Giovanni
Oreste Gallina, nato a Casale Monferrato nel 1892, venne definito
dalla stampa dell'epoca “uno stilista perfetto del bel giuoco”,
un giocatore che cercava sempre di mantenere in tutte le azioni
un'eleganza raffinata e concreta.
Ottimo
attaccante, contribuì alla vittoria del Casale del campionato
1913/14, formando la famosa e devastante linea d'attacco con Mattea e
Varese: il trio in quell'anno segnò ben 65 reti sulle 89 complessive
messe a segno dalla squadra nerostellata.
Buon
palleggiatore con ottima visione di gioco, il famoso giornalista
dell'epoca Emilio Colombo lo vedeva però meglio e lo preferiva
quando, agli inizi della carriera, giocava a centrocampo,
specialmente sulla sinistra dove era riuscito ad impressionare la
critica anche nella fase difensiva, dove con la sua velocità
riusciva a contrastare e neutralizzare gli attaccanti avversari.
Gallina
II, non va dimenticato, fu anche tra i fondatori proprio del Casale
Football Club durante la riunione che si tenne in un'aula
dell'Istituto Leardi nel pomeriggio del 18 dicembre 1910.
Il
giornalista e scrittore Luca Rolandi nel suo esaustivo Quando
vinceva il quadrilatero
riporta il ritratto che Mattea fece del compagno di reparto: “Noi
del trio (Mattea, Gallina II, Varese) giuocavamo come una persona
sola, ci vedevamo e ci sentivamo d’istinto continuamente e di rado
accadeva che un passaggio finisse nel vuoto. (…) Egli [Gallina]
funzionava da regolatore del gioco, uomo di manovra che imbeccava or
l’uno or l’altro secondo la tattica di quei tempi, in certo modo
imposta dalla prima legge sul fuorigioco che richiedeva la presenza
di tre avversari tra l’uomo che riceveva la palla e la porta
opposta……Non bisogna pensare che Gallina fosse lento o
temporeggiatore. Nel Casale il gioco si svolgeva sotto il segno della
velocità, i movimenti erano istintivi, non si perdeva tempo. Le
folle provinciali sono sotto questo aspetto esigenti e guai a
dimostrare svogliatezza; non ti saluterebbero nemmeno per strada.
Anche Gallina obbediva quindi a questo imperativo di velocità, ciò
che manteneva la squadra continuamente in tensione.”
Tutto
questo, purtroppo, Gallina II non riuscì a dimostrarlo in Nazionale,
dove giocò soltanto due partite senza mai trovare la via della
porta.
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