Reggio
Emilia, 31 maggio 1973
Reggiana-Inter:
2-3
(sospesa
al 15’ del secondo tempo per sabotaggio all’impianto di
illuminazione. Gara data vinta dall’Inter per 2 a 0)
Reggiana:
Bartolini; Marini e Malisan; Fabbian, Benincasa e Stefanello;
Spagnolo, Donina, Zandoli, Zanon e Passalacqua. Allenatore: Galbiati.
Inter:
Vieri; Bellugi e Facchetti; Oriali, Giubertoni e Burgnich; Massa,
Mazzola, Boninsegna, Bedin e Corso. Allenatore: Masiero.
Arbitro:
Cantelli di Firenze.
Gol:
Mazzola (I) all’8’, Spagnolo (R) al 13’, Massa (I) al 21’,
Mazzola (I) al 40’, Zandoli (R) al 57’.
DA "UNA
STORIA REGGIANA" DI MAURO DEL BUE
Questa
notte è una notte speciale. È la grande notte. Dopo il pari di
Torino con la Juve, che ha appena vinto lo scudetto, oggi possiamo
dimostrare che siamo all’altezza anche della grande Inter, che il
campionato l’ha vinto l’anno precedente.
Si parte
con Mazzola che riprende una punizione sgorgata dal magico piede
sinistro di Mariolino Corso e insacca con un inesorabile rasoterra.
Ma Zanon
non ci sta. Cinque minuti dopo si ingobbisce e con la sua zazzera al
vento si beve due avversari (Corso e Bellugi, mica due qualsiasi) e
allunga a Spagnolo che dal limite dell’area fulmina Vieri. Esplode
il Mirabello.
Ma al 21’
Bartolini non trattiene un tiro di Boninsegna e la palla viene
ripresa da Facchetti che crossa al centro a Massa. A porta vuota
l’ala destra nerazzurra insacca il 2-1.
Al 33’
Zandoli si incunea in area e colpisce la traversa, ma al 40’
Mazzola si mangia tutti. E il suo show finisce in bellezza con la
terza rete nerazzurra.
Finito?
No, alla ripresa la Reggiana insiste e al 13’ Zandoli, su assist di
Passalacqua, la mette dentro con una mezza rovesciata da serie A.
Possiamo
recuperare e ritorniamo all’attacco, ma al 15’ si spegne la
partita. Nel senso letterale del termine. I nuovi fari non funzionano
più.
Si resta
tutti al buio e si va a casa.
Erano
tempi di agitazioni e di forti tensioni. Ma che un gruppo di
estremisti decidesse di far opera di sabotaggio facendo saltare la
luce in tutta la zona del Mirabello nel corso della partita, nessuno
poteva davvero prevederlo. Si verificò e gli esaltati deposero anche
alcuni cartelli: «No al calcio strumento dei padroni», «Operaio,
diserta lo stadio, droga dei padroni» e «Reggiana uguale padroni,
Lombardini uguale potere, potere uguale DC».
La verità
è che gli unici danneggiati furono proprio gli sportivi (erano in
13.000 al Mirabello), compresi molti operai, anche della Lombardini,
che tifavano Reggiana e che avevano comprato un biglietto, anche a
caro prezzo, e furono costretti a rincasare al 15’ del secondo
tempo, poco dopo il gol di Zandoli che aveva portato il punteggio sul
3-2 a favore dei milanesi e poco dopo l’inizio della possibile
rimonta granata.
La
partita fu data vinta all’Inter per 2-0, anche se non si comprende
tuttora cosa c’entri la responsabilità oggettiva col sabotaggio.
Né la Reggiana con la contestazione.
DA “LA
STAMPA”
È stato
un sabotaggio ad interrompere l’incontro per il secondo turno di
Coppa Italia fra Reggiana ed Inter, disputatosi ieri sera al
Mirabello. Al 60’ di gioco, quando la squadra milanese conduceva
per 3 reti a 2, i riflettori del campo si sono spenti di colpo e con
essi è venuta a mancare la luce in una vastissima zona.
Pochi
secondi prima un guizzo bluastro, accompagnato da uno scoppio, aveva
lacerato il cielo. Polizia e carabinieri, precipitatisi verso una
cabina di alimentazione posta ad alcune centinaia di metri dal campo,
hanno scoperto l’origine del guasto. Ignoti avevano lanciato sui
conduttori a 15.000 volts una corda agganciata ad un mattone e
recante all’altra estremità un pezzo di filo di rame della
lunghezza di un metro terminante con un uncino. La corda, scavalcati
i fili della corrente, con la parte terminale costituita dal pezzo di
rame, ha provocato il corto circuito che ha fatto saltare gli
interruttori di una serie di cabine di alimentazione. Fortunatamente
i fili della corrente elettrica finiti a terra ancora sotto tensione,
non hanno provocato vittime in quanto gli agenti hanno provveduto a
tener lontana la gente che stava dirigendosi verso la cabina.
L’opera
dei tecnici dell’Enel per riparare il guasto è stata difficile,
soprattutto a causa della marea di auto parcheggiate attorno allo
stadio e che ha impedito l’uso immediato di ponti aerei e di altre
attrezzature. La luce è ritornata dopo circa un’ora e mezzo,
quando erano già al buio tutta la zona adiacente lo stadio ed un
altro vasto quartiere della città, che si trova nella direzione
opposta a quella dello stadio.
Gli
inquirenti hanno provveduto a consegnare alla magistratura la corda,
il mattone e quanto era rimasto del cavo di rame che aveva provocato
il corto circuito. Un uomo che passeggiava nei pressi della cabina,
teatro dell’attentato, ha affermato di aver scorto subito dopo il
lampo tre persone fuggire al buio. I vigili del fuoco sono
intervenuti con una potente fotoelettrica provvedendo ad illuminare
il centro del campo dall’esterno. Gruppi elettrogeni che
alimentavano altri impianti d’illuminazione sono stati messi in
funzione per rischiarare le uscite.
Le
diciottomila persone, che stipavano ogni ordine di posti dello
stadio, hanno atteso pazientemente senza panico anche perché la
notizia non si è diffusa fortunatamente in modo drammatico.
Alle
23,15, scaduto il tempo regolamentare, l’arbitro Cantelli di
Firenze, alla luce della fotoelettrica, ha dato il segnale di
chiusura.
Stamane
il presidente della Reggiana, commendator Carlo Visconti, ha fatto il
punto sulla vicenda. Dopo aver rivolto parole di plauso al pubblico
per l’esemplare comportamento dimostrato, il commendator Visconti
ha affermato che, esaminate le ragioni della sospensione non
imputabili alla società in quanto l’interruzione è stata
provocata a distanza notevole dal campo, l’incontro dovrà essere
ripetuto in omaggio ai più elementari principi di giustizia
sportiva.
Frattanto
polizia e carabinieri sono impegnati nella ricerca degli attentatori
dei quali si sono perse le tracce. Attorno allo stadio sono stati
trovati affissi manifesti sui quali è stato scritto a mano:
«Reggiana, serva dei padroni. Un giorno di stipendio per assistere
ad un incontro». Qualcuno vorrebbe porre in relazione questa
protesta con l’atto di sabotaggio ma sembra che i manifesti siano
stati attaccati diverse settimane fa.
In merito
alla decisione del giudice sportivo, l’Inter è convinta di avere
partita vinta per 2 a 0 a tavolino. In materia esiste un solo
precedente, quello di Coppa Italia fra Lazio e Roma del 1969: mancò
la luce e Lo Bello dovette sospendere l’incontro che fu dato vinto
per 2 a 0 ai biancocelesti. Allora peraltro si era trattato di un
guasto tecnico alle cabine di alimentazione mentre a Reggio è
provato il sabotaggio.
Tocca
all’avvocato Barbé decidere se la Reggiana è o meno responsabile
dell’accaduto e quindi decidere il 2 a 0 per l’Inter oppure la
ripetizione dell’incontro.
(di: Stefano Bedeschi)
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