Il
libro è stato scritto attingendo ai ricordi personali dell’autore,
appassionato di sport da una vita, ampliati e impreziositi da
ricerche sulla storia della Nazionale italiana di calcio.
Non
a caso la narrazione inizia con i Mondiali
del Cile del 1962, i primi di cui
l’autore abbia qualche ricordo. Il libro non ha la pretesa di
essere una storia della Nazionale in senso stretto. È un insieme di
storie del calcio in cui la Nazionale è protagonista, sia nel bene,
sia nel male. L’autore ha scelto gli avvenimenti che gli hanno
ispirato un racconto, cercando di inquadrare gli avvenimenti sportivi
nel loro momento storico.
Nel
primo capitolo si prendono in esame otto
edizioni dei Mondiali.
Nel
1962 l’Italia gioca contro il Cile la famigerata ‘Battaglia
di Santiago’, una maledetta
partita avvenimento centrale del primo racconto. Nel 1966, ai
Mondiali d’Inghilterra, l’Italia incappa nella clamorosa
sconfitta contro la Corea del Nord,
difficile da dimenticare per chi l’ha vissuta. Nel 1970 l’Italia
è protagonista della ‘Partita del
Secolo’, il famoso 4-3 ai
supplementari contro la Germania, salvo poi crollare in finale sotto
i colpi di un Brasile irripetibile. Quello del 1974 è stato definito
‘Il Mondiale delle Chinagliate’,
riferendosi ai comportamenti discutibili di Giorgio Chinaglia,
attorno alla cui vita si svolge questa storia. Il 1982 è quello
della vittoria in Spagna, quello dell’Italia Mundial e di Paolo
Rossi, ribattezzato nell’occasione Pablito. Il 1986 è il mondiale
di Maradona,
ma visto dalla prospettiva dell’Italia è quello della fine
dell’era di Enzo Bearzot.
Il Mondiale 1990,
in Italia, è soprattutto quello di Schillaci, protagonista
inaspettato, e della missione incompiuta di Azeglio Vicini. L’ultimo
Mondiale di questa storia è quello del trionfo
del 2006, quello del cielo azzurro
sopra Berlino.
Nel
secondo capitolo si torna indietro agli anni Trenta.
Sono
anni in cui l’Italia del calcio si rivela al mondo intero, vincendo
tutto. Grande protagonista di questo periodo è Vittorio
Pozzo, commissario tecnico della
Nazionale, che per le sue vittorie non pretenderà mai una sola lira
di compenso. La sua fonte di reddito rimarrà sempre il suo lavoro di
giornalista sportivo per ‘La
Stampa’ di Torino. Nel decennio
Pozzo riesce a vincere due Mondiali, un’Olimpiade e due Coppe
Internazionali, il torneo antesignano degli Europei.
Il
terzo capitolo è dedicato agli oriundi.
Nella
Nazionale italiana hanno giocato anche figli e nipoti dei nostri
emigrati, avvalendosi del doppio passaporto. La grande emigrazione,
iniziata agli albori del Regno d’Italia, ha prodotto una
generazione di italiani all'estero dalla quale gli sport di squadra,
hanno attinto a piene mani. L’ultima parte tratta brevemente degli
altri sport, visto che il calcio in questo senso ha fatto scuola.
Autore:
Alberto Zanichelli
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