Ho
chiesto all'amico Stefano Bedeschi, juventino cantore della juventinità più
passionale, più sincera e curatore del blog
www.ilpalloneracconta.blogspot.it,
di tratteggiare un ritratto di uno dei primi juventini che divennero
campioni d'Italia nel 1905. Un omaggio doveroso nel giorno dei
festeggiamenti per il quinto scudetto consecutivo. Grazie Stefano!
«È
il piccoletto della compagnia – afferma Renato Tavella – muove
nervoso gli occhi scuri e profondi su di un volto di furetto, senza
mai stancarsi di dire la sua, arguta e sferzante. Rapido e scaltro
gioca da avanti ed è titolare nell’undici titolare campione
d’Italia del 1905. Abbandona l’attività agonistica nel 1910.
Oramai avvocato di grido, seguita a diffondere l’idea Juventus fino
all’ultimo giorno di vita. Cantastorie dei primi tempi, a lui e a
Varetti si devono le pagine di “Sport”, bollettino che veniva
inviato ai soci agli inizi del Novecento».
Con
Domenico Donna, il mestiere dell’ala pionieristica comincia a
prendere dei contorni precisi. Domenico è il giocatore che
rappresenta meglio lo spirito della Juventus del primo scudetto. Sul
baffo a manubrio di questo signore piccoletto e pazzerellone, si
potrebbe scrivere la storia dei primordi bianconeri. L’ala alla
Domenico Donna è giocatore di falcata breve ma rapidissima, che
conosce a menadito le fasce laterali e, in quei corridoi stretti,
misura tutto il proprio estro e la propria dedizione alla causa
comune. Agile e altruista, Domenico ingaggia duelli furenti, ma
cavallereschi, con il dirimpettaio terzino o back
e, spesso e volentieri, lo inganna con serpentine di poetica
vocazione. A questo punto, se il piede è quello buono, il compito
dell’ala si esaurisce con il cross per il centrattacco o forward
centrale. Di lì, non si sfugge. Donna tira pochissimo in porta e,
praticamente, non segna mai. Segnare è compito di altri; il
centrattacco sta lì per questo e poi, ci sono le mezzali. All’ala
non si richiede né il calcio lungo, né la precisione del tiro.
Deve, insomma, fare il gregario e filosofeggiare; ma c’è gloria
per tutti, anche per i comprimari.
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Juventus campione d'Italia 1905 |
«È
molto modesto, ma un’occhiata alla fotografia vi convince del
contrario – sostiene Caminiti – ha i baffi, naturalmente, e
occhio furbo, come la coda del gatto; è secco e un po’ storto. È
un poeta. Pensate che Donna odiasse i baffi? Semmai aveva in uggia se
stesso, i suoi difetti, certa sua pigrizia, i suoi eccessi di
fantasia. Giusto che scrivesse contro i baffi che nel tempo della
favolosa “toilettes” ribaltavano la virilità. Donna come
giocatore non vale molto. Perdonatelo se dietro il pallone arriva con
la penna anziché la gamba…».
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