Oggi inizia finalmente la Champions
League.
Oltre 70 anni fa si incominciò a pensare ad un torneo
continentale che riunisse le migliori squadre d'Europa per decretare
chi fosse la migliore del “Vecchio continente”.
Di seguito, in sintesi, i passi
fondamentali che portarono alla nascita della Coppa dei campioni, la
cui prima edizione venne disputata nel 1955-56 e vinta dal Real
Madrid.
Ovviamente gli inglesi c'entrano con
l'inizio di questa meravigliosa storia, ma non attivamente. È in
reazione ad un atteggiamento, ad una postura – forse più
giornalistica che altro – di boria inglese che un giornalista
francese “butta giù” un'idea intrigante. In verità si può
anche affermare che la Coppa dei Campioni sia nata per mano
giornalistica, anche se già negli anni precedenti tentativi di
mettere uno contro l'altra le migliori formazioni d'Europa c'erano
già stati. Con alterne fortune.
Negli anni'20 l'austriaco Hugo Meisl
lavora alacremente sull'idea di creare tornei che possano riunire il
meglio del calcio continentale dell'epoca, sia a livello di
nazionali, sia di club. Ed essendo il meglio espresso dal calcio
danubiano e mitteleuropeo nel 1927 vede la luce la Coppa dell'Europa
Centrale, che viene giocata dalle migliori squadre di Austria,
Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia.
Con
la fine della Seconda guerra mondiale, mutano un po' tutti gli
scenari europei, non solo politici, sociali ed economici, ma anche
calcistici. Ormai la mitteleuropa non è più espressione del meglio
del calcio continentale, nuovi soggetti, nuove Nazioni, nuove idee
smuovono il mondo calcistico.
Tra tutti questi stravolgimenti, la voglia di misurarsi e di
competere delle società resta immutata e ben presto si fa esigente
la necessità di organizzare un torneo che possa mettere una di
fronte all'altra le migliori squadre d'Europa. Il
meglio del calcio europeo, in quei primi mesi post bellici viene
individuato in Italia, Spagna, Portogallo e Francia e le Federazioni
di questi quattro paesi – tutti dell'area latina – danno vita
alla Coppa Latina.
È però con il
1954 che il destino muta e modifica per sempre lo scenario delle
sfide continentali.
Gli inglesi, si
diceva. Beh, loro il football l'hanno fatto diventare “moderno”
alla metà dell'800 e da allora per lunghi decenni si sono reputati i
“maestri”, migliori quindi di tutti i “continentali”. Anche
quando parte la Coppa del mondo gli inglesi non vi partecipano, ma
con il passare degli anni – e con qualche sconfitta di troppo che
inevitabilmente subiscono – con il secondo dopoguerra decidono di
compiere il “grande passo” di mettersi in gioco. E le cose non è
che vadano un gran che bene. Nel 1950 la Nazionale inglese viene
eliminata dagli USA, non proprio uno squadrone, mentre nel 1954 esce
ai quarti per mano dei campioni in carica dell'Uruguay.
Per
quel che riguarda, invece, la storia dei club, forse anche per un
intrinseco – e ben remunerato - desiderio di far conoscere il gioco
ai profani, sin dalla fine del XIX secolo molte squadre – anche
professionistiche – giocano partite di esibizione e tornei
amichevoli in giro per l'Europa. La casistica è veramente ampia: qua
mi limiterò a ricordare alcune importanti esibizioni avvenute in
Italia
e, soprattutto, il torneo di calcio dell'Esposizione universale di
Parigi del 1937 quando il Bologna di Weisz in finale umiliò i
“maestri” del Chelsea per 4 a 1.
Insomma, gli
anni'50 del XX secolo iniziano con varie delusioni, mitigate però da
un paio di vittorie del Wolverhampton Wandereres che fanno gonfiare
di molto il petto al giornalismo inglese.
Tutto
tra origine da alcune amichevoli che il Wolverhampton organizza in
occasione dell'inaugurazione del suo nuovo stadio. Le squadre
invitate sono di tutto rispetto: la grande Honvéd
di Puskás,
Kocsic e degli altri fuoriclasse ungheresi, e la forte squadra
sovietica dello Spartak di Mosca. Le due vittorie che il
Wolverhampton riesce a cogliere (soprattutto il galvanizzante 3 a 2
ottenuto in rimonta contro gli ungheresi) vengono enfatizzate dalla
stampa di Sua Maestà forse con un po' troppo zelo, tanto è vero che
il Daily Mail
arriva a scrivere che il Wolverhampton “è
la migliore squadra del mondo”,
riprendendo un'espressione utilizzata proprio dal manager dei Wolves,
Stan Cullis: “there
they are, the champions of the world”.
Ora,
va bene che già da mezzo secolo era stata firmata l'Entente
Cordiale tra Gran
Bretagna e Francia, ma i rapporti tra le due Potenze erano sempre
state un filo vivaci e frizzanti anche successivamente, fatto sta che
in Francia la stampa quella dichiarazione non la prende tanto bene.
Soprattutto questo trionfalismo non lo digerisce il francese Gabriel
Hanot che quelle gare le aveva viste dal vivo, caporedattore della
testata sportiva L'Équipe.
Proprio
dalle pagine de L'Équipe
Hanot frena subito gli entusiasmi inglesi: “(...)
prima di proclamare l'invincibilità del Wolverhampton aspettiamo che
replichi le sue vittorie a Budapest e a Mosca. E vediamolo di fronte
al Milan e al Real Madrid”.
Non solo. Hanot poi si spinge oltre fantasticando e al tempo stesso
lanciando l'idea di un torneo che metta l'una contro l'altra le
migliori squadre d'Europa.
Da quel momento un
po' tutto procede in discesa. Nel corso dei mesi successivi l'idea
viene affinata, e se in un primo momento UEFA – nata da pochissimi
mesi
– appare piuttosto tiepida, i francesi non si danno per vinti e si
rivolgono direttamente ai proprietari dei maggiori club europei,
incontrando – all'opposto – molto entusiasmo.
L'inizio di aprile
del 1955 è decisivo. A Parigi L'Équipe
convoca una riunione con i
rappresentanti dei principali club continentali trovando un
solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che
giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda.
L'UEFA a quel punto nella sua riunione sempre di aprile non può far
altro che “benedire” la manifestazione pretendendo solo che
fossero le rispettive federazioni nazionali ad autorizzare la
partecipazione alle squadre
e che venissero riunite tutte le Nazioni europee con la presenza di
squadre delle democrazie popolari, delle dittature iberiche e del
blocco sovietico.
Tutto
dunque è pronto e il 4 settembre del 1955 inizia finalmente la prima
edizione della Coppa dei Campioni con la partita tra Sporting Lisbona
e Partizan Belgrado. La formula è semplice: gare di andata e ritorno
ad eliminazione diretta. Per l'Italia partecipa il Milan che
esordisce a San Siro il 1° novembre, perdendo contro il Saarbrücken,
campione della Saar, per 3 a 4, salvo poi vincere in trasferta al
ritorno per 4 a 1.
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