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lunedì 2 maggio 2016

COPPA FEDERALE 1916

21. Girone finale: ultima giornata, il gran finale al Velodromo di Milano!

Berardo cerca di dribblare Pizzi e Cazzaniga
Un pubblico imponente, come da diverso tempo non si vedeva al Velodromo Sempione di Milano, non si lasciò sfuggire l'occasione di assistere alla partita decisiva per l'assegnazione della Coppa Federale. Infatti – vista la classifica – chi tra Milan e Genoa avesse vinto avrebbe portato a casa il trofeo, al contrario, in caso di pareggio, tutte e cinque le squadre avrebbero terminato il torneo a pari punti1.
Il primo tempo è stato di netta supremazia genoana: i rossoblu soprattutto con i suoi avanti Berardo, Bergamini, Wallsingam e Crocco hanno impegnato più volte la difesa milanista la quale ha avuto in Barbieri, Sala e Pizzi un baluardo insuperabile, capace di neutralizzare tutte le azioni più pericolose degli avversari. Però il Milan in questa prima fase dell'incontro non si è limitato a rintuzzare gli attacchi dei genoani, ma si è proposto anch'esso più volte in avanti soprattutto con Cevenini opportunamente sostenuto dal lavoro infaticabile della linea mediana guidata da Soldera. Pur essendo stato il Genoa ad avvicinarsi più pericolosamente alla porta avversaria, soprattutto con due azioni molto belle di Wallsingam e Crocco, è stato il Milan che al 43° minuto con Morandi – partito in evidente posizione di fuorigioco – a passare in vantaggio2
De Vecchi toglie il pallone ad Avanzini
La ripresa iniziava con azioni da una parte e dall'altra: il Milan a cercare di chiudere il discorso vittoria, il Genoa il pareggio. Dopo cinque minuti il Genoa che riesciva a pareggiare: per un fallo di Sala commesso in area ai danni di Brezzi l'arbitro concedeva un calcio di rigore ai rossoblu che veniva trasformato da De Vecchi. La partita diventava ancor più bella ed avvincente, entrambe le squadre cercavano di segnare il secondo goal e al 54° minuto, per un fallo di De Nardi su Cevenini commesso proprio al limite dell'area l'arbitro fischiava ancora un rigore, questa volta a favore dei padroni di casa. Sul dischetto si portava Cevenini che segnava ma l'arbitro faceva ripetere poiché alcuni giocatori erano entrati in area prima del calcio; sicuro, Cevenini si ripresentava davanti al portiere e segnava ancora, questa volta calciando verso l'angolo opposto rispetto al primo tiro. 2-1 per il Milan. Il Genoa pareva accusare il colpo, i rossoneri cercavano di approfittarne per chiudere la partita ma al 63° minuto i rossoblu andavano molto vicini al nuovo pareggio con Wallsingam che impegnava severamente Barbieri il quale non senza fatica, anzi per molti spettatori addirittura oltre la linea di porta, parava il tiro. Il momento era decisivo. Passavano un paio di minuti e da un rinvio teso di Soldera Cevenini bruciava sullo scatto De Vecchi involandosi in porta e giunto davanti al portiere lo fulminava segnando il 3-1 finale per il Milan. La partita a quel punto era segnata, le azioni diventavano più confuse, l'arbitro espelleva Ferrario del Milan e Bergamini del Genoa ma nessuna delle due squadre riusciva più a segnare e così il Milan si portava a casa partita e coppa.
Frezzi, De Vecchi, De Maria
Emilio Colombo dalle colonne de La Gazzetta dello Sport così commenta la vittoria dei rossoneri:
(...) Il Milan ha vinto perchè ha saputo maggiormente resistere alla fatica richiesta dalla lotta senza quartiere che le due squadre hanno dovuto sostenere per cercare di sopraffarsi a vicenda. Se non vi fosse stato ieri un Milan privo di Van Hege, noi oseremmo dire che la fortuna ha assistito in parte – pur non influendo sull'esito della disputa – ancora e sempre i rosso-neri. Ma prima di ogni disamina giova ripetere che il team di Cevenini ha vinto perchè ha saputo con più ferrea tenacia volere fortemente tutto il resto: momento di scoramento degli avversari, qualche svista – chi non falla in un match di tanta importanza – dell'arbitro, qualche provvida e fortunata decisione del momento critico, non conta. La verità è che la squadra del Milan, fortunata nel primo tempo, non s'è scoraggiata dopo l'ottenuto e meritato pareggio dei genoani, ed ha continuato a prodigarsi, al contrario dei genovesi i quali, colpiti severamente da una grave punizione, che costò loro il secondo punto, si piegarono di schianto, disordinando le fila e sciupando ogni bella trama di giuoco.3

Terminava dunque, dopo oltre quattro mesi di partite, la Coppa che la Federazione aveva messo in palio in pendenza del campionato dell'anno precedente non ancora concluso. Coppa che servì anche
come distrazione per il pubblico dalle angosce della guerra.

MILAN-GENOA 3-1

CLASSIFICA FINALE:
11 MILAN
10 MODENA
10 JUVENTUS
9 GENOA



 
1Cfr L'Illustrazione della guerra e la stampa sportiva del 7 maggio 1916
2Cfr La Stampa del 1° maggio 1916
3Cfr. La Gazzetta dello sport del 1° maggio 1916
 

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