1915: DAL FOOTBALL ALLE TRINCEE

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Recensione apparsa domenica 19 luglio su Alto Adige e Trentino a cura di Carlo Martinelli



Recensione apparsa lunedì 1° giugno su Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e Il Gazzettino di Venezia a cura di Annalisa Celeghin

  Recensione di PianetaGenoa1893.net





PERSONAGGI&INTERPRETI


Riccardo Bollati: Ambasciatore d'Italia a Berlino;

Giuseppe Avarna di Gualtieri: ambasciatore d'Italia a Vienna;

Antonino marche di San Giuliano: ministro degli esteri dell'Italia

Sidney Sonnino: Ministro degli esteri d'Italia

Antonio Salandra: Presidente del Consiglio dei Ministri d'Italia

Leopold Berchtold: Ministro degli esteri dell'Austria-Ungheria

Ludwig von Flotow: Ambasciatore di Germania a Roma

von Merey: Ambasciatore d'Austria-Ungheria a Roma

Jagow: Ministro degli esteri della Germania

Heinrich von Tschirschky: Ambasciatore di Germania a Vienna


Andrea Carlotti di Riparbella: ambasciatore d'Italia a San Pietroburgo

Sergej Sazonov: Ministro degli Esteri della Russia

Sir Edward Grey: Ministro degli Esteri di Inghilterra

Karl von Macchio: ambasciatore d'Austria-Ungheria a Roma

Guglielmo Imperiali di Francavilla: Ambasciatore d'Italia a Londra

Tomaso Tittoni: Ambasciatore d'Italia a Parigi

Carlo Monti: “incaricato d'affari” del governo italiano presso la Santa Sede 


PRESENTAZIONE

Il libro racconta due storie, entrambe vissute sotto i cieli plumbei e minacciosi di cento anni fa, durante i mesi di neutralità italiana, quelli che corrono tra lo scoppio della prima guerra mondiale nel giugno del 1914 sino all’intervento italiano nel maggio del 1915.
Una di queste storie vuole raccontare, attraverso l’analisi dei documenti diplomatici italiani dell’epoca e la riproposizione di ampi stralci di materiale memorialistico di alcuni dei protagonisti delle vicende di quel periodo, quello che accadde nelle stanze segrete delle ambasciate e dei Ministeri, mentre nelle vie, nelle piazze e nei caffè di tutti i paesi e di tutte le città d’Europa si vivevano gli ultimi attimi di un mondo e di un’epoca che non sarebbero più tornati.
L’altra storia, invece, è quella che segue il racconto dell’unico campionato di calcio italiano che non vide mai la fine, raccontato con le parole dei giornalisti e le fotografie dei giornali dell’epoca; un gioco, quello del calcio, che mano a mano che passavano i mesi si legava sempre più forte alle vicende belliche, tingendo – per dirla come Vittorio Pozzo ha raccontato – di grigio-verde le gradinate degli stadi. Un intreccio, quello tra calcio e guerra, evidenziato dalle sempre più numerose partite organizzate in Italia per raccogliere fondi a favore del Belgio occupato e delle "terre irredente"; dal crescente numero di calciatori richiamati alle armi e mandati al fronte, nonché dalle commoventi partite che durante la notte di Natale del 1914 vennero giocate in modo del tutto estemporaneo e spontaneo tra reggimenti nemici sul fronte.
Un modo diverso di raccontare un’Italia e un dramma europeo così lontano ma anche così tragicamente vicino e attuale.



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