venerdì 12 novembre 2021

Quando la Svizzera impedì all'Italia postbellica di essere esclusa dalla Fifa

 

A poche ore dall'incontro Italia-Svizzera decisivo per la qualificazione al prossimo Mondiale in Qatar, ripercorriamo un'Italia-Svizzera particolare, del novembre 1945, la prima partita della Nazionale italiana dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

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giovedì 14 ottobre 2021

Biblioteca di football perduto

 

Quarantatre racconti di vita, di sport, di calcio, in bilico tra l’avventura e la fantasia segnano il ritorno alla scrittura di Cesidio Colantonio con il libro “I figli di Annibale”, il quarto dedicato alla narrazione dello sport. Racconti che si snodano attraverso:

✓ le storie personali dei campioni,

✓ professionisti dello sport

✓ sino a quelle dei giovani talentuosi,

✓ giovani promesse del calcio, di chi vive lo sport con passione e fantasia e che ancora può condividere in una casa comune esperienze ed emozioni.

Racconti che tentano di rintracciare memorie e immagini vecchie e nuove e le proiettano verso il futuro. Il calcio, lo sport, la vita sono una macchina del tempo per rivivere emozioni in bianco e nero che colorano le nostre giornate con la patina del tempo che scorre. Tutto finisce, tutto passa, tutto scorre, ma il cuore non dimentica.

 

TITOLO: I FIGLI DI ANNIBALE

AUTORE: Cesidio Colantonio

EDITORE: Lupi Editore

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PAGINE : 159


mercoledì 6 ottobre 2021

Italia-Spagna, non solo Mondiali ed Europei: prima della Nations c'è un 7-1 olimpico, per la gioia del fascismo

 

Italia-Spagna è una della “classiche” del calcio continentale, una sfida che ha segnato momenti importanti nella storia centenaria della Nazionale italiana. 

A poche ore dalla semifinale di Nations League ricordiamo la doppia sfida ai Giochi olimpici del 1928.

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lunedì 27 settembre 2021

Album di football perduto

 

 

Venezia - Torino del 29 novembre 1942 viene vinta dagli ospiti per 3 a 0 anche grazie a due reti segnata da Loik e Mazzola, gli interni che proprio nell'estate del 1942 erano stati ceduti dal Venezia al Torino.

(Fotografia tratta da "Il calcio illustrato" n. 42)

sabato 25 settembre 2021

IL SECOLO GRANATA. 25 SETTEMBRE 1919, BUON COMPLEANNO REGGIANA!

 

In Italia e a Reggio Emilia con le celebrazioni del 4 novembre 1918 tornava finalmente la pace e si ricominciava a parlare di football. Sul finire del 1918 a Reggio Emilia viene ricostituita l'Unione Sportiva Edera e La Gazzetta dello Sport nel numero de 27 dicembre si chiede se la vita sportiva a Reggio Emilia sia in ripresa, così come in tutte le altre città italiane, sottolineando come “la cittadinanza, la classe commerciale specialmente, gli enti cittadini dovranno non soltanto incoraggiare teoricamente, ma aiutare finanziariamente, come del resto avviene in quasi tutte le città e cittadine d'Italia, le iniziative sportive”1.

Severino Taddei

Il 9 febbraio 1919 iniziano gli allenamenti sul campo delle Tagliate fuori Porta Santo Stefano della squadra di football dell'U.S.Edera, allenamenti che vengono diretti da Severino Taddei2. Taddei è un nome di un'importanza capitale nella storia del football della città, perché lui sarà “il papà” della Reggiana. Nato a Reggio nel 1897 “Umberloun” – così soprannominato per il fisico possente - si appassiona da subito al nuovo gioco che pratica sul campo della palestra Camparini, parte soldato a Torino e da qui si arruola e finisce con il combattere sul Carso durante la Prima guerra mondiale3. Tornato a Reggio a guerra terminata, Taddei ha voglia di riprendere il discorso calcistico interrotto e gioca alcune partite con la squadra di football dell'Edera sino all'estate del 1919 quando il 5 giugno fonda egli stesso un club, con tanto di sottoscrizione pubblica:

Il 5 giugno 1919 per iniziativa del sig. Severino Taddei si fondò il Reggio F.B. And Kricket Club. (…) Il campo di gioco fu segnato sul prato del Mirabello alla distanza di circa 40 metri dalla V. Emilia”4; intanto a luglio viene anche ricostituita l'Audax Football Club con sede in via Emilia Santo Stefano 265, seppur sin da subito palesi grosse difficoltà finanziarie, tanto che la Presidenza sul finire di agosto lancia una pubblica petizione con tanto di apertura di un libretto bancario presso la Cassa di Risparmio ove far fluire le donazioni6. Queste società per tutta l'estate del 1919 organizzano incontri e manifestazioni sportive, anche se la più attiva è senza dubbio l'Edera che in occasione dei festeggiamenti del XX settembre, assieme alle autorità militari e alle associazioni patriottiche, organizza una due giorni di eventi sportivi al Mirabello, con serata di gala prevista al teatro Municipale con la messa in scena della “Norma”7.

Sempre il 21 settembre il Reggio pareggia in amichevole con il Bologna allo Sterlino per 2 a 2 con doppietta di Cagnoli8, ma ormai i giochi sono fatti e il calcio cittadino sta finalmente per riunirsi sotto un'unica bandiera.

Il Giornale di Reggio. Nasce la Reggiana

Il 25 settembre 1919 i soci del Reggio Foot-Ball Kricket Club, dell'Audax e della Juventus, “(...) desiderosi di combattere sui campi dello sport battaglie degne del bel nome sportivo della nostra città” si riuniscono e danno vita all'Associazione Reggiana Calcio9. Appena tre giorni più tardi la squadra della Reggiana disputa la sua prima partita a Mantova: si gioca sotto una pioggia torrenziale e la vittoria arride al Mantova per 3-010. Così Il Giornale di Reggio spiega i motivi della sconfitta:

(...) La vittoria dell'A.C.M. non può quindi stupire né demoralizzare, perchè i nostri furono fortemente danneggiati dalla pioggia, dallo stato del campo e dalla mancanza per quasi tutto il secondo tempo del centro half Vacondio, contuso (…)”11.

Sempre lo stesso giorno, a Reggio Emilia, la seconda squadra della Reggiana giocava contro i concittadini dello Sport Club Giovanile e quella partita generò più di una polemica. In verità quell'incontro non venne mai terminato per le reiterate e vibranti proteste dei giocatori dello Sport Club Giovanile che ritenevano la rete della Reggiana convalidata dall'arbitro segnata in fuorigioco. Le proteste andarono avanti per così tanto tempo che i giocatori della Reggiana abbandonarono il campo12. Il 3 ottobre nei locali del Caffè Falcelli in Piazza Grande durante l'assemblea straordinaria veniva ratificato lo statuto societario13: finiva così quel lungo processo che iniziato una decina di anni prima con i primi calci di alcuni ragazzini aveva portato alla nascita della società che da quel momento avrebbe contraddistinto la città di Reggio Emilia nel calcio italiano.


(Stralcio tratto da “Il football dei pionieri a Reggio Emilia” di Alessandro Bassi)


1Cfr. La Gazzetta dello sport del 27 dicembre 1918

2Cfr. Il Giornale di Reggio del 6 febbraio 1919

3DEL BUE, MAURO, Una storia Reggiana 1919-1945: Le partite, i personaggi, le vicende dai pionieri alla liberazione, Montecchio, 2007, pagg. 27-28

4BARBIERI, LUIGI, Dalle origini, alla fondazione della maggiore Società locale: l'A.C. Reggiana, La Provincia di Reggio, Reggio nell'Emilia, n. 4-5, aprile-maggio 1922, pag.191; Il Giornale di Reggio del 7 giugno 1919

5Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 luglio 1919; Cfr. La Gazzetta dello sport del 19 settembre 1919

6Cfr. Il Giornale di Reggio del 27 agosto 1919

7Cfr. La Gazzetta dello sport del 18-21 settembre 1919

8Cfr. La Gazzetta dello sport del 24 settembre 1919

9Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 settembre 1919

10Cfr. La Gazzetta dello sport del 30 settembre 1919

11Cfr. Il Giornale di Reggio del 2 ottobre 1919

12Cfr. Il Giornale di Reggio del 7 ottobre 1919

13Cfr. Il Giornale di Reggio del 3 ottobre 1919

lunedì 30 agosto 2021

Il blog Storie di football perduto ospite a Superscommesse.it

 Piacevole chiacchierata con la redazione del sito superscommesse.it a proposito del nostro blog e della storia del calcio!


Oggi per la nostra rubrica “Dietro Le Quinte”, abbiamo con noi Alessandro Bassi, il creatore del blog “Storie di Football Perduto”. Il blog risulta da subito diverso da tutti gli altri siti calcistici presenti sul web. Qui potrete leggere di diverse epoche, di quando il calcio stava nascendo in Italia e di quando nel 1920 nacquero i due campionati. Ogni articolo su Storie di Football Perduto, è una “perla” dal passato, considerando anche l’ottima prosa con cui sono narrate, sarebbe un gran peccato farsele sfuggire.

Adesso lasciamo la parola ad Alessandro.

Buongiorno e grazie per aver accettato l'intervista. Come e quando nasce la realtà di “Storie di Football Perduto”?

Grazie a voi! Il blog nasce nel 2014 quale contenitore di una parte del materiale storico accumulato, frutto di ricerche nel campo storico calcistico che sto portando avanti dalla metà degli anni '90. Pubblicato il mio primo saggio "Il football dei pionieri" nel 2012 e in vista della pubblicazione del successivo "1915. Dal football alle trincee" che sarebbe uscito nel 2015, ho pensato di aprire anche il blog.

Ci parli della redazione, lavora da solo?

Il mio blog è completamente artigianale e completamente ed esclusivamente portato avanti da me. Come ho spiegato prima il mio lavoro di ricerca si concreta nelle pubblicazioni, il blog è un mero strumento di archiviazione spesso parziale, spesso in divenire, delle mie ricerche. Ricerche che si basano sullo studio dei documenti ufficiali, quando si riescono a trovare. Poi giornali e testate dell'epoca. Memorialistica e fonti indirette sono anch'esse utilizzate, confrontate, soppesate e verificate incrociandole tra loro. Il bello è che questo è un lavoro sempre in divenire, perché di archivi e documenti ne saltano fuori in continuazione e la ricerca riprende, sempre da capo, sempre più entusiasmante!

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sabato 26 giugno 2021

Italia-Austria 1912: la prima volta degli austriaci in Italia

 

Il 1912 fu un anno davvero importante per la nostra nazionale. Fu infatti in quell'anno che il football italiano fece il suo esordio alle Olimpiadi di Stoccolma, con una rappresentativa assemblata e guidata da un giovane Vittorio Pozzo. Una parentesi, quella di Pozzo alla guida della nazionale: gli fu dato l'incarico alla vigilia del torneo e venne sollevato alla conclusione dello stesso, quando la guida tecnica tornò nelle mani di una commissione formata da ex capitani, da arbitri e da William Garbutt.

Lo stesso Vittorio Pozzo, durante la parentesi svedese, con l'austriaco Hugo Meisl organizzò un'amichevole molto prestigiosa tra le due nazionali da disputarsi in Italia. Infatti, come racconta Pozzo stesso, già la sera di Finlandia-Italia ai Giochi olimpici – partita diretta da Hugo Meisl – dopo aver fatto la conoscenza con Meisl assieme organizza la partita tra Italia e Austria da giocarsi a dicembre1. Ecco, il 1912 era un anno molto particolare e tutt'altro che facile per far giocare una squadra austriaca in Italia. In realtà a Torino già nei giorni “santi” di Pasqua si era disputato un torneo, organizzato dal Torino e dalla Juventus con il patrocinio del Guerin Sportivo, torneo che aveva segnato la prima volta in Italia di una squadra austriaca, il Wiener Amateur. In Italia in quei mesi pervasi dalla retorica della guerra libica si canta assieme a Gea della Garisenda l'inno patriottico A Tripoli, mentre è tutto un fiorire di società sportive che prendono nomi da quella vicenda bellica, guerra certo non ben vista dall'alleato austriaco. Insomma, portare una squadra austriaca in Italia non era certo impresa banale. E priva di possibili ripercussioni riguardo l'ordine pubblico interno.

Il Wiener Amateur, dicevamo, reduce dal pareggio (2-2) in campionato contro il Wiener Sport Club, era anche la detentrice della Coppa di Vienna, manifestazione alla quale partecipavano i migliori clubs viennesi2. Così La Stampa dipingeva la squadra austriaca:

(...) un'accolita di giuocatori straordinariamente cortesi, fini come tecnica, ed educatissimi come condotta di giuoco, che ci hanno insegnato una cavalleria di giuoco che non tutte le squadre estere che son scese in Italia hanno mostrato di possedere nel grado di quella viennese3

In occasione della prima partita di una squadra austriaca in Italia, la federazione di appartenenza inviò un telegramma:

Ossterreichicher Fussballverband invia cordiali ed affettuosi saluti occasione primo incontro squadre italiane austriache, augura il più bel esito e felice prosperità dell'amicizia sportiva italo-austriaca4

Ecco, se la partita tra il Wiener e la Juventus aveva un interesse dal punto di vista sportivo dato dal fatto che per la prima volta un club austriaco veniva a giocare in Italia, quella partita aveva risvolti anche politici. Come ben sappiamo Italia e Austria-Ungheria nel 1912 erano alleate nella Triplice5 ma i rapporti non erano certo idilliaci. L'Italia già da mesi era in guerra con la Turchia per il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, conflitto che mal veniva tollerato dall'alleato austriaco, tanto che già nel settembre del 1911 il Capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico Franz Conrad così si esprimeva con l'Imperatore: “ (…) La questione di Tripoli esigeva l'esame di provvedimenti militari necessari alla Monarchia danubiana”6, riaccendendo in Italia quel sentimento antiaustriaco mai in verità sopito. Tanto è vero che nei giorni immediatamente precedenti la partita, il questore di Torino aveva proibito l'utilizzo di una pubblicità che era stata affissa ai muri, pubblicità che presentava la partita con la dicitura “Austria contro Italia”, temendo che quell'espressione potesse accendere gli animi più incendiari e più marcatamente oppositori della Duplice monarchia. Così la Questura di Torino aveva proibito alle società organizzatrici l'incontro di utilizzare quella pubblicità, tollerando al più l'utilizzo dell'espressione “squadra viennese”7

Piacevole il ricordo che Vittorio Pozzo fa di quell'occasione:

Non fu facile ottenere dalle autorità il permesso per quegli incontri, ricordo. Il questore, un uomo che non aveva piacere di aver "grane", non voleva saperne. Temeva incidenti, violenze con ripercussioni politiche, e voleva sapere chi aveva avuto quella bella idea, per dargli il foglio di via per il manicomio. Quella bella idea, l'avevo avuta io, originariamente, ed avevo fatto la prima corrispondenza, che ancora conservo: e mi guardai bene dal farmi vivo. Il signor Questore (che mentre si giuocava aveva tenuto guardie e carabinieri in buon numero pronti e nascosti nei portoni delle case vicine al campo, come in attesa di comizi e cortei), non tornava in sè dalla sorpresa quando seppe, a sera, che italiani ed austriaci, assieme a banchetto, fraternizzavano in allegria ed euforia”8.

 

Passata l'estate, lo scenario politico muta velocemente. In ottobre veniva firmata la pace di Ouchy con la quale cessavano le ostilità tra Italia e Turchia e il 5 dicembre la Triplice Alleanza veniva rinnovata sino al luglio del 1920. Quale migliore occasione, dunque, per festeggiare giocando un'amichevole tra le due nazioni?

Quindi per la fine di dicembre del 1912 viene fissata la partita tra Italia e Austria, in un primo momento da disputarsi a Torino. Il metodo di selezione della Nazionale italiana era piuttosto bizzarro, se visto con gli occhi di oggi: non si facevano allenamenti (perchè – si sosteneva – i migliori giocatori non hanno bisogno di allenarsi insieme per imparare cosa fare in campo) ma soltanto partite di allenamento tra due squadre miste, Probabili contro Possibili.

Anche per preparare l'importante partita contro l'Austria si adottò questo sistema, con l'accorgimento – dettato dalla caratura internazionale dell'avversario – di far disputare ben tre incontri di allenamento in tre città diverse. Già il 27 novembre la Commissione prese atto delle dichiarazioni di malattia di Cevenini e Berardo, deliberando di sostituirli con Bontadini e Rizzi9.

Il primo match di allenamento si disputò a Vercelli il 1° dicembre tra la nazionale dei possibili e una mista composta da stranieri che giocavano in Italia e altri giocatori italiani, incontro che vide la netta affermazione dei primi per 3 – 0. Le pessime condizioni del campo non permisero di capire appieno le potenzialità della squadra nazionale: in generale le cronache dell'epoca riferirono una buona prestazione della prima linea italiana che in maniera pressoché costante impegnò la retroguardia avversaria10. Nelle due settimane successive, a Genova e a Milano, vengono giocati altri due incontri di preparazione, terminato così il periodo di allenamento della nazionale, pochi giorni prima della partita contro l'Austria il quotidiano di Torino La Stampa dedicò un articolo alla presentazione degli avversari:

(...) Il gioco del calcio in Austria è molto sviluppato ed i giuocatori austriaci sono di uguale classe degli ungheresi. Le squadre austriache hanno potuto trionfare diverse volte su tutte le più rinomate squadre del continente ed anche su eccellenti squadre inglesi professioniste, come Sunderland (Lega Inglese), Oldham Athletic, e su squadre dilettanti inglesi quali Shepers Bush, Arrey Wanderers, Nott Magdala, inoltre i campioni d'Olanda dello Sparta di Rotterdam (…)

Ad accompagnare la squadra nazionale austriaca vi saranno il delegato internazionale della Federazione austriaca, signor Hugo Meisl, ed il vice-presidente della Federazione viennese, consigliere superiore signor Heinrich Reschauer. Entrambi sono ottimamente conosciuti nel continente e sono felicissimi di venire in Italia per iniziare le migliori relazioni sportive tra i due paesi.”11

Come accennato, la partita del 22 dicembre tra Italia e Austria avrebbe dovuto svolgersi in un primo momento a Torino, ma all'ultimo venne spostata a Genova. Motivo? Ufficialmente perchè si temeva che a Torino in quei giorni avrebbe nevicato, compromettendo così lo spettacolo. Alcuni organi di stampa – tra i quali La Stampa Sportiva – avanzavano il dubbio che la decisione, in realtà, fosse stata dettata più da ragioni politiche e da convenienze federali rispetto a quelle metereologiche sostenendo che a Torino lo stesso questore si sarebbe opposto a far giocare la partita, timoroso che la presenza austriaca in città “avrebbe potuto dar luogo a...malumori”12.

Peccato che anche a Genova il tempo fu davvero inclemente. Sotto un gelido diluvio, si disputò la prestigiosa amichevole. Dalle cronache dell'epoca si scopre che il pubblico fu scarso e che mancò del tutto “la nota femminile” e che “le ampie tribune erano popolate appena per metà”. Le condizioni del campo, al limite della praticabilità, resero poco appetibile lo spettacolo offerto dalle due squadre. Fu comunque possibile constatare ed affermare che il terreno pesante costituì un vantaggio per l'Italia, sicuramente inferiore sia a livello individuale che collettivo rispetto agli avversari13.

Alla sera all'Hotel Bavaria la FIGC aveva quindi offerto un banchetto in onore dei componenti le due squadre. Al banchetto avevano partecipato, oltre alla presidenza federale e ai rappresentanti cittadini, anche il Console d'Austria a Genova e il Consigliere di Stato austriaco Reschauer14.

Si chiudeva così un anno molto importante nei rapporti tra Italia e Austria. Se dal punto di vista calcistico questi erano caratterizzati da un ottimo spirito di fratellanza, dal punto di vista politico il rinnovo della Triplice non risolveva i parecchi nodi che si stavano andando a formare e che avrebbero al fine portato alla dichiarazione di guerra nelle radiose giornate del maggio del 1915.



1Pozzo, Vittorio, “I ricordi”, puntata n.8 da Il Calcio Illustrato

2Cfr. La Stampa del 7 aprile 1912

3Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

4Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

5ALESSANDRO, BASSI, 1915. Dal football alle trincee, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2015

6LUIGI, ALBERTINI, Le origini della guerra del 1914, Vol.I, Milano, F.lli Bocca, 1942

7Cfr. La Gazzetta dello sport del 3 aprile 1912

8Pozzo, Vittorio, Op.cit.

9Cfr. La Stampa del 28 novembre 1912

10Cfr. La Stampa del 2 dicembre 1912

11Cfr. La Stampa del 19 dicembre 1912

12Cfr. La Stampa Sportiva del 29 dicembre 1912

13Cfr. Il Lavoro del 23 dicembre 1912

14Cfr. La Gazzetta del Popolo del 23 dicembre 1912

venerdì 14 maggio 2021

Non solo Conte: Foni, calciatore da record alla Juve e allenatore vincente all'Inter del 'primo non prenderle'

 

 

Juventus-Inter incrocio di destini, di carriere. Crocevia per giocatori che sono stati bandiere da calciatori da una parte e allenatori vincenti da un'altra: Antonio Conte l'ultimo, in ordine di tempo, della specie.  

Nelle pieghe del tempo spunta il nome di Alfredo Foni terzino recordman in bianconero, allenatore vincente in nerazzurro

Buon Derby d'Italia, quindi!

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mercoledì 5 maggio 2021

L'altro 5 maggio: la morte di Vycpalek, sopravvissuto a Dachau e leggenda Juve

 

Soltanto chi ha vissuto l'orrore dei lager nazisti “può capire che valore ha la vita e non impressionarsi più di nulla”. Queste parole, le parole di Čestmír Vycpalek, sono gli strumenti che necessariamente occorre utilizzare per iniziare a parlare di lui, in un continuo succedersi di gioie sportive e drammi intimi.

Oggi per calciomercato.com QUI

giovedì 29 aprile 2021

Biblioteca di football perduto (e non solo)

 

All’indomani della Liberazione l’Italia era ancora considerata un paese vinto e ciò comportò delle inevitabili ripercussioni anche in ambito sportivo. Gli atleti azzurri non vennero inizialmente coinvolti nella ripresa delle attività e in alcune federazioni internazionali si arrivò persino all’esclusione o alla sospensione dell’Italia.

Partendo dall’assunto che, in virtù della sua elevata visibilità, lo sport, pur essendo un fenomeno periferico e non vitale del sistema politico internazionale, rappresenta tanto una variabile quanto uno strumento di politica estera, questo lavoro mira a rispondere a una serie di interrogativi. Perché, al contrario di Germania e Giappone, l’Italia poté partecipare alle Olimpiadi del 1948? In quali proporzioni l’eredità del fascismo e la guerra fredda influenzarono la ripresa internazionale dello sport italiano? In che modo i primi governi repubblicani utilizzarono lo sport come strumento di politica estera? E come invece le istituzioni sportive e gli atleti si allinearono a quest’ultima?

Dopo aver analizzato quali furono gli attori e le istituzioni del sistema sportivo italiano e internazionale del decennio 1943-1953, il volume ripercorre cronologicamente il cammino dello sport azzurro dalla quarantena dell’immediato dopoguerra alle assegnazioni olimpiche di Cortina 1956 e di Roma 1960. Particolare attenzione è dedicata alla ripresa dei rapporti sportivi bilaterali e alla rilegittimazione italiana presso il Comitato Olimpico Internazionale e le singole federazioni.

Il volume è inoltre arricchito da alcuni casi di studio in cui da un lato si mette in luce come la politica internazionale (dalla guerra fredda alla formazione del Territorio Libero di Trieste) abbia influenzato la proiezione internazionale dello sport italiano e dall’altro come determinate “crisi sportive” (a partire dal ritiro delle squadre italiane dal Tour del 1950) ebbero una ricaduta anche a livello governativo e diplomatico.

In coedizione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche

TITOLO: GIOCHI DIPLOMATICI. SPORT E POLITICA ESTERA NELL’ITALIA DEL SECONDO DOPOGUERRA

AUTORE: Nicola Sbetti

EDITORE: Fondazione Benetton Studi Ricerche / Viella

ANNO PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 30,00

PAGINE : 460



mercoledì 21 aprile 2021

1920, quando i club italiani più ricchi scaricarono quelli più poveri e nacquero due campionati

 


Sai che c'è? Il pallone è mio e se non giochiamo con le mie regole me ne vado

 La grande pandemia, unita alla profonda crisi economica post bellica, accelera processi sociali, economici e politici tanto da stravolgere l'ordine, peraltro traballante, esistente. Mentre l'Italia è squassata da nord a sud da manifestazioni di protesta e rivendicazioni, all'alba di quelli che saranno i “ruggenti” anni'20, il calcio nostrano sta per entrare nella più drammatica crisi della sua storia, una crisi profonda che vede le società ricche da una parte e tutte le altre – compresa la Federazione – dall'altra. 

Abbiamo già trattato l'argomento, oggi ci ritorniamo perché a distanza di 100 anni curiosamente alcune motivazioni sono sovrapponibili con quanto sta accadendo in queste ore.

domenica 18 aprile 2021

Guaita, il 'Corsaro Nero' oriundo: punta universale, per le fortune dell'Italia e della Roma

 

La primavera è quella del 1934. Mentre il regime sta apparecchiando la Coppa del mondo e la Nazionale stacca il “pass” bistrattando la Grecia, il campionato di serie A diventa sempre più avvincente  e proprio all'ultima curva diventa accecante la stella del “Corsaro Nero” Guaita.

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venerdì 2 aprile 2021

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte III)

 

3. Pasqua 1912, dagli incassi con gli inglesi erranti al “bel suol d'amore”, le prime volte del football dei pionieri


Pasqua 1912, ovvero la Pasqua delle prime volte per il calcio italiano, si potrebbe quasi dire.

Per la Pasqua del 1912, infatti, si fecero davvero le cose in grande stile, invitando addirittura una squadra inglese: gli English Wanderers per la prima volta vennero a giocare alcune partite in Italia, dopo le precedenti tournée in Francia e Russia. Gli English Wanderers erano formati da giocatori di varie squadre che giocavano nei campionati di Inghilterra, Scozia e Irlanda e che erano soliti esibirsi in tournée molto apprezzate in giro per l'Europa. Una vera e propria attrazione!

Così La Stampa presentava l'iniziativa:

(...) Quest'anno avremo dei numeri di...assoluta novità, con la discesa fra noi della famosa squadra degli «inglesi erranti», uno dei più agguerriti team d'Inghilterra”1

A Milano, per l'occasione, il Milan ampliò il suo campo di via F.lli Bronzetti, triplicando la capienza della tribuna coperta e elevando nei posti popolari “due impalcature a forma di gradinata”2.

L'assoluta protagonista di quella Pasqua, dunque, fu la squadra degli English Wanderers che giocò – e vinse – contro Milan, Genoa, Pro Vercelli e una “mista” torinese. Contro il Milan la vittoria fu schiacciante: la squadra inglese già alla fine del primo tempo era avanti 5-0 e terminò l'incontro vincendo 8-1.

Ah, giocò anche contro la nazionale italiana una partita non ufficiale: finì 1-1 (la rete italiana la segnò De Vecchi su rigore al 90°) e di quell'incontro così ne parò La Stampa Sportiva:

(...) i nostri giocatori, già conoscendo le particolarità di ciascun avversario, avevano egregiamente provvisto a neutralizzarli. Woodward non riuscì a piazzare neppure un pallone nella nostra rete. Come nei preceenti matches disputati nella loro tournée in Italia, i Wanderers non eccelsero neppure a Genova per giuoco corretto ed elegante, ma confermarono la loro grande famigliarità col giuoco della palla al calcio e le innegabili doti di destrezza e di decisione di azione che accoppiate ad una sorprendente velocità in attacco, furono i coefficienti primi delle numerose vittorie da essi riportate.3"

Poichè stiamo raccontando di calcio pionieristico – almeno per ciò che concerne l'Italia – vediamo quanto fruttò ai professionisti inglesi la tournée di quei giorni attraverso le pagine del Guerin Sportivo:

A Milano per i due primi matches col Milan Club i Wanderers si erano assicurati l'indenizzo fisso di L.3200, indenizzo rispettabile ma che il signorile Club milanese non trovò difficoltà alcuna a pagare avendo incassato, solo nella prima giornata, circa 4000 lire. Nel successivo match a Vercelli i Wanderers giuocarono col 50% sugli incassi lordi, ed un minimum assicurato di L. 500. Si incassarono L. 1580 e gli inglesi ebbero quindi di loro parte L.790. A Torino guadagnarono L.539, cifra che rappresentò il pattuito 75% degli incassi. (…) A Genova i Wanderers incassarono circa 2500 lire (il minimum garantito loro era di L.2000). L'incasso totale fatto ma Genova fu di circa 5500 lire, di cui 500 andarono, di diritto fisso, alla Federazione ed il rimanente diviso sulla base del 50% sugli incassi lordi, metà al Genoa Club e metà alla squadra inglese. In totale quindi i wanderers incassarono nella loro tournéè in Italia più di lire 7000 (...)”.

L'articolo, quindi, si concludeva con una interessante riflessione:

Ora, l'esser riusciti con dei matches di foot-ball a cavar di tasca al pubblico italiano nel breve volgere di una settimana, circa 14 biglietti da mille, è un indice più che significativo dell'interesse e della simpatia che il giuoco del calcio ha suscitato fra noi in questi ultimi tempi.”4


A Torino, sempre nei giorni “santi” di Pasqua, si disputò un altro interessante torneo, organizzato dal Torino e dalla Juventus con il patrocinio del Guerin Sportivo, che proprio in quell'anno aveva iniziato le pubblicazioni, torneo che segnò la prima volta in Italia di una squadra austriaca, il Wiener Amateur. In Italia si canta assieme a Gea della Garisenda l'inno patriottico A Tripoli, mentre è tutto un fiorire di società sportive che prendono nomi da quella vicenda bellica, guerra non certo ben vista dall'alleato austriaco. La squadra austriaca, dicevamo, reduce dal pareggio (2-2) in campionato contro il Wiener Sport Club, era anche la detentrice della Coppa di Vienna, manifestazione alla quale partecipavano i migliori clubs viennesi5. Così La Stampa dipingeva la squadra austriaca:

(...) un'accolita di giuocatori straordinariamente cortesi, fini come tecnica, ed educatissimi come condotta di giuoco, che ci hanno insegnato una cavalleria di giuoco che non tutte le squadre estere che son scese in Italia hanno mostrato di possedere nel grado di quella viennese6

Al Torneo pasquale di Torino, oltre al Wiener Amateur e alle due società organizzatrici, prese parte anche la società svizzera del F. C. Chaux-de-Fonds, squadra di buon livello composta da ben quattro nazionali e dal forward tedesco Hiller.

07/04: CHAUX-DE-FONDS – JUVENTUS = 5-2

07/04: WIENER AMATEUR – TORINO = 5-3


08/04: CHAUX-DE-FONDS – TORINO = 0-4

08/04: WIENER AMATEUR – JUVENTUS = 2-2

Per l'occasione vengono posti in vendita anche specie di mini abbonamenti validi per tutte le partite in programma al campo del F.C. Torino:

Sono pure in vendita dei biglietti cumulativi a prezzi ridotti, valevoli pei due giorni ai prezzi:

Posti a sedere (tribune laterali) L.5 – Tribuna centrale L.8”7

 

Nel primo incontro della domenica, lo Chaux-de-Fonds dominò sulla Juventus mettendo in luce l'attaccante tedesco Hiller che segnò quattro delle cinque reti elvetiche, mentre l'incontro successivo fu sicuramente più avvincente, con continui capovolgimenti di gioco e di risultato sino all'89°minuto, quando, sul punteggio di 3-3, il Wiener riuscì a segnare due reti e chiudere così vittorioso l'incontro.

In occasione della prima partita di una squadra austriaca in Italia, la federazione di appartenenza inviò un telegramma:

Ossterreichicher Fussballverband invia cordiali ed affettuosi saluti occasione primo incontro squadre italiane austriache, augura il più bel esito e felice prosperità dell'amicizia sportiva italo-austriaca8

Ecco, se la partita tra il Wiener e la Juventus ha un interesse dal punto di vista sportivo dato dal fatto che per la prima volta un club austriaco veniva a giocare in Italia, quella partita ha risvolti anche politici. Come ben sappiamo Italia e Austria-Ungheria nel 1912 sono alleate nella Triplice9 ma i rapporti non sono certo idilliaci. L'Italia già da mesi è in guerra con la Turchia per il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, conflitto che mal viene tollerato dall'alleato austriaco, tanto che già nel settembre del 1911 il Capo di Stato Maggiore dell'esercito austroungarico Franz Conrad così si esprimeva con l'Imperatore: “ (…) La questione di Tripoli esigeva l'esame di provvedimenti militari necessari alla Monarchia danubiana”10, riaccendendo in Italia quel sentimento antiaustriaco mai in verità sopito. Tanto è vero che nei giorni immediatamente precedenti la partita, il questore di Torino proibì l'utilizzo di una pubblicità che era stata affissa ai muri, pubblicità che presentava la partita con la dicitura “Austria contro Italia”, temendo che quell'espressione potesse accendere gli animi più incendiari e più marcatamente oppositori della Duplice monarchia. Così la Questura di Torino proibisce alle società che hanno organizzato l'incontro di utilizzare quella pubblicità, tollerando al più l'utilizzo dell'espressione “squadra viennese”11.

Tornando al calcio giocato, l'incontro che registrò l'esito più sorprendente fu quello tra la Juventus e il Wiener, incontro che la squadra italiana riuscì a chiudere in pareggio, pur venendo dominata dagli avversari nel primo tempo, chiuso sul punteggio di 2-1 per gli austriaci. Nella ripresa, al 51° la Juventus riuscì a pareggiare e da quel momento, complice anche la stanchezza, gli austriaci non riuscirono più ad essere pericolosi ma anzi, proprio sul finire dell'incontro, fu alla Juventus che capitò l'occasione migliore per portarsi a casa la vittoria, ma senza riuscirvi.

Nell'altro incontro, invece, facile vittoria del Torino sugli svizzeri per 4-0, con reti di Arioni, Mosso e doppietta di Bachmann II.

Serena Santa Pasqua a tutti!


1Cfr. La Stampa del 6 aprile 1912

2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 5 aprile 1912

3Cfr. La Stampa Sportiva del 21 aprile 1912

4Cfr. Guerin Sportivo del 18 aprile 1912

5Cfr. La Stampa del 7 aprile 1912

6Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

7Cfr. Guerin Sportivo del 4 aprile 1912

8Cfr. La Stampa del 9 aprile 1912

9ALESSANDRO, BASSI, 1915. Dal football alle trincee, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2015

10LUIGI, ALBERTINI, Le origini della guerra del 1914, Vol.I, Milano, F.lli Bocca, 1942

11Cfr. La Gazzetta dello sport del 3 aprile 1912

mercoledì 31 marzo 2021

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martedì 30 marzo 2021

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte II)

 

2. I primi tornei pasquali organizzati dai giornali sportivi

La Pasqua era l'occasione ideale per irrobustire l'offerta di calcio negli anni dei pionieri.

L'entusiasmo, a volte un po' “pompato” dai corrispondenti dei giornali dell'epoca, con il quale il pubblico seguiva il football fece sì che sempre più elevata fosse la richiesta di partite, e così vennero con gli anni organizzati sempre più incontri: campionato, targhe, trofei, challenge ed amichevoli. Il fine settimana pasquale era l'ideale per organizzare amichevoli: il campionato – esiguo nella sua composizione dei primi anni – in aprile era finito o quasi, le giornate erano più miti e quindi c'era nelle persone più voglia di stare all'aria aperta e di seguire lo sport e il calcio in particolare.

Per la Pasqua del 1907 si segnalano alcune amichevoli in programma a Milano, Torino, Genova e Vercelli.

All'ingresso del campo sportivo sventolano su di un pennone, in fraterno amplesso, due vivaci stendardi: il tricolore e la croce bianca su campo rosso della Confederazione elvetica. Due nazioni vicine, due nazioni amiche. Dentro, nel verde prato, ventidue campioni si contendono in amichevole gara.”1

Fu così che La Stampa presentò il match di Torino del 31 marzo 1907, giorno di Pasqua. La squadra svizzera era quella di Berna, lo Young Boys, impegnata in quei giorni in una doppia sfida a Torino e Genoa: vincerà entrambe le gare, 3-2 contro il Torino alla domenica e 4-2 contro il Genoa il giorno dopo, lunedì di pasquetta. E mentre a Vercelli la Pro usciva sconfitta nella partita contro il Lione Football Club, a Milano il Milan affrontò due volte un'altra squadra svizzera, il F.C. Bale di Basilea, perdendo entrambi gli incontri per 3-4, mentre la sua seconda squadra vinceva le due partite giocate contro la prima squadra del Chiasso (4-2 alla domenica e 6-1 al lunedì)2.

I prezzi a Milano erano di L.1,5 per la tribuna e L. 0,75 per il prato.3

 

L'anno successivo si fecero le cose in grande, e due importanti giornali organizzarono due tornei a Torino e Milano.

Camice rosse e nere di Milano! Camicie bianche di Vercelli! A voi è affidata in questa Pasqua di Risurrezione, l'onore dei colori sportivi d'Italia”.4

Così La Gazzetta dello Sport presenta la due giorni calcistica organizzata all'Arena Civica nelle giornate del 19 e 20 aprile 1908. Il “Meeting di Pasqua” venne vinto dalla squadra francese del Club Francais di Parigi:

19.04.08: MILAN – CLUB FRANCAIS PARIS = 2 – 3

19.04.08: PRO VERCELLI – OLD BOYS BASILEA = 0 – 2

20.04.08: CLUB FRANCAIS PARIS – PRO VERCELLI = 1 – 0 

20.04.08: OLD BOYS BASILEA – MILAN = 2 – 1

A Torino, nei medesimi giorni di Pasqua e Pasquetta, La Stampa Sportiva organizzò il I° torneo internazionale di foot-ball “Stampa Sportiva”, con in palio una targa d'oro per il vincitore:

Svizzera e Germania interverranno con le loro migliori forze nazionali.

Il Servette F. C. di Ginevra è campione federale svizzero 1907 ed il miglior quotato pel titolo di campione anche di quest'anno. Il Freiburger Fus-Ball Club pure è campione germanico 1907.

Quattro nazioni, quindi, che si presentano come meglio non potrebbero, coi propri campioni nazionali.

Il prefetto ha concesso per le due giornate di gare le Musiche militari del 25.o e 26.o fanteria.”5

Completavano il quadro, la squadra francese del Union Sportive Parisienne e la squadra della città ospitante, il Torino che aveva eliminato nello spareggio la Juventus. Due parole brevi in merito a questo spareggio. Da subito fissato per il 5 aprile, l'incontro dovette essere sospeso a causa del brutto tempo e rinviato al 12 aprile, quando, sempre sotto una fredda pioggia, il Torino, in rimonta, vinse 2-16.

Tutta la città pare vivere il torneo come un grande evento: ci sono fanfare e sbandieratori lungo le vie del centro, migliaia di manifesti con il programma del torneo vengono distribuiti ai passanti e nei locali. Insomma, pare proprio che la Pasqua calcistica del 1908 non sia altro se non a Torino.

Domenica 19, quindi, al Campo Sportivo alle 15 davanti ad oltre duemila persone, dopo la sfilate delle quattro squadre partecipanti e dopo l'esecuzione dei quattro inni nazionali, scesero in campo il Servette e il Friburgo, incontro dal quale risultò vincitore – non senza polemiche – la squadra svizzera (5-3). Successivamente il Torino vinse facile contro i francesi del Union Sportive Parisienne (4-0) aggiudicandosi il diritto di disputare la finale; grande protagonista della partita fu Debernardi, che segnò 3 reti.

La prima giornata si concluse, alla moda dell'epoca, con un sontuoso banchetto offerto da La Stampa Sportiva presso il salone posteriore del Palazzo delle Belle Arti, al Valentino, alla presenza del direttore del giornale, Gustavo Verona, delle Autorità, dei consoli e dei dirigenti delle società impegnate nel torneo.

La lieta riunione si scioglie fra canti sportivi internazionali e fra triplici salve di hip-hip-hip-hurrà”

Il giorno dopo si svolse la seconda e conclusiva giornata di gare. Il programma doveva aprirsi con la “finale” di consolazione tra le squadre uscite sconfitte, ma il Friburgo non si presentò e pertanto l'Union Sportive Parisienne si dovette accontentare di disputare un'amichevole contro la Juventus. Amichevole che perse peraltro nettamente (0-4)

Alle 17, incominciò l'attesa finale tra il Torino e il Servette, davanti ad oltre duemila persone:

(...) Epica lotta veramente. Se nella prima ripresa furono gli svizzeri a dominare continuamente la situazione, nella seconda invece fu Torino che fece sovente l'attacco”

Alla fine fu comunque il Servette ad avere la meglio, con un netto 3-1.7

Questi due tornei pasquali sono due esempi utili a sottolineare come la stampa si stesse interessando e non poco al nuovo sport, al football: non sarà quindi una sorpresa vedere l'anno dopo il più importante giornale non sportivo italiano, il Corriere della Sera, dedicare un'intera pagina del lunedì al campionato di calcio8.

(Continua – 2)


1Cfr. La Stampa del 1 aprile 1907

2Cfr. La Stampa del 1 e 2 aprile 1907

3Cfr. La Gazzetta dello sport del 29 marzo 1907

4Cfr. La Gazzetta dello sport del 17 aprile 1908

5Cfr. La Stampa del 19 aprile 1908

6Cfr. La Stampa Sportiva del 12 aprile 1908

7Cfr. La Stampa Sportiva del 26 aprile 1908; Cfr. La Stampa del 21 aprile 1908

8Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012