Uno dei giocatori più
rappresentativi del football dei pionieri in Italia fu senza dubbio
il belga Louis Van Hege, che segnò la sua avventura italiana con la
maglia del Milan, nel quale giocò dal 1910 sino allo scoppio della
Prima guerra mondiale. Fu una della “stelle” di quel football, di
lui Antonio Ghirelli diceva essere “squisito e modernissimo” lo
stile di gioco, uno dei più popolari ed amati calciatori del periodo
pionieristico.
Dopo i suoi esordi nella
squadra dell'Union St. Gilloise, ben presto grazie alle reti segnate
a grappoli si iniziò a parlare di lui a livello internazionale e il
Milan, durante un'amichevole giocata all'Arena nel marzo del 1910
riuscì a convincerlo a venire a giocare, e a lavorare, a Milano.
Grazie al presidente rossonero Pirelli, Van Hege ottenne un posto di
lavoro come impiegato alla Pirelli e una maglia da titolare nel
Milan, iniziando così una magica avventura nel nostro calcio.
Soprannominato “pallido
saettante” per la sua carnagione molto chiara e per i suoi
dribbling fulminanti, ubriacanti in tutta velocità, era diverso da
tutti gli altri giocatori visti in Italia: questi erano sì bravi nel
dribbling-game, ma da fermi, mentre lui riusciva a dribblare gli
avversari prendendoli in velocità, senza fermare il pallone.
Fu attaccante prolifico,
con la maglia del Milan segnò quasi 100 reti in 5 anni con una media
realizzativa impressionante di oltre un goal a partita. Giocatore
simbolo di un periodo, fu soprattutto merito suo se il Milan riuscì
in quegli anni ad essere sempre molto competitivo. Implacabile come
marcatore, era oltremodo intelligente e capiva perfettamente quando
era il momento di mettersi al servizio della squadra, attirando su di
sé le attenzioni dei difensori avversari per lasciare che i suoi
compagni si inserissero per le conclusioni grazie alla precisione
delle sue sponde e dei suoi assist.
Emilio Colombo così ne
tesseva le lodi sulle colonne de Lo Sport Illustrato:
“Finissimo nell'arte di colpire in qualunque posizione il
pallone, Van Hege, che non difetta di muscoli, è potente nel tiro in
goal. Si serve nel tiro d'ambo i piedi e colla stessa sicurezza.
Saetta da fermo e in corsa. Non disdegna il tiro lontano, di
sorpresa.”
Nel 1915, attraverso un
referendum indetto da La Gazzetta dello Sport
Van Hege venne scelto quale giocatore più popolare del campionato.
Poco dopo si interruppe la sua esperienza calcistica in Italia poiché
la tragedia della guerra lo richiamò in patria, a combattere.
Ritornò, durante i duri anni bellici, in Italia alcune volte per
disputare alcuni incontri amichevoli di beneficenza in favore delle
famiglie delle vittime e, nell'immediato dopo guerra esordì con la
Nazionale del suo Paese all'età di trent'anni e vi giocò
sino al 1924, conquistando la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1920.
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