martedì 31 marzo 2015

Gli incontri internazionali di Pasqua (Part. 2)

La Pasqua era l'occasione ideale per irrobustire l'offerta di calcio negli anni dei pionieri.
L'entusiasmo, a volte un po' “pompato” dai corrispondenti dei giornali dell'epoca, con il quale il pubblico seguiva il football fece sì che sempre più elevata fosse la richiesta di partite, e così vennero con gli anni organizzati sempre più incontri: campionato, targhe, trofei, challenge ed amichevoli. Il fine settimana pasquale era l'ideale per organizzare amichevoli: il campionato – esiguo nella sua composizione dei primi anni – in aprile era finito o quasi, le giornate erano più miti e quindi c'era nelle persone più voglia di stare all'aria aperta e di seguire lo sport e il calcio in particolare.
Per la Pasqua del 1907 si segnalano alcune amichevoli in programma a Milano, Torino, Genova e Vercelli.
All'ingresso del campo sportivo sventolano su di un pennone, in fraterno amplesso, due vivaci stendardi: il tricolore e la croce bianca su campo rosso della Confederazione elvetica. Due nazioni vicine, due nazioni amiche. Dentro, nel verde prato, ventidue campioni si contendono in amichevole gara.”
Fu così che la stampa presentò il match di Torino del 31 marzo 1907, giorno di Pasqua. La squadra svizzera era quella di Berna, lo Young Boys, impegnata in quei giorni in una doppia sfida a Torino e Genoa: vincerà entrambe le gare, 3-2 contro il Torino alla domenica e 4-2 contro il Genoa il giorno dopo, lunedì di pasquetta. E mentre a Vercelli la Pro usciva sconfitta nella partita contro il Lione Football Club, a Milano il Milan affrontò due volte un'altra squadra svizzera, il F.C. Bale di Basilea, perdendo entrambi gli incontri per 3-4, mentre la sua seconda squadra vinceva le due partite giocate contro la prima squadra del Chiasso (4-2 alla domenica e 6-1 al lunedì)

L'anno successivo si fecero le cose in grande, e due importanti giornali organizzarono due tornei a Torino e Milano.
A Milano La Gazzetta dello Sport organizzò all'Arena Civica nelle giornate del 19 e 20 aprile 1908 il “Meeting di Pasqua” che venne vinto dalla squadra francese del Club Francais di Parigi:
19.04.08: MILAN – CLUB FRANCAIS PARIS = 2 – 3
19.04.08: PRO VERCELLI – OLD BOYS BASILEA = 0 – 2
20.04.08: CLUB FRANCAIS PARIS – PRO VERCELLI = 1 – 0
20.04.08: OLD BOYS BASILEA – MILAN = 2 – 1
A Torino, nei medesimi giorni di Pasqua e Pasquetta, La Stampa Sportiva organizzò il I° torneo internazionale di foot-ball “Stampa Sportiva”, con in palio una targa d'oro per il vincitore:
Svizzera e Germania interverranno con le loro migliori forze nazionali.
Il Servette F. C. di Ginevra è campione federale svizzero 1907 ed il miglior quotato pel titolo di campione anche di quest'anno. Il Freiburger Fus-Ball Club pure è campione germanico 1907.
Quattro nazioni, quindi, che si presentano come meglio non potrebbero, coi propri campioni nazionali.
Il prefetto ha concesso per le due giornate di gare le Musiche militari del 25.o e 26.o fanteria.”
Completavano il quadro, la squadra francese del Union Sportive Parisienne e la squadra della città ospitante, il Torino che aveva eliminato nello spareggio la Juventus. Due parole brevi in merito a questo spareggio. Da subito fissato per il 5 aprile, l'incontro dovette essere sospeso a causa del brutto tempo e rinviato al 12 aprile, quando, sempre sotto una fredda pioggia, il Torino, in rimonta, vinse 2-1.
Tutta la città pare vivere il torneo come un grande evento: ci sono fanfare e sbandieratori lungo le vie del centro, migliaia di manifesti con il programma del torneo vengono distribuiti ai passanti e nei locali. Insomma, pare proprio che la Pasqua calcistica del 1908 non sia altro se non a Torino.
Domenica 19, quindi, al Campo Sportivo alle 15 davanti ad oltre duemila persone, dopo la sfilate delle quattro squadre partecipanti e dopo l'esecuzione dei quattro inni nazionali, scesero in campo il Servette e il Friburgo, incontro dal quale risultò vincitore – non senza polemiche – la squadra svizzera (5-3). Successivamente il Torino vinse facile contro i francesi del Union Sportive Parisienne (4-0) aggiudicandosi il diritto di disputare la finale; grande protagonista della partita fu Debernardi, che segnò 3 reti.
La prima giornata si concluse, alla moda dell'epoca, con un sontuoso banchetto offerto da La Stampa Sportiva presso il salone posteriore del Palazzo delle Belle Arti, al Valentino, alla presenza del direttore del giornale, Gustavo Verona, delle Autorità, dei consoli e dei dirigenti delle società impegnate nel torneo.
La lieta riunione si scioglie fra canti sportivi internazionali e fra triplici salve di hip-hip-hip-hurrà”
Il giorno dopo si svolse la seconda e conclusiva giornata di gare. Il programma doveva aprirsi con la “finale” di consolazione tra le squadre uscite sconfitte, ma il Friburgo non si presentò e pertanto l'Union Sportive Parisienne si dovette accontentare di disputare un'amichevole contro la Juventus. Amichevole che perse peraltro nettamente (0-4)
Alle 17, incominciò l'attesa finale tra il Torino e il Servette, davanti ad oltre duemila persone:
(...) Epica lotta veramente. Se nella prima ripresa furono gli svizzeri a dominare continuamente la situazione, nella seconda invece fu Torino che fece sovente l'attacco”
Alla fine fu comunque il Servette ad avere la meglio, con un netto 3-1
Ti ho raccontato di questi due tornei pasquali per sottolineare come la stampa si stesse interessando e non poco al nuovo sport, al football: non sarà quindi una sorpresa vedere l'anno dopo il più importante giornale non sportivo italiano, il Corriere della Sera, dedicare un'intera pagina del lunedì al campionato di calcio.

venerdì 27 marzo 2015

Gli incontri internazionali di Pasqua (Part. 1)

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, cari lettori. I pionieri italiani del football la pensavano così, se è vero che per i giorni di Pasqua organizzavano quasi tutti gli anni amichevoli spesso internazionali dal sicuro richiamo per il pubblico.
Prima di parlare di alcune delle più importanti amichevoli di Pasqua dei primi anni del '900, bisogna fare un passo indietro. Occorre ricordare quello che è considerato il primo incontro internazionale disputato in Italia. La data è quella del 30 aprile 1899, il luogo il Velodromo Umberto I di Torino.
Si affrontarono due rappresentative di giocatori militanti nel campionato italiano e in quello svizzero. Il criterio di selezione era “residenziale”, infatti componevano la squadra italiana anche molti giocatori inglesi. Sarà soltanto con il 1910 che la nazionale verrà creata utilizzando solo giocatori italiani. Ma è un'altra storia. Quel giorno del 1899, dunque, per la prima volta in Italia si disputava una partita internazionale: vinse la squadra svizzera, 2-0.
L'anno “zero” delle sfide internazionali per le squadre di club italiane è il 1903.
Guarda caso, è ancora il Genoa ad inaugurare la serie.
Ma andiamo con ordine. In marzo si giocarono le eliminatorie del campionato e la Juventus ottenne il diritto di sfidare in finale i detentori del Genoa, finale fissata per domenica 29 marzo a Genova, poi rinviata dalla F.I.F. al lunedì di Pasqua, 13 aprile.
Domenica 1° marzo, a Ponte Carrega, per la prima volta una squadra straniera viene in Italia per giocare una partita: è la squadra francese del Football VeloClub di Nizza. Il Genoa vince facile, 6-0 (4-1 nel primo tempo), con tre reti segnate da Salvadé.
Pare interessante riportare come La Stampa lanciò la notizia sul numero 60 del 1°marzo, perchè si riallaccia a quanto detto poc'anzi:
(...)E' questo il secondo match internazionale che si gioca in Italia. Il primo ebbe luogo a Torino, nel 1899, contro una squadra svizzera, che rimase vincitrice con 2 punti a zero.”
A fine aprile, a campi invertiti, si giocò la rivincita. Partita da ricordare, anche questa, perchè è la prima volta che una squadra italiana disputa un incontro all'estero. Cambia il campo, ma non l'esito finale: vince ancora il Genoa, questa volta 3-0

 
Ma veniamo, finalmente, a parlare delle amichevoli di Pasqua.
Da Genova ci spostiamo a Torino, sul prato del Velodromo Umberto I.
Venerdì 10 aprile, Venerdì Santo, la Juventus affrontò in amichevole, perdendo 0-1, gli svizzeri del Montriond Foot-Ball Club di Losanna, rinforzati per l'occasione da alcuni giocatori del Berna FBC e dello Zurigo FBC. É la prima volta che per le festività pasquali si organizzano partite internazionali di football. Due giorni dopo, la domenica di Pasqua, si giocò di nuovo:
Domenica 12 aprile, giorno di Pasqua, al Velodromo Umberto I di Torino la Juventus si misurò con i campioni svizzeri del Club Athletique di Ginevra. Anche se chiamare Juventus la squadra torinese non è propriamente corretto. Infatti non trovarono tutti i componenti della prima squadra della Juventus, bensì una squadra composta con diversi elementi scelti tra i campioni del Foot-Ball Club Torinese, dell'Audace e della Juventus”
Perchè non giocò la Juventus ma una “mista” torinese? Perchè la Juventus il giorno dopo, il 13 aprile, sarebbe stata impegnata a Genova per la finale del campionato (che poi perse 0-3) e quindi alcuni giocatori rimasero a riposo. Non tutti però, la maggioranza disputò entrambi gli incontri: tra gli altri, il portiere Durante, Armano I, Goccione, Malvano e Bollinger.
Come puoi intuire, una amichevole internazionale aveva, per i pionieri, se non proprio la stessa importanza del campionato, sicuramente il medesimo fascino.
Un paio d'anni più tardi, nei giorni di Pasqua e Pasquetta del 1905, a Genova il Servette di Ginevra giocò due volte contro il Genoa, sconfiggendolo in entrambi gli incontri: alla domenica 1-0 e al lunedì 3-1. A Milano, nelle giornate di sabato e domenica Milan, U.S. Milanese, San Gallo e Lugano, davanti ad un numeroso pubblico, disputarono una serie di amichevoli dalle quali risultò netto vincitore il Football Club San Gallo:
22.04.05: MILAN – F.C. LUGANO = 3 – 0
22.04.05: U.S. MILANESE – F.C. SAN GALLO = 0 – 7

23.04.05: U.S. MILANESE – F.C. LUGANO = 4 – 4
23.04.05: F.C. SAN GALLO – MILAN = 4 – 2

In Piemonte, invece, fu la Juventus la protagonista della Pasqua torinese del 1905, fresca vincitrice del suo primo campionato. Domenica 23, infatti, al Velodromo Umberto I venne giocata Juventus – Montriond F. C.:
L'interesse sempre crescente con cui i torinesi hanno seguito le peripezie della squadra dei bianchi e neri, fino alla conquista della coppa di campionato, si concentrerà sul match di domenica”
Davanti a quasi 700 persone la Juventus dovette inchinarsi agli svizzeri (1-2), ma già era pronta la rivincita! Il giorno dopo, lunedì di Pasqua, le due squadre si affrontarono nuovamente, questa volta sul piazzale Conte di Torino a Vercelli. Molto attesa dovette essere questa partita in città poiché così il giornale presentò l'incontro:
(...) Ai graditi ospiti verranno fatte festose accoglienze. Infatti saranno ricevuti alla stazione dalla Fanfara della Pro-Vercelli e saranno accompagnati al Municipio. (…) Giungeranno a Vercelli lunedì mattina, col diretto delle 10. Alla sera, poi, grande pranzo in onore degli ospiti all'Albergo del Leon d'Oro.”
Perchè ancora nel 1905 la cosa più importante, amici, era stare in compagnia!


martedì 17 marzo 2015

Football Club Torino

Verso la fine del 1906, precisamente il 3 dicembre, in una notte ribelle di nebbia gelida nacque una società destinata a lasciare un'impronta indelebile nella storia calcistica nostrana: il Football Club Torino. Nella birreria Voigt di Via Pietro Micca, un gruppo di dissidenti juventini capeggiati da Alfredo Dick si unirono con il F.C. Torinese, la Ginnastica Torinese e con l’Internazionale di Torino, in altre parole con tutte le squadre che avevano scritto la (ancor breve in verità) storia del football cittadino. Da questa unione, benedetta dal Duca degli Abruzzi, venne fondata la squadra che, da lì in poi, sarebbe diventata l'antagonista cittadina della Juventus. Con Dick se ne andarono anche alcuni degli elementi migliori della Juventus come lo scozzese Dimet e l’inglese Squair e pure un campo dove giocare. Infatti il contratto con il quale la Juventus disputava le proprie partite interne al Velodromo Umberto I era stato firmato e intestato da Dick e, una volta fondato il Torino, sul campo del Velodromo ci giocò la neonata squadra torinese.
Da subito venne adottato il granata come colore sociale. Motivo? Non c'è una spiegazione univoca: un po' storia un po' leggenda, per alcuni la decisione fu presa da Dick come omaggio alla squadra del Servette di Ginevra, della quale era gran tifoso; per altri, invece, la spiegazione risiede nella volontà di omaggiare il presidente onorario del club, il Duca, con l'utilizzo del colore della Brigata Savoia che nel 1706 aveva liberato Torino dall'assedio dei francesi. Un po' storia un po' leggenda, caratteristiche che saranno proprie del club per tutta la sua storia a venire.
L'esordio ufficiale avvenne una decina di giorni più tardi, a Vercelli, il 16 dicembre: fu una bella vittoria per 3-1 a dare fiducia ai soci e ai giocatori. Anche i successivi risultati del Torino non furono per nulla negativi, se è vero che nel campionato del 1907, dopo aver sconfitto per ben due volte la Juventus (2-1; 4-1), si piazzò secondo nel girone finale alle spalle del Milan, senza perdere mai una partita!
Iniziava così la storia e anche la leggenda...

giovedì 12 marzo 2015

giovedì 5 marzo 2015

Società Ginnastica Pro Vercelli

Se c'è una società, nel football dei pionieri, che ha segnato un'epoca tanto dal punto di vista tecnico-tattico quanto da quello politico, senza dubbio quella società è la Pro Vercelli. Gli anni '10 del Novecento furono dominati dalla squadra piemontese, che fece salire alla ribalta giocatori, dirigenti e un tipo di gioco che fecero epoca: la forza della “Bianche Casacche” in quegli anni era schiacciante e andare a giocare a Vercelli, al campo Principe di Napoli, non era facile per nessuno, quella squadra e quel pubblico sapevano come intimorire gli avversari. La storia, come spesso accadeva in quegli anni, nacque lontano dal football. Nel 1892 vide infatti la luce la Società Ginnastica Pro Vercelli, ma di calcio se ne sarebbe parlato soltanto nel 1903, quando venne aperta la sezione football.
La squadra giocò il suo primo campionato di prima categoria nel 1908, quando la Federazione organizzò ben due tornei, uno “Italiano” (aperto solo ai giocatori italiani) e uno “Federale” (ove potevano scendere in campo anche gli stranieri); la Pro Vercelli vinse – tra la sorpresa generale – il campionato italiano battendo Juventus, Andrea Doria e Unione Sportiva Milanese, facendo sfoggio di un gioco aggressivo, dinamico, molto più maschio di quello che giocavano le squadre infarcite da inglesi. “Il calcio non è uno sport per signorine”, era solito dire uno dei più importanti giocatori vercellesi, Guido Ara, e una delle armi dei vercellesi era proprio il grande agonismo che mostravano durante le partite. A partire da quel torneo i piemontesi dominarono la scena italiana, sul campo e fuori, grazie ad una squadra infarcita di ottimi giocatori e grazie al loro presidente, l'avvocato Luigi Bozino, figura di spicco nel panorama federale dell'epoca. La Pro Vercelli tra il 1908 e il 1913 vinse ben 5 campionati e uno lo perse (nel 1909/10) in maniera a dir poco rocambolesca nel “famoso” spareggio giocato contro l'Internazionale. Ovviamente una tale supremazia si rispecchiò anche in Nazionale, alla quale la Pro Vercelli diede sempre tanti campioni: Milano I, Ara, Leone I, il portiere Innocenti e il prolifico attaccante Rampini, per ricordarne alcuni. Addirittura nel 1913, per l'incontro Italia – Belgio del 1° maggio, la Nazionale schierò ben 9 giocatori vercellesi e la rete della vittoria (1-0) venne segnata da Ara su punizione concertata con il compagno Milano I: di quella partita è stato tramandato il telegramma con il quale il presidente Bozino comunicò la vittoria: “La Pro Vercelli ha battuto il Belgio!”