martedì 15 maggio 2018

IL FOOTBALL DA CAPORETTO A VITTORIO VENETO

8. Il calcio militare (Parte II)

Proseguono le trattative di pace tra Germania e Russia, con i tedeschi che pongono condizioni molto pesanti sino a quando si arriva al diktat del 9 febbraio imposto dalla Germania: una parte dei bolscevichi vuole opporsi ed è dell'idea di proseguire la guerra, Lenin, all'opposto, è fermo sulla sua posizione di firmare ad ogni costo la pace. Trotzki, invece, pur non essendo d'accordo con le imposizioni tedesche, ritiene che l'unico modo per poter giungere ad una pace non vessatoria sia che la Russia si rifiuti unilateralmente di combattere, in modo tale da porre il comando tedesco in crisi e in aperto contrasto con l'opposizione interna tedesca. E così il 10 febbraio Trotzki annuncia la smobilitazione dell'esercito russo, ma è un azzardo che la Russia pagherà a caro prezzo1. La settimana successiva l'esercito tedesco riprende le operazioni e avanza sfondando le linee russe ormai sguarnite, costringendo Lenin ad ottenere l'autorizzazione alla firma di una pace che prevede condizioni ancor più gravose di quelle rifiutate ad inizio febbraio2. Il 3 marzo 1918, continuando i bombardamenti tedeschi a Pietrogrado, viene infine firmato il trattato di Brest-Litovsk tra la Russia da una parte e l'Austria-Ungheria, la Germania, la Bulgaria e l'Impero Ottomano dall'altra, segnando così il ritiro della Russia dalla Prima guerra mondiale, sotto il peso di condizioni durissime e umilianti3.
Sempre domenica 3 marzo, in Italia trova finalmente fine – almeno sul campo – la Coppa Mauro con l'incontro di spareggio tra il Milan e l'Internazionale, anche se ancora molti sono i dubbi che effettivamente quello possa essere l'epilogo della manifestazione. 
Fatto è che il 3 marzo le due squadre scendono in campo al Velodromo di via Arona e per l'occasione il Commissario Federale del Comitato Regionale lombardo formula ufficiale richiesta al Prefetto di Milano affinché l'incontro si possa giocare alla presenza del pubblico. Come abbiamo già avuto modo di dire, era accaduto nei mesi precedenti che Milano fosse oggetto di attacchi nemici e riunire una folla di spettatori attorno ad un campo da gioco poteva essere pericoloso. L'idea del Comitato Regionale lombardo era quello di devolvere l'incasso a favore della sottoscrizione cittadini Pro Profughi delle Province invase, come era accaduto già in occasione di altre manifestazioni sportive e venne accolta. Il Milan si presenta al completo mentre l'Internazionale arriva alla partita decisiva priva del suo giocatore migliore, l'italo-svizzero Aebi, e così i rossoneri non hanno particolari difficoltà a vincere contro i cugini una partita che però ha un andamento diverso da quello che il risultato finale potrebbe far pensare. In realtà sino al 60° il punteggio era ancora aperto, il Milan aveva sì manifestato la sua superiorità ma non stava andando oltre il minimo vantaggio di 2-1. Poi i nerazzurri si erano spenti completamente, e in poco tempo sparirono letteralmente dal terreno di gioco lasciando campo aperto ai rossoneri. Così il Milan dilaga segnando sei reti nello spazio di 25 minuti, finendo per vincere il derby per 8-1, con Cevenini autore di un leggendario pokerissimo di reti. 
Al termine dell'incontro, però, il Milan non sa ancora se ha vinto o meno la Coppa, perchè ancora rimane da chiarire la questione del reclamo del Legnano. Ad ingarbugliare ancor più la vicenda c'erano state le dimissioni di Mauro pochi giorni prima della disputa della partita, così nessuno poteva dire con certezza ciò che sarebbe accaduto, considerato anche che il risultato della partita in un primo momento non venne omologato e restò sub judice4. La stessa Gazzetta dello Sport l'indomani lanciava una richiesta al Legnano di rinunciare alle sue pretese affinché la vittoria così netta e limpida del Milan sui cugini dell'Internazionale potesse suggellare la vittoria della Coppa5

 
1 DDI, Serie V, Vol. X, n.243
2 DDI, Serie V, Vol. X, n.290-291
3 DDI, Serie V, Vol. X, n.332
4 Cfr. La Domenica Sportiva del 14 aprile 1918
5 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 4 marzo 1918

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