venerdì 8 aprile 2016

WALKIN'ON THE FOOT-BALL: JAMES SPENSLEY

Cinque lire. Con cinque lire un medico inglese con la passione per il football si garantì – a sua insaputa – un posto nell'eternità della storia del calcio italiano. Quel medico era James Spensley che nel 1896, sbarcato da alcuni mesi a Genova, decise di iscriversi in un club inglese di questa città per poter giocare con i suoi connazionali al cricket. Quel club era il Genoa e la data precisa del suo ingresso come socio quella del 20 marzo 1896, come puntualmente riporta Gianni Brera.
Genoa e Spensley, dunque. Perchè fu proprio Spensley che portò il gioco del football nel Genoa, nato nel 1893 come ritrovo di aristocratici e commercianti d'oltremanica di stanza in Liguria per il gioco del cricket.
Passarono davvero pochi mesi, poi – come spesso si suol dire – niente fu più come prima per il Genoa. E per il nostro Paese. Nel club portò la sua passione per il football, diventò capitano della squadra di calcio e promosse l'ammissione dei soci italiani, mentre sul finire del 1897 il Genoa entrava in possesso del suo primo campo da calcio, a Ponte Carrega.
Spensley fu un personaggio eclettico: medico di bordo delle navi mercantili britanniche, fu anche curioso ed appassionato studioso di filosofia, archeologia ed egittologia, scrisse numerosi libri, oltre ad essere per tanti anni corrispondente per il Daily Mail.
Al suo nome sono legate alcune “prime volte” del calcio italiano. Fu lui, infatti, uno dei promotori di quella che è passata alla storia come la prima partita ufficiale in Italia giocata da squadre di due città diverse: era il 6 gennaio 1898, quando Genoa e F.C. Torinese si incontrarono a Ponte Carrega. Non solo. Giocò, vincendolo, il primo campionato di calcio italiano della storia, quello che si disputò in un'unica giornata l'8 maggio 1898 e l'anno successivo fu tra i giocatori che parteciparono nelle file della rappresentativa italiana – formata in massima parte da stranieri che giocavano nel campionato italiano – alla partita che,si potrebbe anche dire così, l'Italia giocò e perse contro larappresentativa elvetica

Ma come giocava, il dottor Spensley? Emilio Colombo su Lo Sport Illustrato” così ne traccia un ricordo:
(...) Si dirigeva verso i pali di un goal, deponeva in un angolo un cartoccio di pece-greca e saltellando attendeva l'inizio del giuoco badando di ben bene ingiallirsi le mani e le braccia colla polvere attaccaticcia. Sembrava un uomo maturo, lento nei movimenti, invece giuocava bene, era agilissimo, fortissimo. Un preciso colpo d'occhio; un'ottima presa, un sicuro coraggio. Fu il primo ad insegnare ai nostri portieri la respinta – specialmente in melée – di palloni alti colle due braccia tese in avanti e le due mani serrate uno all'altra. Guidava la sua squadra, l'allenava, la capitanava.”
Colombo ne tratteggia un ricordo nel ruolo di portiere e anche le poche fotografie lo ritraggono in quel ruolo, ma Spensley giocò anche come difensore e in questo duplice ruolo vinse ben 6 campionati e numerosi incontri della Palla Dapples,l'altro grande trofeo del football dei pionieri.
Morì in Germania nel 1915, durante la prima guerra mondiale, all'età di 48 anni.

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