venerdì 27 maggio 2016

WALKIN'ON THE FOOT-BALL: LOUIS VAN HEGE

Uno dei giocatori più rappresentativi del football dei pionieri in Italia fu senza dubbio il belga Louis Van Hege, che segnò la sua avventura italiana con la maglia del Milan, nel quale giocò dal 1910 sino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Fu una della “stelle” di quel football, di lui Antonio Ghirelli diceva essere “squisito e modernissimo” lo stile di gioco, uno dei più popolari ed amati calciatori del periodo pionieristico.
Dopo i suoi esordi nella squadra dell'Union St. Gilloise, ben presto grazie alle reti segnate a grappoli si iniziò a parlare di lui a livello internazionale e il Milan, durante un'amichevole giocata all'Arena nel marzo del 1910 riuscì a convincerlo a venire a giocare, e a lavorare, a Milano. Grazie al presidente rossonero Pirelli, Van Hege ottenne un posto di lavoro come impiegato alla Pirelli e una maglia da titolare nel Milan, iniziando così una magica avventura nel nostro calcio.
Soprannominato “pallido saettante” per la sua carnagione molto chiara e per i suoi dribbling fulminanti, ubriacanti in tutta velocità, era diverso da tutti gli altri giocatori visti in Italia: questi erano sì bravi nel dribbling-game, ma da fermi, mentre lui riusciva a dribblare gli avversari prendendoli in velocità, senza fermare il pallone.
Fu attaccante prolifico, con la maglia del Milan segnò quasi 100 reti in 5 anni con una media realizzativa impressionante di oltre un goal a partita. Giocatore simbolo di un periodo, fu soprattutto merito suo se il Milan riuscì in quegli anni ad essere sempre molto competitivo. Implacabile come marcatore, era oltremodo intelligente e capiva perfettamente quando era il momento di mettersi al servizio della squadra, attirando su di sé le attenzioni dei difensori avversari per lasciare che i suoi compagni si inserissero per le conclusioni grazie alla precisione delle sue sponde e dei suoi assist.
Emilio Colombo così ne tesseva le lodi sulle colonne de Lo Sport Illustrato: “Finissimo nell'arte di colpire in qualunque posizione il pallone, Van Hege, che non difetta di muscoli, è potente nel tiro in goal. Si serve nel tiro d'ambo i piedi e colla stessa sicurezza. Saetta da fermo e in corsa. Non disdegna il tiro lontano, di sorpresa.”
 
Nel 1915, attraverso un referendum indetto da La Gazzetta dello Sport Van Hege venne scelto quale giocatore più popolare del campionato. Poco dopo si interruppe la sua esperienza calcistica in Italia poiché la tragedia della guerra lo richiamò in patria, a combattere. 
Ritornò, durante i duri anni bellici, in Italia alcune volte per disputare alcuni incontri amichevoli di beneficenza in favore delle famiglie delle vittime e, nell'immediato dopo guerra esordì con la Nazionale del suo Paese all'età di trent'anni e vi giocò sino al 1924, conquistando la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1920.



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