Non
ci crederai, ma c'è stato un trofeo che a suo tempo era più
importante addirittura del campionato. C'è stato un tempo in cui il
campionato era solo un torneo come tanti altri. A quel tempo le
grandi squadre si contendevano la palla Dapples.
A
Genova ancora adesso vanno fieri di aver messo lo zampino – e che
zampino... - anche in questa idea. E a ragione. Fu il vice presidente
del Genoa, l'inglese Henry Dapples, che nel dicembre del 1903 regalò
alla propria squadra questo trofeo d'argento dalle dimensioni di un
pallone affinché lo mettesse in palio. Partita secca da giocarsi sul
campo della detentrice, chi vince si prende la coppa, ma la deve
mettere in palio contro chiunque lanci la sfida.
Il
regolamento prevede che la sfida avvenga con regolare dichiarazione
fatta per iscritto a mezzo raccomandata; la scelta dell'avversaria
cade sulla squadra che per prima in ordine di tempo l'ha lanciata,
oppure a parità di tale requisito, sul team che mai l'abbia
disputata o che provenga dal luogo più lontano rispetto alla città
sede del club detentore. La partita si gioca sul campo del detentore,
non è previsto rimborso per le spese di trasferta.
Una
data: domenica 20 dicembre 1903. Un luogo: Genova, Ponte Carrega. La
partita, la prima partita: Genoa-Andrea Doria. Parità, 1-1. La Palla
rimane al Genoa, perchè così vuole il regolamento. Chi detiene il
trofeo per mantenerlo ha il vantaggio di poter contare su due
risultati su tre.
La
formula è semplice, il successo clamoroso. D'un tratto tutti
vogliono la Palla Dapples. Potenza della pubblicità, potremmo dire.
I giornali la pubblicizzano senza risparmiarsi, concedendo grande
spazio a questa sfida, accrescendone, man mano che le partite si
disputano, sempre più il mito.
Chiunque
può sfidare il detentore, abbiamo detto. Il mezzo della raccomandata
inviata per posta viene ben presto aggirato dall'ingegno dei
dirigenti dell'epoca: c'è chi si presenta con tanto di testimoni al
campo, appena terminata la partita, a consegnare a mani la lettera
con la sfida alla squadra che si è appena aggiudicata la coppa, per
arrivare prima delle poste. Per arrivare prima di arrivare in posta!
E non è affatto infrequente che quella lettera di sfida venga
redatta lì, a bordo campo. Con le contestazioni e i reclami alla
Federazione che si sprecano. La Palla Dapples accende gli animi dei
dirigenti, stuzzica le ambizioni delle squadre, è il simbolo di
quegli anni di pionierismo verace e tumultuoso. Uno status
symbol tra le società di
calcio. Per tentare di mettere un po' d'ordine, la Federazione decide
di intervenire ed impone che la sfida venga lanciata mediante
telegramma. Cambia il mezzo di comunicazione, rimane la corsa contro
il tempo. A far fede è l'orario di spedizione del telegramma. Gli
sfidanti allora si ingegnano ancora, arrivano a spedire telegrammi
contemporaneamente alle due squadre impegnate nell'incontro, senza
attendere che la partita finisca, per tentare di bruciare sul tempo
gli altri sfidanti. Insomma, è una corsa all'oro, la corsa alla
conquista della Palla Dapples!
Ma
perchè questo fervore? Te l'ho detto: perchè tutti ne parlano. E
perchè quelli sono gli anni dei trofei, delle coppe. Le bacheche
sono vuote e occorre riempirle. E a contendersi quella coppa ci sono
le migliori squadre del tempo.
Il
challenge Dapples fu dal 1903 al 1909 il trofeo più importante
nell'Italia calcistica dell'epoca, il suo “mito” si compone di 48
incontri: il Milan è la società che vanta più vittorie, ben 22, il
Genoa è la squadra che se la aggiudicherà definitivamente, vincendo
il quarantottesimo ed ultimo incontro, domenica 26 dicembre 1909, un
crepuscolare 10-0 allo Spinola Football Club Rivarolo. È una data a
suo modo storica, quella del 26 dicembre 1909, anche se nessuno te lo
dirà e probabilmente non la troverai in nessun libro di storia del
football che si rispetti. Ma è storica eccome. Finisce l'età dei
trofei, delle coppe e delle targhe. Il campionato, che ha ormai 10
anni di partite alle spalle, si prende tutto. Nel 1909 la Federazione
emana il primo regolamento organico del gioco del calcio in Italia,
col quale intende regolamentare tutta l'attività calcistica e pone
al centro di tutta la sua attività il campionato, da lì in poi vero
faro di tutto il football – anzi, calcio – in Italia.
La
Palla Dapples il 26 dicembre 1909 mette in scena l'ultima
rappresentazione di un modo di vivere il football che non c'è più.
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