venerdì 22 aprile 2016

WALKIN'ON THE FOOT-BALL: STEVE BLOOMER

Dici Bloomer e pensi al goal, a quel momento che tutti aspettano appesi alle dinamiche di un incontro di football, a quel momento di felicità bambina che sempre ti sorprenderà, ti emozionerà. Dici Bloomer e ti saltano alla mente immagini sbiadite di folle che impazziscono per un giocatore di football, anche se quelle immagini tu non le hai mai viste, non le ha mai viste nessuno.
Steve Bloomer, però, è stato questo e molto di più. È stato – come lo hanno definito Gabriele Manu e Marco Scialanga nel loro volume Football tra storia e leggenda – il primo idolo del Derby County, perchè già in quegli anni in Inghilterra le folle oltre che riempire stadi enormi, si immedesimavano in un calciatore, sognavano con lui. Riuscì a portare una squadra dall'anonimato sino alle porte della leggenda, sino ad un passo dal vincere qualcosa di importante.
Dici Bloomer e pensi al Derby County, inevitabilmente.
Nato nel 1874, inizia a giocare al pallone sin da bambino e da subito mette in evidenza la sua naturale predisposizione al goal, tanto che su di lui cade l'occhio attento ed esperto di John Goodall, il Magnifico, grande centravanti inglese degli anni a cavaliere tra ottocento e novecento.
Nel 1892 Bloomer entra ufficialmente al Derby County e la storia sua e della società cambia per sempre. Si allena sodo sotto la guida e gli insegnamenti di Goodall ed esordisce in amichevole segnando quattro reti: da quel momento l'appuntamento con il goal non lo fallirà più, sino a quando appenderà definitivamente gli scarpini al chiodo, a 40 anni compiuti, dopo aver segnato 380 reti in 621 incontri.
Dicevamo di come Bloomer riuscì a far diventare grande una squadra che grande non la era affatto. Basti pensare che nella sua stagione di esordio Bloomer segnò 11 reti aiutando la propria squadra a salvarsi dalla retrocessione, ma già con la stagione successiva gli orizzonti erano cambiati completamente e con 18 reti portò il Derby County al terzo posto, piazzamento migliorato due anni più tardi con il secondo posto assoluto dietro al solo Aston Villa e il titolo personale di capocannoniere della Division One con 22 reti segnate in 25 incontri.
L'esordio in nazionale avviene nel 1895, a 21 anni, contro l'Irlanda dove segna una doppietta, posto che lascerà soltanto nel 1907, a trentatrè anni segnando il goal dell'1-1 nella partita contro la Scozia. In nazionale, come riporta Stefano Bedeschi in Di punta e di tacco Vol. I, il suo score è impressionante: 28 reti segnate in 23 partite e ben 8 British Home Championship vinte.
Interessante riportare qui un giudizio, estratto dal sito Storie di calcio, espresso su Bloomer da Frederick Wall, l'allora presidente della Football Association: “Era un tiratore eccezionale e i suoi splendidi passaggi erano generalmente effettuati di prima. Steve faceva errori naturalmente, come tutti, ma era una spanna sopra tutti come goleador”.
E lo era davvero. Con lui il Derby County arrivò ben tre volte in finale di FA Cup senza peraltro mai riuscire a vincerla segnando in totale 240 reti in 376 partite, prima di trasferirsi al Middlesbrough per 750 sterline nel 1906 rimanendovi per quattro anni. A 37 anni ha ancora alcuni goal da segnare e ritorna a casa, al Derby County che nel frattempo, senza di lui, è precipitato in Divisione Two. E a casa, nella sua casa, i suoi goal sono ancora una volta decisivi e con lui il Derby ritorna in Division One.
Il ritiro, a 40 anni, nel febbraio 1914 al termine della partita contro il Burnley. A quel punto tutti goal che doveva segnare, li aveva fatti.
Calcio e Bloomer è comunque un binomio indissolubile e subito si imbarca in una nuova avventura, questa volta come allenatore in Germania nel Britannia Berlin 92 ma la mano feroce della follia bellica spariglia sentimenti, prospettive e sogni.
Nel 1924 vince la Copa del Rey allenando il Real Union e poi ritorna ancora una volta a casa, questa volta definitivamente, per allenare la sua squadra, il Derby County.
Dici Bloomer e sì, pensi al Derby County, decisamente.








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