martedì 14 marzo 2017

WALKIN'ON THE FOOT-BALL: LA RIPRESA

DOVE ERAVAMO RIMASTI: LA RIPRESA

Le tensioni profonde liberate con il primo conflitto mondiale si manifestarono con una tale forza da caratterizzare il dopoguerra con duri scontri sociali, scioperi e agitazioni in quasi tutta Italia. Anche il calcio non restò immune da questo clima.
Allo scoppio del conflitto l'organizzazione della F.I.G.C. si delineava come un modello rigido ed esclusivo, con un sistema di divieti che impedivano ogni iniziativa individuale. Questa situazione esasperante fu alla base della nascita della Unione Libera Italiana del Calcio (ULIC), fondata a Milano agli inizi del 1917 dal medico socialista Luigi Maranelli. Il programma dell'ULIC era in netto contrasto con quello federale, e il giornale della nuova associazione, il Corriere dello sport libero non risparmiava critiche al nuovo presidente federale, Francesco Mauro. La filosofia sportiva di Luigi Maranelli si rifaceva ad una concezione umanitaria, solidaristica del calcio, apertamente libertaria, ma senza una precisa ispirazione politica, figlia di quei tempi. Nel 1922 l'ULIC arrivò a contare 190 aderenti, tutte squadre che si affrontavano in campionati locali e regionali e tutte accomunate da uno statuto che prevedeva – tra l'altro – l'obbligo per i calciatori dell'Unione di giocare solo nella squadra del proprio luogo di residenza o di lavoro. La F.I.G.C., dal canto suo, vedeva crescere sempre più rapidamente il numero delle società affiliate: per dare qualche cifra, se nel 1920 la Federazione contava su 400 società, già nel 1922 queste erano salite ad 805, alle quali andavano aggiunte le 190 formazioni dell'ULIC. Questo affollarsi di squadre che avanzavano il diritto di partecipare al massimo torneo comportò serie difficoltà nella composizione dei tornei.
Il calcio in Italia riprese ufficialmente il 13 aprile 1919, quando a Torino si tenne la prima assemblea federale, alla quale parteciparono i rappresentanti di ben 97 società che discussero della ripresa dei campionati. Solo dopo aver deliberato – non senza polemiche – di mantenere la sede a Torino e la conferma di Montù quale presidente federale, il vero scontro si ebbe sul “format” del campionato. Venne deciso di farlo diventare un lunghissimo torneo di selezione tra 67 squadre che avrebbe stabilito quali tra queste si sarebbero iscritte al campionato di Prima Categoria 1920/21: si iniziò il 5 ottobre 1919 con le qualificazioni e si concluse soltanto il 20 giugno 1920 con la finalissima di Bologna giocata tra Internazionale e Livorno (3-2).
Quel campionato fu solo l'inizio di una delle crisi più gravi che il calcio italiano mai conobbe.




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