Il Genoa a borso del piroscafo Mafalda in partenza per la tournèe in Sud America nell'estate del 1923.
La rivista "Il Calcio" scriveva che ciascun giocatore fu fornito di un baule rifornito di biancheria intima e abiti, tra cui un completo nero "confezionato da uno dei primi sarti di Genova".
Tra le altre curiosità riportate dal giornale, l'assicurazione stipulata per i giocatori per 80.000 lire in caso di invalidità permanente e di 40.000 lire in caso di morte.
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mercoledì 21 giugno 2017
giovedì 15 giugno 2017
La Biblioteca del football perduto
Pionieri del football. Storie di calcio vittoriano 1863 - 1889 di Simone Cola
Nato come passatempo per i nobili rampolli dell'alta società, il football è diventato il fenomeno di massa che tutti conosciamo alla fine del XIX° secolo, e il suo percorso è stato lungo e travagliato. Dalla fondazione della Football Association alla nascita della Football League, dalle prime pittoresche amichevoli internazionali al Torneo Interbritannico, dai maestri inglesi ai professori scozzesi, “Pionieri del Football” racconta l'evoluzione del calcio nella terra in cui è nato: un viaggio che di anno in anno racconta le idee, gli eroi, le squadre e le partite che hanno segnato la nascita di quello che è sempre stato molto più di un gioco.
Urbone publishing
Euro 14
pagine: 284
codice ISBN: 978-80-7562-019-4
anno di pubblicazione: 2016
Nato come passatempo per i nobili rampolli dell'alta società, il football è diventato il fenomeno di massa che tutti conosciamo alla fine del XIX° secolo, e il suo percorso è stato lungo e travagliato. Dalla fondazione della Football Association alla nascita della Football League, dalle prime pittoresche amichevoli internazionali al Torneo Interbritannico, dai maestri inglesi ai professori scozzesi, “Pionieri del Football” racconta l'evoluzione del calcio nella terra in cui è nato: un viaggio che di anno in anno racconta le idee, gli eroi, le squadre e le partite che hanno segnato la nascita di quello che è sempre stato molto più di un gioco.
Urbone publishing
Euro 14
pagine: 284
codice ISBN: 978-80-7562-019-4
anno di pubblicazione: 2016
giovedì 8 giugno 2017
ALBUM DI FOOTBALL PERDUTO
JUVENTUS - BOLOGNA, CAMPO CORSO MARSIGLIA DI TORINO, MAGGIO 1932
La fotografia ritrae Orsi, Vecchina e Munerati dopo l'incontro giocato a Torino sul campo della Juventus di Corso Marsiglia il 1° maggio 1932, sotto una pioggia battente. La partita finì con la vittoria dei bianconeri per 3-2: per primi andarono in vantaggio i felsinei con Maini, poi raggiunti dal rigore trasformato da Orsi; sul finire del primo tempo ancora un goal per i bolognesi con Schiavio. Nel secondo tempo la doppietta di Vecchina fissa il punteggio sul 3-2 per la Juventus.
Con quella vittoria la Juventus distanza di tre lunghezza il Bologna e si avvia a conquistare lo scudetto.
La fotografia ritrae Orsi, Vecchina e Munerati dopo l'incontro giocato a Torino sul campo della Juventus di Corso Marsiglia il 1° maggio 1932, sotto una pioggia battente. La partita finì con la vittoria dei bianconeri per 3-2: per primi andarono in vantaggio i felsinei con Maini, poi raggiunti dal rigore trasformato da Orsi; sul finire del primo tempo ancora un goal per i bolognesi con Schiavio. Nel secondo tempo la doppietta di Vecchina fissa il punteggio sul 3-2 per la Juventus.
Con quella vittoria la Juventus distanza di tre lunghezza il Bologna e si avvia a conquistare lo scudetto.
giovedì 1 giugno 2017
WALKIN'ON THE FOOT-BALL: LA COPPA DELL'EUROPA CENTRALE
Dovete sapere che in Austria-Ungheria si giocava la
Challenge Cup tra le squadre dell'Impero che dal 1897 venne disputata
sino al 1911. Sulla scorta di quel torneo il geniale Hugo Meisl ideò
nella metà degli anni'20 un torneo destinato alle migliori
formazioni d'Europa. Per il livello tecnico espresso può senz'altro
essere definita l'antenata della Coppa dei Campioni, vi partecipava
infatti il meglio del calcio continentale. Il 17 luglio 1927, a
Venezia, durante i lavori del Congresso internazionale (che organizzò
anche la Coppa Internazionale per nazionali) venne creata la Coppa
dell'Europa Centrale, alla quale partecipavano due squadre ciascuno
in rappresentanza di Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia ed Ungheria:
le due squadre per ciascun paese erano la vincitrice del campionato e
la vincitrice della coppa nazionale (oppure la seconda classificata
in campionato).
“Il
Congresso calcistico internazionale che si tiene a Venezia ha deciso
la disputa della Coppa d'Europa, per un periodo di tre anni, e
secondo il regolamento ultimo dell'International Board. Il Comitato
del torneo è stato costituito sotto la presidenza del Comm. Mario
Ferretti (Italia).”
I primi campioni furono i cecoslovacchi dello Sparta
Praga che vinsero in finale contro il Rapid Vienna (6-2; 1-2), mentre
nel 1928 si laurearono campioni gli ungheresi del Ferencvaros. Però
proprio in quegli anni il calcio italiano cresceva sempre più e
chiedeva sempre più spazio e visibilità internazionale e così nel
1929 riusciva ad ottenere due posti nella competizione, in
sostituzione della Jugoslavia. Il problema ora, tutto italiano, stava
nel decidere chi mandare in coppa, considerato che la manifestazione
iniziava quando ancora dovevano giocarsi le finali per assegnare il
titolo di campione d'Italia e le due finaliste avevano già preso
impegni per delle amichevoli in Sudamerica. Venne pertanto
organizzato un quadrangolare di qualificazione tra Ambrosiana-Inter,
Genova 1893, Juventus e Milan. Ovviamente i nomi sono alla moda
fascista dell'epoca. Il 30 maggio si giocarono i due spareggi, la
Juventus vinse 1-0 contro l'Ambrosiana-Inter e si qualificò mentre
tra Milan e Genoa fu pareggio dopo i supplementari (2-2) e quindi si
rese necessaria la ripetizione dell'incontro che finì ancora in
pareggio: a quel punto non c'era più tempo per un altro spareggio e
dunque la vincente venne estratta a sorte e il privilegio di
disputare la Coppa toccò al Genoa, pardon, al Genova 1893.
Il 30 giugno la Juventus esordiva dunque nella coppa
contro lo Slavia Praga e al termine di un'aspra battaglia – come
bene riporta lo studioso Stefano Bedeschi – la squadra italiana
riusciva a vincere di misura (1-0), ma le sarebbe stato fatale il
ritorno quando i cecoslovacchi vinsero facilmente 3-0 e passarono il
turno. Al Genova andò ancora peggio, sconfitto 5-1 a Vienna dal
Rapid.
Nell'edizione successiva le cose andarono leggermente
meglio per le squadre italiane, soprattutto grazie
all'Ambrosiana-Inter. Il primo turno contro gli ungheresi dell'Ujpest
per i milanesi è epico: vincono a Budapest 4-2 ma perdono con
identico punteggio a Milano e dunque necessita uno spareggio che
viene disputato a Berna, in campo neutro, che finisce in parità,
1-1. soltanto il 14 settembre ancora a Milano l'Ambrosiana-Inter
riesce finalmente ad avere la meglio sui magiari (5-3) e passa alle
semifinali dove incontra i forti cecoslovacchi dello Sparta:
all'andata i milanesi in casa riescono sul finire ad acciuffare un
sudatissimo pareggio (2-2) ma non possono nulla nella gara di
ritorno, quando vengono seppelliti da un clamoroso 6-1 ed escono così
dalla competizione; ci si consola con la classifica dei cannonieri,
che viene vinta da Meazza con 7 reti,mentre la Coppa viene finalmente
vinta dal Rapid Vienna alla sua terza finale.
Per
vedere una squadra italiana vincere la coppa occorre attendere
l'edizione del 1932. Nel primo turno la Juventus elimina i campioni
d'Ungheria del Ferecvaros e il Bologna i campioni di Cecoslovacchia
dello Sparta Praga, accendendo così entrambe alle semifinali: il
Bologna contro il First Vienna, la Juventus contro lo Slavia Praga.
Tutto ruota attorno alla sfida tra torinesi e praghesi. Il 6 luglio,
alle 18.30, a Praga lo Slavia batte la Juventus 4-0, ma è una
partita a dir poco drammatica, caratterizzata da violenza da ambo le
parti con la folla che si accende ed invade il campo più volte sino
all'apice che si ha verso la fine della partita, quando l'arbitro
concede un rigore ai padroni di casa: “(...)
ancora i nostri si rivolgono all'arbitro reclamando, e questi,
urtato, rotola a terra. Succede allora il finimondo. I giocatori
delle due squadre, raggruppatisi nell'area torinese, si colpiscono a
calci e pugni, mente la folla, invaso ancora una volta il campo,viene
a collettazione coi torinesi, che si difendono alla meglio. La
polizia è insufficiente a sedare il tumulto. Invano un altoparlante
esorta alla calma. La mischia continua e l'arbitro lascia il campo
per non rientrarvi che dopo dieci minuti, quando si è fatta una
calma relativa. Egli allontanava allora Cesarini dal campo e il
juventino è malmenato dalla folla.”
Insomma, una gazzarra inenarrabile, e c'è ancora da
giocare il ritorno...ritorno che si gioca dopo appena quattro giorni,
a Torino. L'ambiente è carico di tensione, i tifosi juventini
sommergono continuamente i praghesi di fischi e la Juventus chiude il
primo tempo in vantaggio 2-0, ma è in avvio di ripresa che accade il
“fattaccio”. Planicka, il leggendario portiere cecoslovacco,
improvvisamente si accascia al suolo e viene portato negli
spogliatoi, dove si rifugia l'intera squadra. Da alcune fonti pare
che il portiere sia stato colpito da uno dei sassi che il pubblico ha
reiteratamente lanciato in campo. L'arbitro, trascorsa una decina di
minuti senza che lo Slavia si ripresenti in campo, decreta la fine
della partita. Così un po' tutti in Italia pensano che sia la
Juventus a dover sfidare il Bologna in finale, che nel frattempo ha
eliminato il First, ma occorre attendere la decisione definitiva del
Comitato della Coppa, che si riunisce a Klagenfurt il 14 agosto, cioè
oltre un mese dopo i fatti.
E accade l'impensabile.
“(...)
Il Comitato, essendosi astenuto dal voto i rappresentanti dell'Italia
e della Cecoslovacchia, deliberava, a sensi dell'art.12 ultima parte,
del Regolamento della Coppa, che ambedue i clubs dovevano essere
esclusi dal torneo, lo Slavia per essersi ritirato dal campo di gara
al 2.o minuto della ripresa senza giustificato motivo, il Juventus
F.C. causa le gravi intemperanze non solo verbali di parte del
pubblico e la condotta indisciplinata di taluno dei giuocatori.”
A
quel punto il Bologna risultava il vincitore della coppa
per...mancanza di avversari! La società felsinea propose di giocarsi
la coppa in un triangolare con Juventus e Slavia ma il Comitato
respinse l'idea e la Coppa dell'Europa Centrale edizione 1932 venne
assegnata ufficialmente al Bologna, la “squadra
che tremare il mondo fa”,
che fu così la prima squadra italiana a vincere un torneo
internazionale.