sabato 29 giugno 2024

ITALIA - SVIZZERA. MEMORIES

 

Vigilia di Italia-Svizzera, incontro che racchiude in sé significati e momenti che nella storia del calcio italiano hanno rappresentato vere proprie pietre miliari.


⚽ Il catenaccio, una passione italiana (ma il copyright è svizzero...)

L'incontro tra Italia e Svizzera ci permette di rispolverare un sistema di gioco che tanto è piaciuto all'Italia, il famoso “catenaccio” che negli anni d'oro ha generato correnti di pensiero, polemiche aspre e amore incondizionato. Bene, se il calcio italiano lo porterà al suo massimo splendore con figure leggendarie come Rocco e Herrera, non tutti sanno che colui il quale ha fatto conoscere al mondo il “verrou” (italianamente ribattezzato “catenaccio”) è stato l'austriaco Karl Rappan nel 1938 alla guida della Svizzera nella Coppa del mondo.


⚽ Oriundi, una storia vecchia come il calcio.

In Italia quando si parla di oriundi è facile soffermarsi soltanto agli anni del fascismo, quando diventarono una moda e un metodo facile e “italico” per rafforzare le rose delle società, ma è un fenomeno che c'è sempre stato: anche l'attuale Nazionale ne annovera nella propria rosa. Magari non tutti sanno che il primo oriundo nella storia del calcio italiano veniva proprio dalla vicina Svizzera: Ermanno Aebi era il suo nome, nato a Milano e cresciuto in Svizzera.


⚽ 1945: Il ritorno dell'Italia nel calcio europeo dopo la Seconda guerra mondiale.

Terminata l'immane tragedia della guerra, le Potenze vincitrici si trovano a dover decidere le conseguenze per gli sconfitti, anche nello sport. L'Italia in un primo momento viene esclusa dalla ripresa sportiva sino a buona parte del 1946, con una importante eccezione. Se vi va, vi propongo di rileggere il pezzo che avevo scritto per calciomercato.com:

https://www.calciomercato.com/news/quando-la-svizzera-impedi-all-italia-postbellica-di-essere-esclu-55788


📷 La fotografia:

Siamo al tramonto del XIX secolo, mentre in Italia è l'alba del football dei pionieri. Questa fotografia ritrae i calciatori che partecipano alla prima, storica, partita internazionale disputata in Italia. La data fatidica è quella del 30 aprile 1899, le squadre che si affrontano una selezione italiana (rectius: una selezioni di calciatori residenti in Italia) e una – guarda un po' – di calciatori svizzeri.


mercoledì 26 giugno 2024

Album di football perduto

 

Il 25 maggio 1924 inizia il torneo di calcio della VIII Olimpiade, l'edizione di Parigi 1924.

Cecoslovacchia e Turchia si incontrano allo stadio Bergeyre, alla periferia nord di Parigi, nel 19° arrondissement, la casa dell'Olympique de Paris.

La Cecoslovacchia quel giorno batte nel primo turno la Turchia per 5 a 2, approdando così agli ottavi di finale.


(Foto tratta da Il Calcio)

lunedì 24 giugno 2024

1942: LA PRIMA VOLTA CONTRO LA CROAZIA

 

La Croazia è davvero un'autentica bestia nera per l'Italia. Gli Azzurri sono riusciti a vincere contro i croati solo una volta, 82 anni fa, in occasione della prima volta tra le due nazionali. 

La Stampa


 Il Regno di Jugoslavia, “nato” dagli accordi di Versailles, aveva unito ai regni di Serbia e Montenegro i territori a maggioranza slovena e croata che sino al crollo dell'Impero austro-ungarico erano appartenuti alla Duplice monarchia. Senza voler qui entrare in vicende geopolitiche complesse e stratificate, in maniera veloce – e non esaustiva – possiamo sintetizzare che con il 1939 viene quindi creata la Banovina di Croazia, con ampie autonomie all'interno del Regno, che però ha vita breve, poiché già nel 1941 – con l'invasione italo-tedesca del Regno di Jugoslavia – cessa di esistere: nell'aprile del 1941 viene creato uno Stato Indipendente di Croazia, protettorato italiano, e nello stesso anno la FIFA, su pressione delle Potenze dell'Asse, riconosce, tra le altre, – seppur in modo provvisorio – la Federazione calcistica croata.

Nell'aprile del 1942 la Nazionale di Vittorio Pozzo torna a giocare un incontro amichevole dopo una pausa di 16 mesi dall'ultimo impegno, che era stato contro l'Ungheria. La guerra mondiale, iniziata nel 1939, aveva visto l'ingresso dell'Italia fascista al fianco della Germania nazista nel 1940 e da allora l'isolamento nel quale era precipitato il calcio italiano non aveva permesso altri appuntamenti. Per l'aprile del 1942 il regime suggerisce – per dirla come la disse Vittorio Pozzo – un paio di amichevoli contro due nazionali “amiche”: la Spagna di Franco e la Croazia di Pavelić, Stato nato proprio su iniziativa italiana. Antonio Ghirelli sottolinea come le due partite servissero “al governo per praticare un'iniezione di fiducia al morale piuttosto scosso degli italiani”.

Il Littoriale


 Il 5 aprile 1942 a Genova l'Italia legittima sportivamente – come rilevato da Nicola Sbetti e Riccardo Brizzi nel loro “Storia della Coppa del mondo di calcio” - la Croazia battendola 4 a 0 e quella sarà l'unica vittoria italiana contro i croati sino ad oggi. Prima dell'incontro, come riportato da La Stampa, le due squadre hanno reso “omaggio in mattinata al Sacrario dei Caduto fascisti in Federazione e al monumento ai Caduti in piazza della Vittoria”.

Da segnalare che proprio in quella partita Pozzo – considerato ormai da molti inadatto al ruolo – fa esordire giovani di valore assoluto come Grezar, Gabetto e la coppia delle meraviglie Loik e Mazzola.


giovedì 20 giugno 2024

ITALIA - SPAGNA. MEMORIES

 

Italia - Spagna 1924, foto Il Calcio del 31 maggio 1924

 

Classica internazionale nella storia azzurra, la sfida tra Italia e Spagna è ricca di precedenti interessanti, ripassiamone un paio:


⚽1934: nel mondiale italiano tra le reti di Meazza e la “sparizione” di Zamora.

Nel 1934 l'Italia è protesa verso la conquista del titolo mondiale, massima vetrina internazionale per sé, per la Nazione e – ovviamente – per il regime fascista che organizza una manifestazione impeccabile. Italia – Spagna in quel torneo si giocherà due volte: dopo una sanguinosa “corrida de toros” terminata in parità, è necessario disputare la ripetizione, un match segnato sin da subito da una defezione davvero sorprendente. Infatti, tra le fila degli spagnoli il giorno successivo – quando è fissata la ripetizione – il portiere Zamora non gioca alimentando ben più di un sospetto. La ripetizione la vince l'Italia grazie alla rete del “Pepin” Meazza.


⚽1928: 7 a 1 olimpico.

Al torneo olimpico di Amsterdam 1928 le due nazionali si affrontano per i quarti di finale. Anche in questa occasione per decretare la vincitrice sarà necessario giocare due partite. Il 1° giugno l'incontro termina in parità, si ripete il 4 e l'Italia domina gli avversari, restando l'unica europea in corsa per l'alloro olimpico. Se vi va, vi propongo la lettura del mio pezzo scritto per calciomercato.com:

https://www.calciomercato.com/news/italia-spagna-non-solo-mondiali-ed-europei-prima-della-nations-c-67893


👉La foto, chiedete? Si tratta di un Italia – Spagna giusto giusto di 100 anni fa, Giochi olimpici parigini. Il 25 maggio del 1924 allo stadio Colombes le due nazionali giocano il primo turno del torneo olimpico di calcio. Vincerà l'Italia 1 a 0, grazie all'autorete dello spagnolo Vallana a poco più di sei minuti dal 90°.

Che sia di buon auspicio per questa sera...

mercoledì 19 giugno 2024

GERMANIA - UNGHERIA 1954

 

Germania  – Ungheria di oggi pomeriggio è partita che porta con sé storie e significati mai banali.

Il precedente più illustre tra le due nazionali è la finale mondiale 1954 che segna il ritorno della Germania – Ovest e post nazista – sulla ribalta mondiale: ora attraverso il football e non più con guerre e invasioni. 

Se vi va, vi propongo di rileggere un paio di pezzi che avevo scritto per calciomercato.com:


⚽ https://www.calciomercato.com/news/herberger-dal-nazismo-al-miracolo-di-berna-con-l-ombra-del-dopin-13734


⚽ https://www.calciomercato.com/news/svizzera-1954-la-svolta-dei-soldi-il-primo-mondiale-televisivo-d-61714 


 


sabato 15 giugno 2024

15 GIUGNO 1954: NASCE L' UEFA

 

Oggi il massimo organismo calcistico europeo compie 70 anni esatti.

Il cammino del football europeo verso la costruzione di una “casa” comune è stato lungo e non sempre lineare, o privo di ostacoli. Sin dall'inizio dello sviluppo storico del football il desiderio di confrontarsi a livello internazionale è stato avvertito dai pionieri: l'elenco di incontri transnazionali tra squadre di club e quindi anche di incontri tra nazionali è lungo e possiamo dire che inizi quasi contemporaneamente alla codifica delle regole di base che normano il gioco del calcio1.

Con la fine della Prima guerra mondiale il football assume un valore che va oltre il mero aspetto sportivo per assurgere di volta in volta a “strumento” politico, economico e diplomatico. Insomma, si intuisce che il calcio può arrivare più velocemente là dove la mera politica diplomatica impiegherebbe mezzi e tempistiche differenti2. Senza qui voler riproporre l'iter che ha portato alla creazione della più significativa manifestazione calcistica continentale per nazioni del periodo tra le due guerre mondiali, grazie anche al lavoro pionieristico di personaggi quali Vittorio Pozzo, Henry Delaunay e Hugo Meisl, nell'ottobre del 1926 i rappresentanti della Federazioni calcistiche di Italia, Ungheria, Cecoslovacchia e Austria si siedono attorno ad un tavolo per discutere un ordine del giorno articolato che prevede, tra le altre, l'organizzazione di competizioni per squadre nazionali e di club delle rispettive federazioni. Nascono, così, da un lato la Coppa Internazionale3 che va ad aggiungersi – per quel che riguarda le Nazionali – al British Home Championship, al torneo olimpico e apre la strada alla Coppa del mondo e dall'altro la Coppa dell'Europa Centrale – Mitropa Cup – per squadre di club.

I pionieri della UEFA - José Crahay, Henri Delaunay e Ottorino Barassi
I pionieri della UEFA - José Crahay, Henri Delaunay e Ottorino Barassi ©UEFA

 L'Europa che viene disegnata dopo la Seconda guerra mondiale vede ancora il mondo del football continentale desideroso di tornare a confrontarsi su di un campo da calcio, però tra la fine degli anni'40 e l'inizio degli anni'50 del XX secolo pare essere finalmente tempo per un'organizzazione più strutturata e più matura: non più, quindi, solo attenta al mero aspetto agonistico, ma aperta anche a ciò che sta attorno al singolo evento calcistico. In altre parole si avverte l'esigenza di organizzare il calcio europeo in una struttura che possa controllare, decidere e gestire regole, tornei e aspetti commerciali. Ottorino Barassi, presidente della Federazione italiana, Henry Delaunay, segretario generale della Federazione francese e José Crahay, segretario generale della Federazione belga sono i tre dirigenti che nei primi anni'50 iniziano a lavorare su un progetto di “casa comune” del calcio continentale con riunioni ed incontri con tutti gli altri omologhi europei.

La FIFA, dal canto suo, nel Congresso straordinario del 1953 apre alla creazione di confederazioni continentali e questa apertura è il tassello decisivo nel progetto dei tre dirigenti.

I rappresentanti di 28 federazioni europee si danno appuntamento all'Hotel Euler a Basilea per il 15 giugno 1954, dove viene votata una mozione che recita: “Le federazioni nazionali europee si pronunciano in modo definitivo a favore della costituzione di un gruppo delle suddette federazioni, sotto una forma da determinare. L'assemblea decide di nominare un comitato che rappresenti questo gruppo, ai sensi dell'Articolo XI, comma 1, della bozza di regolamento presentata oggi. Tale comitato è incaricato di elaborare, in collaborazione con il precedente comitato, lo statuto e il regolamento definitivi, traendo ispirazione dai progetti presentati in una fase precedente, e di presentare il progetto definitivo alla prossima Assemblea Generale”.

Il dado è definitivamente tratto. Dopo altre riunioni di quell'estate, il 29 e 30 ottobre 1954 a Copenaghen il Comitato propone – e viene approvato – il nome della confederazione: Union of the European Football Association, UEFA4.

Altra data storica per il neonato Ente continentale è quella del 2 marzo 1955 quando a Vienna si tiene il primo Congresso dell'UEFA, durante il quale vengono discussi vari temi relativi alla trasmissione delle partite in diretta, i calendari internazionali degli incontri e anche la creazione di competizioni transnazionali, ma tra quest'ultimo punto venne rimandato, ritenuto ancora prematuro. In verità proprio in quel periodo il giornale sportivo francese L'Équipe aveva lavorato su una suggestione di un suo giornalista – Gabriel Hanot – circa la creazione di un torneo che mettesse di fronte le squadre vincitrici dei vari campionati nazionali europei5: l'UEFA, a Vienna, aveva deciso che “al momento non era in grado di interessarsi a un progetto riguardante direttamente i club”6.

Per il lancio della Coppa dei Campioni L'Équipe troverà un solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda e così la manifestazione potrà partire già nell'autunno del 1955, con l'UEFA che si trova un torneo già pronto7. Per la nascita, invece, della Coppa delle Nazioni europee occorrerà attendere il Congresso dell'UEFA di Stoccarda del giugno 1958, quando verrà dato il via libera alla competizione, con le prime gare di qualificazione in calendario già nell'autunno dello stesso anno.


 

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1 Basti qui, a titolo meramente esemplificativo e tutt'altro che esaustivo, citare il “British Home Championship” del 1884, la “Coppa Ponthoz” del 1900, i tornei amichevoli organizzati in Italia durante i fine settimana pasquali d'inizio '900, il “Torneo di Saint Moritz” del 1911.

2 Sul punto si veda BRIZZI, RICCARDO – SBETTI, NICOLA, “Storia della Coppa del mondo di calcio (1930-2018)”, Ed. Le Monnier, Firenze, 2018

3 Tra gli altri, si veda il mio articolo per calciomercato.com: https://www.calciomercato.com/news/la-storia-si-ripete-oggi-superlega-e-mondiale-ogni-due-anni-un-s-74367 e si veda anche: https://storiedifootballperduto.blogspot.com/2024/06/prima-del-campionato-europeo-di-calcio.html

5 PAPA, ANTONIO – PANICO, GUIDO, “Storia sociale del calcio in Italia”, ed. Il Mulino, Bologna, 2002

7 PAPA, ANTONIO – PANICO, GUIDO, Op.cit.

giovedì 13 giugno 2024

PRIMA DEL CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO: LA COPPA INTERNAZIONALE

Con gli anni'20 il calcio aveva ormai assunto piena consapevolezza della propria presa sul pubblico e iniziava a sentire l'esigenza di strutturare in maniera più salda quella vocazione internazionale che già dai primi anni dei pionieri lo aveva contraddistinto1. In altre parole, erano ormai maturi i tempi per organizzare una manifestazione europea che mettesse di fronte le migliori espressioni del calcio continentale.

Chi concepì e realizzò questa idea fu il famoso allenatore austriaco, nonché una delle menti calcistiche più brillanti dell'epoca, Hugo Meisl che negli anni'20 fu tra gli ideatori ed organizzatori di due manifestazioni continentali, una dedicata alle squadre di club e una per le Nazionali2. Così lo ricorda Vittorio Pozzo: “Uomo di levatura superiore, era in grado di giudicare e spesso di prevedere tutto quello che attorno a lui avveniva. Non si occupava puramente di tecnica, come facevo io, Meisl: curava anche la parte politica del calcio, ed era un po' il 'factotum' della sua Federazione, per gli affari interni e soprattutto per quelli internazionali3.

Le due competizioni che vennero create furono la Coppa Internazionale riservata alle rappresentative nazionali e la Coppa dell'Europa Centrale disputata tra squadre di club, da noi più nota come Coppa Mitropa: la decisione venne presa in occasione di una conferenza tenuta a Praga il 27 ottobre 1926 tra i delegati di Italia, Cecoslovacchia, Ungheria e Austria, quando proprio a Praga Italia e Cecoslovacchia giocarono un incontro amichevole4.

La Stampa nell'edizione del 28 ottobre 1926 così riportava la notizia della Conferenza tenutasi a Praga il giorno prima:

Si sono oggi riuniti i rappresentanti delle Federazioni di calcio italiana, ceco-slovacca, austriaca ed ungherese per discutere sulla creazione di una competizione internazionale di foot-ball. L'Italia era rappresentata, come è noto, dal Cav. Uff. Ferretti e dal sig. Zanetti. Su proposta dei rappresentanti italiani è stato deciso di creare due competizioni: la prima sotto il nome di Coppa d'Europa per le squadre nazionali rappresentative e la seconda sotto il nome di Coppa dell'Europa Centrale per le squadre delle società che sono campioni o finaliste dei differenti campionati. Per questa ultima competizione, ciascun paese designerebbe due squadre. La partecipazione dell'Italia alla Coppa d'Europa è già stata assicurata5.

Furono dunque quattro le federazioni calcistiche che diedero vita alla competizione: Austria, Cecoslovacchia, Italia ed Ungheria, probabilmente il meglio del calcio europeo dell'epoca, fatta eccezione per i maestri inglesi, schivi come sempre. A queste quattro nazionali si aggiunse la Svizzera e nel 1927 poteva iniziare la prima edizione del torneo, torneo basato su un girone all'italiana con partite di andata e ritorno (una in casa e una in trasferta) e classifica finale. Evidentemente mancando un ente sovranazionale che garantisse l'organizzazione del torneo, il tutto era lasciato alle libere determinazioni delle singole Federazioni e le partite venivano disputate in date e luoghi decisi in base alle esigenze e disponibilità dei singoli enti nazionali.

La Coppa in palio, tutta in cristallo, del valore di 20.000 corone cecoslovacche venne offerta dal Primo Ministro cecoslovacco Antonin Svehla, da qui il nome con cui è anche conosciuta la Coppa, Svehla Pokal.

A Praga il 18 settembre 1927, davanti ad oltre 30.000 persone iniziava la prima edizione della Coppa Internazionale con la vittoria della Cecoslovacchia per 2-0 contro l'Austria; quest'ultima, una settimana dopo, veniva sconfitta anche dall'Ungheria a Budapest per 5-3. L'Italia faceva il suo esordio nella competizione il 23 ottobre, sul temibile campo di Praga:

I calciatori azzurri sono giunti a Praga per il loro primo match internazionale dell'annata. Negli ambienti calcistici di qui (Praga, ndr), quantunque si apprezzi molto la nostra “nazionale”. Si ha la certezza in una vittoria della squadra cecoslovacca. (...) L'incontro che attende domani i nostri “azzurri” è certamente duro e difficile. Battuti dal pronostico, si troveranno di fronte ad una squadra che va famosa per il bellissimo giuoco di assieme di alto rendimento. È questa la gran forza della compagine cecoslovacca.”

Per il quotidiano La Stampa l'incontro venne seguito da Vittorio Pozzo che così racconta la partita:

Il tempo non ha favorito l'incontro tra le nazionali dell'Italia e della Cecoslovacchia. Una pioggia fine e leggera cade fin dalle prime ore del mattino, ciò che non impedisce però che già un'ora prima dell'inizio del match il campo dello Sparta sia stipato. Si calcola che quindici mila persone siano presenti. Il campo è in condizioni disastrose, ridotto ad un vero pantano.

(…) La partita ebbe una storia ben strana. Nervosa, rotta, disputata ora con torpore ora con velocità; a tratti anche violenta, interessante sempre.”

Alla fine Pozzo fa un'analisi della partita:

La difesa italiana fu pienamente all'altezza della situazione, con Calligaris in primo piano. La linea mediana, eccellente nel lavoro difensivo, all'attacco non funzionò invece che a tratti. Baloncieri e Cevenini erano in cattive condizioni, malgrado questo, però, il nostro attacco dimostrò maggior decisione che non quello avversario.

La squadra boema, non ha lasciato quell'impressione di potenza e valore tecnico che ebbimo occasione di notare altre volte. (…) Partita piena di contraddizioni: le due squadre ed i loro migliori elementi ebbero alti e bassi impressionanti, se facciamo eccezione per la difesa italiana, Kada e Kolenaty6.

Al termine del torneo fu proprio l'Italia – che nel frattempo era passata sotto la guida tecnica dello stesso Vittorio Pozzo – a risultare vincitrice, soprattutto grazie alle due clamorose vittorie ai danni dell'Ungheria: al primo storico successo ottenuto contro i magiari del 25 marzo 1928, quando a Roma la nazionale italiana riuscì a rimontare gli avversari da 0-2 e vincere per 4-3 fece infatti seguito il roboante 0-5 con il quale gli Azzurri espugnarono Budapest, con tripletta di Meazza.

La classifica finale fu la seguente:

11 ITALIA

10 AUSTRIA

10 CECOSLOVACCHIA

9 UNGHERIA

0 SVIZZERA

Nel biennio 1931-32 la Coppa venne vinta dall'Austria (Italia seconda), mentre la terza edizione, quella giocata tra il 1933 ed il 1935 venne vinta ancora dall'Italia, seguita da Austria ed Ungheria. L'edizione programmata per il 1936-38 non venne invece assegnata poiché venne sospesa dopo l'annessione dell'Austria alla Germania del 12 marzo 1938: ormai le ombre del conflitto bellico si stavano allungando sull'Europa e la Coppa finì in soffitta. Si ritornò a pensare alla Coppa Internazionale a guerra conclusa, in un nuovo clima, in una nuova Europa. Fu un'edizione lunga, durò ben 5 anni e vide la vittoria dell'Ungheria, quell'Ungheria che si apprestava a diventare la famosa squadra d'oro, l'Aranycsapat di Puskas, Hidegkuti, Kocsis; l'Italia, travolta dall'immane tragedia di Superga, arrivò penultima. Così come si piazzò ancora al penultimo posto anche nell'edizione successiva, quella del 1955-60 che sarebbe stata l'ultima edizione della Coppa, che venne vinta dalla Cecoslovacchia e registrò la partecipazione della Jugoslavia.

Conclusa l'edizione numero 6 – la prima organizzata dalla neonata U.E.F.A. - la coppa venne definitivamente archiviata: ormai i tempi erano maturi per un vero campionato europeo.

 

 

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1 Basti qui, a titolo meramente esemplificativo e tutt'altro che esaustivo, citare il “British Home Championship” del 1884, la “Coppa Ponthoz” del 1900, i tornei amichevoli organizzati in Italia durante i fine settimana pasquali d'inizio '900, il “Torneo di Saint Moritz” del 1911.

3 VITTORIO, POZZO, “I Ricordi di Vittorio Pozzo” pubblicato in Il Calcio Illustrato, 1949-1950

4 Cfr. La Gazzetta dello Sport del 26 ottobre 1926 e del 1° novembre 1926.

5 Cfr. La Stampa del 28 ottobre 1926

6 Cfr. La Stampa del 24 ottobre 1927; per una ricostruzione più particolareggiata cfr. La Gazzetta dello Sport del 24 ottobre 1927 e del 25 ottobre 1927