Solo
il 1° agosto Berchtold, messo alle strette dalla situazione ormai
irreversibile e dopo aver ricevuto la notizia da Merey per la quale
l'Italia era propensa alla neutralità "provvisoria"
sembrò decidersi ad accettare l'interpretazione italo-tedesca
dell'art. VII: esigeva però dall'Italia un atteggiamento amichevole
rispetto alle operazioni di guerra, come dimostra la risposta dello
stesso Berchtold a Merey:
"Vedo dal telegramma di V. E. del 1° corrente
che il governo italiano avrebbe l'intenzione di prendere
eventualmente parte attiva nell'imminente guerra europea in un
momento ulteriore. Di fronte a tale circostanza ho detto oggi al duca
d'Avarna quanto segue: "Onde evitare qualsiasi malinteso tengo a
constatare che le dichiarazioni fatte il 1° corrente al duca
d'Avarna rispettivamente all'interpretazione dell'art. VII del nostro
trattato d'alleanza sono state fatte sulla base della nostra ferma
convinzione che l'Italia adempia dall'inizio i suoi doveri di alleata
conformemente all'art. III del trattato. La mobilitazione russa
contro di noi e contro la Germania, decretata senza motivi
plausibili, come pure le violazioni di frontiera commesse da
pattuglie russe in parecchi punti della frontiera russo-tedesca che
ora si annunziano, sembrano ragioni sufficienti per considerare il
causu foederis come intervenuto" 1
Contrario
alla posizione di neutralità decisa dal Governo fu Sonnino, che
nell'incontro con Salandra del 1° agosto fece presente i propri
dubbi sulla saggezza di tale scelta:
"le
probabilità erano che in terra vincessero la Germania e l'Austria,
meglio preparate e di cui l'intesa fin da prima della presentazione
della nota austriaca alla Serbia era evidente. Come saremmo rimasti
noi? Ci vedevo la fine della grande politica per l'Italia"2
Di
diverso parere Giolitti, che a Parigi espresse a Ruspoli l'opinione
che non sussistesse il casus foederis e che sarebbe stato opportuno
prendere contatto con l'Inghilterra "della quale dobbiamo
restare amici"3
Mentre le diplomazie di mezza Europa erano in fibrillazione, la
F.I.G.C. proseguiva la sua attività convocando l’assemblea
generale a Torino per i giorni del 1 e 2 agosto, quando venne
deliberato il nuovo organigramma del campionato 1914-15, il quale
venne suddiviso in 6 gironi formati da 6 squadre ciascuno, secondo il
criterio della regionalità; al termine delle eliminatorie, le
migliori due di ciascun girone e le quattro migliori terze avrebbero
formato i quattro gironi di semifinale, ciascuno di quattro squadre.
Le vincenti di ciascun girone di semifinale avrebbero quindi formato
il girone finale che avrebbe laureato il vincitore del campionato.Inoltre venne anche deliberato il nuovo regolamento per il campionato 1915-16:
“Le squadre classificate ai primi tre posti dei sei gruppi eliminatori del campionato 1914-15, in complesso 18 squadre, formeranno la divisione A di prima categoria; le altre 18 formeranno la divisione B, con l’avvertenza che le tre ultime classificate cadranno nella seconda categoria, detta promozione, lasciando i tre posti vuoti alle tre migliori squadre che emergeranno da un girone di qualificazione al quale parteciperanno le squadre vincitrici dei singoli campionati regionali di promozione. Le divisioni A e B saranno suddivise in tre sottosezioni di sei squadre ciascuna. Le prime due squadre classificate al termine di questi gironi eliminatori sottosezionali, in complesso sei per ogni divisione, parteciperanno al girone finale per la designazione della squadra campione. Si svolgeranno contemporaneamente tre gironi finali: due di prima categoria, divisione A e B, e quello di promozione. Le tre squadre classificatesi ultime nelle loro eliminatorie, cioè le ultime di ogni sottosezione, cadranno automaticamente nella categoria inferiore, e al loro posto ascenderanno le tre squadre classificatesi prime nella divisione minore. Così pure avverrà nei riguardi della divisione B con la categoria promozione”4
Regolamento che, come vedremo e come sappiamo, sarebbe rimasto lettera morta a causa della guerra.
1
Cfr. LUIGI, ALBERTINI, Op. cit., vol. III, pagg.312-313
2
SIDNEY, SONNINO, Diario 1866-1922, Vol.II, pag.9, Laterza,
Bari, 1972
3
DDI, serie V, vol.I, n°6
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