associazione Mutilati indetto dall'U.S. Milanese, grazie alla solerte attività di Aldo Molinari con il patrocinio de La Gazzetta dello Sport, al Velodromo Sempione di Milano per le giornate del 24 novembre e 1°dicembre.

Le squadre si sarebbero presentate con queste formazioni:

I Autoparco: Pennano; De Vecchi (cap), Pirovano; Paltenghi, Boglietti, Lovati; Ruffa, Bergamino, Serasso, Mosso III, Remo.

XX Autoparco: Terzi; Binaschi, Busancano; Ara (cap), Parodi, Leone; Capurro, Aebi, Fresia, Perin, Vielmi.

IV Autoparco: Costa; Boldorini (cap), Butti; De Micheli, Giorda, Bartoletti; Fatica, Caffato, Ferro, Massone, Tavella.

Bombardieri: Rolla; Ferraresso, Valpreda; Greppi, Valle, Galliano; Quaglia, Rampini I, Miraglia, Frigerio, Bonci.

Completavano il lotto:

Rappresentativa Inglese: Denton; Walters, Watson; Warner P., Claridge, Warner; Wright, Cooney, Harding, Standon (cap.), Bramhall.

Rappresentativa militare Lombardia: Gambuti; Carmelo, Lanfritto; Scarioni, Soldera, Colombo; Bonello, Bellandi, Cevenini I, Malaspina, Crespi I.

In un primo momento al torneo avrebbe dovuto partecipare la rappresentativa inglese di stanza ad Arquata, ma l'impossibilità di poter scendere a Milano per due domeniche consecutiva fece sì che il suo posto fosse preso dalla squadra dei Bombardieri2.

Questo torneo rivestiva notevole importanza poiché, visti i calciatori che vi avrebbero gareggiato, poteva ben dirsi che con esso riprendeva in grande stile l'attività calcistica dopo gli anni bui e drammatici della guerra3.

Bombardieri Sassuolo

 

Quindi il programma definitivo che in un primo momento venne pubblicato per domenica 24 novembre doveva essere il seguente:

ore 13.45: Rapp. Inglese – Rapp. Lombardia (exibition)

ore 15.00: XX Autoparco – IV Autoparco

ore 16.15: Bombardieri – I Autoparco

(Continua)

 

1 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 11 novembre 1918

2 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 18-22 novembre 1918

3 BASSI, ALESSANDRO, “Il football italiano alla Grande guerra 1915-1918”, Boopen Edizioni, 2018, pag.104

mercoledì 4 novembre 2020

IL TORNEO MILITARE DELLA VITTORIA (Parte I)

Nel primissimo mattino del 24 ottobre iniziava l'ultima offensiva italiana sul Monte Grappa. Era l'inizio della fine della guerra. I combattimenti furono da subito aspri e arrisero in un primo momento alle truppe italiane che riuscirono anche a catturare moltissimi soldati nemici. Sul punto relativo alla ripresa dei combattimenti sul fronte italiano interessante è la lettura del telegramma che Orlando invia all'ambasciatore italiano a Londra. Due gli aspetti nevralgici che si possono estrapolare. Il primo è che dell'attacco lo stesso governo italiano non ne voleva dare un risalto eccessivo per ragioni di ordine pubblico interno, poiché pendenti ancora le trattative per un armistizio era difficile per molte parti dell'opinione pubblica comprendere le ragioni di un nuovo spargimento di sangue.

Altro aspetto interessate è ciò che Orlando dice alla fine, quando cioè spiega come la grave situazione interna austriaca non abbia ripercussioni sulla saldezza dell'esercito: “(...) i dissensi interni dell'Austria non hanno alcuna ripercussione sulla solidità dell'esercito che anche jeri si difese con grande accanimento.”1 A riprova di ciò l'esercito austroungarico il 27 ottobre organizzava una massiccia controffensiva con furiosi assalti ma l'esercito italiano riusciva non soltanto a reggere ma conseguiva importanti successi.2 Il 29 ottobre in una riunione interalleata al Quai d'Orsay nel gabinetto del ministro degli Esteri francese Pichon venivano discussi alcuni dei punti enunciata da Wilson. Per quel che qua ci interessa, riguardo al punto IX Sonnino affermava senza mezzi termini che “tale redazione è insufficiente ai fini della sicurezza, pei quali anche ha combattuto l'Italia, e pertanto non è accettabile per parte nostra.”3 Sul fronte negli ultimi giorni di ottobre l'esercito austro-ungarico veniva rotto e si ritirava sul Tagliamento, mentre quello italiano marciava su Belluno e Vittorio Veneto dopo aver conquistato Conegliano4

Nella giornata del 31 ottobre dal quartier generale italiano venivano dettati i punti dell'armistizio con l'Austria-Ungheria. Il 1° novembre durante la conferenza interalleata Clemenceau leggeva una comunicazione raccolta via radio diretta a Wilson e al comandante in capo della marina americano nella quale i firmatari jugoslavi affermavano di essere in possesso di tutta la flotta austro-ungarica, chiedendo che essa fosse posta sotto la protezione degli Stati Uniti. Ciò provocò malumori in Sonnino il quale rilevava come le condizioni di armistizio approvate il 31 ottobre riguardassero pure la flotta austro-ungarica, mentre “oggi apprendiamo che essa è in mano degli jugoslavi. La loro idea di consegnarla ad uno solo degli alleati, nella fattispecie al presidente Wilson,non è felice.”5.

“Le nostre truppe hanno occupato Trento e sono sbarcate a Trieste. Il tricolore sventola sul Castello del Buon Consiglio e sulla Torre di San Giusto.”

Finalmente, domenica 3 novembre 1918 gli austriaci firmavano l'armistizio a Villa Giusti, le ostilità sarebbero cessate alle ore 15 di lunedì 4 novembre.

(...) i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.”

Con queste parole il generale Armando Diaz chiudeva il bollettino del 4 novembre 1918 delle ore 12, il bollettino della vittoria italiana sull'Austria-Ungheria6. Cessava così in suolo italiano il primo conflitto mondiale, mentre continuava ancora quella contro la Germania. I generali Foch, Di Robilant, Bliss e Wilson sempre durante quella riunione proposero quindi il seguente testo relativo alle condizioni di impiego delle forze alleate contro la Germania:

“(...) Sarà costituito senza indugio un gruppo di tre armate destinate ad operare al fronte bavarese; questo gruppo di armate si eleverà progressivamente, ed al più presto, ad un totale di trenta o quaranta divisioni, da prelevarsi dal fronte italiano, comprese le tre divisioni britanniche e le due divisioni francesi; questo gruppo di armate sarà posto sotto gli ordini di un ufficiale generale italiano; le tre armate saranno comandate da ufficiali generali delle singole nazionalità. (...)”7

Perché la Germania non si arrendeva ed era pronta ad un nuovo scontro navale. La popolazione tedesca era ormai stremata e provata dai lunghissimi e pesanti anni di guerra, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre prima a Kiel e Willhelmshaven e poi nel resto del Paese iniziarono rivolte che portarono il 9 novembre 1918 alla fine della monarchia.

(Continua)

 

1 DDI, Serie V, Vol. XI, n.749

2 Cfr. La Stampa del 28 ottobre 1918

3 ALDROVANDRI MARESCOTTI, LUIGI, Guerra diplomatica - Ricordi e frammenti di diario (1914-1919), Mondadori, Milano, 1939.

4 DDI, Serie V, Vol. XI, n.785

5 ALDROVANDRI MARESCOTTI, LUIGI, Op. Cit.; Cfr. DDI, Serie V, Vol. XI, n.807

6 Cfr. La Stampa del 5 novembre 1918

7 Ibidem

 

domenica 1 novembre 2020

Sampdoria-Genoa, vita del leggendario Franz Calì: divise Genova e fu capitano dell'Italia in una partita memorabile...

 


Il nome di Francesco Franz Calì è legato indissolubilmente a quello della Nazionale perché lui è stato il capitano del primo storico incontro che l'Italia ha giocato contro la Francia nel maggio del 1910, a Milano. Calì, però, è stato molto altro per il calcio pionieristico genovese, oltre ad aver vestito le maglie di Genoa e Andrea Doria.

Il mio racconto oggi, nel giorno del derby della Lanterna, per calciomercato.com QUI

lunedì 26 ottobre 2020

26 ottobre 1863. Happy birthday football!

 

Nel 1857 in Inghilterra nasce la prima squadra di calcio non universitaria, lo Sheffield Club, seguita nel 1862 a Nottingham dal Notts County

Con gli anni '60 del XIX secolo il calcio inizia a darsi una prima importante struttura: il 26 Ottobre 1863, presso la Freemason's Tavern di Great Queen Street, nel West End di Londra, frequentata dall’ambiente liberale inglese, si cerca di uniformare alcune regole, che non erano mai state scritte, del gioco del calcio. A quella prima, storica riunione partecipano i rappresentanti di undici scuole e società di Londra che danno vita alla Football Association1.

All'epoca le tendenze in competizione sono essenzialmente due: quella che voleva conservare l'uso indiscriminato dei piedi e delle mani nel giocare la palla e il tono violento delle partite, e quella che, invece, intendeva escludere l'uso delle mani: i fautori della prima tendenza avrebbero più tardi dato vita alla Rugby Union2

Quella riunione altro non era che uno dei tanti episodi dell'evoluzione di un gioco popolare - praticato in Inghilterra sin dal tardo medioevo - in particolare dello hurling, una delle forme più diffuse di mob football. Questo, il football del "poveraccio", della plebe, aveva un'alta carica di violenza e di eccitamento, che aveva provocato numerose proibizioni da parte delle autorità pubbliche.3


1ALESSANDRO, BASSI, “Il football dei pionieri”, pag.11, ed. Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

2 ANTONIO, GHIRELLI, "Storia del calcio in Italia", Pag.10, Ed. Einaudi, Torino, 1990

3 ANTONIO, PAPA – GUIDO, PANICO, "Storia sociale del calcio in Italia", Vol.I, Pag.11 Ed. Il Mulino, Bologna 1993

venerdì 23 ottobre 2020

Pelé, gli 80 anni del mito: i mille gol, i nomi e la volta che fu quasi dell'Inter

 

 

Di Pelé si è detto tutto e tutto si è raccontato, studiato, sezionato e passato al frullatore del mito, spesso accondiscendendo ad una facile agiografia. Pelé è considerato il più grande di tutti. 

Oggi, per il suo ottantesimo compleanno, ripercorriamo velocemente le tappe della sua immensa carriera per calciomercato.com!

Per continuare a leggere QUI

martedì 20 ottobre 2020

Biblioteca di football perduto

 

Oggi si parla un po' di noi. Grazie all'esaustivo e indispensabile sito Bibliocalcio (www.bibliocalcio.com) per lo spazio che ha voluto dedicare al quaderno del nostro blog dedicato al calcio in Italia durante la Prima guerra mondiale!

Per chi non lo conoscesse Alessandro Bassi è uno storico curatore del prezioso blog “Storie di football perduto” (dove aveva già avuto modo, tra le altre cose, di postare alcuni articoli di approfondimento ripresi poi nel libro) nonché autore di due interessantissimi saggi: “Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale e “1915. Dal football alle trincee”. Ed è proprio a completamento di una ideale trilogia che dopo i precedenti lavori ha voluto pubblicare, questa volta in self-publishing, un terzo libro che facesse luce su un periodo storico inedito per l’editoria calcistica italiana. Motivo questo, da solo, di meritevole apprezzamento.

(continua a leggere...)


martedì 6 ottobre 2020

Ottanta anni fa iniziava il campionato di guerra: calciatori in caserma e il calcio come strumento di propaganda

 

Il 6 ottobre del 1940, 80 anni fa, iniziava il campionato di calcio, il primo giocato in tempo di guerra. In realtà la guerra era iniziata già da un anno, ma l'Italia sin da subito aveva proclamato lo stato di “non belligeranza”. Per il campionato 1940/41, come sappiamo, lo status italiano nel conflitto era mutato.

Ne parlo oggi per calciomercato.com

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giovedì 1 ottobre 2020

Biblioteca di football perduto

 

“IL CALCIO ITALIANO NEL MONDO” di Fabrizio Bombelli

”Il Calcio Italiano nel Mondo” si propone di fornire al lettore una visione generale delle squadre italiane (nazionali, rappresentative e clubs) impegnate nelle competizioni internazionali di tutte le discipline ispirate allo sport più praticato al mondo, il tutto con un occhio di riguardo alle regole, statistiche e palmares dei protagonisti, dal passato ai giorni nostri.


  • Formato: eBook Kindle

  • Lingue: Italiano (Pubblicato)


martedì 8 settembre 2020

1910: PRO VERCELLI - INTERNAZIONALE, DAL FOOTBALL AL PODISMO

Calciatori e società di calcio impegnate in gare di corsa e staffette. È accaduto nell'estate del 1910 quando, grazie al patrocinio de La Gazzetta dello Sport, calcio e atletica si sono unite in una competizione certo bizzarra ma anche interessante. Che poi protagoniste di questa sfida siano state Pro Vercelli e Internazionale a pochissimi mesi di distanza dai “fatti” successivi alla gara di spareggio del campionato di calcio, rende l'evento ancora più gustoso.

Il football in Italia si praticava da pochi anni e pochi erano ancora gli appassionati e anche gli “addetti ai lavori”, tanto che gli studi e le analisi sul valore e sull'importanza della fisicità dei calciatori era proprio agli esordi. Le gare organizzate nell'estate del 1910 mettono in mostra un elemento che sino a quel momento non era stato ancora debitamente studiato e analizzato nella sua unicità: l'atletismo e la velocità del calciatore.

 

Il 17 luglio 1910 al Velodromo di Milano si svolge, tra le altre, il “Criterium di velocità tra i footballers”, con gare podistiche sulle distanze dei 250 metri e dei 1.000 metri. I nomi dei calciatori che partecipano sono di quelli importanti, alcuni di loro sono tra i migliori calciatori italiani del periodo.

(...) Immaginatevi il Marassi, la poderosa ala destra del Genoa alle prese coll'altrettanto rapido Binaschi della Pro Vercelli. Immaginatevi Varisco, uno dei più veloci footballers alle prese coi velocissimi Sala e Boffi.” 1

Così La Gazzetta dello Sport presenta l'avvenimento. L'interesse è senz'altro rilevante. I nomi, come detto, sono importanti. Ci sono i vercellesi Leone, Binaschi, Milano I e Fresia; i freschi campioni d'Italia dell'Internazionale Campelli, Boffi, Fossati e Peyer; Bojocchi, De Simoni e Varisco dell'U.S.M e tanti altri.

Cinque le società impegnate: Ausonia Football Club, Internazionale Football Club, Pro Vercelli, Associazione Calcio Vicenza e Unione Sportiva Milanese. Manca l'Andrea Doria perché i suoi migliori calciatori erano già impegnati con la squadra ginnastica al concorso di Bruxelles.

Ovviamente non mancano i premi. Gerolamo Radice, inventore dell'omonima “Scarpa Radice”, per l'occasione dona “una elegantissima coppa” destinata alla società che risulterà avere la migliore classifica complessiva nelle gare dei 250 e 1.000 metri. Non solo. Il presidente della FI.G.C. Bosisio dona a sua volta una targa destinata alla Società vincitrice della gara di staffetta.

Stando al resoconto de La Gazzetta dello Sport la manifestazione si rivela essere molto interessante, mettendo in luce la più che buona condizione fisica ed atletica dei calciatori italiani. Non solo:

(…) La vittoria di Vercelli ha confermate le opinioni degli intenditori sul valore assoluto degli uomini di quella squadra gloriosa: perché le stesse qualità di velocità e resistenza esperite sui campi di football furono affermate nella riunione del Velodromo. (…)”2

In particolare si mette in luce il capitano della Pro Vercelli Milano I, il quale nelle gare disputate mette in luce tutte quelle doti di eccellente corridore che già sui campi da football lo avevano fatto diventare uno dei migliori calciatori della sua epoca, vincendo la finale dei 1.000 metri in 2'57”. Le sue straordinarie prestazioni si sono rivelate determinanti per la conquista della coppa da parte della Pro Vercelli.

(...) Esteticamente è il tipo del corridore perfetto sulla media distanza, ed infatti quelle stesse qualità che ne hanno fatto fino ad oggi un elemento prezioso ed indispensabile nella prima squadra italiana, lo hanno condotto alla vittoria in una prova di 1.000 metri (…).3

Insomma, la Pro Vercelli in quegli anni non vinceva soltanto campionati di calcio, ma i suoi calciatori le permettevano di primeggiare anche in altre discipline sportive. Eppure, come sappiamo, il dominio delle “Bianche Casacche” proprio nel 1910 viene spezzato da un club giovane ma ben attrezzato: l'Internazionale di Milano. Giusto in aprile i milanesi vincono il campionato nel famoso e chiacchierato spareggio proprio contro i vercellesi, spareggio che porta con sé una lunga scia di veleni e polemiche4. Nel Criterium del Velodromo se la Pro Vercelli vince la coppa grazie a Milano I, l'Internazionale si aggiudica la gara di staffetta grazie alla squadra formata da Fossati, Corinaldesi, De Magistris e Boffi. A volte il destino si diverte, ma in alcune circostanze l'uomo gli dà una mano. Come detto Pro Vercelli e Internazionale si divido equamente i premi, ma alcuni giorni dopo proprio La Gazzetta dello Sport nel suo resoconto si rammarica del fatto che la Pro Vercelli non abbia potuto avere al meglio proprio Milano I nella gara di staffetta, “velando” in qualche modo la vittoria nerazzurra5. La replica della società milanese non si fa attendere e il 28 luglio l'Internazionale lancia una nuova sfida alla Pro Vercelli:

(...) Nel mentre vi facciamo notare che l'Internazionale non aveva in campo i suoi migliori uomini, esclusi dalla gara per virtù del vostro regolamento, mentre ciò non succedeva per la nostra consorella della quale noi non abbiamo mai messo in dubbio il valore, ci dichiariamo sempre a vostra disposizione per qualunque gara e qualunque epoca e con tutti i nostri soci per soddisfare l'opinione pubblica la quale certamente vede in modo falso il nostro valore e il nostro buon nome per le dichiarazioni che appaiono sul vostro giornale. (...)”6

La sfida, dunque, è lanciata. E prontamente la stessa sfida viene raccolta dalla Pro Vercelli che propone gare individuali sulle distanze dei 250 e 1.000 metri e gare di staffetta per quattro corridori su percorso olimpionico7.

Nel frattempo, sempre La Gazzetta dello Sport organizza un convegno aperto ai rappresentanti delle società calcistiche per un chiarimento in vista dalla successiva assemblea federale. Questo convegno viene fissato a Milano per il giorno 8 settembre, data scelta per la sfida podistica tra Pro Vercelli e Internazionale8. In mattinata il convegno e nel pomeriggio, con inizio alle 15.30, l'attesa riunione podistica tra le due società la cui direzione è affidata ad una giuria composta dall'Avv. Bozino per la Pro Vercelli, a Gama direttore sportivo dell'Internazionale e al presidente della Federazione Podistica Italiana dott. Dal Bo9.

Si può anche dire che la lunga battaglia tra le due società iniziata nell'ottobre del 1909 con l'avvio del campionato, culminata con lo spareggio-farsa del 24 aprile e continuata con polemiche anche forti sui giornali e in FI.G.C., l'8 settembre abbia trovato finalmente una conclusione, non in un campo da football bensì su una pista d'atletica.

L'esito finale è a favore dei vercellesi. Binda dell'Internazionale vince la gara dei 250 metri, Milano I della Pro Vercelli quella dei 1.000 metri. La staffetta, dunque, decreterà la vincitrice. La Pro Vercelli schiera Binaschi, Cottino, Bacolla e Milano I; l'Internazionale Gama, Binda, Bazzaro e Fossati. Le prime due frazioni sono nettamente a vantaggio dei milanesi, poi nella terza Bacolla recupera molto dello svantaggio tanto che nell'ultima frazione, quella da 800 metri, i due capitani Milano I e Fossati sono quasi appaiati. Così La Gazzetta dello Sport racconta l'ultima frazione:

(...) La gara si trasforma in una corsa d'attesa: infatti i due campioni procedono insieme per lungo tratto, Milano però attende evidentemente d'impegnarsi in ultimo, mentre l'angoscia stringe tutti i presenti. Suona la campana dell'ultimo giro: Fossati è il primo ad entrare decisamente in azione, ed all'esterno inizia un aumento progressivo. Milano però resiste, ed all'entrata dell'ultima curva, e sul rettilineo finale, con uno sforzo ammirevole sorpassa il pericoloso avversario.”10

 

Il curioso esperimento piace, tanto che anche nell'estate del 1911 verrà organizzato una gara podistica per calciatori.

Sull'argomento ritorneremo successivamente.




1Cfr. La Gazzetta dello Sport del 16 luglio 1910

2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 20 luglio 1910

3Cfr. La Gazzetta dello Sport del 26 luglio 1910

4ALESSANDRO, BASSI, Il football del pionieri, Bradipolibri Editore, 2012, pagg.83-84

5Cfr. La Gazzetta dello Sport del 26 luglio 1910

6Cfr. La Gazzetta dello Sport del 28 luglio 1910

7Cfr. La Gazzetta dello Sport del 1° e 7 agosto 1910

8Cfr. La Gazzetta dello Sport del 19 e 29 agosto 1910. Nel numero del 19 agosto viene erroneamente scritta quale data scelta quella del 4 settembre: in realtà la data corretta è 8 settembre, come peraltro proposto dalla Pro Vercelli il 1° agosto.

9Cfr. La Gazzetta dello Sport del 5 settembre 1910

10Cfr. La Gazzetta dello Sport del 9 settembre 1910

lunedì 27 luglio 2020

CALCIO D'ESTATE. LUGLIO 1924: SPAREGGIO PROMOZIONE

È sempre calcio d'estate, ma il calcio dell'estate 1924 è calcio importante, ufficiale. Di campionato. La Reggiana conquista la sua prima storica promozione in Divisione Nazionale, l'attuale serie A. lo fa al termine di una stagione lunghissima, iniziata ad ottobre e terminata a fine luglio con lo spareggio promozione di Padova, vinto contro i bianconeri di Fiume dell'Olympia.
Fiume fa venire in mente D'Annunzio, eccome. Giusto dal gennaio di quell'anno la città è a tutti gli effetti territorio italiano con la firma del Trattato di Roma, Trattato che ha posto fine all'esperienza dello Stato Libero di Fiume, nato dopo “l'impresa” di D'Annunzio del 1919. La città ha una squadra calcistica dai colori bianconeri del Club Sportivo Olympia che partecipa ai campionati italiani: promossa in Seconda Divisione nel 1923, l'Olympia nella stagione 1923/24 vince il proprio girone e si qualifica alla fase finale.

In casa granata il nuovo presidente, il conte Vittorino Palazzi e il segretario ingegner Pietranera non lesinano impegno nel costruire attorno alla “stella” Romano una squadra competitiva per puntare al salto di categoria. La Reggiana, dopo aver vinto il proprio girone, in quello finale arriva seconda a pari merito con i fiumani grazie alla decisiva vittoria per 1 a 0 conquistata al Mirabello il 13 luglio proprio contro l'Olympia con rete del capitano Vacondio1. Così si rende necessario giocare lo spareggio per la assegnare il secondo “pass” per la massima serie. Spareggio che viene fissato a Padova per il 27 luglio 1924.

La partita si svolge sotto una fitta pioggia che, stando alle cronache dell'epoca, penalizza più la squadra fiumana. L'inizio è fissato per le 16.30, come detto, sul campo neutro di Padova. La Reggiana ci arriva in treno, l'Olympia dopo una non semplice traversata via mare2
Sugli spalti la maggioranza simpatizza e tifa per i fiumani, anche se non mancano certo i tifosi reggiani arrivati con treni, auto e pullman. Il primo tempo pende a favore dei fiumani: una loro rete viene annullata per fuorigioco al quarto d'ora e alla mezzora colpiscono il palo. Intervallo. Secondo tempo, continua sempre a piovere. La Reggiana si ridesta e al 19° minuto, dopo una bella azione orchestrata da Rasia, Michelin e Sereno, Romano ribatte in goal: 1 a o per i granata. L'Olympia accusa il colpo e non riesce a reagire. Alla mezzora con un bel tiro da lontano Rasia sigla il definitivo 2-0 per la Reggiana, 2 a 0 che ha un sapore dolcissimo, il sapore della promozione, della prima straordinaria promozione in massima serie.


1SERRA, LUCIANO, Maglia granata e calzoncini blu, in La Reggiana News n. 2 del settembre 1989
2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 28 luglio 1924

giovedì 16 luglio 2020

CALCIO D'ESTATE. IL TORNEO DI SAINT MORITZ (AGOSTO 1911)

L'estate calcistica del 1911 è una stagione davvero frizzante per le squadre italiane: ben due importanti tornei internazionali, infatti, le vedono protagoniste impegnate a fronteggiare squadre straniere. La voglia di uscire dai confini nazionali il football l'ha sempre avuta, sin dalle sue origini. Nell'età pionieristica del calcio sono stati numerosi i tornei transnazionali che hanno visto gareggiare squadre di diverse nazionalità1. Già abbiamo avuto modo di parlare del Torneo dell'Esposizione di Roma di inizio estate del 19112, sempre in quell'anno, sul finire di agosto, tre squadre italiane vengono invitate ad un altro importante torneo internazionale.


Torneo che si disputa nella verde Engadina nella rinomata località di Saint Moritz, già famosa e ambita stazione sciistica da oltre 40 anni, cioè da quando nel 1864 il visionario proprietario della pensione Faller – l'iconico Kulm Hotel – pensò bene di “allargare” la stagione turistica anche nel periodo invernale. La storia che ha per protagonisti gli incontri del torneo di calcio del 1911 non è però una storia d'inverno. La competizione viene organizzata per la fine di agosto, dal 22 al 25 del mese, aperta a sei squadre: due tedesche, una svizzera e ben tre italiane. Come inizio di stagione agonistica anticipata non è affatto male per le squadre italiane. Con l'estate del 1909 e con l'approvazione del nuovo regolamento organico federale la stagione calcistica in Italia si dilata: il campionato viene giocato nell'arco di due stagioni solari con inizio fissato in autunno e ripresa dell'attività dopo la pausa estiva nella seconda metà di settembre. La trasferta a Saint Moritz, quindi, è un piacevole anticipo di, chiamiamola così, preparazione alla nuova stagione calcistica. Le tre squadre italiane sono l'Unione Sportiva Milanese, il Torino e l'Internazionale che se la dovranno vedere con i freschi campioni di Germania del Viktoria Berlino, i blasonati Phoenix di Karlsruhe e gli elvetici dello Young Boys. La Gazzetta dello Sport nel numero del 21 agosto presenta accuratamente le tre compagini italiane, evidenziandone punti deboli e di forza. Per il giornale milanese delle tre italiane la più attrezzata è il Torino, mentre i più deboli dovrebbero essere i bianconeri a scacchi dell'Unione che si presentano con una formazione di tutti italiani e molti giovani3
 
La prima giornata si gioca dunque il 22 agosto.
I primi a scendere in campo sono proprio i milanesi dell'Unione che alle 10.15 del mattino vengono sconfitti 5 a 1 dallo Young Boys sotto una pioggia torrenziale. La pioggia è davvero l'assoluta protagonista del torneo, il campo diventa da subito fangoso con enormi pozze d'acqua tranne, a leggere il resoconto dell'inviato de La Gazzetta dello Sport, il settore centrale che presenta una lastra di cemento ricoperto con un po' di segatura. Comunque sia, gli svizzeri vincono agilmente, seppur occorre dire che l'U.S. Milanese per quasi tutta la partita ha dovuto giocare in dieci a causa dell'infortunio patito da Boldorini: mattatore della partita l'interno sinistro Marschmeyer – rinforzo proveniente dal San Gallo – autore di tutte le cinque reti degli elvetici, mentre l'unico gol degli italiani è di Rizzi che ribatte in rete dopo la respinta del portiere avversario del rigore tirato da Tonini.
Nel primo pomeriggio è stata la volta del Torino e i granata non hanno avuto scampo contro i fortissimi tedeschi del Viktoria che segnano a raffica, particolare da Otto Dumke che da solo ne infila ben 7: “(...) il giuoco esplicato dal Victoria fu leggero, ma al tempo istesso brillantissimo e cavalleresco. Alle loro combinazioni veloci ed efficacissime nulla poté la difesa torinese (…). Le combinazioni si svolsero sempre calme e sicure, la prontezza degli avanti, validamente sostenuti dalla seconda linea, dominò come volle la difesa italiana (...)4. Per il Torino è una disastrosa sconfitta per 0 a 9!
A chiudere il programma e a tentare di salvare l'onore italiano tocca all'Internazionale che dopo le 16 affronta l'altra compagine tedesca del Phoenix di Karlsruhe. Ancor prima di dare il calcio d'avvio sorge un problema: entrambe le squadre hanno maglie molto simili, dunque i milanesi si fanno prestare le divise dai giocatori del Torino. Così l'Internazionale in maglia granata affronta i forti tedeschi. Il primo tempo è molto equilibrato e termina 3 a 2 per il Phoenix, poi nella ripresa i tedeschi dilagano segnando altre 4 reti contro una sola dei milanesi.
Al termine della prima giornata il risultato per le italiane è mortificante: tre partite, tre sconfitte; in complesso 4 reti segnate e ben 21 subite! Si procede quindi al sorteggio tra le tre italiane per scegliere la quarta semifinalista: la fortuna arride all'Internazionale che se la vedrà ancora con il Phoenix, mentre il Viktoria giocherà contro lo Young Boys.
In realtà la semifinale tra Internazionale e Phoenix viene trasformata in amichevole. I milanesi hanno perso ben due giocatori pertanto sarebbero costretti a giocare la seconda partita in dieci e quindi chiedono il permesso di poter completare lo schieramento con il torinese Bachmann I. Per i tedeschi nulla in contrario, a patto però che l'Internazionale dichiari forfait e che l'incontro venga derubricato ad amichevole. E così accade. Svestita la casacca granata e indossata per l'occasione quella celeste prestata loro dal Viktoria, i giocatori dell'Internazionale danno vita ad un bell'incontro che portano onorevolmente a termine con un lusinghiero pareggio per 1 a 1. Nell'altra semifinale troppo forti si rivelano i tedeschi del Viktoria che eliminano 4 a 2 uno Young Boys “rinforzato” da giocatori di altre squadre: espediente quello svizzero non molto gradito dagli avversari tedeschi che hanno più volte lamentato il fatto che “(...) essi volevano incontrarsi cogli Young Boys e non colla squadra nazionale svizzera”5.
La finale è dunque un affare tutto tedesco. Secondo pronostico a vincere il torneo è il Viktoria che batte non proprio agevolmente i Phoenix per 2 a 1 sotto le sferzate di un fortissimo vento.




1https://www.calciomercato.com/news/dai-pionieri-sino-alla-coppa-intercontinentale-e-toyota-cup-ecco-98798
2http://storiedifootballperduto.blogspot.com/2017/08/calcio-destate-torneo-dellesposizione.html
3Cfr. La Gazzetta dello Sport del 21 agosto 1911
4Cfr. La Gazzetta dello Sport del 23 agosto 1911
5Cfr. La Gazzetta dello Sport del 25 agosto 1911

lunedì 6 luglio 2020

Biblioteca di football perduto

"UNA CASACCA DI SETA BLU" di Paolo Frusca (Ed. Mondadori)
«Bela Guttmann è un personaggio che ho sempre inseguito e adorato, ma perché scrivere ancora di lui? E perché scrivere un romanzo? A raccontare il genio egocentrico, istrionesco e multiforme dell’ungherese (Budapest 1899-Vienna 1981) prima centrocampista e poi allenatore delle più grandi squadre d’Europa e del Brasile (Milan, San Paolo, Benfica, Peñarol, Porto, Panathinaikos…) ma anche psicologo, maestro di danza, barista e parecchio altro ancora, non bastavano le biografie, i saggi e i mille articoli scritti su di lui a partire dagli anni Trenta?
No, non bastavano.
Perché per rendere omaggio a questo innovatore, a questo illusionista dello spogliatoio, a questo visionario che incise così profondamente nella storia del football, ci voleva un sapiente, calibrato mix di realtà e fantasia. Solo così il Guttmann motivatore, quello che manipolava la psiche dei propri giocatori, ma li sapeva anche disporre in campo con maestria, poteva entrare di diritto nella schiera ristretta di coloro che il Gioco non lo hanno subìto ma lo hanno cambiato, trasformato, modellato a propria immagine e somiglianza: gli Happel, i Sacchi, i Meisl, i Cruyff, i Guardiola.
E ci voleva la prosa risciacquata nel Danubio di Paolo Frusca, la sua elegante vena di narratore percorsa da inquietudini mitteleuropee e dall’amore smisurato verso il Gioco, per modellare al meglio non solo la personalità di Bela Guttmann ma la totalità del mondo nel quale ha agito: i sentieri e i percorsi impervi della sua carriera, le vette e le cadute, le fughe e i ritorni. Il tutto tragicamente trascolorato nei vortici del “secolo breve”: quel Novecento per capire il quale, parafrasando José Mourinho, sapere di calcio non sarebbe indispensabile, ma aiuterebbe molto…»
Federico Buffa

 
Genere: Narrativa Contemporanea
ISBN: 9788804727705
204 pagine
Prezzo: € 17,50
Cartaceo
In vendita dal 21 luglio 2020