Dalle nostre parti il calcio arrivò verso la metà
degli anni'80 dell'800, attraverso i contatti commerciali con quei
paesi dove già il gioco aveva trovato terreno fertile. Se è vero
che da noi il calcio arrivò quando già in Inghilterra si giocava
con la cosiddetta “Piramide di Cambridge”, è altrettanto vero
che nelle nostre città si giocava un football un po' approssimativo.
Ne fornisce una bella testimonianza uno dei pionieri inglesi che
aiutarono il gioco del football a farsi strada in Italia, Herbert
Kilpin:
“Non
avevo ancora vent'anni quando venni in Italia, stabilendomi dapprima
a Torino. Era il settembre del 1891. Ero arrivato da poche settimane
quando, una domenica, il mio carissimo amico e compatriota Savage,
valentissimo giocatore, mi invitò ad accompagnarlo in piazza d'armi,
per partecipare ad un match. Il football era da pochissimi anni
praticato a Torino e a Genova. Quel giorno, si disputava un match
amichevole tra la squadra inglese e quella italiana del FC Torinese.
Mi invitarono a occupare un posto nella prima linea della squadra
inglese. Mi rimboccai i calzoni, deposi la giacca ed eccomi in gara.
Mi avvidi di due cose curiose; prima di tutto che non c'era ombra
dell'arbitro; in secondo luogo, che mano a mano che la partita si
inoltrava, la squadra avversaria italiana andava sempre più
ingrossandosi. Ogni tanto uno del pubblico, entusiasmandosi, entrava
in gioco, sicchè ci trovammo presto a lottare contro una squadra
formata almeno da venti giocatori.”
Insomma i pionieri del football italico non si curavano
molto della tattica. Anzi. Anche le regole erano conosciute e seguite
approssimativamente, spesso conosciute soltanto attraverso la
testimonianza di qualche giocatore inglese. Bastava un pallone e un
generico riferimento alle regole del “football association” per
giocare. Il calcio in Italia arrivò ad avere il successo che ebbe
nel periodo antecedente la prima guerra mondiale sì grazie agli
inglesi, agli svizzeri, al commercio e agli studenti universitari, ma
anche grazie al mondo ginnico.
La Federazione Nazionale Ginnastica, infatti, da subito
cercò di inserire il gioco del calcio nelle proprie discipline e a
regolamentarlo, e se vogliamo dirla come va detta, il primo torneo
ufficiale di calcio venne indetto dalla Federazione Ginnastica nel
1896, ben due anni prima della costituzione della Federazione del
Football
Con quali regole?
Il mondo della scuola, dell'istruzione, ebbe molta parte
nell'evoluzione a livello regolamentare nel gioco del calcio: è del
1895 il primo manuale italiano del gioco del calcio, a scriverlo è
un maestro bolognese, Francesco Gabrielli, che scrive le regole –
forse traducendole da manuali analoghi già presenti in Austria e
Germania – del nuovo sport, senza utilizzare termini inglesi. Il
Gabrielli nello stilare il regolamento prende un po' dalla Football
Association, un po' dal calcio fiorentino e “filtra” il tutto
attraverso la propria personale esperienza di insegnante. Solo a
titolo di esempio, alcune regole: il punto lo si ottiene calciando il
pallone in porta oppure al raggiungimento di due falli laterali a
favore; la durata dell'incontro è decisa di volta in volta dai
capitani e dai giudici, mentre per gli incontri ufficiali sono
previsti due tempi da trenta minuti ciascuno. Per quel che qui ci
interessa, il Gabrielli schiera il suo undici secondo la Piramide di
Cambridge, quindi con il 2-3-5 di cui abbiamo già parlato.
È questo lo scenario regolamentare in Italia negli anni
'90: il calcio nel mondo ginnico viene giocato seguendo i dettami del
manuale Gabrielli e di quello scritto, sempre nel 1895, dal senatore
Pecile. Curiosamente le due Federazioni a livello regolamentare non
ammettevano interferenze e si reputavano totalmente autonome l'una
rispetto all'altra, ma sia i rispettivi dirigenti (Meazza, Bosisio
per citarne alcuni) sia molte società (Andrea Doria, Mediolanum, Pro
Vercelli, Milan e tante altre) partecipavano contemporaneamente alle
manifestazioni indette da entrambe!
Con il nuovo secolo, più specificatamente nel 1903, la
Federazione del football emanò il primo regolamento proprio: fu
Bosisio a curarne la traduzione e si rifaceva compiutamente alle
regole emanate dall'International Board. Ma il vero spartiacque tra
un “prima” e un “dopo” si avrà nel 1909, quando la
Federazione del football cambierà il proprio nome in Federazione
Italiana Giuoco Calcio ed emanerà il primo “vero” regolamento
organico del gioco del calcio in Italia. Con quel regolamento la
Federazione norma tutta l'attività federale e delle società ad essa
affiliate, regolamentando tornei, amichevoli e campionati, dettando
regole certe sullo status dei giocatori (che dovevano essere
dilettanti) e prevedendo a carico delle società la responsabilità
dell'ordine sui terreni di gioco. Dopo circa una decina d'anni dalla
nascita della Federazione, iniziano a vedere la luce anche manuali
non più di origine ginnica, bensì manuali che trattano il calcio
come sport autonomo: un esempio di quello stesso anno 1909 è il
libretto del Blanche che, oltre alle regole relative al gioco e alla
tattica (modulo a piramide), si sofferma su aspetti riguardanti la
figura dell'arbitro e degli atleti.
Insomma anche da noi il calcio è a questo punto uno
sport con un'identità ben chiara.
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