domenica 28 settembre 2025

📷 Album di football perduto

 Genoa - Lazio 4-1 del 15 luglio 1923



La partita è la finalissima di andata del campionato di Prima Divisione 1922/23, che vedrà la vittoria del Genoa per 4-1 sul proprio campo di Via del Piano a Marassi.
Il Genoa arriva alla finalissima nazionale dopo aver vinto il girone finale della Lega Nord battendo Pro Vercelli e Padova; la Lazio dopo aver vinto la finale di Lega Sud contro il Savoia.

Nella foto il Laziale Saraceni II e il genoano Catto tentano di intercettare il pallone di testa.


(Fotografia tratta da "Il Calcio" del 23 luglio 1923)

giovedì 25 settembre 2025

BUON COMPLEANNO REGGIANA!

Il Giornale di Reggio

Con le celebrazioni del 4 novembre 1918 tornava finalmente la pace e si ricominciava a parlare di football. Sul finire del 1918 a Reggio Emilia viene ricostituita l'Unione Sportiva Edera e La Gazzetta dello Sport nel numero de 27 dicembre si chiede se la vita sportiva a Reggio Emilia sia in ripresa, così come in tutte le altre città italiane, sottolineando come “la cittadinanza, la classe commerciale specialmente, gli enti cittadini dovranno non soltanto incoraggiare teoricamente, ma aiutare finanziariamente, come del resto avviene in quasi tutte le città e cittadine d'Italia, le iniziative sportive”1.

Il 9 febbraio 1919 iniziano gli allenamenti sul campo delle Tagliate fuori Porta Santo Stefano della squadra di football dell'U.S.Edera, allenamenti che vengono diretti da Severino Taddei2. Taddei è un nome di un'importanza capitale nella storia del football della città, perché lui sarà “il papà” della Reggiana. Nato a Reggio nel 1897 “Umberloun” – così soprannominato per il fisico possente - si appassiona da subito al nuovo gioco che pratica sul campo della palestra Camparini, parte soldato a Torino e da qui si arruola e finisce con il combattere sul Carso durante la Prima guerra mondiale3. Tornato a Reggio a guerra terminata, Taddei ha voglia di riprendere il discorso calcistico interrotto e gioca alcune partite con la squadra di football dell'Edera sino all'estate del 1919 quando il 5 giugno fonda egli stesso un club, con tanto di sottoscrizione pubblica:

Il 5 giugno 1919 per iniziativa del sig. Severino Taddei si fondò il Reggio F.B. And Kricket Club. (…) Il campo di gioco fu segnato sul prato del Mirabello alla distanza di circa 40 metri dalla V. Emilia”4; intanto a luglio viene anche ricostituita l'Audax Football Club con sede in via Emilia Santo Stefano 265, seppur sin da subito palesi grosse difficoltà finanziarie, tanto che la Presidenza sul finire di agosto lancia una pubblica petizione con tanto di apertura di un libretto bancario presso la Cassa di Risparmio ove far fluire le donazioni6. Queste società per tutta l'estate del 1919 organizzano incontri e manifestazioni sportive, anche se la più attiva è senza dubbio l'Edera che in occasione dei festeggiamenti del XX settembre, assieme alle autorità militari e alle associazioni patriottiche, organizza una due giorni di eventi sportivi al Mirabello, con serata di gala prevista al teatro Municipale con la messa in scena della “Norma”7.

Sempre il 21 settembre il Reggio pareggia in amichevole con il Bologna allo Sterlino per 2 a 2 con doppietta di Cagnoli8, ma ormai i giochi sono fatti e il calcio cittadino sta finalmente per riunirsi sotto un'unica bandiera.

Il 25 settembre 1919 i soci del Reggio Foot-Ball Kricket Club, dell'Audax e della Juventus, “(...) desiderosi di combattere sui campi dello sport battaglie degne del bel nome sportivo della nostra città” si riuniscono e danno vita all'Associazione Reggiana Calcio9. Appena tre giorni più tardi la squadra della Reggiana disputa la sua prima partita a Mantova: si gioca sotto una pioggia torrenziale e la vittoria arride al Mantova per 3-010. Così Il Giornale di Reggio spiega i motivi della sconfitta:

“(...) La vittoria dell'A.C.M. non può quindi stupire né demoralizzare, perchè i nostri furono fortemente danneggiati dalla pioggia, dallo stato del campo e dalla mancanza per quasi tutto il secondo tempo del centro half Vacondio, contuso (…)”11.

Sempre lo stesso giorno, a Reggio Emilia, la seconda squadra della Reggiana giocava contro i concittadini dello Sport Club Giovanile e quella partita generò più di una polemica. In verità quell'incontro non venne mai terminato per le reiterate e vibranti proteste dei giocatori dello Sport Club Giovanile che ritenevano la rete della Reggiana convalidata dall'arbitro segnata in fuorigioco. Le proteste andarono avanti per così tanto tempo che i giocatori della Reggiana abbandonarono il campo12. Il 3 ottobre nei locali del Caffè Falcelli in Piazza Grande durante l'assemblea straordinaria veniva ratificato lo statuto societario13: finiva così quel lungo processo che iniziato una decina di anni prima con i primi calci di alcuni ragazzini aveva portato alla nascita della società che da quel momento avrebbe contraddistinto la città di Reggio Emilia nel calcio italiano. 

 

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1Cfr. La Gazzetta dello sport del 27 dicembre 1918

2Cfr. Il Giornale di Reggio del 6 febbraio 1919

3Del Bue, 2007, pagg. 27-28

4Barbieri, 1922, pag.191; Il Giornale di Reggio del 7 giugno 1919

5Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 luglio 1919; Cfr. La Gazzetta dello sport del 19 settembre 1919

6Cfr. Il Giornale di Reggio del 27 agosto 1919

7Cfr. La Gazzetta dello sport del 18-21 settembre 1919

8Cfr. La Gazzetta dello sport del 24 settembre 1919

9Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 settembre 1919

10Cfr. La Gazzetta dello sport del 30 settembre 1919

11Cfr. Il Giornale di Reggio del 2 ottobre 1919

12Cfr. Il Giornale di Reggio del 7 ottobre 1919

13Cfr. Il Giornale di Reggio del 3 ottobre 1919


martedì 16 settembre 2025

LA COPPA DEI CAMPIONI

Oggi inizia finalmente la Champions League.

Oltre 70 anni fa si incominciò a pensare ad un torneo continentale che riunisse le migliori squadre d'Europa per decretare chi fosse la migliore del “Vecchio continente”.

Di seguito, in sintesi, i passi fondamentali che portarono alla nascita della Coppa dei campioni, la cui prima edizione venne disputata nel 1955-56 e vinta dal Real Madrid.

 

Ovviamente gli inglesi c'entrano con l'inizio di questa meravigliosa storia, ma non attivamente. È in reazione ad un atteggiamento, ad una postura – forse più giornalistica che altro – di boria inglese che un giornalista francese “butta giù” un'idea intrigante. In verità si può anche affermare che la Coppa dei Campioni sia nata per mano giornalistica, anche se già negli anni precedenti tentativi di mettere uno contro l'altra le migliori formazioni d'Europa c'erano già stati. Con alterne fortune.

Negli anni'20 l'austriaco Hugo Meisl lavora alacremente sull'idea di creare tornei che possano riunire il meglio del calcio continentale dell'epoca, sia a livello di nazionali, sia di club. Ed essendo il meglio espresso dal calcio danubiano e mitteleuropeo nel 1927 vede la luce la Coppa dell'Europa Centrale, che viene giocata dalle migliori squadre di Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia1.

Con la fine della Seconda guerra mondiale, mutano un po' tutti gli scenari europei, non solo politici, sociali ed economici, ma anche calcistici. Ormai la mitteleuropa non è più espressione del meglio del calcio continentale, nuovi soggetti, nuove Nazioni, nuove idee smuovono il mondo calcistico. Tra tutti questi stravolgimenti, la voglia di misurarsi e di competere delle società resta immutata e ben presto si fa esigente la necessità di organizzare un torneo che possa mettere una di fronte all'altra le migliori squadre d'Europa. Il meglio del calcio europeo, in quei primi mesi post bellici viene individuato in Italia, Spagna, Portogallo e Francia e le Federazioni di questi quattro paesi – tutti dell'area latina – danno vita alla Coppa Latina2.

È però con il 1954 che il destino muta e modifica per sempre lo scenario delle sfide continentali.

Gli inglesi, si diceva. Beh, loro il football l'hanno fatto diventare “moderno” alla metà dell'800 e da allora per lunghi decenni si sono reputati i “maestri”, migliori quindi di tutti i “continentali”. Anche quando parte la Coppa del mondo gli inglesi non vi partecipano, ma con il passare degli anni – e con qualche sconfitta di troppo che inevitabilmente subiscono – con il secondo dopoguerra decidono di compiere il “grande passo” di mettersi in gioco. E le cose non è che vadano un gran che bene. Nel 1950 la Nazionale inglese viene eliminata dagli USA, non proprio uno squadrone, mentre nel 1954 esce ai quarti per mano dei campioni in carica dell'Uruguay.

Per quel che riguarda, invece, la storia dei club, forse anche per un intrinseco – e ben remunerato - desiderio di far conoscere il gioco ai profani, sin dalla fine del XIX secolo molte squadre – anche professionistiche – giocano partite di esibizione e tornei amichevoli in giro per l'Europa. La casistica è veramente ampia: qua mi limiterò a ricordare alcune importanti esibizioni avvenute in Italia3 e, soprattutto, il torneo di calcio dell'Esposizione universale di Parigi del 1937 quando il Bologna di Weisz in finale umiliò i “maestri” del Chelsea per 4 a 14.

Insomma, gli anni'50 del XX secolo iniziano con varie delusioni, mitigate però da un paio di vittorie del Wolverhampton Wandereres che fanno gonfiare di molto il petto al giornalismo inglese.

Tutto tra origine da alcune amichevoli che il Wolverhampton organizza in occasione dell'inaugurazione del suo nuovo stadio. Le squadre invitate sono di tutto rispetto: la grande Honvéd di Puskás, Kocsic e degli altri fuoriclasse ungheresi, e la forte squadra sovietica dello Spartak di Mosca. Le due vittorie che il Wolverhampton riesce a cogliere (soprattutto il galvanizzante 3 a 2 ottenuto in rimonta contro gli ungheresi) vengono enfatizzate dalla stampa di Sua Maestà forse con un po' troppo zelo, tanto è vero che il Daily Mail arriva a scrivere che il Wolverhampton “è la migliore squadra del mondo”, riprendendo un'espressione utilizzata proprio dal manager dei Wolves, Stan Cullis: “there they are, the champions of the world”5.

Ora, va bene che già da mezzo secolo era stata firmata l'Entente Cordiale tra Gran Bretagna e Francia, ma i rapporti tra le due Potenze erano sempre state un filo vivaci e frizzanti anche successivamente, fatto sta che in Francia la stampa quella dichiarazione non la prende tanto bene. Soprattutto questo trionfalismo non lo digerisce il francese Gabriel Hanot che quelle gare le aveva viste dal vivo, caporedattore della testata sportiva L'Équipe.

Proprio dalle pagine de L'Équipe Hanot frena subito gli entusiasmi inglesi: “(...) prima di proclamare l'invincibilità del Wolverhampton aspettiamo che replichi le sue vittorie a Budapest e a Mosca. E vediamolo di fronte al Milan e al Real Madrid”6. Non solo. Hanot poi si spinge oltre fantasticando e al tempo stesso lanciando l'idea di un torneo che metta l'una contro l'altra le migliori squadre d'Europa.

Da quel momento un po' tutto procede in discesa. Nel corso dei mesi successivi l'idea viene affinata, e se in un primo momento UEFA – nata da pochissimi mesi7 – appare piuttosto tiepida, i francesi non si danno per vinti e si rivolgono direttamente ai proprietari dei maggiori club europei, incontrando – all'opposto – molto entusiasmo.

L'inizio di aprile del 1955 è decisivo. A Parigi L'Équipe convoca una riunione con i rappresentanti dei principali club continentali trovando un solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda8. L'UEFA a quel punto nella sua riunione sempre di aprile non può far altro che “benedire” la manifestazione pretendendo solo che fossero le rispettive federazioni nazionali ad autorizzare la partecipazione alle squadre9 e che venissero riunite tutte le Nazioni europee con la presenza di squadre delle democrazie popolari, delle dittature iberiche e del blocco sovietico10.

Tutto dunque è pronto e il 4 settembre del 1955 inizia finalmente la prima edizione della Coppa dei Campioni con la partita tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado. La formula è semplice: gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Per l'Italia partecipa il Milan che esordisce a San Siro il 1° novembre, perdendo contro il Saarbrücken, campione della Saar, per 3 a 4, salvo poi vincere in trasferta al ritorno per 4 a 1.


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1https://www.calciomercato.com/news/juventus-squalificata-per-indisciplina-il-bologna-vince-in-europ-49568

2https://www.calciomercato.com/news/coppa-latina-milan-vincente-e-torino-rinato-nell-antenata-della--92296

3Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012; Alessandro Bassi, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, ‎ Independently published, 2024

4https://www.calciomercato.com/news/l-expo-di-parigi-del-1937-e-il-bologna-dominatore-del-calcio-eur-20448

5Hill. Tim, A photographic history of English Football, Parragon, Bath, 2004

6https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

7https://storiedifootballperduto.blogspot.com/2024/06/15-giugno-1954-nasce-l-uefa.html

8Antonio, Papa – Guido, Panico, “Storia sociale del calcio in Italia”, Il Mulino, Bologna, 2002

9https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

10https://giocopulito.it/la-nascita-della-coppa-dei-campioni/

sabato 13 settembre 2025

📷 Album di football perduto

 INTERNAZIONALE - JUVENTUS, 28 NOVEMBRE 1909

 

 

Domenica 28 novembre all'Arena l'Internazionale ospita la Juventus in una giornata caratterizzata dall'intenso freddo. le due squadre si erano già affrontate due settimane prima, a Torino, quando a prevalere erano stati i bianconeri.

I pronostici della vigilia davano la Juventus favorita: i biancoeri erano reduci dalla vittoria (3-0) nel derby contro il Torino, mentre i nerazzurri venivano dalla netta sconfitta casalinga (1-4) contro la Pro Vercelli.

Tutti si aspettavano un dominio bianconero, invece a prevalere in una gara dura e violenta fu l'Internazionale che con la rete di Engler vinse 1 a 0.

(Fotografia tratta da La Stampa Sportiva)
 

 

lunedì 8 settembre 2025

📷 Album di football perduto: Israele - Italia

📷 Album di football perduto: Israele - Italia

 

 

Il 15 ottobre 1961 a Tel Aviv la nazionale italiana incontra per la prima volta nella sua storia Israele.

La partita è valida per le qualificazioni alla Coppa del mondo del 1962.

Dopo aver chiuso il primo tempo sotto per 2 a 0, l'Italia grazie al rigore trasformato da Lojacono al 53° (fotografia Stampa Sera) inizia la rimonta che la vedrà al 90° vincere per 4 a 2.




 

mercoledì 3 settembre 2025

⚽1925: LA NUOVA REGOLA DEL FUORIGIOCO CHE CAMBIO' IL FOOTBALL

L'estate fu quella del 1925, l'estate in cui la modifica alla regola del fuorigioco cambiò nel profondo il gioco del calcio.


 Ancora nella prima metà degli anni'20 la regola del fuorigioco prevedeva che per considerare in gioco un calciatore occorreva che tra sé e la linea di porta vi fossero almeno 3 avversari1
 
In Inghilterra, dove di tattica se ne masticava parecchia, i difensori del Notts County spesso si spostavano di posizione per sistemarsi uno dietro all'altro, mettendo così in fuorigioco il centravanti avversario. Lo stratagemma piacque molto in particolare al difensore del Newcastle United, William McCracken che non solo li imitò ma teorizzò addirittura la mossa come variante tattica, diventando il “re del fuorigioco”. Semplicemente appena prima che partisse il lancio per il centravanti avversario i due terzini dovevano convergere al centro e uno dei due – il terzino volante, colui che doveva marcare il centravanti – si andava a mettere davanti al suo compagno. Così facendo, il centravanti finiva sempre in fuorigioco e il buon McCracken – assieme al suo compagno Hudspeth – diventò una leggenda. L'uso di questo stratagemma venne esasperato e ciò portò ad un progressivo arretramento del centravanti che nel tentativo di eludere il fuorigioco subì una trasformazione diventando una sorta di rifinitore per le ali e soprattutto per le due mezzali che si inserivano da dietro. Peccato soltanto che di tutto ciò ne risentì parecchio lo svolgimento della gara, che finì per essere spessissimo interrotto2.

Il risultato? Non si segnava più, la noia diventava protagonista delle partite e il pubblico si allontanava dagli stadi. La fine del calcio? Ovviamente no, perchè l'International Board aveva pronto l'antidoto e nel 1925, modificando la regola del fuorigioco, permise un nuovo salto evolutivo al gioco del pallone.

Su proposta della Federazione scozzese, infatti, l'International Board nella riunione di Parigi del 13 giugno 1925 statuì di ridurre da tre a due il numero di difensori necessari per mettere in fuorigioco l'avversario:

When a player plays the ball, any player of the same side who at such moment of playing is nearer to his opponents' goal-line is out of play, and may not touch the ball himself, nor in any way whatever interfere with an opponent, or with the play, until the ball has been again played, unless there are at such moment of playing at least two of his opponents nearer their own goal-line. (...)”3.


La modifica entrò in vigore con l'inizio della nuova stagione calcistica.

Gli allenatori da subito iniziarono a pensare alle nuove contromisure da adottare. In special modo un allenatore legherà indissolubilmente il proprio nome a questa novità regolamentare: Herbert Chapman4 riuscirà a trovare la risposta difensiva perfetta alla nuova regola del fuorigioco, arretrando il centromediano dandogli il compito esclusivo di marcare il centravanti avversario. il nuovo sistema di gioco – che fece vincere a Chapman tutto quello che c'era da vincere – sarebbe stato definito dalla stampa come Chapman System, meglio noto come “Sistema”5.

In Italia la modifica alla regola del fuorigioco venne recepita dalla FIGC prima dell'inizio della stagione 1925-26, con il comunicato della Commissione Tecnica Federale del 3 settembre6.




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1 Carosi, Julian, The history of offside, Kenaston.org. La regola risaliva agli anni 1865-66, quando mutò il numero di giocatori avversari richiesti per non essere in fuorigioco. Prima di tale data la regola – codificata nelle cd. Cambridge Rules – prevedeva che tra giocatore e la porta ci fossero più di tre avversari. Il tenore della regola n.9 dell'off-side del regolamento di Cambridge nel 1856 era infatti il seguente: If the ball has passed a player and has come from the direction of his own goal, he may not touch it till the other side have kicked it, unless there are more than three of the other side before him. No player is allowed to loiter between the ball and the adversaries' goal”. Nel 1865-66 la Football Association modificava così la regola 6 relativa al fuorigioco: “When a player has kicked the ball, any one of the same side who is nearer to the opponents' goal-line is out of play and may not touch the ball himself nor in any way whatever prevent any other player from doing so until the ball has been player unless there are at least three of his opponents between him and their own goal (...)”.

2 Bassi, Alessandro, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, Independently published, 2024

3 Www.theifab.com

Bassi, Alessandro, Chapman, l'uomo del futuro che reinventò il calcio: il sistema, i campi illuminati, i numeri sulle maglie e..., https://www.calciomercato.com/notizie/chapman-il-genio-che-reinvento-il-calcio-il-sistema-i-campi-illu/1105881

5 Bassi, Op.cit., 2024

6 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 3 settembre 1925


domenica 31 agosto 2025

📷 Album di football perduto

 GENOA - JUVENTUS 1916

 

 

La fotografia (Guarneri-Cappelli) tratta da L'Illustrazione della guerra e la Stampa Sportiva ritrae una fase di gioco della partita tra Genoa e Juventus valida per il girone finale della Coppa Federale del 1916, disputata - stando alle cronache de La Stampa - davanti ad un "fiorito di eleganze femminili e di spiccanti divise militari in tribuna"

La partita termina sul punteggio di 2 a 1 per la Juventus, ma non basterà ai bianconeri per vincere la Coppa che andrà al Milan.