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lunedì 14 marzo 2016

COPPA FEDERALE 1916

15. Girone finale: quinta giornata, la grande sorpresa nella burrasca torinese

(...) La gara di oggi assume pertanto tutti i caratteri dei grandi sensazionali incontri che comportano conseguenze decisive nelle manifestazioni calcistiche e che ritraggono sommo interesse dall'equilibrio delle squadre in campo, dall'abilità singola dei giuocatori e molto ancora da quella vivacità costante di guoco sempre contenuta in cavalleresche azioni. (...)”1
Sotto il diluvio, sul campo di Barriera Orbassano a Torino, un folto pubblico partecipò sin troppo alla partita tra Juventus e Milan. I rossoneri si presentarono in formazione largamente rimaneggiata e con soli dieci giocatori per le assenze di Ferrario e di Cevenini, quest'ultimo fermato all'ultimo minuto per il riacutizzarsi del problema all'occhio che lo aveva colpito in settimana. Soltanto a partita iniziata, e con il risultato già saldamente in mano agli avversari, il Milan trovò l'undicesimo uomo da mandare in campo, il giovanissimo Peretti, allievo dell'Accademia Militare di Torino. La partita fu una battaglia, più un incontro di pugilato che di calcio, con il pubblico del settore “popolari” sin troppo focoso e pronto a scaldare gli animi già troppo caldi di loro. Partì subito molto forte la Juventus che già dopo cinque minuti segnò la prima rete con Bergante, il quale convergendo verso il centro scartò Pizzi e lasciò partite un tiro che si andò ad insaccare all'angolo sinistro in alto della porta difesa da Gambuti. Al 25° i bianconeri chiudevano il match segnando la seconda rete su rigore con Pirovano a seguito di un fallo di mani. A quel punto la partita di calcio finiva ed iniziava l'incontro di pugilato che l'arbitro non fu in grado di punire come invece avrebbe dovuto. Molti i falli, anche gravi, che i giocatori si scambiarono per tutto il resto della partita sino all'episodio più eclatante, accaduto quando il portiere rossonero Gambuti, bloccato a terra il pallone, subì una carica da parte di Bergante che nel tentativo di togliergli la sfera gli diede un calcio alla mano. Si accese un parapiglia tra i giocatori con Monti, Pizzi e Soldera che vennero alle mani. A quel punto il pubblico entrò sul terreno di gioco e i dirigenti bianconeri impiegarono più di cinque minuti per sgomberare il campo e permettere così all'arbitro di riprendere il gioco, dopo aver espulso i tre giocatori protagonisti della scazzottata. Renato Casalbore, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport non le mandò certo a dire all'arbitro, individuando proprio nel sig. Massa uno dei responsabili – se non proprio il maggiore – delle violenze che caratterizzarono l'incontro: “(...) Oggi infatti un arbitro di pugilato, più che uno di football, avrebbe dovuto reggere le sorti di questo match. E lo avrebbe certo fatto con maggior discernimento del signor Massa, che la Federazione non ha ancora messo a riposo. La debolezza dell'arbitro ha incoraggiato i guocatori e li ha spinti ad osare sempre di più, a fare sempre peggio, ed ha nello stesso tempo esasperato il pubblico che non ha più tenuto un contegno gentile, né con gli ospiti né con i torinesi.”2
 

Non si giocò, invece, a Genova a causa delle torrenziali piogge che da giorni affliggevano la città: quella fu la seconda partita consecutiva che il Genoa si vide rinviare a causa della pioggia, oltre alla gara contro il Casale non disputata per il ritiro dei nerostellati. La situazione dei genoani era piuttosto particolare, avendo questi giocato soltanto una volta – peraltro perdendo a Modena – nel girone finale del torneo. La Gazzetta dello Sport mise giustamente in risalto questa situazione, spiegando come per il Genoa fosse veramente difficile allenarsi, giocare e, in definitiva, prendere il “ritmo” del torneo: “La squadra del Genoa è forse la meno allenata tra quelle che si battono per la Coppa Federale. Il team genovese ha iniziato i suoi incontri, in questa stagione sportiva, privo di un portiere di classe e priva di De Vecchi e Boglietti. Quando ha potuto riavere ed acquistare il figlio di Dio e l'errante Boglietti e contare infine su un guardiano d'ottima scuola, qual'è il Molinari, s'è trovato nella quasi impossibilità di allenarsi. Quello dell'allenamento è un po' l'handicap di tutte le squadre che si completano, anzi si rafforzano, con elementi racimolati. De Vecchi, Boglietti, Molinari, Berardo, non abitano a Genova. Sono chiamati alla Superba in occasione dei matches che il Genoa disputa. Da un po' di tempo in qua il Genoa vede sospesi – con ordini che giungono all'ultima ora, e che partono dalla Segreteria Federale o da messer Pluvio – i suoi matches domenicali. (…)”3
 
Pur sconfitto il Milan manteneva la testa della classifica, anche se si trattava comunque di una classifica molto fluida, dove ancora tutte le squadre potevano legittimamente ambire alla vittoria finale.

JUVENTUS-MILAN 2-0
GENOA-MODENA RINVIATA

CLASSIFICA:
MILAN 9
MODENA 8
JUVENTUS 7
GENOA 4



1Cfr La Stampa del 12 marzo 1916
2Cfr. La Gazzetta dello sport del 13 marzo 1916 e Cfr La Stampa del 13 marzo 1916
3Cfr. La Gazzetta dello sport del 13 marzo 1916

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