sabato 6 luglio 2019

IL SECOLO GRANATA. 1973: LA LUCE DI REGGIANA-INTER

(Davvero orgoglioso e contento che l'amico Stefano Bedeschi, blogger de "Il Pallone Racconta", ci abbia regalato il racconto di quel Reggiana - Inter del maggio 1973 valido per il secondo turno della fase finale della Coppa Italia)

Reggio Emilia, 31 maggio 1973
Reggiana-Inter: 2-3
(sospesa al 15’ del secondo tempo per sabotaggio all’impianto di illuminazione. Gara data vinta dall’Inter per 2 a 0)
Reggiana: Bartolini; Marini e Malisan; Fabbian, Benincasa e Stefanello; Spagnolo, Donina, Zandoli, Zanon e Passalacqua. Allenatore: Galbiati.
Inter: Vieri; Bellugi e Facchetti; Oriali, Giubertoni e Burgnich; Massa, Mazzola, Boninsegna, Bedin e Corso. Allenatore: Masiero.
Arbitro: Cantelli di Firenze.
Gol: Mazzola (I) all’8’, Spagnolo (R) al 13’, Massa (I) al 21’, Mazzola (I) al 40’, Zandoli (R) al 57’.

DA "UNA STORIA REGGIANA" DI MAURO DEL BUE
Questa notte è una notte speciale. È la grande notte. Dopo il pari di Torino con la Juve, che ha appena vinto lo scudetto, oggi possiamo dimostrare che siamo all’altezza anche della grande Inter, che il campionato l’ha vinto l’anno precedente.
Si parte con Mazzola che riprende una punizione sgorgata dal magico piede sinistro di Mariolino Corso e insacca con un inesorabile rasoterra.
Ma Zanon non ci sta. Cinque minuti dopo si ingobbisce e con la sua zazzera al vento si beve due avversari (Corso e Bellugi, mica due qualsiasi) e allunga a Spagnolo che dal limite dell’area fulmina Vieri. Esplode il Mirabello.
Ma al 21’ Bartolini non trattiene un tiro di Boninsegna e la palla viene ripresa da Facchetti che crossa al centro a Massa. A porta vuota l’ala destra nerazzurra insacca il 2-1.
Al 33’ Zandoli si incunea in area e colpisce la traversa, ma al 40’ Mazzola si mangia tutti. E il suo show finisce in bellezza con la terza rete nerazzurra.
Finito? No, alla ripresa la Reggiana insiste e al 13’ Zandoli, su assist di Passalacqua, la mette dentro con una mezza rovesciata da serie A.
Possiamo recuperare e ritorniamo all’attacco, ma al 15’ si spegne la partita. Nel senso letterale del termine. I nuovi fari non funzionano più.
Si resta tutti al buio e si va a casa.
Erano tempi di agitazioni e di forti tensioni. Ma che un gruppo di estremisti decidesse di far opera di sabotaggio facendo saltare la luce in tutta la zona del Mirabello nel corso della partita, nessuno poteva davvero prevederlo. Si verificò e gli esaltati deposero anche alcuni cartelli: «No al calcio strumento dei padroni», «Operaio, diserta lo stadio, droga dei padroni» e «Reggiana uguale padroni, Lombardini uguale potere, potere uguale DC».
La verità è che gli unici danneggiati furono proprio gli sportivi (erano in 13.000 al Mirabello), compresi molti operai, anche della Lombardini, che tifavano Reggiana e che avevano comprato un biglietto, anche a caro prezzo, e furono costretti a rincasare al 15’ del secondo tempo, poco dopo il gol di Zandoli che aveva portato il punteggio sul 3-2 a favore dei milanesi e poco dopo l’inizio della possibile rimonta granata.
La partita fu data vinta all’Inter per 2-0, anche se non si comprende tuttora cosa c’entri la responsabilità oggettiva col sabotaggio. Né la Reggiana con la contestazione.



DA “LA STAMPA”
È stato un sabotaggio ad interrompere l’incontro per il secondo turno di Coppa Italia fra Reggiana ed Inter, disputatosi ieri sera al Mirabello. Al 60’ di gioco, quando la squadra milanese conduceva per 3 reti a 2, i riflettori del campo si sono spenti di colpo e con essi è venuta a mancare la luce in una vastissima zona.
Pochi secondi prima un guizzo bluastro, accompagnato da uno scoppio, aveva lacerato il cielo. Polizia e carabinieri, precipitatisi verso una cabina di alimentazione posta ad alcune centinaia di metri dal campo, hanno scoperto l’origine del guasto. Ignoti avevano lanciato sui conduttori a 15.000 volts una corda agganciata ad un mattone e recante all’altra estremità un pezzo di filo di rame della lunghezza di un metro terminante con un uncino. La corda, scavalcati i fili della corrente, con la parte terminale costituita dal pezzo di rame, ha provocato il corto circuito che ha fatto saltare gli interruttori di una serie di cabine di alimentazione. Fortunatamente i fili della corrente elettrica finiti a terra ancora sotto tensione, non hanno provocato vittime in quanto gli agenti hanno provveduto a tener lontana la gente che stava dirigendosi verso la cabina.
L’opera dei tecnici dell’Enel per riparare il guasto è stata difficile, soprattutto a causa della marea di auto parcheggiate attorno allo stadio e che ha impedito l’uso immediato di ponti aerei e di altre attrezzature. La luce è ritornata dopo circa un’ora e mezzo, quando erano già al buio tutta la zona adiacente lo stadio ed un altro vasto quartiere della città, che si trova nella direzione opposta a quella dello stadio.
Gli inquirenti hanno provveduto a consegnare alla magistratura la corda, il mattone e quanto era rimasto del cavo di rame che aveva provocato il corto circuito. Un uomo che passeggiava nei pressi della cabina, teatro dell’attentato, ha affermato di aver scorto subito dopo il lampo tre persone fuggire al buio. I vigili del fuoco sono intervenuti con una potente fotoelettrica provvedendo ad illuminare il centro del campo dall’esterno. Gruppi elettrogeni che alimentavano altri impianti d’illuminazione sono stati messi in funzione per rischiarare le uscite.
Le diciottomila persone, che stipavano ogni ordine di posti dello stadio, hanno atteso pazientemente senza panico anche perché la notizia non si è diffusa fortunatamente in modo drammatico.
Alle 23,15, scaduto il tempo regolamentare, l’arbitro Cantelli di Firenze, alla luce della fotoelettrica, ha dato il segnale di chiusura.
Stamane il presidente della Reggiana, commendator Carlo Visconti, ha fatto il punto sulla vicenda. Dopo aver rivolto parole di plauso al pubblico per l’esemplare comportamento dimostrato, il commendator Visconti ha affermato che, esaminate le ragioni della sospensione non imputabili alla società in quanto l’interruzione è stata provocata a distanza notevole dal campo, l’incontro dovrà essere ripetuto in omaggio ai più elementari principi di giustizia sportiva.
Frattanto polizia e carabinieri sono impegnati nella ricerca degli attentatori dei quali si sono perse le tracce. Attorno allo stadio sono stati trovati affissi manifesti sui quali è stato scritto a mano: «Reggiana, serva dei padroni. Un giorno di stipendio per assistere ad un incontro». Qualcuno vorrebbe porre in relazione questa protesta con l’atto di sabotaggio ma sembra che i manifesti siano stati attaccati diverse settimane fa.
In merito alla decisione del giudice sportivo, l’Inter è convinta di avere partita vinta per 2 a 0 a tavolino. In materia esiste un solo precedente, quello di Coppa Italia fra Lazio e Roma del 1969: mancò la luce e Lo Bello dovette sospendere l’incontro che fu dato vinto per 2 a 0 ai biancocelesti. Allora peraltro si era trattato di un guasto tecnico alle cabine di alimentazione mentre a Reggio è provato il sabotaggio.
Tocca all’avvocato Barbé decidere se la Reggiana è o meno responsabile dell’accaduto e quindi decidere il 2 a 0 per l’Inter oppure la ripetizione dell’incontro.

(di: Stefano Bedeschi)

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