venerdì 20 settembre 2019

IL SECOLO GRANATA. IL FOOTBALL DEI PIONIERI A REGGIO EMILIA (Parte I)

Dai primi calci alla Palestra Camparini al campo chiuso della Badia

Prati del Mirabello, 1899 - foto archivio Biblioteca Panizzi Reggio Emilia
Povero gioco del calcio! Come sei vilipeso e tenuto in poco conto nella città di Reggio”
Così si legge in una lettera inviata da un lettore a L'Italia Centrale nella primavera del 19101, quando il football è ormai da alcuni anni giunto a piantare il seme anche nella città di Reggio Emilia.
Come sappiamo, tante sono le vie attraverso le quali il gioco del football, tra la seconda metà del'800 e i primi anni del '900, arriva in Italia: le vie commerciali e le rotte navali dall'Inghilterra, i contatti con le zone danubiane nel nord-est e – ruolo tutt'altro che marginale – il mondo della ginnastica2. A Reggio il calcio arriva un po' più tardi rispetto ad altre città emiliane, forse per un certo disinteresse della classe politica e amministrativa della città, forse perché distante dalle vie commerciali fatto è che mentre già dal 1898 si giocava un campionato organizzato dalla Federazione italiana calcistica (nata in quello stesso anno come Federazione Italiana del Football), i reggiani poterono vedere il nuovo gioco solo a partire dalla seconda metà del primo decennio del Novecento. 
Le fonti fanno datare con una certa approssimazione quale “data zero” per il calcio a Reggio Emilia quella del gennaio 1909 quando il 17 gennaio viene offerta alla cittadinanza la prima dimostrazione di football di cui si ha notizia certa.
L'Italia Centrale
Ciò di cui si parla è la prima esibizione pubblica di cui si ha notizia, ma presumibilmente già da tempo in città si giocava al football anche se i giornali dell'epoca non mettono in evidenza la cosa: erano gli studenti a giocarci nei pressi della Palestra Camparini, dietro la Basilica della Ghiara. A raccontarcelo, una quindicina di anni più tardi è Luigi Barbieri in un lungo racconto – si potrebbe anche definire la prima “storia” del calcio reggiano – apparso nel mensile La Provincia di Reggio nel numero doppio di aprile e maggio del 1922. Barbieri così scrive a proposito di quei primi calci adolescenti: “Furono gli allievi delle Scuole medie i quali dopo le lezioni di «educazione fisica» apprese nella Palestra Camparini si portavano sul prato prospiciente e al lancio della «palla vibrata» cominciarono a preferire il giuoco del calcio.”3 Purtroppo per loro, nessun trafiletto sui giornali a testimoniare quelle partite e quelle corse a perdifiato rincorrendo un pallone.
L'Italia Centrale 16 gennaio 1909
Comunque, le protagoniste di quel 17 gennaio 1909 sono due società ginnastiche, la Forti per essere Liberi e il Club Sport Virtus che danno vita ad un incontro “sotto la tettoia del mercato nuovo”: per alcuni detto mercato nuovo viene identificato nel Foro Boario, per altri nel Mercato Bovino nell'attuale Viale Monte San Michele4. Le scarse e scarne cronache dell'epoca riportano di quella partita soltanto il punteggio (3 a 2 per la Forti per essere Liberi), ottenuto – si legge “alla terza ripresa”5: considerato che si trattava di due squadre ginniche, non è dato sapere con quali regole si sia giocato, tenuto conto che il football nel mondo della ginnastica aveva regole leggermente diverse da quello giocato sotto l'egida della Federcalcio, che si rifaceva alle regole della Football Association inglese. Siamo dunque nel 1909, un anno che è fondamentale per il destino del gioco del football in Italia. Le società che ancora oggi ammiriamo in serie A a quel tempo sono già nate tutte: Genoa, Juventus, Milan, Lazio, Torino e Internazionale. La Federazione quell'anno muta il proprio nome in quello attuale e adotta il primo regolamento organico del gioco del calcio: insomma mentre a livello nazionale il calcio si struttura via via in maniera sempre più precisa, a Reggio muove i suoi primi, timidi, passi.
La lettera pubblicata sul numero de L'Italia Centrale del 24 aprile 1910 è interessante perché se è vero che il football a Reggio Emilia arriva in ritardo rispetto ad altre realtà del centro-nord, è altrettanto vero che, come è accaduto un po' ovunque, impiega ben poco tempo per attirare l'attenzione delle persone, tanto da far lamentare il lettore di quel giornale la scarsità dei campi dove praticare il football. Quasi a dare ragione alle lagnanze del lettore, proprio in calce alla lettera il giornale pubblica la notizia che l'incontro del 25 aprile tra la Robur et Virtus di Reggio e l'Associazione Studentesca di Modena, in un primo momento in programma al Mirabello, dovrà essere giocata a Modena in quanto il campo reggiano non viene concesso per la partita6. A partire dunque da quel 1910 si organizzano sempre più partite di football in città, così come sono numerose le società sportive e calcistiche che vengono fondate negli anni a cavaliere tra i primi due decenni del XX secolo: a solo titolo esemplificativo riportiamo la notizia riguardante la vittoria, nel marzo 1910, dell'Unione Sportiva Reggiana di una partita durata oltre due ore contro l'Italo-Azzurra sullo spiazzo della Palestra Camparini7.
Negli anni successivi rapidamente nascono – e altrettanto velocemente muoiono – parecchie compagini calcistiche cittadine – spesso in ambito studentesco, ma ancora il calcio fa fatica ad imporsi all'attenzione generale, i giornali continuano ad essere piuttosto scarni di notizie, mentre l'attenzione – non solo reggiana – si sofferma su fatti e notizie riguardanti la guerra di Libia che vede la Nazione impegnata dal 1911, guerra alla quale con grande convinzione partono come soldati parecchi giovani reggiani. Che il football facesse ancora pochi proseliti a Reggio Emilia lo dice senza troppi giri di parole L'Italia Centrale nel numero del 17 febbraio 1911 là dove nel riportare la notizia di una gara disputata dalla Robur et Virtus constata la sparuta presenza di pubblico che pare essere molto più “rapito” dalle celebrazioni del carnevale, così come peraltro anche alcuni giocatori “assenti dalla nostra città dato le feste di carnevale”8.
Il 12 maggio dell'anno successivo la Robur et Virtus al Mirabello batte 3-0 l'Ausonia F.B.C., il redattore innesca una polemica sul fatto che i vincitori avessero inserito in squadra alcuni giocatori provenienti da fuori provincia, polemica rintuzzata con la replica piccata della stessa società per opera di Ulderico Pedroni9. L'evento sportivo più importante di quel 1912 per la città di Reggio Emilia non è però calcistico, bensì ciclistico perché il Giro d'Italia passa a Reggio Emilia il 21 maggio. I corridori partiti da Padova alle 5.15 del mattino transitano dalla circonvallazione reggiana poco prima di mezzogiorno, molti sportivi e studenti si assiepano sul ponte del Crostolo per vederli scorrere:”(...) I corridori arrivano tutti coperti di polvere, e sono addirittura irriconoscibili. A male pena riusciamo a leggere i numeri a cui corrispondono secondo l'ordine di passaggio”10. Il ciclismo è ancora all'epoca lo sport più popolare in Italia; a Reggio Emilia il calcio è sempre uno sport di nicchia, anche se durante questo 1912 nascono altre squadre e vengono disputate partite al Mirabello – basti ricordare quella del 2 giugno tra l'Ausonia e la seconda squadra del Modena (1-3)11 -, a testimonianza comunque di una vivacità che culmina sul finire dell'anno con la costituzione del Reggio Football Club, primo vero club cittadino di football.
L'Italia Centrale 7 dicembre 1912
Il 3 dicembre 1912 l'Ausonia Football Club e l'Associazione Reggiana del calcio si fondono e danno vita al Reggio Football Club: presidente viene nominato Enrietto Rossi, vice presidente William Ruozzi.12 L'8 dicembre il Reggio F.C. gioca la sua prima partita contro il Carpi soccombendo per 2-1 ma mettendo in mostra la buona prova del terzino Pelizzi, dell'ala destra Borghi e del capitano Chierici, davanti a tanto pubblico e tanto freddo. Le tre reti vengono segnate tutte nel primo tempo, con il Carpi che si porta sul 2 a 0, “facilitati nel secondo da un errore di Pellizzi, che d'altronde con una splendida ripresa rimediò ad usura al suo fallo”13. Vale comunque la pena ricordare quella storica prima formazione: Manfredi; Cantarelli, Pelizzi; Campari, Chierici (cap), Ruozi; Borghi, Costa, Roberti, Fanti, Tedeschi14.
Domenica 15 dicembre al Mirabello il Reggio F.C. organizza una partita di esibizione in famiglia tra le sue due prime squadre e una settimana dopo gioca contro la seconda squadra del Modena15.

Il 1913 è un anno da segnare con la matita rossa negli annali calcistici cittadini. A maggio il Reggio F.C. grazie al suo dirigente Ulderico Pedroni, organizza il torneo calcistico più importante mai disputato sino ad allora in città e per l'occasione viene concesso l'uso del Mirabello. Il Torneo Emiliano di football vede la partecipazione – al fianco del Reggio F.C. - del Bologna, la squadra emiliana più importante, dell'Internazionale di Milano, già campione d'Italia nel 1910 e vera attrazione del torneo e dei carpigiani della Jucunditas. La Provincia di Reggio scrive in data 5 maggio nell'articolo di presentazione, là dove pone l'accento su come “l'educazione fisica della nostra gioventù sia tenuta in grande considerazione”16. Senza voler entrare approfonditamente in argomento, con la Guerra di Libia del 1911 e con le spinte futuriste di quegli stessi anni l'attività fisica viene sempre più caldeggiata e intesa come strumento di addestramento alla fatica e allenamento anche militare, concetto questo che troverà una sua compiutezza l'indomani della disfatta di Caportetto17. Tornando al torneo, per l'occasione il campo del Mirabello viene fatto oggetto di importanti opere di miglioramento, tanto che lo stesso giornale il 9 maggio così dipinge la scena alla quale assiste un qualsiasi passante dalle parti del Mirabello in quei giorni di vigilia:
La Provincia di Reggio 5 maggio 1913
I giornali reggiani danno ampio risalto all'evento, enfatizzando la portata del torneo. Qua ci pare preliminarmente interessante sottolineare quanto
Fervet opus; questa è la frase che corre spontanea alla mente di chi fa una capatina al campo del Mirabello. Mentre una schiera di giocatori dà gli ultimi calci d'allenamento, alcuni operai lavorano assiduamente a cintare il campo di gioco che vedrà domenica e lunedì quattro forti squadre contendersi la vittoria e i ricchi premi.”18
Eh sì, ricchi premi. Perché il Reggio F.C. organizza le cose per bene e con il patrocinio del Ministero dell'Istruzione e del Ministero della Guerra vengono messe in palio medaglie e targhe, come era uso fare in quegli anni. C'è un passaggio nello stesso articolo che pare importante sottolineare poiché si va a riallacciare a quanto scritto in precedenza circa il poco interesse che il football all'inizio aveva suscitato tra le classi dirigenziali cittadine e la sua poca diffusione in città rispetto ad altre realtà del periodo:
(...) La notizia del torneo di foot-ball, che per la poco diffusione che questo gioco ha nella nostra città, parve un iniziativa audace e fors'anche arrischiata, è ormai sulla bocca di tutti”
E ancora:
(...) E benché pochi siano nella nostra città che s'interessano delle vicende di questo gioco, pure la fama di Campelli, di De Vecchi [sic!], di Fossati e di tutti gli altri campioni che compongono l'équipe che avremo occasione di applaudire, ha sollevato grande aspettativa tra il nostro pubblico.”19
Ulderico Pedroni
Tralasciando l'errore dell'articolista là dove indica la presenza di De Vecchi nelle fila dei nerazzurri, quando sappiamo che il figlio di Dio era un calciatore del Milan, è certo che questo torneo pare abbia fatto da volano per il definitivo decollo del football nella nostra città. E non potrebbe essere altrimenti se si considera che proprio in quello stesso anno, in autunno, come vedremo a breve viene inaugurato anche un campo sportivo dedicato appositamente al gioco del football. Che ci fosse l'idea di creare un nuovo campo da football lo si intuisce anche nell'articolo apparso sempre su La Provincia di Reggio il 12 maggio a commento della prima giornata del torneo, articolo che inoltre mette in risalto l'imponente affluenza di pubblico:
Un pubblico numerosissimo è accorso ad assistere alla prima giornata del grande Torneo di foot-ball indetto dal Reggio F.C. Non è esagerato dire che più di duemila e cinquecento persone, tra cui molte signore e signorine affollavano le tribune e i posti popolari del...provvisorio campo del Mirabello. E certamente l'affluenza sarebbe stata ancora maggiore, se il tempo, dopo la fitta pioggia della mattinata, non si fosse mantenuto incerto.”20
Come bene si legge viene posta in rilievo la buona presenza di pubblico femminile, un elemento che accomuna tutta l'esperienza del football nei suoi anni pionieristici in Italia. Il football in Italia nei suoi primi anni infatti è uno sport d'élite, un divertimento della nobiltà e dei ceti più abbienti e sin tanto che rimase tale la presenza femminile ai bordi del campo fu una costante, una peculiarità propria del gioco del football nostrano21, poi tutto ciò muterà rapidamente negli anni a cavaliere dei primi due decenni del Novecento22. Tornando al torneo, alle 14 vengono sorteggiati gli accoppiamenti e quindi vengono disputate le due partite così sorteggiate:
REGGIO – JUCUNDITAS = 0-0 (per sorteggio vince la Jucunditas)
INTERNAZIONALE – BOLOGNA = 2-1
Lunedì 12 maggio era in programma la seconda giornata con le finali, ma il Bologna si ritirava e lasciava Reggio Emilia così perdendo ogni premio. A quel punto l'Internazionale acconsentiva a giocare – dopo aver disputato la finale con la Jucunditas – a giocare un'altra partita con il Reggio. Quindi davanti ad un pubblico forse ancor più numeroso del giorno prima, l'Internazionale si esibisce in due partite, entrambe della durata di un'ora ed entrambe terminate con il punteggio di 10 a 0 a suo favore. Una volta terminate le gare e le premiazioni la giornata viene conclusa all'Albergo della Stazione dove il Reggio F.C. “offerse una bicchierata agli ospiti milanesi”23. Reggio e Jucunditas si sarebbero incontrate la domenica successiva in conclusione del torneo.
La Giustizia
Il 1913 calcistico reggiano non è importante soltanto per la disputa di questo prestigioso torneo che ha segnato comunque un momento decisivo per la penetrazione di questo sport nella società reggiana, è degno di nota anche perché in autunno viene inaugurato il primo campo nato proprio per giocarci le partite di calcio.
L'inaugurazione del campo in località Badia tra le odierne viale Risorgimento e via Terrachini avviene il 5 ottobre 1913, con tanto di madrina, la signora Elide Benelli, e musica offerta dalle Officine meccaniche. Non manca, ovviamente, il calcio con due partite: il Reggio Football Club batte il Parma 6-1 e il Como batte il Verona Football Club per 2-124. La Badia si presenta come un campo dalle dimensioni regolamentari per lo svolgimento delle partite di football delimitato lungo tutto il perimetro da una palizzata in legno. A tal proposito il quotidiano La Giustizia riporta anche un elenco provvisorio dei sottoscrittori delle quote per la costruzione del “campo chiuso”, peculiarità propria della Badia poiché il Mirabello all'epoca non era ancora recintato.

(1 - Continua)


 

1Cfr. L'Italia Centrale del 24 aprile 1910
2Per meglio approfondire cfr. BASSI, ALESSANDRO, Il football dei pionieri, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012; PAPA, ANTONIO – PANICO, GUIDO, Storia sociale del calcio in Italia, Il Mulino, Bologna, 2002; MANU, GABRIELE – SCIALANGA, MARCO, Football tra storia e leggenda, Bradipolibri Editore, Ivrea, 2012
3BARIBIERI, LUIGI, Dalle origini, alla fondazione della maggiore Società locale: l'A.C. Reggiana, La Provincia di Reggio, Reggio nell'Emilia, n. 4-5, aprile-maggio 1922, pag,189
4Sul punto e non solo Cfr. le varie pubblicazioni dedicate alla storia della Reggiana scritte nei vari anni, tra le altre: BARIBIERI, LUIGI, Dalle origini, alla fondazione della maggiore Società locale: l'A.C. Reggiana, La Provincia di Reggio, Reggio nell'Emilia, poi ripreso in Forza Reggiana n. 3 del 7 ottobre 1956; DEL BUE, MAURO, Una storia Reggiana 1919-1945: Le partite, i personaggi, le vicende dai pionieri alla liberazione, Montecchio, 2007; GIOVANNINI, GIACOMO – MAZZALI, GIACOMO, La maglia granata, Ed. Il Voltone, Reggio Emilia, 2019; FANTICINI, EZIO – LIGABUE, ANDREA, La storia della Reggiana, Poligrafici Editoriale, Bologna, 1993; FERRARACCIO, ALFREDO – FONTANELLI, CARLO, La favola granata, Geo Edizioni, 2003; SERRA, LUCIANO, Maglia granata e calzoncini blu, in La Reggiana News n. 2 del settembre 1989
5Cfr. L'Italia Centrale del 16-18 gennaio 1909. Per un ritratto di Enrico Camparini Cfr. L'Italia Centrale del 28 febbraio 1911
6Cfr. L'Italia Centrale del 21-25 aprile 1910
7Cfr. L'Italia Centrale del 8 marzo 1910
8Cfr. L'Italia Centrale del 17 febbraio 1911
9Cfr. L'Italia Centrale del 13-14 maggio 1912
10Cfr. L'Italia Centrale del 22 maggio 1912
11Cfr. L'Italia Centrale del 3 giugno 1912
12Cfr. L'Italia Centrale del 7 dicembre 1912
13Cfr. L'Italia Centrale del 9 dicembre 1912
14BARBIERI, LUIGI, Op. Cit., pag. 190
15Cfr. L'Italia Centrale del 15-22 dicembre 1912
16Cfr. La Provincia di Reggio del 5 maggio 1913
17BASSI, ALESSANDRO, Il football italiano alla Grande guerra 1915-1918, Photocity Edizioni, Napoli, 2018
18Cfr. La Provincia di Reggio del 9 maggio 1913
19Ibidem
20Cfr. La Provincia di Reggio del 12 maggio 1913
21Antonio, Papa, Guido Panico, Storia sociale del calcio in Italia, Il Mulino, Bologna, 2002
22Cfr. per approfondimenti, tra gli altri, http://storiedifootballperduto.blogspot.com/2018/07/il-calcio-tra-identita-nazionale-e.html
23Cfr. La Provincia di Reggio del 13 maggio 1913
24Cfr. La Giustizia del 4 ottobre 1913 e La Gazzetta dello Sport del 6 ottobre 1913

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