Genoa |
L'1 e il 2 agosto 1914,
mentre l'Italia dichiarava la sua neutralità nel conflitto bellico
che stava scoppiando sempre più fragoroso, a Torino durante
l'assemblea federale venne deliberato il nuovo organigramma del
campionato, il quale, per quanto riguarda il nord, venne suddiviso in
6 gironi formati da 6 squadre ciascuno, secondo il criterio della
regionalità; al termine delle eliminatorie, le migliori due di
ciascun girone e le quattro migliori terze avrebbero formato i
quattro gironi di semifinale, ciascuno di quattro squadre. Le
vincenti di ciascun girone di semifinale avrebbero quindi formato il
girone finale che avrebbe laureato il vincitore. Per il centro
vennero organizzati due gironi, uno toscano e uno laziale; le
migliori due di ciascun girone avrebbero formato il girone finale.
Completava il quadro il – chiamiamolo così – girone campano al
quale erano iscritte due sole squadre, entrambe di Napoli, il cui
vincitore avrebbe disputato la finale del centro-sud con la vincente
del girone finale del centro. La vincente di questa finale avrebbe
incontrato nella finalissima nazionale la vincente del girone nord.
Insomma, fatte salve poche e lievi modifiche, il campionato 1914/15
si sarebbe svolto come quello precedente.
Internazionale |
Il campionato al nord
iniziò il 4 ottobre, mentre al centro prese il via domenica 1°
novembre 1914. Durante i primi mesi del 1915, mentre la guerra si
faceva sempre più aspra, dura e lunga, l'Italia – come ho
raccontato nel mio 1915, Dal football alle trincee
(Bradipolibri, 2015) – arrivò prima a stipulare il Patto
con le forse alleate e quindi a dichiarare guerra al suo alleato,
l'Austria-Ungheria.
Il 22 maggio 1915 veniva
proclamato lo stato di guerra e il 23 l'Italia entrava in guerra; lo
stesso giorno veniva sospeso il campionato di calcio, quando mancava
una giornata al termine sia nel girone del nord sia nel girone del
centro.
La classifica dei due
gironi era la seguente:
ITALIA
SETTENTRIONALE
GENOA 7
TORINO 5
INTERNAZIONALE 5
MILAN 3
ITALIA
CENTRALE
LAZIO 8
ROMAN 6
PISA 6
LUCCA 0
le partite ancora da
disputare, in programma per il 23 maggio erano queste:
GENOA-TORINO
MILAN-INTERNAZIONALE
PISA-ROMAN
LAZIO-LUCCA
Come abbiamo
detto, la formula prevedeva che la vincente del girone nord
incontrasse in finalissima chi fosse risultato vincitore tra la
vincente del girone centrale e la vincente del girone campano. La
precisazione non appare di poco conto, e adesso vediamo perché.
Lucca |
Nel girone
finale del centro molta confusione desta la posizione del Lucca
poiché alcune fonti danno per certo e per notificata alla F.I.G.C.
la rinuncia al campionato della squadra toscana per problemi d natura
economica, mentre altre fonti tacciono sul punto o addirittura
parlano di incontro che verrà recuperato. Ammesso quindi che la
Lazio avesse effettivamente vinto il girone, rimaneva comunque da
disputare la finale del centro-sud contro la vincente del girone
campano, girone che in realtà era un'eliminatoria tra le due squadre
di Napoli, il Naples e l'Internazionale. Dette squadre giocarono le
due partite in aprile ma entrambi gli incontri vennero annullati per
tesseramenti irregolari di un paio di giocatori e programmati
nuovamente per il 14 e 21 maggio: come sappiamo, l'incontro del 14
venne regolarmente giocato e vide la vittoria dell'Internazionale, ma
non venne mai giocato il ritorno. Con la dichiarazione di guerra
tutto venne sospeso e al termine del conflitto bellico la F.I.G..C.
decise di premiare il Genoa. La decisione di assegnare il titolo alla
squadra genovese venne definitivamente presa nel 1921, ma già nel
1919 la decisione era pressoché certa e ufficiale, tanto da essere
riportata anche dagli organi di informazione e ciò pare abbia
portato Torino e Internazionale di Milano ad alzare la voce e a far
sentire le evidentemente legittime proteste; di analoghi reclami
presentati da Lazio e Internazionale di Napoli, invece, non ne ho
rinvenuto traccia.
Torino |
A ben
vedere, dunque, la decisione federale di assegnare il titolo di
campione d'Italia al Genoa presta il fianco a più di una critica. In
realtà fu un errore che già Emilio Colombo sulle colonne de Lo
Sport Illustrato
del 10 giugno 1915 si augurava non venisse compiuto, ma le sue parole
non vennero ascoltate e così, terminata la guerra, la Federazione
accolse le lagnanze e le richieste dei genoani senza curarsi di
eventuali altri pretendenti. Che in realtà c'erano ma, come abbiamo
visto, o protestarono flebilmente o non si mossero affatto per
ottenere un riconoscimento. Internazionale di Milano, Torino, Lazio e
Internazionale di Napoli teoricamente
erano – al momento dell'interruzione – ancora in lizza per la
vittoria finale.
La
F.I.G.C. assegnò il titolo al Genoa principalmente per due ragioni:
una, diciamo così, di politica sportiva e l'altra più schiettamente
di campo. Quella politica è la più rilevante, a modesto parere di
chi scrive. La Federazione dell'epoca era molto diversa da quella
attuale, molto legata agli ambienti nordisti
e assegnare il titolo al Genoa aveva il significato di premiare
una società che aveva avuto un ruolo di assoluto primo piano negli
anni pionieristici del football nostrano e che ancora aveva parecchi
dirigenti attigui agli ambienti federali. Inoltre un'altra ragione
che aveva fatto propendere la Federazione per questa decisione era
l'assoluto divario tecnico che esisteva tra le squadre del nord e
quelle del sud, divario oggettivo: da quando (stagione 1912/13) il
campionato di prima categoria era stato aperto anche alle squadre del
centro-sud, la finale si era sempre risolta in una passeggiata
per le squadre del nord e la stessa stampa nazionale per celebrare il
campione d'Italia non aspettava certo la finalissima nazionale, ma i
titoli e gli elogi li spendeva già per chi vinceva la finale del
nord, identificando quella finale con la finalissima.
I
fatti sono ormai accaduti, rimetterci mano oggi non mi sembra né
saggio né storicamente corretto.
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