martedì 17 settembre 2024

LA COPPA DEI CAMPIONI

Oggi inizia finalmente la Champions League – da quest'anno nella sua nuove veste a girone unico. Esattamente 70 anni fa si incominciò a pensare ad un torneo continentale che riunisse le migliori squadre d'Europa per decretare chi fosse la migliore del “Vecchio continente”.

Di seguito, in sintesi, i passi fondamentali che portarono alla nascita della Coppa dei campioni, la cui prima edizione venne disputata nel 1955-56 e vinta dal Real Madrid.

 

Ovviamente gli inglesi c'entrano con l'inizio di questa meravigliosa storia, ma non attivamente. È in reazione ad un atteggiamento, ad una postura – forse più giornalistica che altro – di boria inglese che un giornalista francese “butta giù” un'idea intrigante. In verità si può anche affermare che la Coppa dei Campioni sia nata per mano giornalistica, anche se già negli anni precedenti tentativi di mettere uno contro l'altra le migliori formazioni d'Europa c'erano già stati. Con alterne fortune.

Negli anni'20 l'austriaco Hugo Meisl lavora alacremente sull'idea di creare tornei che possano riunire il meglio del calcio continentale dell'epoca, sia a livello di nazionali, sia di club. Ed essendo il meglio espresso dal calcio danubiano e mitteleuropeo nel 1927 vede la luce la Coppa dell'Europa Centrale, che viene giocata dalle migliori squadre di Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia1.

Con la fine della Seconda guerra mondiale, mutano un po' tutti gli scenari europei, non solo politici, sociali ed economici, ma anche calcistici. Ormai la mitteleuropa non è più espressione del meglio del calcio continentale, nuovi soggetti, nuove Nazioni, nuove idee smuovono il mondo calcistico. Tra tutti questi stravolgimenti, la voglia di misurarsi e di competere delle società resta immutata e ben presto si fa esigente la necessità di organizzare un torneo che possa mettere una di fronte all'altra le migliori squadre d'Europa. Il meglio del calcio europeo, in quei primi mesi post bellici viene individuato in Italia, Spagna, Portogallo e Francia e le Federazioni di questi quattro paesi – tutti dell'area latina – danno vita alla Coppa Latina2.

È però con il 1954 che il destino muta e modifica per sempre lo scenario delle sfide continentali.

Gli inglesi, si diceva. Beh, loro il football l'hanno fatto diventare “moderno” alla metà dell'800 e da allora per lunghi decenni si sono reputati i “maestri”, migliori quindi di tutti i “continentali”. Anche quando parte la Coppa del mondo gli inglesi non vi partecipano, ma con il passare degli anni – e con qualche sconfitta di troppo che inevitabilmente subiscono – con il secondo dopoguerra decidono di compiere il “grande passo” di mettersi in gioco. E le cose non è che vadano un gran che bene. Nel 1950 la Nazionale inglese viene eliminata dagli USA, non proprio uno squadrone, mentre nel 1954 esce ai quarti per mano dei campioni in carica dell'Uruguay.

Per quel che riguarda, invece, la storia dei club, forse anche per un intrinseco – e ben remunerato - desiderio di far conoscere il gioco ai profani, sin dalla fine del XIX secolo molte squadre – anche professionistiche – giocano partite di esibizione e tornei amichevoli in giro per l'Europa. La casistica è veramente ampia: qua mi limiterò a ricordare alcune importanti esibizioni avvenute in Italia3 e, soprattutto, il torneo di calcio dell'Esposizione universale di Parigi del 1937 quando il Bologna di Weisz in finale umiliò i “maestri” del Chelsea per 4 a 14.

Insomma, gli anni'50 del XX secolo iniziano con varie delusioni, mitigate però da un paio di vittorie del Wolverhampton Wandereres che fanno gonfiare di molto il petto al giornalismo inglese.

Tutto tra origine da alcune amichevoli che il Wolverhampton organizza in occasione dell'inaugurazione del suo nuovo stadio. Le squadre invitate sono di tutto rispetto: la grande Honvéd di Puskás, Kocsic e degli altri fuoriclasse ungheresi, e la forte squadra sovietica dello Spartak di Mosca. Le due vittorie che il Wolverhampton riesce a cogliere (soprattutto il galvanizzante 3 a 2 ottenuto in rimonta contro gli ungheresi) vengono enfatizzate dalla stampa di Sua Maestà forse con un po' troppo zelo, tanto è vero che il Daily Mail arriva a scrivere che il Wolverhampton “è la migliore squadra del mondo”, riprendendo un'espressione utilizzata proprio dal manager dei Wolves, Stan Cullis: “there they are, the champions of the world”5.

Ora, va bene che già da mezzo secolo era stata firmata l'Entente Cordiale tra Gran Bretagna e Francia, ma i rapporti tra le due Potenze erano sempre state un filo vivaci e frizzanti anche successivamente, fatto sta che in Francia la stampa quella dichiarazione non la prende tanto bene. Soprattutto questo trionfalismo non lo digerisce il francese Gabriel Hanot che quelle gare le aveva viste dal vivo, caporedattore della testata sportiva L'Équipe.

Proprio dalle pagine de L'Équipe Hanot frena subito gli entusiasmi inglesi: “(...) prima di proclamare l'invincibilità del Wolverhampton aspettiamo che replichi le sue vittorie a Budapest e a Mosca. E vediamolo di fronte al Milan e al Real Madrid”6. Non solo. Hanot poi si spinge oltre fantasticando e al tempo stesso lanciando l'idea di un torneo che metta l'una contro l'altra le migliori squadre d'Europa.

Da quel momento un po' tutto procede in discesa. Nel corso dei mesi successivi l'idea viene affinata, e se in un primo momento UEFA – nata da pochissimi mesi7 – appare piuttosto tiepida, i francesi non si danno per vinti e si rivolgono direttamente ai proprietari dei maggiori club europei, incontrando – all'opposto – molto entusiasmo.

L'inizio di aprile del 1955 è decisivo. A Parigi L'Équipe convoca una riunione con i rappresentanti dei principali club continentali trovando un solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda8. L'UEFA a quel punto nella sua riunione sempre di aprile non può far altro che “benedire” la manifestazione pretendendo solo che fossero le rispettive federazioni nazionali ad autorizzare la partecipazione alle squadre9 e che venissero riunite tutte le Nazioni europee con la presenza di squadre delle democrazie popolari, delle dittature iberiche e del blocco sovietico10.

Tutto dunque è pronto e il 4 settembre del 1955 inizia finalmente la prima edizione della Coppa dei Campioni con la partita tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado. La formula è semplice: gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Per l'Italia partecipa il Milan che esordisce a San Siro il 1° novembre, perdendo contro il Saarbrücken, campione della Saar, per 3 a 4, salvo poi vincere in trasferta al ritorno per 4 a 1.


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1https://www.calciomercato.com/news/juventus-squalificata-per-indisciplina-il-bologna-vince-in-europ-49568

2https://www.calciomercato.com/news/coppa-latina-milan-vincente-e-torino-rinato-nell-antenata-della--92296

3Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012; Alessandro Bassi, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, ‎ Independently published, 2024

4https://www.calciomercato.com/news/l-expo-di-parigi-del-1937-e-il-bologna-dominatore-del-calcio-eur-20448

5Hill. Tim, A photographic history of English Football, Parragon, Bath, 2004

6https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

7https://storiedifootballperduto.blogspot.com/2024/06/15-giugno-1954-nasce-l-uefa.html

8Antonio, Papa – Guido, Panico, “Storia sociale del calcio in Italia”, Il Mulino, Bologna, 2002

9https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

10https://giocopulito.it/la-nascita-della-coppa-dei-campioni/

lunedì 9 settembre 2024

📷 Album di football perduto: Israele - Italia

 

 

Il 15 ottobre 1961 a Tel Aviv la nazionale italiana incontra per la prima volta nella sua storia Israele.

La partita è valida per le qualificazioni alla Coppa del mondo del 1962.

Dopo aver chiuso il primo tempo sotto per 2 a 0, l'Italia grazie al rigore trasformato da Lojacono al 53° (fotografia Stampa Sera) inizia la rimonta che la vedrà al 90° vincere per 4 a 2.


domenica 8 settembre 2024

1910: PRO VERCELLI - INTERNAZIONALE, DAL FOOTBALL AL PODISMO

Calciatori e società di calcio impegnate in gare di corsa e staffette. È accaduto nell'estate del 1910 quando, grazie al patrocinio de La Gazzetta dello Sport, calcio e atletica si sono unite in una competizione certo bizzarra ma anche interessante. Che poi protagoniste di questa sfida siano state Pro Vercelli e Internazionale a pochissimi mesi di distanza dai “fatti” successivi alla gara di spareggio del campionato di calcio, rende l'evento ancora più gustoso.

Il football in Italia si praticava da pochi anni e pochi erano ancora gli appassionati e anche gli “addetti ai lavori”, tanto che gli studi e le analisi sul valore e sull'importanza della fisicità dei calciatori era proprio agli esordi. Le gare organizzate nell'estate del 1910 mettono in mostra un elemento che sino a quel momento non era stato ancora debitamente studiato e analizzato nella sua unicità: l'atletismo e la velocità del calciatore.

 

 Il 17 luglio 1910 al Velodromo di Milano si svolge, tra le altre, il “Criterium di velocità tra i footballers”, con gare podistiche sulle distanze dei 250 metri e dei 1.000 metri. I nomi dei calciatori che partecipano sono di quelli importanti, alcuni di loro sono tra i migliori calciatori italiani del periodo.

(...) Immaginatevi il Marassi, la poderosa ala destra del Genoa alle prese coll'altrettanto rapido Binaschi della Pro Vercelli. Immaginatevi Varisco, uno dei più veloci footballers alle prese coi velocissimi Sala e Boffi.” 1

Così La Gazzetta dello Sport presenta l'avvenimento. L'interesse è senz'altro rilevante. I nomi, come detto, sono importanti. Ci sono i vercellesi Leone, Binaschi, Milano I e Fresia; i freschi campioni d'Italia dell'Internazionale Campelli, Boffi, Fossati e Peyer; Bojocchi, De Simoni e Varisco dell'U.S.M e tanti altri.

Cinque le società impegnate: Ausonia Football Club, Internazionale Football Club, Pro Vercelli, Associazione Calcio Vicenza e Unione Sportiva Milanese. Manca l'Andrea Doria perché i suoi migliori calciatori erano già impegnati con la squadra ginnastica al concorso di Bruxelles.

Ovviamente non mancano i premi. Gerolamo Radice, inventore dell'omonima “Scarpa Radice”, per l'occasione dona “una elegantissima coppa” destinata alla società che risulterà avere la migliore classifica complessiva nelle gare dei 250 e 1.000 metri. Non solo. Il presidente della FI.G.C. Bosisio dona a sua volta una targa destinata alla Società vincitrice della gara di staffetta.

Stando al resoconto de La Gazzetta dello Sport la manifestazione si rivela essere molto interessante, mettendo in luce la più che buona condizione fisica ed atletica dei calciatori italiani. Non solo:

(…) La vittoria di Vercelli ha confermate le opinioni degli intenditori sul valore assoluto degli uomini di quella squadra gloriosa: perché le stesse qualità di velocità e resistenza esperite sui campi di football furono affermate nella riunione del Velodromo. (…)”2

In particolare si mette in luce il capitano della Pro Vercelli Milano I, il quale nelle gare disputate mette in luce tutte quelle doti di eccellente corridore che già sui campi da football lo avevano fatto diventare uno dei migliori calciatori della sua epoca, vincendo la finale dei 1.000 metri in 2'57”. Le sue straordinarie prestazioni si sono rivelate determinanti per la conquista della coppa da parte della Pro Vercelli.

(...) Esteticamente è il tipo del corridore perfetto sulla media distanza, ed infatti quelle stesse qualità che ne hanno fatto fino ad oggi un elemento prezioso ed indispensabile nella prima squadra italiana, lo hanno condotto alla vittoria in una prova di 1.000 metri (…).3

Insomma, la Pro Vercelli in quegli anni non vinceva soltanto campionati di calcio, ma i suoi calciatori le permettevano di primeggiare anche in altre discipline sportive. Eppure, come sappiamo, il dominio delle “Bianche Casacche” proprio nel 1910 viene spezzato da un club giovane ma ben attrezzato: l'Internazionale di Milano. Giusto in aprile i milanesi vincono il campionato nel famoso e chiacchierato spareggio proprio contro i vercellesi, spareggio che porta con sé una lunga scia di veleni e polemiche4. Nel Criterium del Velodromo se la Pro Vercelli vince la coppa grazie a Milano I, l'Internazionale si aggiudica la gara di staffetta grazie alla squadra formata da Fossati, Corinaldesi, De Magistris e Boffi. A volte il destino si diverte, ma in alcune circostanze l'uomo gli dà una mano. Come detto Pro Vercelli e Internazionale si divido equamente i premi, ma alcuni giorni dopo proprio La Gazzetta dello Sport nel suo resoconto si rammarica del fatto che la Pro Vercelli non abbia potuto avere al meglio proprio Milano I nella gara di staffetta, “velando” in qualche modo la vittoria nerazzurra5. La replica della società milanese non si fa attendere e il 28 luglio l'Internazionale lancia una nuova sfida alla Pro Vercelli:

(...) Nel mentre vi facciamo notare che l'Internazionale non aveva in campo i suoi migliori uomini, esclusi dalla gara per virtù del vostro regolamento, mentre ciò non succedeva per la nostra consorella della quale noi non abbiamo mai messo in dubbio il valore, ci dichiariamo sempre a vostra disposizione per qualunque gara e qualunque epoca e con tutti i nostri soci per soddisfare l'opinione pubblica la quale certamente vede in modo falso il nostro valore e il nostro buon nome per le dichiarazioni che appaiono sul vostro giornale. (...)”6


 

La sfida, dunque, è lanciata. E prontamente la stessa sfida viene raccolta dalla Pro Vercelli che propone gare individuali sulle distanze dei 250 e 1.000 metri e gare di staffetta per quattro corridori su percorso olimpionico7.

Nel frattempo, sempre La Gazzetta dello Sport organizza un convegno aperto ai rappresentanti delle società calcistiche per un chiarimento in vista dalla successiva assemblea federale. Questo convegno viene fissato a Milano per il giorno 8 settembre, data scelta per la sfida podistica tra Pro Vercelli e Internazionale8. In mattinata il convegno e nel pomeriggio, con inizio alle 15.30, l'attesa riunione podistica tra le due società la cui direzione è affidata ad una giuria composta dall'Avv. Bozino per la Pro Vercelli, a Gama direttore sportivo dell'Internazionale e al presidente della Federazione Podistica Italiana dott. Dal Bo9.

Si può anche dire che la lunga battaglia tra le due società iniziata nell'ottobre del 1909 con l'avvio del campionato, culminata con lo spareggio-farsa del 24 aprile e continuata con polemiche anche forti sui giornali e in FI.G.C., l'8 settembre abbia trovato finalmente una conclusione, non in un campo da football bensì su una pista d'atletica.

L'esito finale è a favore dei vercellesi. Binda dell'Internazionale vince la gara dei 250 metri, Milano I della Pro Vercelli quella dei 1.000 metri. La staffetta, dunque, decreterà la vincitrice. La Pro Vercelli schiera Binaschi, Cottino, Bacolla e Milano I; l'Internazionale Gama, Binda, Bazzaro e Fossati. Le prime due frazioni sono nettamente a vantaggio dei milanesi, poi nella terza Bacolla recupera molto dello svantaggio tanto che nell'ultima frazione, quella da 800 metri, i due capitani Milano I e Fossati sono quasi appaiati. Così La Gazzetta dello Sport racconta l'ultima frazione:

(...) La gara si trasforma in una corsa d'attesa: infatti i due campioni procedono insieme per lungo tratto, Milano però attende evidentemente d'impegnarsi in ultimo, mentre l'angoscia stringe tutti i presenti. Suona la campana dell'ultimo giro: Fossati è il primo ad entrare decisamente in azione, ed all'esterno inizia un aumento progressivo. Milano però resiste, ed all'entrata dell'ultima curva, e sul rettilineo finale, con uno sforzo ammirevole sorpassa il pericoloso avversario.”10

Il curioso esperimento piace, tanto che anche nell'estate del 1911 verrà organizzato una gara podistica per calciatori.

Sull'argomento ritorneremo successivamente.

 

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1Cfr. La Gazzetta dello Sport del 16 luglio 1910

2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 20 luglio 1910

3Cfr. La Gazzetta dello Sport del 26 luglio 1910

4ALESSANDRO, BASSI, Il football del pionieri, Bradipolibri Editore, 2012, pagg.83-84

5Cfr. La Gazzetta dello Sport del 26 luglio 1910

6Cfr. La Gazzetta dello Sport del 28 luglio 1910

7Cfr. La Gazzetta dello Sport del 1° e 7 agosto 1910

8Cfr. La Gazzetta dello Sport del 19 e 29 agosto 1910. Nel numero del 19 agosto viene erroneamente scritta quale data scelta quella del 4 settembre: in realtà la data corretta è 8 settembre, come peraltro proposto dalla Pro Vercelli il 1° agosto.

9Cfr. La Gazzetta dello Sport del 5 settembre 1910

10Cfr. La Gazzetta dello Sport del 9 settembre 1910

 

venerdì 6 settembre 2024

📷 Album di football perduto: Francia - Italia

 In occasione dell'incontro di questa sera tra Francia e Italia, andiamo indietro di un secolo due importanti momenti di questa "classicissima"


Finita la Prima guerra mondiale, l'Italia nel gennaio del 1920 riprende ufficialmente la sua attività ospitando a Torino la Francia.

L'immagine (La Gazzetta dello Sport) ritrae il portiere dei transalpini Cottenet in presa alta che fu protagonista con ottime parate, sebbeno dovette raccogliere nella rete ben nove palloni: l'Italia, infatti, quella partita la vinse per 9 a 4!

 


Il 20 febbraio 1921 l'Italia finalmente vince per la prima volta in Francia rimontando l'inziale vantaggio francese con le reti di Cevenini III e Santamaria.

Il Guerin Sportivo, con il suo inconfondibile stile, così racvconta "visivamente" l'esito della sfida.

 

mercoledì 4 settembre 2024

SOLO UN GIOCO? Scritti di storia del calcio

 

 

Il secondo Quaderno di STORIE DI FOOTBALL PERDUTO esce oggi in occasione dei primi 10 anni del blog. Una raccolta di saggi brevi, ricerche, articoli e narrazioni che dalle origini del football in Italia arriva sino agli anni'50 del XX secolo.

 

ACQUISTABILE QUI L'EDIZIONE CARTACEA E L'EDIZIONE ELETTRONICA!


 

PRESENTAZIONE

La storia del calcio raccontata attraverso una selezione di saggi brevi, articoli e narrazioni. Una pluralità di linguaggi per una pluralità di lettori e un unico – forse ambizioso – obiettivo: far conoscere al più ampio pubblico possibile la profonda e complessa bellezza di questo “gioco”.

Il blog Storie di football perduto – che quest'anno festeggia i suoi primi 10 anni – ha sempre voluto mantenere un taglio il più possibile divulgativo nella ricerca e nello studio delle fonti della storia del calcio italiano. Queste pagine sono un viaggio che permette di esplorare un processo storico che dalle origini ha portato il calcio ad essere il fenomeno sociale, politico ed economico che è oggi. Il calcio è 90 minuti e passa di gioco, ma è anche molto altro: sta a ognuno di noi scegliere cosa prendere di questo fenomeno, la scelta è libera e non ci sono errori. Tanti sono i piani di lettura che il calcio offre, qua ne troverete alcuni.

Una raccolta i cui capitoli non a caso sono scanditi come il tempo di una partita di calcio, un tentativo di far abbracciare le varie sfaccettature del fenomeno calcio.

L'ambito di studio e di ricerca del blog Storie di football perduto è focalizzato nel periodo storico dell'Italia liberale a cavaliere tra XIX e XX secolo e quell'arco temporale copre in questa raccolta il “primo tempo” e il “secondo tempo”, in un'analisi che partendo dalle origini arriva sino alla fine della Prima guerra mondiale, quando il football dei pionieri nell'abbandonare le trincee diventa adulto e, inevitabilmente, cambia.

In questi dieci anni di blog e di collaborazioni mi sono però anche occupato del calcio degli anni'20 e anni'30 del XX secolo, di quando, diventato ormai “adulto”, prende coscienza della sua naturale capacità di essere strumento capace di indirizzare consenso e interessi economici. I “tempi supplementari” gettano, pertanto, luce su come il calcio sia stato usato e di come sia diventato il fenomeno di massa che è ancor oggi.

Infine, due sezioni speciali, due sezioni che rimandano alla nascita del mio amore per questo sport, come ho raccontato in apertura: una sezione dedicata al calcio a Reggio Emilia nel periodo pionieristico e una sezione dedicata al “mundial” spagnolo. Due dichiarazioni d'amore, seppur declinate nel freddo resoconto storico.

 

INDICE

Primo Tempo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI

1.Nasce la FIGC

2.Inizia il campionato di calcio in Italia

3.Il primo incontro internazionale di football giocato in Italia

4.A che gioco giocavamo

5. La nascita del giornalismo calcistico in Italia

6.Finalmente la Nazionale italiana!

Intervallo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI A REGGIO EMILIA

1.Primi calci: il football dei pionieri a Reggio Emilia

2.Millenovecentotredici

3.Felice Romano, tra il Granata e l'Azzurro

Secondo Tempo

DAL FOOTBALL ALLE TRINCEE

1.Gli incontri internazionali di Pasqua

2.La tregua del Natale di guerra del 1914

3.Il Torneo militare della Vittoria

Tempi Supplementari

CALCIO, POTERE E IDENTITA' NAZIONALE

1.Il calcio come strumento di identità nazionale e potere politico

2.Storie mondiali

3.Nasce l'UEFA

Terzo Tempo

ESPAÑA'82 REWIND (1982-2022)

1.Appunti per un sogno

2.Frammenti di un sogno