mercoledì 31 marzo 2021

LABORATORIO (ONLINE) DI SCRITTURA CALCISTICA

 

OPEN DAY (online) LABORATORIO DI SCRITTURA CALCISTICA: 8 APRILE dalle ore 21…Evento gratuito!


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Giovedì 8 aprile 2021, dalle ore 21 alle ore 23, la Cataliotti Football Workshop aprirà le porte a tutti coloro che fossero interessato a essere formati come scrittori calcistici con il fine di pubblicare un libro con NOI!

VERRA’ PRESENTATO IL LABORATORIO (ONLINE) DI SCRITTURA CALCISTICA FINALIZZATO ALLA PUBBLICAZIONE DI UN LIBRO con Ugo Mursia Editore!

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martedì 30 marzo 2021

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte II)

 

2. I primi tornei pasquali organizzati dai giornali sportivi

La Pasqua era l'occasione ideale per irrobustire l'offerta di calcio negli anni dei pionieri.

L'entusiasmo, a volte un po' “pompato” dai corrispondenti dei giornali dell'epoca, con il quale il pubblico seguiva il football fece sì che sempre più elevata fosse la richiesta di partite, e così vennero con gli anni organizzati sempre più incontri: campionato, targhe, trofei, challenge ed amichevoli. Il fine settimana pasquale era l'ideale per organizzare amichevoli: il campionato – esiguo nella sua composizione dei primi anni – in aprile era finito o quasi, le giornate erano più miti e quindi c'era nelle persone più voglia di stare all'aria aperta e di seguire lo sport e il calcio in particolare.

Per la Pasqua del 1907 si segnalano alcune amichevoli in programma a Milano, Torino, Genova e Vercelli.

All'ingresso del campo sportivo sventolano su di un pennone, in fraterno amplesso, due vivaci stendardi: il tricolore e la croce bianca su campo rosso della Confederazione elvetica. Due nazioni vicine, due nazioni amiche. Dentro, nel verde prato, ventidue campioni si contendono in amichevole gara.”1

Fu così che La Stampa presentò il match di Torino del 31 marzo 1907, giorno di Pasqua. La squadra svizzera era quella di Berna, lo Young Boys, impegnata in quei giorni in una doppia sfida a Torino e Genoa: vincerà entrambe le gare, 3-2 contro il Torino alla domenica e 4-2 contro il Genoa il giorno dopo, lunedì di pasquetta. E mentre a Vercelli la Pro usciva sconfitta nella partita contro il Lione Football Club, a Milano il Milan affrontò due volte un'altra squadra svizzera, il F.C. Bale di Basilea, perdendo entrambi gli incontri per 3-4, mentre la sua seconda squadra vinceva le due partite giocate contro la prima squadra del Chiasso (4-2 alla domenica e 6-1 al lunedì)2.

I prezzi a Milano erano di L.1,5 per la tribuna e L. 0,75 per il prato.3

 

L'anno successivo si fecero le cose in grande, e due importanti giornali organizzarono due tornei a Torino e Milano.

Camice rosse e nere di Milano! Camicie bianche di Vercelli! A voi è affidata in questa Pasqua di Risurrezione, l'onore dei colori sportivi d'Italia”.4

Così La Gazzetta dello Sport presenta la due giorni calcistica organizzata all'Arena Civica nelle giornate del 19 e 20 aprile 1908. Il “Meeting di Pasqua” venne vinto dalla squadra francese del Club Francais di Parigi:

19.04.08: MILAN – CLUB FRANCAIS PARIS = 2 – 3

19.04.08: PRO VERCELLI – OLD BOYS BASILEA = 0 – 2

20.04.08: CLUB FRANCAIS PARIS – PRO VERCELLI = 1 – 0 

20.04.08: OLD BOYS BASILEA – MILAN = 2 – 1

A Torino, nei medesimi giorni di Pasqua e Pasquetta, La Stampa Sportiva organizzò il I° torneo internazionale di foot-ball “Stampa Sportiva”, con in palio una targa d'oro per il vincitore:

Svizzera e Germania interverranno con le loro migliori forze nazionali.

Il Servette F. C. di Ginevra è campione federale svizzero 1907 ed il miglior quotato pel titolo di campione anche di quest'anno. Il Freiburger Fus-Ball Club pure è campione germanico 1907.

Quattro nazioni, quindi, che si presentano come meglio non potrebbero, coi propri campioni nazionali.

Il prefetto ha concesso per le due giornate di gare le Musiche militari del 25.o e 26.o fanteria.”5

Completavano il quadro, la squadra francese del Union Sportive Parisienne e la squadra della città ospitante, il Torino che aveva eliminato nello spareggio la Juventus. Due parole brevi in merito a questo spareggio. Da subito fissato per il 5 aprile, l'incontro dovette essere sospeso a causa del brutto tempo e rinviato al 12 aprile, quando, sempre sotto una fredda pioggia, il Torino, in rimonta, vinse 2-16.

Tutta la città pare vivere il torneo come un grande evento: ci sono fanfare e sbandieratori lungo le vie del centro, migliaia di manifesti con il programma del torneo vengono distribuiti ai passanti e nei locali. Insomma, pare proprio che la Pasqua calcistica del 1908 non sia altro se non a Torino.

Domenica 19, quindi, al Campo Sportivo alle 15 davanti ad oltre duemila persone, dopo la sfilate delle quattro squadre partecipanti e dopo l'esecuzione dei quattro inni nazionali, scesero in campo il Servette e il Friburgo, incontro dal quale risultò vincitore – non senza polemiche – la squadra svizzera (5-3). Successivamente il Torino vinse facile contro i francesi del Union Sportive Parisienne (4-0) aggiudicandosi il diritto di disputare la finale; grande protagonista della partita fu Debernardi, che segnò 3 reti.

La prima giornata si concluse, alla moda dell'epoca, con un sontuoso banchetto offerto da La Stampa Sportiva presso il salone posteriore del Palazzo delle Belle Arti, al Valentino, alla presenza del direttore del giornale, Gustavo Verona, delle Autorità, dei consoli e dei dirigenti delle società impegnate nel torneo.

La lieta riunione si scioglie fra canti sportivi internazionali e fra triplici salve di hip-hip-hip-hurrà”

Il giorno dopo si svolse la seconda e conclusiva giornata di gare. Il programma doveva aprirsi con la “finale” di consolazione tra le squadre uscite sconfitte, ma il Friburgo non si presentò e pertanto l'Union Sportive Parisienne si dovette accontentare di disputare un'amichevole contro la Juventus. Amichevole che perse peraltro nettamente (0-4)

Alle 17, incominciò l'attesa finale tra il Torino e il Servette, davanti ad oltre duemila persone:

(...) Epica lotta veramente. Se nella prima ripresa furono gli svizzeri a dominare continuamente la situazione, nella seconda invece fu Torino che fece sovente l'attacco”

Alla fine fu comunque il Servette ad avere la meglio, con un netto 3-1.7

Questi due tornei pasquali sono due esempi utili a sottolineare come la stampa si stesse interessando e non poco al nuovo sport, al football: non sarà quindi una sorpresa vedere l'anno dopo il più importante giornale non sportivo italiano, il Corriere della Sera, dedicare un'intera pagina del lunedì al campionato di calcio8.

(Continua – 2)


1Cfr. La Stampa del 1 aprile 1907

2Cfr. La Stampa del 1 e 2 aprile 1907

3Cfr. La Gazzetta dello sport del 29 marzo 1907

4Cfr. La Gazzetta dello sport del 17 aprile 1908

5Cfr. La Stampa del 19 aprile 1908

6Cfr. La Stampa Sportiva del 12 aprile 1908

7Cfr. La Stampa Sportiva del 26 aprile 1908; Cfr. La Stampa del 21 aprile 1908

8Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

 

venerdì 26 marzo 2021

Gli incontri internazionali di Pasqua (Parte I)

 

1. Le origini

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, recita un vecchio adagio. I pionieri italiani del football la pensavano così, se è vero che per i giorni di Pasqua organizzavano quasi tutti gli anni amichevoli spesso internazionali dal sicuro richiamo per il pubblico.

Prima di parlare di alcune delle più importanti amichevoli di Pasqua dei primi anni del '900, bisogna fare un passo indietro. Occorre ricordare quello che è considerato il primo incontro internazionale disputato in Italia. La data è quella del 30 aprile 1899, il luogo il Velodromo Umberto I di Torino1.

Si affrontarono due rappresentative di giocatori militanti nel campionato italiano e in quello svizzero. Il criterio di selezione era “residenziale”, infatti componevano la squadra italiana anche molti giocatori inglesi. Sarà soltanto con il 1910 che la nazionale verrà creata utilizzando solo giocatori italiani. Ma è un'altra storia2. Quel giorno del 1899, dunque, per la prima volta in Italia si disputava una partita internazionale: vinse la squadra svizzera, 2-0.

L'anno “zero” delle sfide internazionali per le squadre di club italiane è il 1903.

Guarda caso, è ancora il Genoa ad inaugurare la serie.

Ma andiamo con ordine. In marzo si giocarono le eliminatorie del campionato e la Juventus ottenne il diritto di sfidare in finale i detentori del Genoa, finale fissata per domenica 29 marzo a Genova, poi rinviata dalla F.I.F. al lunedì di Pasqua, 13 aprile3.

Domenica 1° marzo, a Ponte Carrega, per la prima volta una squadra straniera viene in Italia per giocare una partita: è la squadra francese del Football VeloClub di Nizza. Il Genoa vince facile, 6-0 (4-0 nel primo tempo), con tre reti segnate da Salvadé.

Pare interessante riportare come La Stampa lanciò la notizia sul numero 60 del 1°marzo, perchè si riallaccia a quanto detto poc'anzi4:

(...)E' questo il secondo match internazionale che si gioca in Italia. Il primo ebbe luogo a Torino, nel 1899, contro una squadra svizzera, che rimase vincitrice con 2 punti a zero.”

A fine aprile, a campi invertiti, si giocò la rivincita. Partita da ricordare, anche questa, perchè è la prima volta che una squadra italiana disputa un incontro all'estero. Cambia il campo, ma non l'esito finale: vince ancora il Genoa, questa volta 3-05.

Ma veniamo, finalmente, a parlare delle amichevoli di Pasqua.

Da Genova ci spostiamo a Torino, sul prato del Velodromo Umberto I.

Venerdì 10 aprile, Venerdì Santo, la Juventus affrontò in amichevole, perdendo 0-1, gli svizzeri del Montriond Foot-Ball Club di Losanna, rinforzati per l'occasione da alcuni giocatori del Berna FBC e dello Zurigo FBC6. É la prima volta che per le festività pasquali si organizzano partite internazionali di football. Due giorni dopo, la domenica di Pasqua, si giocò di nuovo:

Domenica 12 aprile, giorno di Pasqua, al Velodromo Umberto I di Torino la Juventus si misurò con i campioni svizzeri del Club Athletique di Ginevra. Anche se chiamare Juventus la squadra torinese non è propriamente corretto. Infatti non trovarono tutti i componenti della prima squadra della Juventus, bensì una squadra composta con diversi elementi scelti tra i campioni del Foot-Ball Club Torinese, dell'Audace e della Juventus”

Come mai non giocò la Juventus ma una “mista” torinese? Perchè la Juventus il giorno dopo, il 13 aprile, sarebbe stata impegnata a Genova per la finale del campionato (che poi perse 0-3) e quindi alcuni giocatori rimasero a riposo. Non tutti però, la maggioranza disputò entrambi gli incontri: tra gli altri, il portiere Durante, Armano I, Goccione, Malvano e Bollinger7.

Come si può facilmente intuire, una amichevole internazionale aveva, per i pionieri, se non proprio la stessa importanza del campionato, sicuramente il medesimo fascino.

Un paio d'anni più tardi, nei giorni di Pasqua e Pasquetta del 1905, a Genova il Servette di Ginevra giocò due volte contro il Genoa, sconfiggendolo in entrambi gli incontri: alla domenica 1-0 e al lunedì 3-1. A Milano, nelle giornate di sabato e domenica Milan, U.S. Milanese, San Gallo e Lugano, davanti ad un numeroso pubblico, disputarono una serie di amichevoli dalle quali risultò netto vincitore il Football Club San Gallo8:

22.04.05: MILAN – F.C. LUGANO = 3 – 0

22.04.05: U.S. MILANESE – F.C. SAN GALLO = 0 – 7


23.04.05: U.S. MILANESE – F.C. LUGANO = 4 – 4

23.04.05: F.C. SAN GALLO – MILAN = 4 – 2

In Piemonte, invece, fu la Juventus la protagonista della Pasqua torinese del 1905, fresca vincitrice del suo primo campionato. Domenica 23, infatti, al Velodromo Umberto I venne giocata Juventus – Montriond F. C.:

L'interesse sempre crescente con cui i torinesi hanno seguito le peripezie della squadra dei bianchi e neri, fino alla conquista della coppa di campionato, si concentrerà sul match di domenica”

Davanti a quasi 700 persone la Juventus dovette inchinarsi agli svizzeri (1-2), ma già era pronta la rivincita! Il giorno dopo, lunedì di Pasqua, le due squadre si affrontarono nuovamente, questa volta sul piazzale Conte di Torino a Vercelli. Molto attesa dovette essere questa partita in città poiché così il giornale presentò l'incontro:

(...) Ai graditi ospiti verranno fatte festose accoglienze. Infatti saranno ricevuti alla stazione dalla Fanfara della Pro-Vercelli e saranno accompagnati al Municipio. (…) Giungeranno a Vercelli lunedì mattina, col diretto delle 10. Alla sera, poi, grande pranzo in onore degli ospiti all'Albergo del Leon d'Oro.”9

Perchè ancora nel 1905 la cosa più importante per i pionieri del football nostrano era stare in compagnia!

(Continua – 1)

 

1Cfr. La Stampa del 2 maggio 1899

2Per quanto concerne il concetto di “nazionale” ai tempi dei pionieri, tra gli altri cfr. http://storiedifootballperduto.blogspot.com/2018/07/il-calcio-tra-identita-nazionale-e.html

3Cfr. Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra Mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

4Cfr. La Stampa del 1 marzo 1903

5Alessandro, Bassi, Op. cit.

6Cfr. La Stampa del 9 aprile 1903

7Cfr. La Stampa del 14 aprile 1903; La Gazzetta dello Sport del 14 aprile 1903

8AA.VV., L'età dei pionieri – Football 1898-1908, Fondazione Genoa 1893, Genova, 2008

9Cfr. La Stampa del 21-22 aprile 1905; La Stampa sportiva del 15 aprile 1905

 

martedì 23 marzo 2021

Magni, calciatore totale prima degli olandesi, di Sacchi e di Mandzukic: unico a giocare davvero in tutti i ruoli

Se cercate un calciatore davvero poliedrico, davvero “totale”, che sappia giocare in tutte le posizioni del campo, dovete andare molto indietro nel tempo, prima dei rossoneri di Sacchi e ancor prima degli olandesi dei “seventies”. Precisamente con la memoria dobbiamo tornare sino agli anni'40, quando con la maglia bianconera della Juventus gioca Piero Magni, che passa alla storia per essere l'unico calciatore ad ricoperto tutti i ruoli di una squadra di calcio in serie A.

Il mio racconto per calciomercato.com continua QUI
 

venerdì 19 marzo 2021

(Non solo football) JULIO VELASCO E IL PRIMO ANNO ITALIANO DA MANAGER A JESI (1983)

 JULIO VELASCO E IL PRIMO ANNO ITALIANO DA MANAGER A JESI (1983). IL NUOVO LIBRO DI DANIELE BARTOCCI 



Un gustoso cocktail per affrontare ‘sobriamente’ le nuove sfide del giornalismo sportivo. È uscito da pochi giorni il nuovo libro del giornalista marchigiano Daniele Bartocci, dal titolo “Happy Hour da fuoriclasse al BarTocci”.  212 pagine di appunti, racconti, commenti e saggi sportivi utili per comprendere meglio le dinamiche giornalistiche nell’era digitale. Ma non solo. Analisi sui nuovi trend della comunicazione sportiva ed evoluzione dei format dello sport business saranno alcuni dei temi trattati all’interno del libro che avrà un focus particolare su segreti, motivazione e performance di Prof. Julio Velasco nel suo primo anno italiano. Il pluripremiato saggio di Daniele Bartocci presente all’interno del volume è dedicato proprio al tecnico argentino che ha iniziato la sua straordinaria carriera, legata indissolubilmente ai successi della Nazionale azzurra, nella regione Marche all’inizio degli anni Ottanta (Tre Valli Volley Jesi, 1983). Dalla sua abitazione a Pianello Vallesina al temporaneo primato nella classifica di serie A2, passando per la prima trasferta italiana a Catania e una delle sue prime vacanze italiane ad Ortisei. 

Bartocci ha tracciato un profilo umano legato agli esordi di Julio Velasco nel professionismo, avvalendosi di reperti storici e documenti ingialliti del tempo. Pagine nelle quali si intrecciano aneddoti di vita e di sport all’arrivo in Italia di Velasco, oltre alle particolari abilità, capacità gestionali e metodologie di lavoro del tecnico argentino, diventato poi profeta della nazionale italiana con la quale ha vinto tutto, considerati i 2 campionati del mondo, 3 ori europei e 5 world league, mancando la vittoria alle olimpiadi (dove è stato argento ad Atlanta 1996). Velasco ebbe esperienza da manager anche nel calcio, nell’Inter di Moratti e nella Lazio di Cragnotti. “Un esperimento più 'goliardico' che letterario per questo 2021 - fa sapere Daniele Bartocci – D’altronde quando si inizia a varcare la soglia dei 30 anni di età, i ricordi hanno la meglio sul buon senso e sulla ragione. Tra qualche settimana toccherò un traguardo insignificante per chi legge ma importante per me: i dieci anni di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, “condito” da belle soddisfazioni e premi vinti in particolar modo lo scorso anno come giornalista. Ho felici ricordi del 2020, avendo ottenuto riconoscimenti nazionali quali il Myllennium Award in collaborazione col Coni, il Premio Giovanni Arpino Inedito di Torino, il premio Cesarini come migliore giornalista giovane e il premio blogger sportivo dell’anno. Come dire, una sorta di antitesi: gioie ed emozioni inaspettate racchiuse in un quadro emergenziale senza precedenti. La tentazione di scrivere questo libro era forse troppo forte, ho così deciso di immergermi in questa per me nuova avventura letteraria, con il forte auspicio di aver dato vita a un elaborato curioso e appassionante in tempi di coronavirus”.  

I clienti delle varie librerie, Amazon, laFeltrinelli.it, IBS, potranno acquistare direttamente online il libro di Daniele Bartocci. Il libro potrà essere ordinato anche nelle oltre 100 librerie laFeltrinelli presenti sul territorio italiano. 


lunedì 15 marzo 2021

Leggenda Carosio, dalla radiocronaca che 'creò' il calcio a Topolino e i film con Lando Buzzanca

 

E' stata la voce che ha raccontato per la prima volta il calcio agli italiani. 

La voce che ha accompagnato intere generazioni attraverso quei sogni che forse soltanto il calcio poteva far vivere. Quella voce metallica che dalla radio arrivava dritta nella testa e nel cuore degli italiani è stata quella di Nicolò Carosio, un po' troppo in fretta dimenticata.

Il mio racconto per calciomercato.com continua QUI

giovedì 11 marzo 2021

Biblioteca di football perduto


 

Estate/Autunno 1997. Un bambino, Tommy, davanti alla tv, il giovedì sera, per vedere la Coppa delle Coppe. E' tifoso del Milan, ma i rossoneri non sono in Europa e c'è un'altra squadra che lo sta conquistando: il Vicenza di Francesco Guidolin, fresco vincitore della Coppa Italia. E, insieme al papà juventino e al fratellone interista, incita, urla e tifa seduto sul divano, urlando alla tv da dove escono le voci di Piccinini, Mazzocchi, Civoli e De Sisti, per dare la carica a Zauli, Ambrosetti, il giovane Ambrosini, il folle Otero e l'idolo Luiso.


Legia Varsavia, Shakhtar, Roda e Chelsea le avversarie. Per un bambino che vede e ci narra le avventure biancorosse coi suoi occhi, c'è una squadra che 24 anni dopo si racconta. La moquette negli spogliatoi di Donetsk, gli scontri tra un cuoco veneto e una cuoca polacca a Varsavia, il freddo negli spogliatoi, le partite da preparare, i brividi di uno stadio riempito dalla passione di una città per i propri ragazzi. I laccetti di Ambrosetti, la maglia di Superman di Viviani, le rovesciate di Luiso, i segreti di Guidolin, il contratto in bianco di Di Carlo, la crescita di Ambrosini, la classe del provinciale Zauli e quella del rivale Zola. Si raccontano tutti, in V per Vicenza. Svelando i segreti della squadra che ha conquistato Tommy. E tutti quanti.

 

TITOLO : V PER VICENZA

AUTORE: Angelo Taglieri

EDITORE: Urbone Publishing

ANNO PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 14,00

giovedì 4 marzo 2021

Kopa, il migrante che sfuggì alla miniera per vincere il Pallone d'Oro e lottare contro lo sfruttamento

 

Prima di Platinì e Zidane, in Francia. La storia di Raymond Kopaszewski è storia di migrazione e integrazione, di vittorie e di lotta. Sorseggiando champagne Kopa si impone come giocatore e come – per dirla con uno slogan tanto in voga alcuni anni fa – imprenditore di se stesso.

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