Chi è stato Arpad Weisz? E per quale
motivo uno dei grandi personaggi degli Anni 30 è caduto nell'oblio,
al punto da non conoscerne, oggi, neanche il nome? Da queste domande
nasce e si sviluppa il viaggio-inchiesta alla scoperta del trainer
che ha vinto lo scudetto con l'Inter nel 1929-30 - il primo della
Serie A come la conosciamo ora - e di altri tre titoli nazionali col
grande Bologna. Oltre al Trofeo delle Esposizioni, la Champions
League dell'epoca, conquistato contro i maestri del Chelsea. Non lo
sapeva nemmeno Enzo Biagi, bolognese e tifoso del Bologna. "Mi
sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chi sa
come è finito" ha scritto in "Novant'anni di emozioni".
Era il 26 ottobre 1938 quando il
protagonista di questo libro si dimise da tecnico del Bologna che
aveva portato a dominare il calcio in Italia. A lui, Arpad Weisz,
ebreo purosangue, e ai suoi famigliari, non fu più permesso di
vivere in Italia dalle leggi razziali promulgate da Mussolini. Il 10
gennaio 1939, insieme ad altri profughi, si rifugiò in Francia
passando dal valico di Bardonecchia. Da Parigi si spostò in Olanda,
nella cittadina di Dordrecht, dove per quasi due anni fece
l'allenatore prima di essere deportato ad Auschwitz, dove è morto la
mattina del 31 gennaio 1944. Il 5 ottobre 1942 erano entrati nella
camera a gas sua moglie Elena e i suoi figli Roberto e Clara, dodici
e otto anni.
Questa è la risposta, documentata, di
Matteo Marani, bolognese, giornalista e storico appassionato. Tre
anni di ricerca scrupolosa e insieme ossessiva, perché gli pareva di
inseguire un fantasma. Dallo scudetto ad Auschwitz ricostruisce in
modo pertinente la storia di Arpad Weisz, vincitore di quattro
scudetti tra il 1930 e 1938.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a4b9df26-7e96-46e9-b2de-79ad82d79734.html
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