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lunedì 27 luglio 2020

CALCIO D'ESTATE. LUGLIO 1924: SPAREGGIO PROMOZIONE

È sempre calcio d'estate, ma il calcio dell'estate 1924 è calcio importante, ufficiale. Di campionato. La Reggiana conquista la sua prima storica promozione in Divisione Nazionale, l'attuale serie A. lo fa al termine di una stagione lunghissima, iniziata ad ottobre e terminata a fine luglio con lo spareggio promozione di Padova, vinto contro i bianconeri di Fiume dell'Olympia.
Fiume fa venire in mente D'Annunzio, eccome. Giusto dal gennaio di quell'anno la città è a tutti gli effetti territorio italiano con la firma del Trattato di Roma, Trattato che ha posto fine all'esperienza dello Stato Libero di Fiume, nato dopo “l'impresa” di D'Annunzio del 1919. La città ha una squadra calcistica dai colori bianconeri del Club Sportivo Olympia che partecipa ai campionati italiani: promossa in Seconda Divisione nel 1923, l'Olympia nella stagione 1923/24 vince il proprio girone e si qualifica alla fase finale.

In casa granata il nuovo presidente, il conte Vittorino Palazzi e il segretario ingegner Pietranera non lesinano impegno nel costruire attorno alla “stella” Romano una squadra competitiva per puntare al salto di categoria. La Reggiana, dopo aver vinto il proprio girone, in quello finale arriva seconda a pari merito con i fiumani grazie alla decisiva vittoria per 1 a 0 conquistata al Mirabello il 13 luglio proprio contro l'Olympia con rete del capitano Vacondio1. Così si rende necessario giocare lo spareggio per la assegnare il secondo “pass” per la massima serie. Spareggio che viene fissato a Padova per il 27 luglio 1924.

La partita si svolge sotto una fitta pioggia che, stando alle cronache dell'epoca, penalizza più la squadra fiumana. L'inizio è fissato per le 16.30, come detto, sul campo neutro di Padova. La Reggiana ci arriva in treno, l'Olympia dopo una non semplice traversata via mare2
Sugli spalti la maggioranza simpatizza e tifa per i fiumani, anche se non mancano certo i tifosi reggiani arrivati con treni, auto e pullman. Il primo tempo pende a favore dei fiumani: una loro rete viene annullata per fuorigioco al quarto d'ora e alla mezzora colpiscono il palo. Intervallo. Secondo tempo, continua sempre a piovere. La Reggiana si ridesta e al 19° minuto, dopo una bella azione orchestrata da Rasia, Michelin e Sereno, Romano ribatte in goal: 1 a o per i granata. L'Olympia accusa il colpo e non riesce a reagire. Alla mezzora con un bel tiro da lontano Rasia sigla il definitivo 2-0 per la Reggiana, 2 a 0 che ha un sapore dolcissimo, il sapore della promozione, della prima straordinaria promozione in massima serie.


1SERRA, LUCIANO, Maglia granata e calzoncini blu, in La Reggiana News n. 2 del settembre 1989
2Cfr. La Gazzetta dello Sport del 28 luglio 1924

giovedì 16 luglio 2020

CALCIO D'ESTATE. IL TORNEO DI SAINT MORITZ (AGOSTO 1911)

L'estate calcistica del 1911 è una stagione davvero frizzante per le squadre italiane: ben due importanti tornei internazionali, infatti, le vedono protagoniste impegnate a fronteggiare squadre straniere. La voglia di uscire dai confini nazionali il football l'ha sempre avuta, sin dalle sue origini. Nell'età pionieristica del calcio sono stati numerosi i tornei transnazionali che hanno visto gareggiare squadre di diverse nazionalità1. Già abbiamo avuto modo di parlare del Torneo dell'Esposizione di Roma di inizio estate del 19112, sempre in quell'anno, sul finire di agosto, tre squadre italiane vengono invitate ad un altro importante torneo internazionale.


Torneo che si disputa nella verde Engadina nella rinomata località di Saint Moritz, già famosa e ambita stazione sciistica da oltre 40 anni, cioè da quando nel 1864 il visionario proprietario della pensione Faller – l'iconico Kulm Hotel – pensò bene di “allargare” la stagione turistica anche nel periodo invernale. La storia che ha per protagonisti gli incontri del torneo di calcio del 1911 non è però una storia d'inverno. La competizione viene organizzata per la fine di agosto, dal 22 al 25 del mese, aperta a sei squadre: due tedesche, una svizzera e ben tre italiane. Come inizio di stagione agonistica anticipata non è affatto male per le squadre italiane. Con l'estate del 1909 e con l'approvazione del nuovo regolamento organico federale la stagione calcistica in Italia si dilata: il campionato viene giocato nell'arco di due stagioni solari con inizio fissato in autunno e ripresa dell'attività dopo la pausa estiva nella seconda metà di settembre. La trasferta a Saint Moritz, quindi, è un piacevole anticipo di, chiamiamola così, preparazione alla nuova stagione calcistica. Le tre squadre italiane sono l'Unione Sportiva Milanese, il Torino e l'Internazionale che se la dovranno vedere con i freschi campioni di Germania del Viktoria Berlino, i blasonati Phoenix di Karlsruhe e gli elvetici dello Young Boys. La Gazzetta dello Sport nel numero del 21 agosto presenta accuratamente le tre compagini italiane, evidenziandone punti deboli e di forza. Per il giornale milanese delle tre italiane la più attrezzata è il Torino, mentre i più deboli dovrebbero essere i bianconeri a scacchi dell'Unione che si presentano con una formazione di tutti italiani e molti giovani3
 
La prima giornata si gioca dunque il 22 agosto.
I primi a scendere in campo sono proprio i milanesi dell'Unione che alle 10.15 del mattino vengono sconfitti 5 a 1 dallo Young Boys sotto una pioggia torrenziale. La pioggia è davvero l'assoluta protagonista del torneo, il campo diventa da subito fangoso con enormi pozze d'acqua tranne, a leggere il resoconto dell'inviato de La Gazzetta dello Sport, il settore centrale che presenta una lastra di cemento ricoperto con un po' di segatura. Comunque sia, gli svizzeri vincono agilmente, seppur occorre dire che l'U.S. Milanese per quasi tutta la partita ha dovuto giocare in dieci a causa dell'infortunio patito da Boldorini: mattatore della partita l'interno sinistro Marschmeyer – rinforzo proveniente dal San Gallo – autore di tutte le cinque reti degli elvetici, mentre l'unico gol degli italiani è di Rizzi che ribatte in rete dopo la respinta del portiere avversario del rigore tirato da Tonini.
Nel primo pomeriggio è stata la volta del Torino e i granata non hanno avuto scampo contro i fortissimi tedeschi del Viktoria che segnano a raffica, particolare da Otto Dumke che da solo ne infila ben 7: “(...) il giuoco esplicato dal Victoria fu leggero, ma al tempo istesso brillantissimo e cavalleresco. Alle loro combinazioni veloci ed efficacissime nulla poté la difesa torinese (…). Le combinazioni si svolsero sempre calme e sicure, la prontezza degli avanti, validamente sostenuti dalla seconda linea, dominò come volle la difesa italiana (...)4. Per il Torino è una disastrosa sconfitta per 0 a 9!
A chiudere il programma e a tentare di salvare l'onore italiano tocca all'Internazionale che dopo le 16 affronta l'altra compagine tedesca del Phoenix di Karlsruhe. Ancor prima di dare il calcio d'avvio sorge un problema: entrambe le squadre hanno maglie molto simili, dunque i milanesi si fanno prestare le divise dai giocatori del Torino. Così l'Internazionale in maglia granata affronta i forti tedeschi. Il primo tempo è molto equilibrato e termina 3 a 2 per il Phoenix, poi nella ripresa i tedeschi dilagano segnando altre 4 reti contro una sola dei milanesi.
Al termine della prima giornata il risultato per le italiane è mortificante: tre partite, tre sconfitte; in complesso 4 reti segnate e ben 21 subite! Si procede quindi al sorteggio tra le tre italiane per scegliere la quarta semifinalista: la fortuna arride all'Internazionale che se la vedrà ancora con il Phoenix, mentre il Viktoria giocherà contro lo Young Boys.
In realtà la semifinale tra Internazionale e Phoenix viene trasformata in amichevole. I milanesi hanno perso ben due giocatori pertanto sarebbero costretti a giocare la seconda partita in dieci e quindi chiedono il permesso di poter completare lo schieramento con il torinese Bachmann I. Per i tedeschi nulla in contrario, a patto però che l'Internazionale dichiari forfait e che l'incontro venga derubricato ad amichevole. E così accade. Svestita la casacca granata e indossata per l'occasione quella celeste prestata loro dal Viktoria, i giocatori dell'Internazionale danno vita ad un bell'incontro che portano onorevolmente a termine con un lusinghiero pareggio per 1 a 1. Nell'altra semifinale troppo forti si rivelano i tedeschi del Viktoria che eliminano 4 a 2 uno Young Boys “rinforzato” da giocatori di altre squadre: espediente quello svizzero non molto gradito dagli avversari tedeschi che hanno più volte lamentato il fatto che “(...) essi volevano incontrarsi cogli Young Boys e non colla squadra nazionale svizzera”5.
La finale è dunque un affare tutto tedesco. Secondo pronostico a vincere il torneo è il Viktoria che batte non proprio agevolmente i Phoenix per 2 a 1 sotto le sferzate di un fortissimo vento.




1https://www.calciomercato.com/news/dai-pionieri-sino-alla-coppa-intercontinentale-e-toyota-cup-ecco-98798
2http://storiedifootballperduto.blogspot.com/2017/08/calcio-destate-torneo-dellesposizione.html
3Cfr. La Gazzetta dello Sport del 21 agosto 1911
4Cfr. La Gazzetta dello Sport del 23 agosto 1911
5Cfr. La Gazzetta dello Sport del 25 agosto 1911

lunedì 6 luglio 2020

Biblioteca di football perduto

"UNA CASACCA DI SETA BLU" di Paolo Frusca (Ed. Mondadori)
«Bela Guttmann è un personaggio che ho sempre inseguito e adorato, ma perché scrivere ancora di lui? E perché scrivere un romanzo? A raccontare il genio egocentrico, istrionesco e multiforme dell’ungherese (Budapest 1899-Vienna 1981) prima centrocampista e poi allenatore delle più grandi squadre d’Europa e del Brasile (Milan, San Paolo, Benfica, Peñarol, Porto, Panathinaikos…) ma anche psicologo, maestro di danza, barista e parecchio altro ancora, non bastavano le biografie, i saggi e i mille articoli scritti su di lui a partire dagli anni Trenta?
No, non bastavano.
Perché per rendere omaggio a questo innovatore, a questo illusionista dello spogliatoio, a questo visionario che incise così profondamente nella storia del football, ci voleva un sapiente, calibrato mix di realtà e fantasia. Solo così il Guttmann motivatore, quello che manipolava la psiche dei propri giocatori, ma li sapeva anche disporre in campo con maestria, poteva entrare di diritto nella schiera ristretta di coloro che il Gioco non lo hanno subìto ma lo hanno cambiato, trasformato, modellato a propria immagine e somiglianza: gli Happel, i Sacchi, i Meisl, i Cruyff, i Guardiola.
E ci voleva la prosa risciacquata nel Danubio di Paolo Frusca, la sua elegante vena di narratore percorsa da inquietudini mitteleuropee e dall’amore smisurato verso il Gioco, per modellare al meglio non solo la personalità di Bela Guttmann ma la totalità del mondo nel quale ha agito: i sentieri e i percorsi impervi della sua carriera, le vette e le cadute, le fughe e i ritorni. Il tutto tragicamente trascolorato nei vortici del “secolo breve”: quel Novecento per capire il quale, parafrasando José Mourinho, sapere di calcio non sarebbe indispensabile, ma aiuterebbe molto…»
Federico Buffa

 
Genere: Narrativa Contemporanea
ISBN: 9788804727705
204 pagine
Prezzo: € 17,50
Cartaceo
In vendita dal 21 luglio 2020