venerdì 26 luglio 2019

IL SECOLO GRANATA. FELICE ROMANO, TRA IL GRANATA E L'AZZURRO



Nato a Buenos Aires da padre italiano e madre francese, Felix – italianizzato in Felice - Romano è stata la prima vera “stella” nella storia centenaria della Reggiana. In Italia Romano esordisce nel primo dopoguerra con la maglia del Torino dove gioca due stagioni nella massima divisione nazionale prima di essere acquistato dalla Reggiana.
Romano fotografato al Mirabello - foto tratta da Il Calcio


Migrante nella Belle epoque. Cesare Fanti alla vigilia dell'esordio di Felice Romano con la nazionale italiana nel novembre 1921 dalle colonne de La Gazzetta dello Sport domanda alla Federazione di chiarire il dubbio se il giocatore sia o meno di nazionalità elvetica1. Ecco, Romano è stato un cosmopolita, figlio di emigranti e a sua volta migrante, come spesso sono stati tantissimi calciatori dei primi anni pionieristici. 
Etoile des Deux Lacs

Romano, che soltanto nel dicembre del 1970, pochi mesi prima di morire, prenderà la cittadinanza italiana2, lui, asso sudamericano del pallone e cittadino del mondo, ha giocato in Argentina, Francia, Svizzera e Italia. Nasce a Buenos Aires nel luglio del 1894, ben presto si trasferisce in Francia, a Parigi, dove gioca per l'Etoile des Deux Lacs e il Levallois e dove viene comunemente chiamato Romano II per distinguerlo dal fratello Paul Romano, anch'egli calciatore. 
Con l'Etoile des Deux Lacs, squadra del 16° arrondissement del Bois de Boulogne, Romano vince il Trophée de France nel 1912 avendo la meglio in finale sulla Red Star. Passato al Levallois, nel marzo del 1914 Romano viene convocato per giocare a Saint-Ouen l'incontro internazionale tra la Ligue Parisienne de football (LFA) e l'omologa formazione belga3.  
Ligue Parisienne de Football
Nell'aprile del 1913 Romano fa il suo esordio ufficiale con la nazionale francese nella partita amichevole giocata contro il Lussemburgo e vinta per 8 a 0 grazie anche ad una sua rete segnata al 78° minuto4. Sarà la sua unica presenza con la Francia.

Esordio italiano. Terminata la Prima guerra mondiale, periodo che Romano trascorre in Svizzera, si trasferisce in Italia dove inizia a giocare al pallone con i granata del Torino. Romano la sua prima rete nel massimo campionato italiano la segna domenica 8 febbraio 1920, schierato al centro dell'attacco del Torino. Realizza il terzo goal dei granata contro il Novara, come accuratamente per La Gazzetta dello Sport racconta Corradini nella sua cronaca: “(...) Boglietti Ernesto centra, il fratello Ottavio, mezz'ala destra, raccoglie con la testa, e passa a Romano avanzante sulla sua stessa linea. Romano, da due passi con altro colpo di testa, infila la rete (…)”5.
Esattamente una domenica prima aveva esordito nella gara contro l'Enotria Goliardo. In quel suo primo campionato 1919/20 Romano gioca 7 partite e segna 5 reti, tre delle quali nel rocambolesco incontro del 7 marzo quando il Torino pareggia contro l'Internazionale per 6 a 66

Se potessi avere mille lire al mese.... Estate 1921, a Reggio Emilia si cerca di allestire una squadra competitiva per puntare alla promozione nella massima divisione nazionale. La città – e l'Italia intera – in quei giorni, in quei mesi è in fibrillazione, in quel 1921 i fascisti reggiani bruciano la tipografia de La Giustizia il giornale socialista di Camillo Prampolini e la libertà vacilla sempre più. In quell'estate del 1921 la Reggiana, grazie ai buoni uffici del suo dirigente Pietro Pietranera e a Severino Taddei, tra i fondatori della Reggiana ed ex calciatore del Torino, riesce ad accaparrarsi Felice Romano proponendogli uno stipendio da 1.500 lire al mese, una cifra davvero favolosa per quei tempi e soprattutto per gli standard della Reggiana i cui giocatori ricevevano soltanto un esiguo rimborso spese7. Insomma, quel motivetto fox-trot che avrebbe furoreggiato negli anni'30 – quindi una decina d'anni dopo – faceva ben comprendere quale considerazione avessero i dirigenti granata di Romano. Ovviamente ben riposta: Romano nella sua prima stagione in granata segna le reti determinanti per la conquista della salvezza, ma gli inizi non sono affatto semplici. 
Archivio biblioteca Panizzi
 
Un golden gol...Felice. È l'anno della guerra tra FIGC e CCI, con due campionati separati e due campioni d'Italia distinti, la Reggiana resta fedele alla Federazione e per la stagione 1921/22 è inserita nel girone B Emilia della Prima Categoria assieme a Virtus Bolognese, Spal e Carpi. Nelle sei partite di campionato la squadra fatica paurosamente arrivando ultima e Romano pur giocando tutti gli incontri prevalentemente davanti alla difesa non riesce a segnare neppure una rete, anzi spesso si ritrova a giocare da solo, incaponendosi in dribbling che non portano a nulla. La Reggiana per mantenere la categoria è quindi costretta a giocare lo spareggio con la Mantovana ed è a quel punto che Romano si accende e prende per mano la squadra. I granata vincono 3 a 2 la gara di andata e Romano segna due reti, così come ne segna altrettante nella debacle del ritorno, quando la Reggiana perde 9 a 2, rendendosi dunque necessario un clamoroso “spareggio dello spareggio”. Il 5 febbraio sul campo neutro di Ferrara va in scena una gara epica, una battaglia infinita durata la bellezza di 146 minuti, nella quale la stella di Romano brilla luminosissima. Romano segna su punizione il momentaneo vantaggio granata, ma a dieci minuti dalla fine la Mantovana porta il risultato sul 1 a 1, punteggio che non cambia neppure dopo i tempi supplementari. A quel punto la partita prosegue ad oltranza, sino a quando una delle due squadre non riuscirà a segnare il gol decisivo. La fatica è tanta, le cronache riportano di lamenti dei giocatori che non ne possono più, ma finalmente, al 27° minuto successivo al termine dei tempi supplementari, il 146° minuto complessivo, è ancora Romano a segnare la rete decisiva, la rete che non solo regala alla Reggiana la permanenza in categoria ma anche – forse soprattutto! - la fine di quella interminabile sofferenza.

Dal granata all'Azzurro. Il talento di Romano è davvero enorme per il livello medio della Reggiana, dopo quella prima stagione diventa il leader indiscusso della squadra, la quale viene affidata a lui anche nella conduzione tecnica al posto del partente Sturmer che va ad allenare il Torino. 10 le reti di Romano in 11 gare in quella stagione e 11 la stagione successiva, quella che regalerà alla Reggiana la sua prima, storica, promozione in massima serie dopo lo spareggio di Padova vinto contro l'Olimpia Fiume grazie anche ad una sua rete. 
Nell'estate del 1923 la Reggiana non bada a spese ed affianca a Romano alcuni elementi che la fanno diventare alla vigilia del campionato une delle più accreditate pretendenti alla promozione, obiettivo che non si lascierà sfuggire. Romano, come detto, era il giocatore più talentuoso della Reggiana e non solo. Poteva giocare in tutti i ruoli del centrocampo dotato com'era di un millimetrico lancio, in quel calcio poteva giocare anche in attacco e non disdegnava di concludere a rete. Romano è stato soprattutto l'unico giocatore della Reggiana a vestire contemporaneamente anche la maglia della Nazionale italiana. Con l'Italia ha giocato 5 partite, dal novembre 1921 all'aprile 1924, sempre come mediano destro o sinistro, tranne nell'ultima partita, quella della disfatta di Budapest quando nella ripresa venne arretrato addirittura a terzino e additato tra i capri espiatori segnando così la fine del suo rapporto con la Nazionale8. L'esordio in Nazionale è del 6 novembre 1921, nell'amichevole che l'Italia pareggia 1 a 1 contro la Svizzera, che Emilio Colombo l'indomani così commenta per La Gazzetta dello Sport:
(...) Morando e Romano, nei differenti ruoli, sono due superbi campioni. (…) Romano, che deve alla «rosea» - diceva oggi il presidente della F.I.G.C. - la sua assunzione alla nazionale, è apparso un grande giuocatore: duttile, prontissimo, resistente e conoscitore perfetto, oltre che del proprio ruolo, del football”9.
Romano giocherà altre tre partite con la Nazionale per tutto il 1922, poi una pausa e quindi la convocazione per la trasferta a Budapest del 6 aprile 1924 per la partita contro l'Ungheria che sarà la sua ultima apparizione in maglia azzurra. La partita in questione viene ricordata come quella “del gran rifiuto” di Genoa e Bologna di concedere i propri giocatori alla Nazionale, perché impegnate entrambe nella fasi più delicate del campionato, costringendo così Pozzo ad arrangiarsi e a fare convocazioni “alternative”: uno di questi giocatori è proprio Felice Romano10
schieramento Svizzera-Italia gara esordio di Romano
Il pesante passivo – 1 a 7 per gli ungheresi – e l'età ormai avanzata segneranno la fine dell'esperienza con la maglia della nazionale italiana per Romano, non certo quella con la maglia granata perché con la Reggiana gioca sino al 1926, campionato quest'ultimo che sancisce la retrocessione dei granata in seconda divisione. 
 
Un giro di tango con il Grifone. Per la stagione 1926/27 Romano viene acquistato dal Genoa che lo paga ben 45.000 lire alla Reggiana, somma tutt'altro che risibile per l'epoca. A Genova Romano resterà una sola stagione poi, complice anche un infortunio, lascia l'Italia e torna a Parigi per giocare una stagione al Racing. Con la maglia del Genoa Romano già nell'estate del 1923 aveva avuto modo di fare una bellissima esperienza, non solo calcistica. 
Tournée Genoa, foto di gruppo a Barcellona
A quel tempo Romano è un giocatore della Reggiana ma in giugno viene aggregato al Genoa che trascorre l'estate in una tournée in Sud America. La “convocazione” di Romano è davvero molto prestigiosa: il Genoa è quello degli imbattibili che nella stagione appena conclusa non aveva perso neppure un incontro e assieme a Romano vengono aggregati anche Baloncieri dal Torino, Moscardini dalla Lucchese e Girani dal Venezia. Si imbarcano tutti il 28 luglio 1923 sul “Principessa Mafalda”, il piroscafo che li porta a Buenos Aires, dove quasi trent'anni prima Romano era nato.
Con il Genoa Romano mette in risalto le sue qualità. Il periodico della Reggiana Il Mirabello riporta la traduzione di quanto aveva scritto la stampa argentina il 10 settembre riguardo la prestazione di Romano:
Nella linea mediana, emerse, come nelle partite precedenti, Romano, a cui era stato affidato il compito di annullare l'azione del giocatore De Miguel il migliore degli avanti argentini.
Tenace ed efficace in ogni momento, l'«half» italiano, non solo disimpegnò egregiamente il compito affidatogli, ma incoraggiò continuamente i compagni di gioco, tanto che può darsi che a lui si dovettero quasi tutti gli attacchi della squadra italiana”11.

Reggio Emilia per sempre. A 32 anni Felice Romano ritorna a Reggio. Lo fa nell'autunno del 1928, quando ormai le sue condizioni fisiche non gli permettono più di essere quel magnifico giocatore che era stato ammirato negli anni precedenti. Si allena con la Reggiana, che nel frattempo è tornata in Divisione Nazionale, stringe i denti e gioca un paio di partite12, segnando una rete, l'ultima con la maglia granata, contro la Fiumana al Mirabello il 17 marzo 192913. La stagione 1929/30 sarà la sua ultima da giocatore, ancora nella Reggiana, in serie B, poi Felice Romano appende gli scarpini al chiodo, dopo aver segnato 44 reti in 86 gare giocate con la Reggiana.

Romano Allenatore della Reggiana - foto Archivio Camellini
Sarà allenatore dei granata in due occasioni, nel campionato del 1931/32 e per il campionato alta Italia del 1945/46 dove peraltro verrà esonerato dopo poche partite. Un'ultima esperienza nel mondo del calcio Romano la farà sulla panchina dell'Arezzo, poi il ritiro. Definitivo, senza tentennamenti o rimpianti. Il secondo tempo della vita di quello che nei ruggenti anni'20 era stato l'idolo del Mirabello è un tempolento, lontano dal clamore della folla, dagli applausi e dal brivido che elettrico ti galvanizza nel momento in cui il pallone entra nella rete. Passeranno 60 anni prima che la sua immagine e il suo nome vengano fissati per sempre nel murales dipinto sui muri del Mirabello, assieme agli altri “immortali” campioni della Reggiana. Si dedica all'attività di ebanista, attività che per diversi anni gli ha valso anche una cattedra d'insegnante in una scuola reggiana, vivendo per tantissimi anni in un appartamento in via Porta Brennone senza una famiglia, soltanto con la compagnia di pochissimi amici14. Gli anni lontano dal football sono anni fatti più di bassi che di alti, i soldi sono sempre pochi, tanto che le spese per i funerali vengono pagate dalla Reggiana e oggi i resti del giocatore riposano all'ossario del cimitero “Monumentale” subuurbano di Reggio Emilia. Nei suoi ultimi mesi di vita Romano aveva sofferto di enfisema polmonare, i pochi amici di via Porta Brennone lo convincono a farsi ricoverare e poco tempo dopo all'Ospedale Sanatoriale Lazzaro Spallanzani all'una di venerdì 20 agosto 1971 Felice Romano, all'età di 77 anni, chiude per sempre gli occhi lasciando spazio alla sua leggenda.

 
1Cfr. La Gazzetta dello Sport del 5 novembre 1921
2Cfr. Il Resto del Carlino del 21 agosto 1971
3Cfr. La Gazzetta dello Sport del 16 marzo 1914
4https://www.11v11.com/matches/france-v-luxembourg-20-april-1913-222925/
5Cfr. La Gazzetta dello Sport del 9 febbraio 1920
6Cfr. La Gazzetta dello Sport del 8 marzo 1921
7DEL BUE, MAURO, Una storia Reggiana 1919-1945: Le partite, i personaggi, le vicende dai pionieri alla liberazione, Montecchio, 2007
8SERRA, LUCIANO, Maglia granata e calzoncini blu, in La Reggiana News n. 2 del settembre 1989
9Cfr. La Gazzetta dello Sport del 7 novembre 1921
10https://www.calciomercato.com/news/quando-bologna-e-genoa-facevano-la-voce-grossa-e-la-nazionale-pe-16998
11Cfr. Il Mirabello del 21 ottobre 1923
12DEL BUE, MAURO, Op. cit.
13SERRA, LUCIANO, Op. cit.
14Cfr. Il Resto del Carlino del 21 agosto 1971

3 commenti:

  1. Bonjour, Je m'appelle Fabien Romano et je suis le petit fils de Paul Romano, le frère de Félice. Aujourd'hui âgé de 60 ans, j'ai joué au football jusqu'à l'âge de 34 ans au niveau amateur (régional et un peu national). C'est une grande fierté pour moi de savoir que mon grand oncle et mon grand-père ont été des si prestigieux footballeurs. Mon plus grand regret reste de ne pas les avoir connus, ni l'un ni l'autre. Avec toutes mes amitiés!
    Fabien Romano

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  2. Bonjour,je m'appelle Fabien Romano. Felice Romano était mon grand-oncle,le frère de mon grand-père Paul Romano, footballeur également et international français. Comme je suis fier d'avoir pu lire cet article et tous les éloges dont est couvert mon oncle Felice.

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    1. Bonjour. Tout d’abord, je m’excuse pour le retard dans la réponse (un problème dans les notifications).
      Merci beaucoup, je suis très heureux que mon travail consacré à votre grand-oncle vous ait plu.
      Encore merci et encore je vous demande d’accepter mes excuses pour le retard dans la réponse.
      Meilleurs voeux.
      Alessandro Bassi

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