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mercoledì 20 novembre 2024

IL TORNEO MILITARE DELLA VITTORIA (Parte I)

Nel primissimo mattino del 24 ottobre iniziava l'ultima offensiva italiana sul Monte Grappa. Era l'inizio della fine della guerra. I combattimenti furono da subito aspri e arrisero in un primo momento alle truppe italiane che riuscirono anche a catturare moltissimi soldati nemici. Sul punto relativo alla ripresa dei combattimenti sul fronte italiano interessante è la lettura del telegramma che Orlando invia all'ambasciatore italiano a Londra. Due gli aspetti nevralgici che si possono estrapolare. Il primo è che dell'attacco lo stesso governo italiano non ne voleva dare un risalto eccessivo per ragioni di ordine pubblico interno, poiché pendenti ancora le trattative per un armistizio era difficile per molte parti dell'opinione pubblica comprendere le ragioni di un nuovo spargimento di sangue.

Altro aspetto interessate è ciò che Orlando dice alla fine, quando cioè spiega come la grave situazione interna austriaca non abbia ripercussioni sulla saldezza dell'esercito: “(...) i dissensi interni dell'Austria non hanno alcuna ripercussione sulla solidità dell'esercito che anche jeri si difese con grande accanimento.”1 A riprova di ciò l'esercito austroungarico il 27 ottobre organizzava una massiccia controffensiva con furiosi assalti ma l'esercito italiano riusciva non soltanto a reggere ma conseguiva importanti successi.2 Il 29 ottobre in una riunione interalleata al Quai d'Orsay nel gabinetto del ministro degli Esteri francese Pichon venivano discussi alcuni dei punti enunciata da Wilson. Per quel che qua ci interessa, riguardo al punto IX Sonnino affermava senza mezzi termini che “tale redazione è insufficiente ai fini della sicurezza, pei quali anche ha combattuto l'Italia, e pertanto non è accettabile per parte nostra.”3 Sul fronte negli ultimi giorni di ottobre l'esercito austro-ungarico veniva rotto e si ritirava sul Tagliamento, mentre quello italiano marciava su Belluno e Vittorio Veneto dopo aver conquistato Conegliano4

Nella giornata del 31 ottobre dal quartier generale italiano venivano dettati i punti dell'armistizio con l'Austria-Ungheria. Il 1° novembre durante la conferenza interalleata Clemenceau leggeva una comunicazione raccolta via radio diretta a Wilson e al comandante in capo della marina americano nella quale i firmatari jugoslavi affermavano di essere in possesso di tutta la flotta austro-ungarica, chiedendo che essa fosse posta sotto la protezione degli Stati Uniti. Ciò provocò malumori in Sonnino il quale rilevava come le condizioni di armistizio approvate il 31 ottobre riguardassero pure la flotta austro-ungarica, mentre “oggi apprendiamo che essa è in mano degli jugoslavi. La loro idea di consegnarla ad uno solo degli alleati, nella fattispecie al presidente Wilson,non è felice.”5.

“Le nostre truppe hanno occupato Trento e sono sbarcate a Trieste. Il tricolore sventola sul Castello del Buon Consiglio e sulla Torre di San Giusto.”

Finalmente, domenica 3 novembre 1918 gli austriaci firmavano l'armistizio a Villa Giusti, le ostilità sarebbero cessate alle ore 15 di lunedì 4 novembre.

(...) i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.”

Con queste parole il generale Armando Diaz chiudeva il bollettino del 4 novembre 1918 delle ore 12, il bollettino della vittoria italiana sull'Austria-Ungheria6. Cessava così in suolo italiano il primo conflitto mondiale, mentre continuava ancora quella contro la Germania. I generali Foch, Di Robilant, Bliss e Wilson sempre durante quella riunione proposero quindi il seguente testo relativo alle condizioni di impiego delle forze alleate contro la Germania:

“(...) Sarà costituito senza indugio un gruppo di tre armate destinate ad operare al fronte bavarese; questo gruppo di armate si eleverà progressivamente, ed al più presto, ad un totale di trenta o quaranta divisioni, da prelevarsi dal fronte italiano, comprese le tre divisioni britanniche e le due divisioni francesi; questo gruppo di armate sarà posto sotto gli ordini di un ufficiale generale italiano; le tre armate saranno comandate da ufficiali generali delle singole nazionalità. (...)”7

Perché la Germania non si arrendeva ed era pronta ad un nuovo scontro navale. La popolazione tedesca era ormai stremata e provata dai lunghissimi e pesanti anni di guerra, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre prima a Kiel e Willhelmshaven e poi nel resto del Paese iniziarono rivolte che portarono il 9 novembre 1918 alla fine della monarchia.

(Continua - 1)

 

1 DDI, Serie V, Vol. XI, n.749

2 Cfr. La Stampa del 28 ottobre 1918

3 ALDROVANDRI MARESCOTTI, LUIGI, Guerra diplomatica - Ricordi e frammenti di diario (1914-1919), Mondadori, Milano, 1939.

4 DDI, Serie V, Vol. XI, n.785

5 ALDROVANDRI MARESCOTTI, LUIGI, Op. Cit.; Cfr. DDI, Serie V, Vol. XI, n.807

6 Cfr. La Stampa del 5 novembre 1918

7 Ibidem

 

sabato 16 novembre 2024

SOLO UN GIOCO? OSPITE A OFFSIDE BOOK CLUB


 

Domenica 17 novembre, ore 14.30 alla Fabbrica del Vapore a Milano per Offside Fest Italia, vi aspetto per la presentazione di SOLO UN GIOCO? SCRITTI DI STORIA DEL CALCIO, il secondo Quaderno di Storie di football perduto uscito in occasione dei primi 10 anni del blog. Una raccolta di saggi brevi, ricerche, articoli e narrazioni che dalle origini del football in Italia arriva sino agli anni'50 del XX secolo.


Amici milanesi vi aspetto!!

giovedì 14 novembre 2024

📷 Album di football perduto: Italia - Belgio

 

Una fase dell'incontro disputato a Torino il 1° maggio 1913 tra l'Italia e il Belgio, con il capitano Milano I impegnato in una fase di gioco.

La partita è alquanto significativa nella storia della Nazionale italiana perchè per la prima volta ci si affida ad un "blocco" di giocatori provenienti da uno stesso club, nella fattispecie quello della Pro Vercelli, con implicazioni sul piano identitario meglio argomentate nel volume "Solo un gioco?-Scritti di storia del calcio".

Vince l'Italia 1 a 0 grazie alla rete segnata da Ara al 57°.


(Fotografia tratta da Lo Sport Illustrato)

lunedì 11 novembre 2024

SOLO UN GIOCO? OSPITE A OFFSIDE BOOK CLUB

 

Domenica 17 novembre, ore 14.30 alla Fabbrica del Vapore a Milano per Offside Fest Italia, vi aspetto per la presentazione di SOLO UN GIOCO? SCRITTI DI STORIA DEL CALCIO, il secondo Quaderno di Storie di football perduto uscito in occasione dei primi 10 anni del blog. Una raccolta di saggi brevi, ricerche, articoli e narrazioni che dalle origini del football in Italia arriva sino agli anni'50 del XX secolo.


Amici milanesi vi aspetto!!

venerdì 1 novembre 2024

BUON COMPLEANNO JUVENTUS!

 

La data è convenzionale, non certa. Certo è invece che nell'autunno del 1897 dopo tante “riunioni”, partite, discussioni un gruppo di liceali si decise a fondare a Torino una nuova società che avrebbe avuto – per dirla come la raccontò una ventina d'anni più tardi dalle colonne di Hurrà Juventus Enrico Canfari, uno dei soci - “ (…) per iscopo lo sviluppo d'ogni ramo dello Sport”.

Sembra nulla all'epoca, ma quei ragazzi fanno nascere la Juventus.

sabato 26 ottobre 2024

26 ottobre 1863: nasce la Football Association

 

Con la rivoluzione industriale e il progresso scientifico e tecnologico il XIX° secolo porta con sé dalle isole britanniche anche lo sport, in particolare il gioco del football, sdoganato dalla profonda tradizione popolare ed edulcorato dai tratti più brutali e violenti di quello che – in tono spregiativo – era denominato mob football.

Le classi dominanti, oltre a vedere nello sport un sano e cavalleresco modo di sfidarsi, nella compassata cornice del college, considerano l'attività sportiva anche come uno degli strumenti di disciplina per gli studenti: controllare, delimitare la violenza dello sport popolare all'interno del college può servire a dare uno sfogo disciplinato all'irruenza dei giovani1. Così public school e college favoriscono l'attività sportiva, compreso il football che proprio da quei luoghi parte alla conquista del mondo. Prima, però, ci sarebbe da decidere con quali regole giocare, uniformare perlomeno quelle esistenti, perché quasi ogni college ha norme, usi e costumi propri nel giocare a football. E se – tra mito e realtà – giusto due secoli fa – era il 1823 – lo studente William Webb Ellis ignorando le regole percorse palla in mano tutto il campo del college di Rugby facendo così nascere il rugby game (il primo a dotarsi di un regolamento organico, negli anni '40 del XIX secolo), in altri college non c'era uniformità né sul sistema dei punteggi, né sul numero dei giocatori2.

A Cambridge e a Eton vennero redatti regolamenti del gioco del football, frutto di compromessi, discussioni e accordi tra vari college, con lo scopo di poter giocare tra college diversi senza problemi. Non solo. Verso la metà del secolo il gioco del football esce dagli atenei, tanto che a Sheffield, nel 1857, non solo viene redatto un altro regolamento – le famose Sheffiled Rules – ma anche creato quello che possiamo senz'altro definire il primo club calcistico della storia, lo Sheffield Football Club3.

 

L'anno davvero di svolta è il 1863.

Agli inizi di ottobre un nuovo regolamento di Cambridge viene redatto da un comitato composto da ex studenti di Eton, Harrow, Rugby, Shrewsbury, Marlborugh e Westminster. A quel punto entra in scena un avvocato di Hull che propone di creare un organismo che controlli e regolamenti il gioco del football: l'avvocato in questione è Ebenezer Cobb Morley che organizza così la riunione che il 26 ottobre del 1863 mette attorno ad un tavolo alla Freemansons'Tavern di Long Acre a Covent Garden a Londra i rappresentanti di undici club calcistici londinesi.

Quelle undici società erano: No Names di Kilburn, Barnes Club, War Office Football Club, Crusaders, Forest Club di Leytonstone, Percival House of Blackheath, Crystal Palace Club, Blackheath Club, Kensington School, Surbiton Club e Blackheath Preparatory School4.

Come riporta Alcock nel suo Football – The Association Game del 1906: i rappresentanti di queste società si uniscono formalmente in un'associazione “to be called the Football Association”5.

 

È il primo atto ufficiale della Football Association, seguito da numerose altre riunioni che si tengono sino a dicembre 1863. Il nodo più ingarbugliato da sciogliere riguarda il gioco maschio: da una parte c'è chi vuole continuare a permettere l'uso delle mani e dell'hacking, cioè permettere cariche anche violente sul portatore di palla, dall'altra chi lo vuole vietare. La votazione finale su questo tema vede il prevalere dei secondi sui primi per 13 voti a 46, anche grazie all'attività di Morley che caldeggia l'adozione della filosofia delle regole di Cambridge. Così, dopo l'ultima riunione dell'8 dicembre 1863 viene pubblicato il primo regolamento del gioco del football7.

Il primo match giocato con questo regolamento è del 19 dicembre 1863, quando a Mortlake il Barnes (la squadra di Morley) e il Richmond pareggiano 0 a 0.

 

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1Antonio, Papa – Guido, Panico, "Storia sociale del calcio in Italia", Il Mulino, Bologna 2002

2https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-la-storia-del-calcio_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/

3Manu, Gabriele, Scialanga, Marco, Football tra storia e leggenda – Dalle origini al calcio moderno, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

4Bassi, Alessandro, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012

5Alcock, charles William, Football – The Association Game, George Bell & sons., London, 1906

6Hill, Tim, A photographic history of english football, Parragon Books, Bath, 2004

7Manu, Gabriele, Scialanga, Marco, Op. cit.

mercoledì 23 ottobre 2024

📷 Album di football perduto: Internazionale - Young Boys

 

Per il pomeriggio di Santo Stefano l'Internazionale organizza una succulenta amichevole di prestigio contro i campioni svizzeri dello Young Boys di Berna.

La partita viene giocata all'Arena in un pomeriggio freddo e nebbioso davanti ad un folto pubblico. vince l'Internazionale 1 a 0 grazie alla rete segnata nel primo tempo da Peterly.


venerdì 18 ottobre 2024

SOLO UN GIOCO? Scritti di storia del calcio


 

E' uscito il secondo Quaderno di STORIE DI FOOTBALL PERDUTO in occasione dei primi 10 anni del blog. Una raccolta di saggi brevi, ricerche, articoli e narrazioni che dalle origini del football in Italia arriva sino agli anni'50 del XX secolo.

 

ACQUISTABILE QUI L'EDIZIONE CARTACEA E L'EDIZIONE ELETTRONICA! 

 

PRESENTAZIONE

La storia del calcio raccontata attraverso una selezione di saggi brevi, articoli e narrazioni. Una pluralità di linguaggi per una pluralità di lettori e un unico – forse ambizioso – obiettivo: far conoscere al più ampio pubblico possibile la profonda e complessa bellezza di questo “gioco”.

Il blog Storie di football perduto – che quest'anno festeggia i suoi primi 10 anni – ha sempre voluto mantenere un taglio il più possibile divulgativo nella ricerca e nello studio delle fonti della storia del calcio italiano. Queste pagine sono un viaggio che permette di esplorare un processo storico che dalle origini ha portato il calcio ad essere il fenomeno sociale, politico ed economico che è oggi. Il calcio è 90 minuti e passa di gioco, ma è anche molto altro: sta a ognuno di noi scegliere cosa prendere di questo fenomeno, la scelta è libera e non ci sono errori. Tanti sono i piani di lettura che il calcio offre, qua ne troverete alcuni.

Una raccolta i cui capitoli non a caso sono scanditi come il tempo di una partita di calcio, un tentativo di far abbracciare le varie sfaccettature del fenomeno calcio.

L'ambito di studio e di ricerca del blog Storie di football perduto è focalizzato nel periodo storico dell'Italia liberale a cavaliere tra XIX e XX secolo e quell'arco temporale copre in questa raccolta il “primo tempo” e il “secondo tempo”, in un'analisi che partendo dalle origini arriva sino alla fine della Prima guerra mondiale, quando il football dei pionieri nell'abbandonare le trincee diventa adulto e, inevitabilmente, cambia.

In questi dieci anni di blog e di collaborazioni mi sono però anche occupato del calcio degli anni'20 e anni'30 del XX secolo, di quando, diventato ormai “adulto”, prende coscienza della sua naturale capacità di essere strumento capace di indirizzare consenso e interessi economici. I “tempi supplementari” gettano, pertanto, luce su come il calcio sia stato usato e di come sia diventato il fenomeno di massa che è ancor oggi.

Infine, due sezioni speciali, due sezioni che rimandano alla nascita del mio amore per questo sport, come ho raccontato in apertura: una sezione dedicata al calcio a Reggio Emilia nel periodo pionieristico e una sezione dedicata al “mundial” spagnolo. Due dichiarazioni d'amore, seppur declinate nel freddo resoconto storico.

 

INDICE

Primo Tempo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI

1.Nasce la FIGC

2.Inizia il campionato di calcio in Italia

3.Il primo incontro internazionale di football giocato in Italia

4.A che gioco giocavamo

5. La nascita del giornalismo calcistico in Italia

6.Finalmente la Nazionale italiana!

Intervallo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI A REGGIO EMILIA

1.Primi calci: il football dei pionieri a Reggio Emilia

2.Millenovecentotredici

3.Felice Romano, tra il Granata e l'Azzurro

Secondo Tempo

DAL FOOTBALL ALLE TRINCEE

1.Gli incontri internazionali di Pasqua

2.La tregua del Natale di guerra del 1914

3.Il Torneo militare della Vittoria

Tempi Supplementari

CALCIO, POTERE E IDENTITA' NAZIONALE

1.Il calcio come strumento di identità nazionale e potere politico

2.Storie mondiali

3.Nasce l'UEFA

Terzo Tempo

ESPAÑA'82 REWIND (1982-2022)

1.Appunti per un sogno

2.Frammenti di un sogno

 

 

giovedì 10 ottobre 2024

⚽ ITALIA - BELGIO. MEMORIES.

 

Vigilia di Italia-Belgio, incontro che nell'epoca del football dei pionieri ha avuto significati particolari e mai banali.


⚽ 1913: primi passi di identità nazionale calcistica.

Siamo quasi al tramonto dell'epopea pionieristica della “Bianche casacche” vercellesi, la Nazionale è reduce da un periodo davvero grigio fatto di stentati pareggi e sconfitte: dal 1910 solo due vittorie in 12 incontri internazionali disputati. Il 1° maggio del 1913 la Commissione tecnica – nella quale compare anche William Garbutt – riesce a resistere alle pressioni esterne dei club più influenti e così facendo sviluppa una nuova idea di selezione, facendo un salto di qualità fondamentale sia sul piano tecnico, sia sul piano dell'identità nazionale: decide infatti di affidarsi ad un “blocco” di giocatori provenienti da una sola società e ad esso affidare il gioco della squadra. Ben 9 giocatori della Pro Vercelli scendono in campo contro il Belgio e riescono a vincere grazie ad una rete di Ara.

La scelta si rivelò vincente da tutti i punti di vista: a livello tecnico la squadra era rodata, sapeva giocare d'assieme perché abituata a farlo e il risultato fu una più che lusinghiera vittoria; ma lo fu anche a livello emotivo e mediatico perché a quella partita parteciparono in massa i tifosi vercellesi creando un raccordo identitario tra squadra locale e rappresentativa del calcio nazionale.


⚽ 1918: Un precedente dimenticato durante la Grande guerra.

Se vi va vi propongo di rileggere un mio pezzo scritto un po' di tempo fa per XX, un Italia-Belgio del 1918 tra celebrazioni del XX settembre e presagi della vittoria finale nella guerra. Una partita che per troppo tempo è stata dimenticata, assieme ad altre giocate dalla Nazionale negli anni della guerra:

https://www.calciomercato.com/news/il-20-settembre-1918-e-la-nazionale-come-addestramento-alla-guer-92878

 

 📷 La fotografia:

Maggio 1921, la Nazionale viene festeggiata e salutata alla partenza dalla stazione ferroviaria di Porta Susa a Torino prima della mini tournée in Belgio e Paesi Bassi. Il 5 maggio l'Italia vincerà 3 a 2 contro i recenti campioni olimpici del Belgio, mentre l'8 maggio, ad Amsterdam, pareggerà 2 a 2 contro l'Olanda. 

(Fotografia tratta da La Gazzetta dello Sport)

sabato 5 ottobre 2024

📷 Album di football perduto: Torino - Internazionale

 


 

Per la prima giornata del girone finale del nord del campionato 1914/15 i favoriti alla vittoria finale del Torino vengono fermati in casa sul 2 a 2 dall'Internazionale che riesce a rimontare il doppio svantaggio.
 
(fotografia tratta da Lo Sport Illustrato)

 

sabato 28 settembre 2024

📷 Album di football perduto: Genoa - Juventus

 

 

Una fase dell'incontro giocato il 2 Aprile 1905 al Velodromo Umberto I di Torino tra Juventus e Genoa, valevole per il girone finale del campionato del 1905.
La partita terminò sul punteggio di 1-1 con le reti di Forlano per i bianconeri e pareggio di Mayer per il Genoa.

venerdì 27 settembre 2024

SOLO UN GIOCO? Scritti di storia del calcio

 

Il secondo Quaderno di STORIE DI FOOTBALL PERDUTO esce oggi in occasione dei primi 10 anni del blog. Una raccolta di saggi brevi, ricerche, articoli e narrazioni che dalle origini del football in Italia arriva sino agli anni'50 del XX secolo.

 

ACQUISTABILE QUI L'EDIZIONE CARTACEA E L'EDIZIONE ELETTRONICA! 

 

PRESENTAZIONE

La storia del calcio raccontata attraverso una selezione di saggi brevi, articoli e narrazioni. Una pluralità di linguaggi per una pluralità di lettori e un unico – forse ambizioso – obiettivo: far conoscere al più ampio pubblico possibile la profonda e complessa bellezza di questo “gioco”.

Il blog Storie di football perduto – che quest'anno festeggia i suoi primi 10 anni – ha sempre voluto mantenere un taglio il più possibile divulgativo nella ricerca e nello studio delle fonti della storia del calcio italiano. Queste pagine sono un viaggio che permette di esplorare un processo storico che dalle origini ha portato il calcio ad essere il fenomeno sociale, politico ed economico che è oggi. Il calcio è 90 minuti e passa di gioco, ma è anche molto altro: sta a ognuno di noi scegliere cosa prendere di questo fenomeno, la scelta è libera e non ci sono errori. Tanti sono i piani di lettura che il calcio offre, qua ne troverete alcuni.

Una raccolta i cui capitoli non a caso sono scanditi come il tempo di una partita di calcio, un tentativo di far abbracciare le varie sfaccettature del fenomeno calcio.

L'ambito di studio e di ricerca del blog Storie di football perduto è focalizzato nel periodo storico dell'Italia liberale a cavaliere tra XIX e XX secolo e quell'arco temporale copre in questa raccolta il “primo tempo” e il “secondo tempo”, in un'analisi che partendo dalle origini arriva sino alla fine della Prima guerra mondiale, quando il football dei pionieri nell'abbandonare le trincee diventa adulto e, inevitabilmente, cambia.

In questi dieci anni di blog e di collaborazioni mi sono però anche occupato del calcio degli anni'20 e anni'30 del XX secolo, di quando, diventato ormai “adulto”, prende coscienza della sua naturale capacità di essere strumento capace di indirizzare consenso e interessi economici. I “tempi supplementari” gettano, pertanto, luce su come il calcio sia stato usato e di come sia diventato il fenomeno di massa che è ancor oggi.

Infine, due sezioni speciali, due sezioni che rimandano alla nascita del mio amore per questo sport, come ho raccontato in apertura: una sezione dedicata al calcio a Reggio Emilia nel periodo pionieristico e una sezione dedicata al “mundial” spagnolo. Due dichiarazioni d'amore, seppur declinate nel freddo resoconto storico.

 

INDICE

Primo Tempo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI

1.Nasce la FIGC

2.Inizia il campionato di calcio in Italia

3.Il primo incontro internazionale di football giocato in Italia

4.A che gioco giocavamo

5. La nascita del giornalismo calcistico in Italia

6.Finalmente la Nazionale italiana!

Intervallo

IL FOOTBALL DEI PIONIERI A REGGIO EMILIA

1.Primi calci: il football dei pionieri a Reggio Emilia

2.Millenovecentotredici

3.Felice Romano, tra il Granata e l'Azzurro

Secondo Tempo

DAL FOOTBALL ALLE TRINCEE

1.Gli incontri internazionali di Pasqua

2.La tregua del Natale di guerra del 1914

3.Il Torneo militare della Vittoria

Tempi Supplementari

CALCIO, POTERE E IDENTITA' NAZIONALE

1.Il calcio come strumento di identità nazionale e potere politico

2.Storie mondiali

3.Nasce l'UEFA

Terzo Tempo

ESPAÑA'82 REWIND (1982-2022)

1.Appunti per un sogno

2.Frammenti di un sogno

 

 

 

 
 

mercoledì 25 settembre 2024

BUON COMPLEANNO REGGIANA!

 

Il Giornale di Reggio

Con le celebrazioni del 4 novembre 1918 tornava finalmente la pace e si ricominciava a parlare di football. Sul finire del 1918 a Reggio Emilia viene ricostituita l'Unione Sportiva Edera e La Gazzetta dello Sport nel numero de 27 dicembre si chiede se la vita sportiva a Reggio Emilia sia in ripresa, così come in tutte le altre città italiane, sottolineando come “la cittadinanza, la classe commerciale specialmente, gli enti cittadini dovranno non soltanto incoraggiare teoricamente, ma aiutare finanziariamente, come del resto avviene in quasi tutte le città e cittadine d'Italia, le iniziative sportive”1.

Il 9 febbraio 1919 iniziano gli allenamenti sul campo delle Tagliate fuori Porta Santo Stefano della squadra di football dell'U.S.Edera, allenamenti che vengono diretti da Severino Taddei2. Taddei è un nome di un'importanza capitale nella storia del football della città, perché lui sarà “il papà” della Reggiana. Nato a Reggio nel 1897 “Umberloun” – così soprannominato per il fisico possente - si appassiona da subito al nuovo gioco che pratica sul campo della palestra Camparini, parte soldato a Torino e da qui si arruola e finisce con il combattere sul Carso durante la Prima guerra mondiale3. Tornato a Reggio a guerra terminata, Taddei ha voglia di riprendere il discorso calcistico interrotto e gioca alcune partite con la squadra di football dell'Edera sino all'estate del 1919 quando il 5 giugno fonda egli stesso un club, con tanto di sottoscrizione pubblica:

Il 5 giugno 1919 per iniziativa del sig. Severino Taddei si fondò il Reggio F.B. And Kricket Club. (…) Il campo di gioco fu segnato sul prato del Mirabello alla distanza di circa 40 metri dalla V. Emilia”4; intanto a luglio viene anche ricostituita l'Audax Football Club con sede in via Emilia Santo Stefano 265, seppur sin da subito palesi grosse difficoltà finanziarie, tanto che la Presidenza sul finire di agosto lancia una pubblica petizione con tanto di apertura di un libretto bancario presso la Cassa di Risparmio ove far fluire le donazioni6. Queste società per tutta l'estate del 1919 organizzano incontri e manifestazioni sportive, anche se la più attiva è senza dubbio l'Edera che in occasione dei festeggiamenti del XX settembre, assieme alle autorità militari e alle associazioni patriottiche, organizza una due giorni di eventi sportivi al Mirabello, con serata di gala prevista al teatro Municipale con la messa in scena della “Norma”7.

Sempre il 21 settembre il Reggio pareggia in amichevole con il Bologna allo Sterlino per 2 a 2 con doppietta di Cagnoli8, ma ormai i giochi sono fatti e il calcio cittadino sta finalmente per riunirsi sotto un'unica bandiera.

Il 25 settembre 1919 i soci del Reggio Foot-Ball Kricket Club, dell'Audax e della Juventus, “(...) desiderosi di combattere sui campi dello sport battaglie degne del bel nome sportivo della nostra città” si riuniscono e danno vita all'Associazione Reggiana Calcio9. Appena tre giorni più tardi la squadra della Reggiana disputa la sua prima partita a Mantova: si gioca sotto una pioggia torrenziale e la vittoria arride al Mantova per 3-010. Così Il Giornale di Reggio spiega i motivi della sconfitta:

“(...) La vittoria dell'A.C.M. non può quindi stupire né demoralizzare, perchè i nostri furono fortemente danneggiati dalla pioggia, dallo stato del campo e dalla mancanza per quasi tutto il secondo tempo del centro half Vacondio, contuso (…)”11.

Sempre lo stesso giorno, a Reggio Emilia, la seconda squadra della Reggiana giocava contro i concittadini dello Sport Club Giovanile e quella partita generò più di una polemica. In verità quell'incontro non venne mai terminato per le reiterate e vibranti proteste dei giocatori dello Sport Club Giovanile che ritenevano la rete della Reggiana convalidata dall'arbitro segnata in fuorigioco. Le proteste andarono avanti per così tanto tempo che i giocatori della Reggiana abbandonarono il campo12. Il 3 ottobre nei locali del Caffè Falcelli in Piazza Grande durante l'assemblea straordinaria veniva ratificato lo statuto societario13: finiva così quel lungo processo che iniziato una decina di anni prima con i primi calci di alcuni ragazzini aveva portato alla nascita della società che da quel momento avrebbe contraddistinto la città di Reggio Emilia nel calcio italiano. 

 

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1Cfr. La Gazzetta dello sport del 27 dicembre 1918

2Cfr. Il Giornale di Reggio del 6 febbraio 1919

3Del Bue, 2007, pagg. 27-28

4Barbieri, 1922, pag.191; Il Giornale di Reggio del 7 giugno 1919

5Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 luglio 1919; Cfr. La Gazzetta dello sport del 19 settembre 1919

6Cfr. Il Giornale di Reggio del 27 agosto 1919

7Cfr. La Gazzetta dello sport del 18-21 settembre 1919

8Cfr. La Gazzetta dello sport del 24 settembre 1919

9Cfr. Il Giornale di Reggio del 30 settembre 1919

10Cfr. La Gazzetta dello sport del 30 settembre 1919

11Cfr. Il Giornale di Reggio del 2 ottobre 1919

12Cfr. Il Giornale di Reggio del 7 ottobre 1919

13Cfr. Il Giornale di Reggio del 3 ottobre 1919

domenica 22 settembre 2024

📷 Album di football perduto: Milan - Internazionale

 


Un derby milanese di oltre 100 anni fa, spareggio per la Coppa Mauro disputato domenica 3 marzo 1918 al Velodromo di via Arona. 
Vinse il Milan 8 a 1, vittoria che valse ai rossoneri la conquista del trofeo.

sabato 21 settembre 2024

📷 Album di football perduto: Juventus - Napoli

 

 

Domenica 9 ottobre a Torino si affrontano la Juventus (reduce dalle sconfitte di Lucca e Roma e dal pareggio interno contro il Modena) e il Napoli (imbattuto con una vittoria e due pareggi).

Ha la meglio la Juventus che con la rete segnata al 76° da De Filippis ottiene la sua prima vittoria nel campionato di serie A 1938/39.


(Foto: Il Calcio Illustrato)

martedì 17 settembre 2024

LA COPPA DEI CAMPIONI

Oggi inizia finalmente la Champions League – da quest'anno nella sua nuove veste a girone unico. Esattamente 70 anni fa si incominciò a pensare ad un torneo continentale che riunisse le migliori squadre d'Europa per decretare chi fosse la migliore del “Vecchio continente”.

Di seguito, in sintesi, i passi fondamentali che portarono alla nascita della Coppa dei campioni, la cui prima edizione venne disputata nel 1955-56 e vinta dal Real Madrid.

 

Ovviamente gli inglesi c'entrano con l'inizio di questa meravigliosa storia, ma non attivamente. È in reazione ad un atteggiamento, ad una postura – forse più giornalistica che altro – di boria inglese che un giornalista francese “butta giù” un'idea intrigante. In verità si può anche affermare che la Coppa dei Campioni sia nata per mano giornalistica, anche se già negli anni precedenti tentativi di mettere uno contro l'altra le migliori formazioni d'Europa c'erano già stati. Con alterne fortune.

Negli anni'20 l'austriaco Hugo Meisl lavora alacremente sull'idea di creare tornei che possano riunire il meglio del calcio continentale dell'epoca, sia a livello di nazionali, sia di club. Ed essendo il meglio espresso dal calcio danubiano e mitteleuropeo nel 1927 vede la luce la Coppa dell'Europa Centrale, che viene giocata dalle migliori squadre di Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e Jugoslavia1.

Con la fine della Seconda guerra mondiale, mutano un po' tutti gli scenari europei, non solo politici, sociali ed economici, ma anche calcistici. Ormai la mitteleuropa non è più espressione del meglio del calcio continentale, nuovi soggetti, nuove Nazioni, nuove idee smuovono il mondo calcistico. Tra tutti questi stravolgimenti, la voglia di misurarsi e di competere delle società resta immutata e ben presto si fa esigente la necessità di organizzare un torneo che possa mettere una di fronte all'altra le migliori squadre d'Europa. Il meglio del calcio europeo, in quei primi mesi post bellici viene individuato in Italia, Spagna, Portogallo e Francia e le Federazioni di questi quattro paesi – tutti dell'area latina – danno vita alla Coppa Latina2.

È però con il 1954 che il destino muta e modifica per sempre lo scenario delle sfide continentali.

Gli inglesi, si diceva. Beh, loro il football l'hanno fatto diventare “moderno” alla metà dell'800 e da allora per lunghi decenni si sono reputati i “maestri”, migliori quindi di tutti i “continentali”. Anche quando parte la Coppa del mondo gli inglesi non vi partecipano, ma con il passare degli anni – e con qualche sconfitta di troppo che inevitabilmente subiscono – con il secondo dopoguerra decidono di compiere il “grande passo” di mettersi in gioco. E le cose non è che vadano un gran che bene. Nel 1950 la Nazionale inglese viene eliminata dagli USA, non proprio uno squadrone, mentre nel 1954 esce ai quarti per mano dei campioni in carica dell'Uruguay.

Per quel che riguarda, invece, la storia dei club, forse anche per un intrinseco – e ben remunerato - desiderio di far conoscere il gioco ai profani, sin dalla fine del XIX secolo molte squadre – anche professionistiche – giocano partite di esibizione e tornei amichevoli in giro per l'Europa. La casistica è veramente ampia: qua mi limiterò a ricordare alcune importanti esibizioni avvenute in Italia3 e, soprattutto, il torneo di calcio dell'Esposizione universale di Parigi del 1937 quando il Bologna di Weisz in finale umiliò i “maestri” del Chelsea per 4 a 14.

Insomma, gli anni'50 del XX secolo iniziano con varie delusioni, mitigate però da un paio di vittorie del Wolverhampton Wandereres che fanno gonfiare di molto il petto al giornalismo inglese.

Tutto tra origine da alcune amichevoli che il Wolverhampton organizza in occasione dell'inaugurazione del suo nuovo stadio. Le squadre invitate sono di tutto rispetto: la grande Honvéd di Puskás, Kocsic e degli altri fuoriclasse ungheresi, e la forte squadra sovietica dello Spartak di Mosca. Le due vittorie che il Wolverhampton riesce a cogliere (soprattutto il galvanizzante 3 a 2 ottenuto in rimonta contro gli ungheresi) vengono enfatizzate dalla stampa di Sua Maestà forse con un po' troppo zelo, tanto è vero che il Daily Mail arriva a scrivere che il Wolverhampton “è la migliore squadra del mondo”, riprendendo un'espressione utilizzata proprio dal manager dei Wolves, Stan Cullis: “there they are, the champions of the world”5.

Ora, va bene che già da mezzo secolo era stata firmata l'Entente Cordiale tra Gran Bretagna e Francia, ma i rapporti tra le due Potenze erano sempre state un filo vivaci e frizzanti anche successivamente, fatto sta che in Francia la stampa quella dichiarazione non la prende tanto bene. Soprattutto questo trionfalismo non lo digerisce il francese Gabriel Hanot che quelle gare le aveva viste dal vivo, caporedattore della testata sportiva L'Équipe.

Proprio dalle pagine de L'Équipe Hanot frena subito gli entusiasmi inglesi: “(...) prima di proclamare l'invincibilità del Wolverhampton aspettiamo che replichi le sue vittorie a Budapest e a Mosca. E vediamolo di fronte al Milan e al Real Madrid”6. Non solo. Hanot poi si spinge oltre fantasticando e al tempo stesso lanciando l'idea di un torneo che metta l'una contro l'altra le migliori squadre d'Europa.

Da quel momento un po' tutto procede in discesa. Nel corso dei mesi successivi l'idea viene affinata, e se in un primo momento UEFA – nata da pochissimi mesi7 – appare piuttosto tiepida, i francesi non si danno per vinti e si rivolgono direttamente ai proprietari dei maggiori club europei, incontrando – all'opposto – molto entusiasmo.

L'inizio di aprile del 1955 è decisivo. A Parigi L'Équipe convoca una riunione con i rappresentanti dei principali club continentali trovando un solido alleato in Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, che giusto in quel periodo sta costruendo una squadra da leggenda8. L'UEFA a quel punto nella sua riunione sempre di aprile non può far altro che “benedire” la manifestazione pretendendo solo che fossero le rispettive federazioni nazionali ad autorizzare la partecipazione alle squadre9 e che venissero riunite tutte le Nazioni europee con la presenza di squadre delle democrazie popolari, delle dittature iberiche e del blocco sovietico10.

Tutto dunque è pronto e il 4 settembre del 1955 inizia finalmente la prima edizione della Coppa dei Campioni con la partita tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado. La formula è semplice: gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Per l'Italia partecipa il Milan che esordisce a San Siro il 1° novembre, perdendo contro il Saarbrücken, campione della Saar, per 3 a 4, salvo poi vincere in trasferta al ritorno per 4 a 1.


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1https://www.calciomercato.com/news/juventus-squalificata-per-indisciplina-il-bologna-vince-in-europ-49568

2https://www.calciomercato.com/news/coppa-latina-milan-vincente-e-torino-rinato-nell-antenata-della--92296

3Alessandro, Bassi, Il football dei pionieri – Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I guerra mondiale, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012; Alessandro Bassi, Solo un gioco? Scritti di storia del calcio, ‎ Independently published, 2024

4https://www.calciomercato.com/news/l-expo-di-parigi-del-1937-e-il-bologna-dominatore-del-calcio-eur-20448

5Hill. Tim, A photographic history of English Football, Parragon, Bath, 2004

6https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

7https://storiedifootballperduto.blogspot.com/2024/06/15-giugno-1954-nasce-l-uefa.html

8Antonio, Papa – Guido, Panico, “Storia sociale del calcio in Italia”, Il Mulino, Bologna, 2002

9https://www.treccani.it/enciclopedia/calcio-competizioni-per-club_(Enciclopedia-dello-Sport)/

10https://giocopulito.it/la-nascita-della-coppa-dei-campioni/