lunedì 22 dicembre 2014

La Tregua di Natale del 1914

C'è una partita che per tanto tempo ha “galleggiato” tra realtà e mito, quella partita che venne giocata tra le trincee avversarie tedesche ed inglesi nelle Fiandre, nei pressi di Ypres. Quell'incontro, pacifico, quella parentesi di umanità all'interno della follia bellica, passò alla storia come la “tregua di Natale del 1914” e volentieri ne parliamo.
Già La Stampa nel numero del 27 dicembre riportava una corrispondenza del Times secondo il quale i soldati britannici celebrarono il Natale nelle trincee delle Fiandre: “Appena apparve l'alba del giorno santo, alti canti religiosi si levarono sull'immenso campo di battaglia (…). Assai spesso, ai canti dei soldati britannici rispondevano i canti dei tedeschi dalle loro trincee. E più di una volta, assicura il corrispondente, i due canti parvero modulati nella stessa cadenza, benchè i sentimenti ed i cuori fossero ben discordi e diversi.”1 

Poi la storia diventa leggenda, o quasi. Da numerosi racconti di sopravvissuti pare che alla mattina alcuni soldati dei due schieramenti abbiano trovato un accordo per una breve tregua e a suggello di tale accordo così, come d'incanto, pare sia sbucato un pallone e pertanto naturale conseguenza fu quella di dare vita ad un incontro di calcio in quella “terra di nessuno” che stava tra le due trincee nemiche. Con i primi giorni del 1915 alcuni giornali inglesi resero noto ciò che accadde quella notte con la pubblicazione di stralci di lettere di soldati che parlavano anche di quella partita, che pare terminò 3-2 per i tedeschi.
Di quel che accadde nel Natale del 1914 nelle Fiandre venne girato anche un film, “Joyeux Noel” che uscì nel 2005.


1Cfr. La Stampa del 27 dicembre 1914, n.357

martedì 16 dicembre 2014

Milan Cricket and Football Club

Pensa alla neve. Pensa al Natale, alle feste di fine anno. Pensa alla fine del secolo, alle luci a gas che vengono lentamente accese nel cuore di Milano. Pensa alle carrozze che schizzano di fango i passanti infreddoliti. Pensa ai caffè, ai bottegai indaffarati a vendere a chi può permettersi di acquistare. E pensa ad una Milano ben diversa da quella di oggi, alle sue periferie, agli omnibus stipati, alle prime rotaie che segnano le strade, alle fabbriche e al verde, ai campi. Accidenti al tempo ce n'erano davvero tanti di campi. Vedevi la pianura, tra il Po e le Alpi.
Sta finendo un secolo, ma sta nascendo una squadra che farà la storia del calcio italiano e mondiale.
È il dicembre del 1899 quando Herbert Kilpin riesce nel suo intento di fondare una società di calcio a Milano, con il dichiarato intento di sconfiggere i compatrioti del Genoa. Personaggio affatto di secondo piano, questo Kilpin. Lui c'è sempre quando il football in Italia prende strade importanti. C'è nelle partite che si giocano a Torino e Genova, c'è nei primi campionati. E c'è quel giorno di dicembre del 1899 quando con un gruppo di amici inglesi ed italiani fonda una squadra per giocare al football e al cricket. Poco più di una comparsa nel suo paese, dove non giocò mai in prima divisione, fu figura di spicco nel nostro football: le proporzioni tra i due movimenti dell'epoca sono queste. Già nei suoi ultimi anni torinesi aveva avuto la voglia di fondare una sua squadra, ma solo a Milano arriverà a farlo. Il nome della squadra – ma c'è bisogno di sottolinearlo? - è in inglese, Milan. E poiché nelle intenzioni c'era di praticare sia il football che il cricket, ecco che il nome completo fu Milan Cricket and Football Club, ma ben presto il cricket venne abbandonato, soppiantato nei gusti dei soci e nell'interesse degli spettatori dal fascino nuovo del football.
Il primo presidente è il vice console britannico Edwards; prima sede la Fiaschetteria Toscana di via Berchet. Pochi giorni e la nuova squadra ha anche un campo di gioco, il Trotter, un'area senza recinzione in Piazza Doria, dove poi sorgerà la stazione centrale. Lo stesso Kilpin racconta che durante una delle prime partite disputate al Trotter, contro il Genoa, assistettero circa 500 persone, sotto il diluvio. Poi sarebbero venuti i campi di gioco dell'Acquabella (nel 1903) e il campo dei primi trionfi, in via Fratelli Bronzetti, con la sua tribuna da 600 posti inaugurata nel febbraio del 1906.
Il Milan di Kilpin nel 1901 riuscirà a spezzare per la prima volta l'egemonia del Genoa – sconfiggendolo 1-0 in finale – conquistando così il suo primo campionato e mantenendo così fede alla minacciosa promessa fatta agli amici del Genoa di cui abbiamo detto prima.
Kilpin, infine, si inventò anche qualcos'altro per la sua nuova squadra, sai Frankie? Disegnò lui stesso la prima divisa del Milan: camicia a righe rosse e nere con colletto e sulla sinistra lo stemma di Milano, croce rossa in campo bianco; calzoni bianchi, calzettoni rossi e cappello a righe rosse e nere.
Per dirla come più o meno l'avrà detta lui: rosse come il diavolo, nere come la paura.

martedì 2 dicembre 2014

La Biblioteca del football perduto

IL FOOTBALL DEI PIONIERI di Alessandro Bassi (Ed. Bradipolibri)

Il foot-ball italiano prima del campionato a girone unico (stagione 1929-30), raccontato come quello di oggi - con cronache, aneddoti, risultati completi - ma senza le controindicazioni che avvelenano il calcio moderno. Un sogno di carta, quel calcio antico, che somiglia al rugby, perché è da una sua costola che è “nato”, nell’Inghilterra della Rivoluzione Industriale. Dal celebre “quadrilatero” Genova-Milano-Torino-Vercelli, dove tutto è cominciato, al campionato della Grande Guerra. Dalle “Bianche casacche” della Pro Vercelli a quelle della prima nazionale italiana, solo in seguito azzurra. Per la prima volta in un unico volume edito da BradipoLibri Editore tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato i primi 20 anni di vita calcistica in Italia, con resoconti completi delle partite più importanti e la cronaca di tutta l'attività della Federazione volta a dotare il calcio italiano di norme utili a regolamentare un movimento che si andava ad ingrossare sempre più.
Il calcio dei pionieri rivisitato attraverso i resoconti e i giornali di un’epoca, e un’Italia, che aveva ancora voglia di credere in qualcosa.
Con prefazione del Dr. Fino Fini, Direttore del Museo del Calcio di Coverciano

Aprile 2012
Bradipolibri Editore
Pagine 185 - Euro 15,0