Dici
Bloomer e pensi al goal, a quel momento che tutti aspettano appesi
alle dinamiche di un incontro di football, a quel momento di felicità
bambina che sempre ti sorprenderà, ti emozionerà. Dici Bloomer e ti
saltano alla mente immagini sbiadite di folle che impazziscono per un
giocatore di football, anche se quelle immagini tu non le hai mai
viste, non le ha mai viste nessuno.
Steve
Bloomer, però, è stato questo e molto di più. È stato – come lo
hanno definito Gabriele Manu e Marco Scialanga nel loro volume
Football tra storia e leggenda
– il primo idolo del Derby County, perchè già in quegli anni in
Inghilterra le folle oltre che riempire stadi enormi, si
immedesimavano in un calciatore, sognavano con lui. Riuscì a portare
una squadra dall'anonimato sino alle porte della leggenda, sino ad un
passo dal vincere qualcosa di importante.
Dici
Bloomer e pensi al Derby County, inevitabilmente.
Nato
nel 1874, inizia a giocare al pallone sin da bambino e da subito
mette in evidenza la sua naturale predisposizione al goal, tanto che
su di lui cade l'occhio attento ed esperto di John Goodall, il
Magnifico, grande centravanti
inglese degli anni a cavaliere tra ottocento e novecento.
Nel
1892 Bloomer entra ufficialmente al Derby County e la storia sua e
della società cambia per sempre. Si allena sodo sotto la guida e gli
insegnamenti di Goodall ed esordisce in amichevole segnando quattro
reti: da quel momento l'appuntamento con il goal non lo fallirà più,
sino a quando appenderà definitivamente gli scarpini al chiodo, a 40
anni compiuti, dopo aver segnato 380 reti in 621 incontri.
Dicevamo
di come Bloomer riuscì a far diventare grande una squadra che grande
non la era affatto. Basti pensare che nella sua stagione di esordio
Bloomer segnò 11 reti aiutando la propria squadra a salvarsi dalla
retrocessione, ma già con la stagione successiva gli orizzonti erano
cambiati completamente e con 18 reti portò il Derby County al terzo
posto, piazzamento migliorato due anni più tardi con il secondo
posto assoluto dietro al solo Aston Villa e il titolo personale di
capocannoniere della Division One con 22 reti segnate in 25 incontri.
L'esordio
in nazionale avviene nel 1895, a 21 anni, contro l'Irlanda dove segna
una doppietta, posto che lascerà soltanto nel 1907, a trentatrè
anni segnando il goal dell'1-1 nella partita contro la Scozia. In
nazionale, come riporta Stefano Bedeschi in Di punta e di
tacco Vol. I, il suo score è
impressionante: 28 reti segnate in 23 partite e ben 8 British Home
Championship vinte.
Interessante
riportare qui un giudizio, estratto dal sito Storie di
calcio, espresso su Bloomer da
Frederick Wall, l'allora presidente della Football Association: “Era
un tiratore eccezionale e i suoi splendidi passaggi erano
generalmente effettuati di prima. Steve faceva errori naturalmente,
come tutti, ma era una spanna sopra tutti come goleador”.
E lo
era davvero. Con lui il Derby County arrivò ben tre volte in finale
di FA Cup senza peraltro mai riuscire a vincerla segnando in totale
240 reti in 376 partite, prima di trasferirsi al Middlesbrough per
750 sterline nel 1906 rimanendovi per quattro anni. A 37 anni ha
ancora alcuni goal da segnare e ritorna a casa, al Derby County che
nel frattempo, senza di lui, è precipitato in Divisione Two. E a
casa, nella sua casa, i suoi goal sono ancora una volta decisivi e
con lui il Derby ritorna in Division One.
Il
ritiro, a 40 anni, nel febbraio 1914 al termine della partita contro
il Burnley. A quel punto tutti goal che doveva segnare, li aveva
fatti.
Calcio
e Bloomer è comunque un binomio indissolubile e subito si imbarca in
una nuova avventura, questa volta come allenatore in Germania nel
Britannia Berlin 92 ma la mano feroce della follia bellica spariglia
sentimenti, prospettive e sogni.
Nel
1924 vince la Copa del Rey allenando il Real Union e poi ritorna
ancora una volta a casa, questa volta definitivamente, per allenare
la sua squadra, il Derby County.
Dici
Bloomer e sì, pensi al Derby County, decisamente.
Nessun commento:
Posta un commento